Lo scorso fine ottobre è giunto da noi L’Erede dei Jedi, attualmente l’unico prodotto del canone incentrato interamente su Luke Skywalker (assieme a The Weapon of a Jedi, ancora inedito in Italia). La pubblicazione intende mostrare un ragazzo ancora in divenire adulto, con tutte le insicurezze seguite alla dipartita del vecchio Ben Kenobi e le responsabilità dell’essere il nuovo eroe dell’Alleanza dopo la distruzione della Morte Nera.
- Titolo: Star Wars: Heir to the Jedi
- Data di uscita: 27 ottobre 2016
- Autore: Kevin Hearne
- Edito da: Multiplayer Edizioni
- Edizione: Copertina rigida con sovracopertina, 257 pagine
- Prezzo: € 16,91
Sinossi
La vicenda ha luogo in un periodo interposto tra Episodio IV e l’arco a fumetti Skywalker Colpisce e narra di alcune missioni portate a termine da Luke per conto della Ribellione. Le vicende principali, tutto sommato molto differenziate e quasi senza punti in comune, sono sostanzialmente tre. Nella prima il giovane viene inviato da Leia su Rodia a valutare la mercanzia di un trafficante d’armi, venendo in contatto con la parente di un Jedi che aveva combattuto a fianco di Anakin durante le Guerre dei Cloni, scoprendo qualche dettaglio su quelli che erano i guardiani di pace e giustizia un tempo.
Nella seconda parte -al fine di reperire alcuni fondi- Luke e la figlia di un magnate dell’industria biotecnologica, Nakari Kelen, partono alla volta dell’inesplorato pianeta Fex con l’intento di recuperare degli esemplari di foracranio, affinché la Kelen BioLabs possa valutarne l’utilizzo come arma biologica.
Una volta terminata la missione e potenziata la nave di Nakari (utilizzata nel corso dell’intera vicenda) i due personaggi principali ricevono una missione -che risulterà occupare la parte più corposa del libro- direttamente dall’ammiraglio Ackbar: strappare dalla sorveglianza imperiale e portare al sicuro sul pianeta Omereth una crittografa Givin, indispensabile all’Alleanza per la decrittazione dei codici imperiali.
Cosa mi è piaciuto?
Le descrizioni dal carattere scientifico
Punto a favore decisamente insolito per un libro marchiato Star Wars. Risulta allo stesso tempo piacevole ed un peccato il fatto che le parti migliori del libro siano quelle inerenti il funzionamento delle spade laser e la descrizione dei temibili foracranio fexiani. Sempre a livello delle descrizioni, da notare come non venga risparmiato qualche dettaglio abbastanza crudo, soprattutto nelle fasi più concitate del libro.
La profondità del personaggio di Luke
La possibilità di vivere le vicende dal punto di vista di quello che ormai è identificato come l’ultimo dei Jedi conferisce inevitabilmente una profondità tutta nuova al protagonista. Quello con cui si ha a che fare è il Luke immediatamente post-Episodio IV, vincolato in parte al suo passato da umile fattore su Tatooine ed al suo essere un ragazzo non ancora adulto, lontano dal ragazzo risoluto visto ne L’Impero Colpisce Ancora.
La storia (1)
Purtroppo la vicenda de L’Erede dei Jedi finisce con l’essere promossa solo dal punto di vista dell’indipendenza da altre vicende. Essa -con la ovvia eccezione di Luke- risulta completamente scollegata da personaggi e vicende già conosciuti, il che risulta essere qualcosa di non comune tra i prodotti del canone visti sinora.
Cosa non mi è piaciuto?
La storia (2)
Troppo lineare e breve, dalla struttura sostanzialmente episodica. Non ci sono veri e propri picchi nella suddetta e praticamente non aggiunge nulla di fondamentale che permetta di vedere il tutto come un tassello fondamentale nella maturazione del protagonista. L’unica parte che svetta con decisione è l’intermezzo “fantahorror”, nel quale i nostri si trovano ad affrontare su una nave abbandonata i foracranio usciti dalle proprie gabbie.
La narrazione in prima persona
Ammetto di esser rimasto spiazzato leggendo le prime pagine, nelle quali il punto di vista appare sin da subito interno alla vicenda. Va comunque ammesso che questo inusuale stile di narrazione non si è rivelato un ostacolo alla lettura in fin dei conti, ma risulta comunque una modalità fortemente inadatta con la quale rappresentare delle vicende, almeno per il sottoscritto.
Qualche ingenuità a livello di scrittura
Per fortuna ve ne è solamente una talmente palese da risultare ridicola, al punto che non è possibile passarvi oltre senza menzionarla. A un certo punto Luke si trova a meditare sulla specie indigena appena affrontata sul lussureggiante Fex, interrogandosi se -testuali parole- le interazioni tra prioni ed assoni possano migliorare le capacità di discernimento delle suddette creature: concetti probabilmente un po’ troppo avanzati per un umile fattore di diciannove anni. Tale scivolone nella rappresentazione del personaggio manifesta tutta la sua gravità qualche decina di pagine dopo, quando Luke si ritrova ad ammettere la sua totale ignoranza nei concetti matematici che vadano oltre le operazioni elementari relazionandosi con la Givin.

I protagonisti del romanzo nell’illustrazione per Star Wars Insider 155.
Commento Finale
L’Erede dei Jedi portava con sé una mole di aspettative non indifferente, visto il personaggio di cui si fa carico di narrare le vicende. Purtroppo uno stile di scrittura inusuale ed una storia che non decolla mai veramente rendono questo libro adatto principalmente ai fan incalliti di Luke e ai lettori più avidi, o a chiunque abbia voglia di passare qualche ora leggendo una storia semplice e non impegnativa. L’edizione in copertina rigida restituisce la solita sensazione di solidità, mentre la carta appare utilizzata appare impercettibilmente più leggera del solito.
Non dimenticate di condividere, commentare la recensione e, soprattutto, di lasciare anche voi il vostro voto al romanzo nel box!
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