Trilogia di Darth Bane 3 di 3
Con il volume intitolato La Dinastia del Male giungiamo al capitolo conclusivo della Trilogia di Darth Bane, dedicata ad uno dei più potenti Sith mai esistiti. Lo scontro tra il fondatore della Regola dei Due e la sua apprendista è inevitabile: sarà riuscito l’autore Drew Karpyshyn a regalare ai fan del Lato Oscuro un epico e degno finale?
Ricordiamo che l’intera trilogia ricade sotto l’etichetta Legends ed è stata pubblicata in Italia per Multiplayer Edizioni, con l’autore Drew Karpyshyn che ha firmato anche i romanzi Revan e Sterminio della serie The Old Republic, sempre targati Multiplayer. La Dinastia del Male è ancora reperibile con relativa facilità nei negozi fisici e negli store online.
- Titolo: Star Wars: Darth Bane – The Dinasty of Evil
- Data di uscita: 15 aprile 2013
- Autore: Drew Karpyshyn
- Edito da: Multiplayer Edizioni
- Edizione: Copertina flessibile, 312 pagine
- Prezzo: 13,45 € (acquista QUI)
Sinossi
Sono trascorsi vent’anni da quando Darth Bane, Signore Oscuro regnante dei Sith, ha distrutto l’antico ordine e lo ha ricreato composto da due persone: un Maestro che detiene il potere e tramanda il sapere, e un apprendista che impara per sfidare e usurpare, infine, il Signore Oscuro in un duello mortale. L’allievo di Bane, Zannah, deve però ancora sfidare il suo Maestro nello scontro mortale e dimostrarsi degna di succedergli. Determinato a non lasciare che il sogno Sith di dominare la galassia muoia con lui, Bane giura di arrivare al segreto di un Signore Oscuro dimenticato che garantirà l’immortalità ai Sith… e a se stesso.
Un’opportunità perfetta si manifesta quando un emissario Jedi viene assassinato sul pianeta minerario Doan, dando a Bane la scusa per inviare la sua apprendista in una missione d’indagine, mentre egli stesso parte in segreto per impossessarsi dell’antico holocron di Darth Andeddu e della preziosa conoscenza che contiene. Ma Zannah non è una sciocca: sa che il suo crudele Maestro ha iniziato a dubitare di lei, e percepisce che sta nascondendo qualcosa di cruciale per il suo futuro. Se vuole reclamare per sé il potere che brama, deve agire subito…
Mentre Bane irrompe nella lontana roccaforte di un fanatico culto Sith, Zannah prepara la caduta del suo Maestro scegliendosi il proprio apprendista: un Jedi ribelle, scaltro e abbastanza senza scrupoli da abbracciare la visione dei Sith e stare al suo fianco quando lei sottrarrà finalmente a Bane il manto del Signore Oscuro dei Sith.
Zannah, tuttavia, non è l’unica che desideri distruggere Darth Bane e ne abbia il potere. La Principessa Serra, della famiglia regale di Doan, è tormentata dai ricordi del mostruoso soldato Sith che ha assassinato suo padre e l’ha torturata da bambina. Intenzionata a punirlo, ingaggia uno spietato assassino per trovare il suo torturatore e riportarlo vivo a lei, in modo da fargli assaporare la propria ira.
Solo un Sith che abbia sconfitto il proprio Maestro può diventare Signore Oscuro. Dunque, quando Bane scompare improvvisamente, Zannah è costretta a ritrovarlo – forse addirittura a salvarlo – prima di poterlo uccidere. Parte così un inseguimento che durerà dai tetri abissi di un mondo devastato, sull’orlo della catastrofe, fino agli aridi recessi di un avamposto nel deserto – dove il futuro dei più potenti adepti del Lato Oscuro verrà deciso una volta per tutte dall’ultimo colpo fatale di una spada laser…

Darth Bane (Jedi vs. Sith – The Essential Guide to the Force)
Cosa mi è piaciuto
Collegamenti con eventi passati
Con i Sith celati nell’ombra e con i Jedi che li credono ormai definitivamente estinti dopo gli eventi conclusivi de La Regola dei Due, era necessario trovare, per questo volume finale della Trilogia, una minaccia credibile per il protagonista Darth Bane e per i suoi piani di dominio Sith.
Ciò che viene proposto è il ripescaggio di figure che hanno incrociato Bane nel passato e che orchestrano una vendetta nei confronti del Signore dei Sith. Tale espediente, benché possa apparire un cliché classico, risulta in realtà molto riuscito perché riporta alla memoria eventi già narrati nei capitoli precedenti e va a rendere la trilogia ancor più coesa. Inoltre è apprezzatissimo il fatto che il riaffiorare di ricordi e il palesarsi di figure che hanno sofferto in passato per mano sua o che un tempo erano sue amiche non provochi nel Signore Oscuro alcun effetto, nessun tentennamento, nessuna empatia, sintomo di un Bane completamente avvolto nel Lato Oscuro.
Questi personaggi, che erano apparsi nel primo volume e che tornano ne La Dinastia del Male, sono Serra, che avevamo visto da bambina mentre veniva torturata da Bane per obbligare suo padre Caleb a curarlo, e Lucia, vecchia compagna d’armi di Bane ai tempi delle Nuove Guerre Sith contro la Repubblica. Per poter costituire una minaccia plausibile Karpyshyn gioca la carta dell’ingaggio di una sicaria di razza Iktotchi, nota come la Cacciatrice, acerba nella conoscenza della Forza ma dalle particolari capacità, come la possibilità di avere visioni su passato, presente e futuro e il potere di impedire l’accesso alla Forza stessa ai suoi bersagli. Mentre Serra si accorgerà che la strada della vendetta l’ha portata alla rovina (Bane inizialmente viene catturato e torturato ma ciò che ne seguirà la porterà a perdere tutto), la Cacciatrice invece gode nell’infliggere pena e sofferenza agli altri e attirerà le attenzioni di Bane stesso come possibile sostituta di Zannah.
Il ritrovare quindi anche ne La Dinastia del Male un Bane non onnipotente ma anzi messo in difficoltà è ancora una volta un fattore che fa apprezzare maggiormente il personaggio e l’assenza della controparte Jedi nel libro non viene minimamente avvertita.

L’oscuro ricordo che tormenta Serra e che la spinge ad intraprendere la via della vendetta una volta appreso della morte del padre Caleb. (tavola estrapolata da Jedi contro Sith, vol. 47 Collana Legends Gazzetta)
C’è da dire però che come nel precedente volume il ritrovarsi tra Zannah e suo cugino Darovit risultava un po’ troppo casuale, anche in questo caso l’intreccio tra i due diversi personaggi provenienti dal passato di Bane appare un po’ forzato. Quante probabilità c’erano che Lucia, una soldatessa dell’esercito Sith che aveva servito sotto Dessel (non ancora divenuto Darth Bane) nel reparto dei Camminatori del Buio e a cui ella doveva la vita, finisse venti anni dopo a fare la guardia del corpo di Serra, figlia del guaritore Caleb, che da piccola era stata torturata da Bane prima che anche suo padre venisse ucciso per mano dei Sith? Per venire in soccorso però di questa combinazione un po’ inverosimile prendiamo in prestito il seguente passo dal volume, che ci ricorda comunque che nell’universo di Star Wars “tutto è come la Forza vuole“:
Ciò che gli ignoranti spesso riconducevano al caso o alla fortuna, molte volte era semplicemente opera della Forza. Alcuni sceglievano di chiamarlo destino o fato, sebbene tali termini fossero troppo semplicistici per trasmettere l’influenza sottile eppure così vasta che esercitava. La Forza era viva; essa permeava il tessuto stesso dell’universo, scorrendo in ogni creatura, un’energia che sfiorava e influenzava tutte le cose viventi, mentre le sue correnti chiare e oscure fluivano e scorrevano, plasmando le matrici dell’esistenza.
Darth Bane contro Darth Zannah
È il tema che permea tutto il volume conclusivo della Trilogia. Sono passati dieci anni dagli eventi narrati nel capitolo precedente e la situazione tra i due Signori dei Sith è ancora invariata: Bane è ancora saldamente il Maestro che rimane nell’ombra e Zannah è ancora l’apprendista inviata a svolgere le missioni. Ma quanto potrà durare questo stallo?
Darth Bane comincia ad accusare i primi sintomi di cedimento fisico dovuti ad una vita spesa nella completa immersione nel Lato Oscuro ed inizia a credere che Zannah non sia all’altezza di proseguire la dinastia dei Sith. La Regola dei Due porterà alla gloria i Sith soltanto se l’apprendista si dimostrerà più potente del Maestro: ma allora perché in questi venti anni Zannah ha continuato a servirlo senza mai cercare di usurparlo? Forse non è forte abbastanza per affrontarlo e sta semplicemente aspettando che la “vecchiaia” lo indebolisca?
La stessa Zannah dal canto suo percepisce che il momento tanto atteso di sfidare il suo Maestro è ormai giunto e non può più essere rimandato ma prima deve assolutamente rintracciare un proprio apprendista.
La bellezza de La Dinastia del Male sta proprio nel vivere la preparazione dell’inevitabile scontro attraverso i pensieri e la prospettiva di entrambi i personaggi, con Bane che va alla ricerca del segreto dell’immortalità per non lasciare il futuro dei Sith in mano alla sua allieva ormai ritenuta debole e Zannah tormentata dai dubbi e dal sospetto di venir tradita e rimpiazzata da un momento all’altro.
Molto avvincente è infine lo scontro vero e proprio che avviene in due fasi, la prima nelle Prigioni di Pietra su Doan con un Bane disarmato ma comunque in grado di battersi alla pari e la seconda su Ambria sotto gli occhi della Cacciatrice che, assunto il nome di Darth Cognus, ha giurato fedeltà al Maestro che uscirà vincitore dalla battaglia.
I due avversari assunsero la posizione da combattimento e cominciarono a girare lentamente.
“Ti ho superato, Bane”, Zannah lo avvertì. “Adesso sono io il Maestro”.
“Allora dimostramelo”.
Poi si lanciò verso di lei, e la battaglia ebbe inizio.
Lo scontro all’ultimo sangue viene vinto da Zannah utilizzando l’unica arma con cui avrebbe potuto prevalere su Bane, ovvero quella della Stregoneria Sith.
Ottima scelta quella di lasciare il dubbio nel lettore che Bane abbia avuto effettivamente successo con il trasferimento della sua essenza nel corpo della vecchia apprendista prima di morire, dubbio che colpisce anche Darth Cognus che alla fine dello scontro si rivolge alla figura di Zannah chiamandola “Maestro Bane?”. Zannah afferma però che Bane è stato distrutto nel corpo e nello spirito, ma quel suo aprire e stringere ripetutamente il pugno sinistro, tic proprio di Bane nel corso di tutto il libro, lascia aperta la porta alla speculazione sul finale de La Dinastia del Male.

Duello finale su Ambria: l’apprendista Darth Zannah è finalmente pronta a uccidere Darth Bane per rivendicare il titolo di Maestro (The Essential Reader’s Companion)
Stile di Karpyshyn
Quello che segue è un giudizio doveroso che non si ferma solo al presente romanzo, La Dinastia del Male, ma che vale per l’intera trilogia. Arrivati alla conclusione dei tre romanzi non si può che fare i complimenti all’autore Drew Karpyshyn per il suo stile estremamente coinvolgente, che ha saputo far risaltare sia le scene d’azione che soprattutto i pensieri e la psicologia dei personaggi.
Magistrale soprattutto il ritratto di Darth Bane, che, nonostante sia di fondo un personaggio malvagio nell’universo di Star Wars, finisce per incontrare la simpatia del lettore. Ulteriore prova dell’ottima scrittura di Karpyshyn è infine la velocità con cui è scorsa la lettura dei tre romanzi, che sono stati divorati voracemente uno di seguito all’altro in tempi relativamente brevi.

Darth Cognus, precedentemente conosciuta come “La Cacciatrice” fa la sua prima comparsa ne La Dinastia del Male. (The Complete Star Wars Encyclopedia)
Cosa non mi è piaciuto
Ennesimo Holocron
Dopo aver rintracciato l’Holocron di Darth Revan ne Il Sentiero della Distruzione, e quelli di Freedon Nadd e Belia Darzu ne La Regola dei Due, e averne assimilato le conoscenze fino ad arrivare alla costruzione di uno proprio, troviamo Bane alle prese con la ricerca dell’ennesimo Holocron, quello dell’antico Signore Oscuro Darth Andeddu. Vedere Darth Bane che trama nell’ombra e che si mette in azione solo per esplorare l’ennesima tomba o fortezza su pianeti perduti rappresenta infatti una situazione un po’ ripetitiva, che ha il sapore di un qualcosa di già visto.
La ricerca del segreto dell’immortalità è ovviamente un più che valido motivo per riproporre questo schema, ma sarebbe stato preferibile se magari Bane avesse appreso la tecnica del trasferimento dell’essenza per conto proprio, senza intercessione di alcun Holocron, anche per sottolineare ulteriormente la sua incredibile potenza acquisita nel Lato Oscuro.
Il Jedi Oscuro Set Harth
A differenza degli altri personaggi approfonditi ne La Dinastia del Male, come Serra, Lucia o la stessa Cacciatrice, che risultano ben inseriti all’interno del contesto narrato, il personaggio di Set Harth appare invece più debole. Non è tanto la sua definizione di Jedi Oscuro a renderlo antipatico agli occhi di chi scrive quanto piuttosto la sua caratterizzazione del tutto in contrasto con il tono del libro.
“Qual è la differenza tra un Sith e un Jedi Oscuro?” […]
[…] “I Sith erano nemici giurati dei Jedi e della Repubblica. Essi hanno cercato di sterminarci, per poter governare la galassia. Hanno unito la loro forza nella Confraternita dell’Oscurità, raccogliendo innumerevoli seguaci della loro causa con false promesse. Hanno raccolto un esercito di individui abbastanza folli e disperati da credere alle loro bugie, facendo sprofondare la galassia in una guerra che minacciava di distruggerci tutti” […]
[…] “Un Jedi Oscuro, invece, ha ambizioni molto più contenute. Egli pensa solo a se stesso. Agisce da solo. L’obiettivo finale non è la conquista della galassia, ma la ricchezza personale e la fama. Proprio come un delinquente qualunque, egli gode della crudeltà e dell’egoismo, divora i deboli e i più vulnerabili, diffondendo miseria e sofferenza ovunque vada”.
Fintanto che Set Harth si trova ad agire da solo, possiamo soprassedere ai suoi modi arroganti e canzonatori, ma quando inizia a seguire Zannah come possibile suo apprendista, la sua sfacciataggine e superbia nei confronti della Maestra risultano del tutto fuori luogo. La stessa Zannah si accorgerà dell’abbaglio clamoroso dovuto all’impazienza di trovare un apprendista prima di sfidare Bane. Appariva infatti poco credibile che la gloriosa dinastia dei Signori Oscuri potesse continuare grazie ad un individuo del genere, privo di disciplina, poco incline al sacrificio e, sebbene potente nel Lato Oscuro, cieco rispetto all’ambizione e alla visione più ampia dei Sith.
Ancor più grave ed inconcepibile, a mio parere, il fatto che l’Holocron di Darth Andeddu vada a finire proprio nelle sue mani e che a questo personaggio sia dedicato addirittura l’epilogo che chiude l’intera trilogia, lasciando intuire la possibilità che egli possa apprendere dall’antico Signore Oscuro la tecnica occulta del trasferimento dell’essenza che rende potenzialmente immortali.
Tale scelta appare ancor più scellerata se pensiamo che il personaggio di Set Harth non apparirà in nessun altro prodotto, eccezion fatta per alcuni manuali di giochi di ruolo della Wizards of the Coast, lasciando in questo modo le sue vicende in sospeso.

Il Jedi Oscuro Set Harth, che Darth Zannah aveva individuato come possibile apprendista (illustrazione dal manuale Ultimate Adversaries del gioco di ruolo della Wizards of the Coasts)
Commento finale
Sebbene leggermente al di sotto dei volumi che lo precedono, La Dinastia del Male si attesta comunque su livelli molto alti, confezionando un’ottima conclusione per una trilogia che rappresenta un vero e proprio cardine dell’Universo Espanso. Il personaggio di Darth Bane ne esce ancora una volta con un ritratto ottimamente caratterizzato e, grazie allo stile avvincente dell’autore, il lettore non vede l’ora di conoscere l’esito dell’inevitabile scontro finale con la sua apprendista Zannah, anch’essa raffigurata magistralmente. Molto buone anche le prove dei personaggi secondari (tranne uno) che vanno a creare situazioni interessanti e non fanno rimpiangere l’assenza di minacce Jedi in questo volume.
Per concludere, ora che siamo arrivati al termine delle vicende che ruotano attorno al Signore dei Sith fondatore della Regola dei Due, ribadiamo l’altissima qualità della Trilogia di Darth Bane portata in scena da Drew Karpyshyn e la consigliamo vivamente a tutti senza riserve.
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Opere correlate:
– Il Sentiero della Distruzione;
– La Regola dei Due.