Star Wars: L’Insurrezione e il passo più lungo della gamba

Rilasciato per dispositivi mobile e tablet per iOS e Android Star Wars: L’Insurrezione si è da subito presentato come il primo gioco del Nuovo Canone (ergo post-acquisizione della Lucasfilm) basato su una storia completamente originale e canonica.
Dopo un periodo di beta testing nell’estate, l’ultima fatica di casa Kabam è stata resa disponibile sui vari store online a partire dal 10 settembre 2015. Sviluppato come un action/RPG con visuale isometrica, presenta tutte le caratteristiche di un gioco mobile: missioni mordi e fuggi, eventi a tempo, acquisti in-app e possibilità di caratterizzazione del proprio avatar virtuale.
Esploso nei primi tempi grazie soprattutto all’effetto novità, il gioco ha visto dopo i primi mesi un declino lento ma inesorabile di utenti che, assieme agli introiti sempre più risibili, ne hanno decretato la chiusura dei server il 17 novembre 2016, dopo solamente quattordici mesi di attività.

Star Wars: L'insurrezione logo

(Nel corso del gioco il personaggio da me utilizzato è stato un umano femmina, motivo per il quale mi riferirò al suddetto utilizzando “lei” nel corso della recensione, sebbene nulla impedisca che il protagonista possa essere di sesso maschile o di un’altra specie tra quelle disponibili)

Storia

Atto 1

“It is a time of chaos. In the
months following Emperor
Palpatine’s death, Imperial
Governor Adelhard has forged
an IRON BLOCKADE around the
Anoat sector, preventing its
planets from learning of the
Emperor’s fall.

Desperation and rebellion grow
in the shadows of the blockade.
On the impoverished mining
planet BURNIN KONN the people
turn to local crime bosses for the
goods they need to survive.

Evading the vicious Imperial
forces, a young SMUGGLER
carries a dangerous but highly
profitable shipment of explosive
crystals for the gangster
HAPPY DAPP….”

Nel settore di Anoat, il Governatore imperiale ha imposto il blocco totale delle comunicazioni e dei trasporti (la cosiddetta Iron Blockade), tenendo così nascosta agli ignari abitanti la morte dell’Imperatore Palpatine in seguito alla sconfitta maturata sopra la luna boscosa di Endor.
Sul minerario pianeta di Burnin Konn intanto, la protagonista e sua sorella Riley entrano in contatto col criminale Happy Dapp, svolgendo per lui dei lavori mirati principalmente al trasporto e al contrabbando. Dimostrandosi all’altezza delle missioni a lei affidatele, la ragazza inizia a farsi un nome tra le fila del sottobosco criminale ed alcuni iniziano a volerla portare dalla propria parte.
E’ il caso della Lega dei Mercanti e del Sindacato Ivax, che la assoldano per svolgere alcune mansioni  sino a portatrla sulla luna di Nar Hypa orbitante attorno a Mataou. Durante l’incursione, viene scoperta la registrazione originale di Leia che annuncia alla galassia la morte dell’Imperatore.

Riley Star Wars: L'Insurrezione

Riley sul pianeta Lothal, in un concept di Bryan Matyas

Atto 2

“The galaxy reels from the death
of Emperor Palpatine. Yet in the
isolated Anoat sector, the
Emperor’s fall remains a terrible
secret thanks to the crushing
grip of Governor Adelhard and
his Iron Blockade.

Now two siblings working
alongside smugglers and
gangsters have learned the
truth, stealing a recording that
proclaims Palpatine’s death
and urges an uprising against
the Empire.

The governor’s chief enforcer,
COMMANDER BRAGH, seeks to
kill anyone who might have
seen the recording, forcing the
siblings to seek refuge in the
orbital colony of CLOUD CITY….”

Ora che il messaggio dell’ex principessa di Alderaan è stato trovato, vengono rilasciati i Purge Trooper, unità scelte incaricate di mettere a tacere chiunque abbia visualizzato la trasmissione e annesse persone vicine, come se dovesse essere contenuto un morbo.
Scoperta l’identità della figura che si è infiltrata su Nar Hypa, gli Imperiali assaltano la taverna dove hanno sede le operazioni di Happy Dapp e lo eliminano assieme ad altri avventori del locale, mettendolo a ferro e fuoco la struttura. Poco dopo le due sorelle arrivano solamente per ascoltare le ultime parole del loro mentore, giurando infine di vendicarsi di coloro che hanno distrutto la loro casa.
Da qui la protagonista e Riley volano su Bespin per chiedere l’aiuto di Voras the Hutt (leader del sindacato Ivax) e di Sua Maestà, una Nothoiin a capo della Corte dei Nobili, un’unione di figure aristocratiche che una volta governavano il settore da prima della Repubblica e da sempre indipendente rispetto ad essa.
Una volta guadagnatosi la fiducia delle due fazioni, il personaggio incontra anche i Kohun, una misteriosa setta di assassini e ladri dal volto celato capitanata dalla misteriosa Deathstick. L’assassina mette alla prova l’eroina tramite una serie di sfide che in poco tempi la fanno ritenere degna anche dell’appoggio dell’oscura gilda.
Così facendo le tre fazioni – Nobili, Ivax e Kohun – si trovano a far fronte comune contro la minaccia imperiale, decretando che l’unica soluzione per smuovere le acque è quella di far prigioniero il feroce Comandante Bragh; grazie ad un’azione concertata di tutte le parti in causa nell’insurrezione, l’Imperiale viene infine catturato e trattenuto su Bespin.
Tuttavia l’esultanza è di breve durata: alle spalle della sorella, Riley ha architettato un accordo con Bragh che prevede la liberazione del comandante più la consegna dei vertici dei Kohun e della Corte dei Nobili in cambio dell’amnistia per le due sorelle. Lo scambio si realizza, ma la protagonista non ci sta e decide di voler liberare i propri alleati chiedendo l’aiuto del rappresentante dell’Alleanza Ribelle nel settore, un certo Tam Bastion.

Diffondendo, grazie ai mezzi di Bastion, l’oloregistrazione di Leia in tutto il settore ed utilizzandola come diversivo per le forze imperiali, la protagonista si infiltra sul pianeta Pujool, dove è situata la Cripta, un carcere di massima sicurezza imperiale nel quale sono detenuti gli alleati catturati in seguito all’accordo di Riley.
La liberazione dei vari membri va a buon fine e finalmente viene messa definitivamente fine alla minaccia di Bragh, sconfitto dopo un violento scontro a fuoco nel centro di comando della struttura.
Una volta liberi, i leader della varie fazioni si incontrano nuovamente su Bespin, consapevoli che la loro strana alleanza ha funzionato per ben due volte, e che i tumulti sovversivi si sono ormai espansi su diversi pianeti del settore.
A questo punto Bastion, per sancire la nuova alleanza, afferma che andrà trovato un pianeta dove allestire la base delle operazioni.

Mentre svolge le sue ultime missioni, il personaggio principale scopre di essere affine alla Forza e può essere addestrato sia nel Lato Chiaro, tramite un consigliere della corte nobiliare chiamato Xiath, che nel Lato Oscuto da una delle ultime Sorelle della Notte ancora in vita, ovvero Shelish, nonchè madre di Deathstick.
Oltre a ciò, grazie ad un mercante Ughnaught, la protagonista riesce a recuperare una spada laser una volta appartenuta ad un Jedi scampato alla Grande Purga che però poi è stato scovato ed eliminato da un Inquisitore Imperiale.

Atto 3
Seppur previsto inizialmente dagli sviluppatori, non è mai stato rilasciato a causa degli scarsi introiti e dell’interesse inesorabilmente calante verso un prodotto che non è stato capace di trattenere sui server la base di giocatori.
Nel suddetto si sarebbe dovuto assistere alla fase finale del movimento di rivolta, con il sovvertimento ultimo del tirannico Adelhard grazie anche all’aiuto dell’ex amministratore di Cloud City, Lando Calrissian (vedi più avanti nella sezione “Collegamenti ad altri prodotti”).

Adelhard Bragh Star Wars: L'Insurrezione

Il Comandante Bragh e il Governatore Adelhard

Concept

L’idea di Star Wars: L’Insurrezione è tanto semplice quanto affascinante, collocare gli eventi immediatamente dopo il finale de Il Ritorno dello Jedi significa andare ad esplorare uno dei momenti più interessanti del quale non si sapeva ancora molto (ricordiamo che allora era uscito solamente il primo capitolo di Aftermath). Il conceto di fondo è quello di porre il giocatore nei panni di un semplice contrabbandiere in erba che cerca di ritagliarsi uno spazio nel duro mondo di Burnin Konn.
Ben presto però le cose si dimostrano più complesse di quanto inizialmente preventivato, la protagonista si vedrà coinvolta in un’insurrezione contro il blocco imperiale che affligge il sistema di Anoat. Questo movimento non è unitario, bensì composto da diverse fazioni – anche in contrasto tra loro – con le quali la protagonista avrà a che fare nel corso della storia.
Le fazioni, rispettivamente, sono:

  • Lega dei Mercanti – organizzazione di mercanti e contrabbandieri focalizzata sul libero scambio;
  • Ivax – sindacato criminale dedito a diverse attività illecite con a capo uno Hutt;
  • Kohun – gilda ombra di ladri ed assassini tra i migliori della galassia;
  • Alleanza Ribelle – quella che tutti noi conosciamo, mirata a sovvertire l’ordine Imperiale.

Tramite una serie di missioni principali, il personaggio tirerà le file di questa insurrezione, facendo sì che diversi focolai scoppino sui vari pianeti, portando infine alla rottura della Iron Blockade e al ritorno della libertà di viaggiare all’esterno del sistema di Anoat.
Le missioni – principali e non – si svolgono invece su cinque diversi pianeti, alcuni dei quali ben conosciuti:

  • Anoat – ricoperto da edifici urbani e devastato da un disastro chimico, ormai (quasi) disabitato;
  • Bespin – più nello specifico nei bassifondi di Cloud City;
  • Burnin Konn – mondo completamente vocato all’estrazione mineraria;
  • Hoth – il gelido pianeta ormai ridotto ad un cimitero di mezzi e velivoli dopo la celebre battaglia;
  • Mataou – sede di antiche rovine prevalentemente Hutt, custode di molti segreti.

Altra colonna portante è l’idea delle Battaglie di Settore, ove i giocatori di tutto il mondo cooperano per far partire un evento di ventiquattro ore (che si ripete circa ogni cinque o sette giorni) atto a liberare o rafforzare la presenza imperiale sul pianeta ove si svolge la Battaglia. A seconda del punteggio globale ottenuto da tutti i giocatori, viene decretato l’esito sottoforma di vittoria o sconfitta e vengono fornite ricompense in base ai risultati ottenuti.

hoth Star Wars: L'Insurrezione

Concept per il gelido pianeta Hoth

Nella parte più avanzata della vicenda, al giocatore verrà data la “possibilità” (il perché del virgolettato sarà chiarito più avanti nella sezione “Gestione e controversie”) di acquisire dei poteri della Forza – ripartiti tra Lato Chiaro ed Oscuro – e anche brandire una spada laser, ovviamente l’arma più potente e difficile da ottenere dell’intero gioco.
Il gioco inoltre introduce un sacco di nuovi personaggi, alcuni dei quali si spera davvero di rivederli in futuro in altri prodotti, e specie. Il caso più lampante è quello dei Nothoiin, di cui diversi membri vanno a formare la Corte dei Nobili, una volta sovrana del settore.
Questo ed altre parti della storia, come ad esempio le Sorelle della Notte sopravvissute ed il fatto che diversi Jedi siano scampati  all’ordine 66 (seppur poi rintracciati dagli Inquisitori), non fanno altro che arricchire non poco la lore della galassia lontana lontana, incrementando il dispiacere per il fatto che il gioco sia andato incontro ad una prematura fine.

Design e gameplay

Dal punto di vista prettamente visivo, il lavoro svolto è stato a dir poco eccezionale. Per quanto riguarda il vestiario e gli armamenti si ha una commistione di elementi vecchi (le uniformi da ufficiali e da guardia cittadina di Cloud City su tutte) e nuovi, come ad esempio l’armatura da Cacciatore di Taglie o da Soldato Epuratore (Purge Trooper).
Anche i pianeti, sebbene le ambientazioni nelle missioni si riciclino, risultano parecchio ispirati, essendo molto diversi tra loro: infatti si passa dal gelo alle rovine in clima desertico, da un ambientazione urbana abbandonata a una quasi industriale.

Deathstick Star Wars: L'Insurrezione

Deathstick, leader dei Kohun

Come già accennato nell’introduzione il gioco presenta le caratteristiche dei giochi mobile: immediatezza nei controlli e missioni del tipo mordi e fuggi. Ogni giorno viene data la possibilità di affrontare cinque missioni assalto, atte a recuperare armi, vestiario e riempire la barra su un dato pianeta al fine di innescare la Battaglia di Settore. Oltre a queste vi è una missione per pianeta, sempre giornaliera, finalizzata a raccogliere crediti da spendere nel negozio e la possibilità di fare infinite missioni materiali, per recuperare elementi di basso livello con i quali potenziare le componenti dell’armatura.
Tutte le missioni, per ricevere un certo livello di ricompensa, richiedono un punteggio minimo dettato dalle combinazioni dei pezzi che si hanno indosso; ovviamente più il punteggio è alto e maggiore sarà il livello delle ricompense che si riceveranno una volta portata a termine la missione.
Sempre per quanto riguarda le fazioni, il giocatore si può affiliare ad essa per una o più Battaglie Spaziali, scalando la classifica in base ai punti fatti nel corso dell’evento, mirando alle posizioni più alte che a fine mese (come in moltissimi giochi mobile/tablet) saranno sinonimo di dati premi di valore.
Oltre al vestiario, ci sono cinque slot per altrettante categorie che conferiscono al personaggio diverse abilità, dando al giocatore la possibilità di adottare diversi approcci per diverse missioni, in particolare quelle aventi un boss finale.
Nei tempi morti, vi è la possibilità di gestire il proprio equipaggio (ognuno con le proprie peculiarità) e spedirlo in missione per un certo numero di ore ed ottenere così crediti, pezzi d’armatura e materiali addizionali.
Gli acquisti in-app (gestiti da un mercante thrandoshano) sono presenti anche se non invasivi come in altri giochi. La valuta principale e più rara del gioco è il chromium, utilizzato per revitalizzare il personaggio in caso di morte nel corso di una missione.

Nobili Star Wars: L'Insurrezione

La fazione dei Nobili si contraddistingue per l’utilizzo di armature altamente elaborate

Gestione e controversie

Purtroppo, la nota più dolente dell’intera faccenda.
Come visto precedentemente, il gioco è stato suddiviso in diversi atti, rilasciati in momenti separati al fine di tenere vita l’attenzione della base giocante. Tuttavia vi è stata una pessima gestione delle tempistiche: completare l’Atto 1 e portare al massimo l’armatura più forte allora disponibile (quella da Stormtrooper) non ha richiesto molto tempo. A fronte di ciò non è stata data alcuna indicazione agli utenti su quelle che sarebbero state le tempistiche di rilascio: sebbene il gioco indicasse che – per proseguire nella storyline – i giocatori avrebbero dovuto assaltare Bespin, era impossibile riuscire ad innescare la Battaglia di Settore.
Non contenti di ciò, col secondo atto, le cose si sono fatte addirittura peggiori. Non solo le comunicazioni da parte di Kabam sono continuate ad essere praticamente nulle, ma si è scoperto  ben presto che l‘Atto 2 non era stato rilasciato in blocco come il primo, ma a scaglioni, con gli utenti costretti ad aspettare un miracoloso sblocco delle missioni successive una volta raggiunti certi traguardi. Questa, con ogni probabilità, è stata la prima causa dell’emorragia di giocatori che ha portato ad un inesorabile perdita di interesse nei confronti del prodotto.

La mancanza di una politica chiara e le meccaniche stantie hanno fatto il resto, costringendo il giocatore a svolgere ogni giorno le stesse missioni quotidiane senza poter relizzare alcun progresso decente in tempi umani, è inevitabile che si navighi verso altri lidi. L’esempio più tragico di questa situazione si verificava durante le Battaglie di Settore della durata di un giorno, dove era necessario ripetere allo sfinimento una missione a bordo di uno Star Destroyer per macinare punti.

Tuttavia il fondo si è toccato con l’introduzione della Forza all’interno del gioco. Bisogna essere onesti: la storia della protagonista contrabbandiere funzionava benissimo, il fatto che sia stata inclusa la possibilità di brandire una spada laser ed utilizzare il campo di energia mistico ha sicuramente, in un primo momento almeno, risvegliato tutto l’interesse dei fan ormai stanchi di essere impantanati nelle solite meccaniche e dover affrontare missioni su missioni tutte identiche tra loro. Al contempo, però, si è persa l’occasione di vivere un’avventura senza contaminazioni della filosofia Jedi, dopotutto la galassia è un posto enorme e sono davvero in pochi ad essere sensibili alla Forza.

Volendo fare un gioco Star Wars con la spada laser dunque, bisogna preventivare che il fan si aspetti di riceverla e poterla brandire nel corso delle sessioni di gioco, peccato non sia stato affatto così.
L’oggetto è stato progettato, a detta degli sviluppatori in una delle poche comunicazioni ufficiali, per essere ottenuto da solamente circa l’1% degli utenti e quindi si è reso necessario imporre degli argini per evitare che solo i “migliori” arrivassero all’agognata meta.

Tam Bastion Star Wars: L'insurrezione

Tam Bastion, volto della ribellione nel settore

Non che le cose vadano incontro a miglioramento in seguito all’ottenimento, in quanto i materiali per potenziarla sono i più rari del gioco, ottenibili in quantità decenti solo nelle primissime posizioni della classifica delle Battaglie di Settore, aumentando la sensazione di essere continuamente presi in giro.

In diretto collegamento con quanto detto appena sopra, vi sono gli ostacoli architettati dalla Kabam per ottenere la spada, ovvero due boss di fine livello in grado di uccidere l’eroe con un colpo soltanto, costringendolo a dover ricominciare da capo la missione (con annesso caricamento dalla durata non indifferente).
Entrambi si sono ben presto rivelati gli incubi della community dato che, grazie alla loro programmazioni aggressive, rendevano inutile persino rianimare il proprio personaggio visto che veniva immediatamente e nuovamente abbattuto non appena rimessosi in piedi.
Il fatto di imporre boss bari (attenzione, che le sfide difficili od impegnative sono tutt’altra cosa) hanno portato i giocatori a nuovi livelli di esasperazione, dando vita alla seconda grande ondata di abbandono dei server. Personalmente ricordo di essere riuscito a sconfiggere il primo con molto sudore ed imprecazioni, ma per il secondo ho dovuto chiedere aiuto ad un compagno di clan avente la mod apposita, in quanto non sarebbe stato possibile sconfiggerlo altrimenti data la randomicità degli attacchi e il danno a dir poco assurdo che infliggevano.

Negli ultimi mesi di vita del gioco, quando ormai era chiaro che non vi sarebbe mai stato alcun Atto 3, gli sviluppatori hanno deciso di inserire la modalità Raid. Questa, mirata ai giocatori più forti già dotati di spada laser, ha continuato nella folle politica di esclusione della stragrande maggioranza degli utenti rimasti, ampliando ancora di più il divario presente tra i vari players.
Come se non bastasse, i folli requisiti di punteggio armatura minimo per poter dare inizio alla missione hanno fatto perdere le staffe anche ai giocatori più longevi (tra cui il sottoscritto), ponendo l’ultimo chiodo sulla bara di questo prodotto. Inutile innalzare ancora di più i requisiti per avere solo armature nuove, dato che quelle presenti erano già più che sufficienti per affrontare qualsiasi missione del gioco.

A supporto della base giocante, in conclusione, era stato aperto un forum (ora ovviamente offline) nel quale i giocatori avrebbero potuto confrontarsi e magari ricevere direttamente notizie dagli sviluppatori. Nonostante ciò da parte dei diretti interessati della Kabam, come è stato accennato prima, non sono state date risposte alle domande degli utenti nella grandissima maggioranza dei casi, generando comunque un sentimento di sempre maggior frustrazione nel pool di utenti del sito che ha rincarato quello già presente all’insensatezza di alcune scelte. Si sorvola sul fatto che non abbiano ascoltato nemmeno uno dei suggerimenti estremamente intelligenti e propositivi portati da numerose persone.

cacciatore di taglie Star Wars: L'Insurrezione

L’armatura da cacciatore di taglie

Videogiochi canon: sì o no?

A fronte di tutte queste ombre – e poche luci – viene da chiedersi se effettivamente Star Wars: L’Insurrezione non debba insegnare qualcosa ai fan videogiocatori della galassia lontana lontana.
Premesso che si parla di un gioco mobile, ergo non dotato del supporto e della supervisione che sicuramente titoli come Battlefront II hanno, non si può comunque chiudere un occhio su come il primo prodotto videoludico del nuovo corso Star Wars basato – lo ricordiamo – su un’unica, grande storia narrata in maniera crossmediatica (film, libri, fumetti e appunto videogiochi) sia stato un enorme fallimento.

Non solo le azioni gestionali intraprese da Kabam si sono rivelate del tutto insufficienti per un prodotto di un brand così rilevante, ma qua ci troviamo dinanzi ad una storia lasciata incompleta e piena di punti interrogativi, vedasi in primo luogo l’addestramento nella Forza della protagonista.
Vi è anche il problema che non tutti magari hanno la possibilità economica o il desiderio di comprarsi un pc/console solamente per godere dell’ultima storia dedicata alla propria passione preferita; questo infatti ritengo sia il fattore maggiormente limitante quando si discute se è giusto o meno equiparare la storia di un videogioco a quella di un film, romanzo o fumetto (tutti e tre decisamente di più facile fruizione). Per il resto, si sa, c’è e ci sarà comunque YouTube.

Ultimo punto, ma non meno importante, è quello dell’unicità della storia raccontata. Personalmente mi annovero tra coloro i quali vorrebbero una storia chiara e senza interpretazioni: con Battlefront II sarà sicuramente così, ma con un RPG (come già  capitato con il soggetto di questo articolo, in particolare per quanto riguarda le missioni riguardanti la Forza e la spada) le vicende si potrebbero fare assai più fumose e non ben delineate, cosa che renderebbe scontenti non pochi fan.
Riconosco quindi nonostante tutto, sebbene dopo questa esperienza con L’Insurrezione sia rimasto alquanto scottato, l’eventualità e la necessità che alcune storie vengano raccontate tramite mezzo videoludico, la morale però è sempre quella ed una soltanto: o le cose si fanno con criterio sin dal principio o è meglio non farle proprio.

Star Wars: L'Insurrezione screen

Sì, “Star Wars: L’Insurrezione” verrà ricordato anche come il primo nuovo prodotto a contenere una parola volgare

Collegamenti ad altri prodotti

Nel primo libro della trilogia Aftermath (e con un breve accenno anche nel conclusivo Empire’s End) ci viene detto come alcuni fuorilegge – in accordo con Lobot e Lando – stiano preparandosi a fare irruzione nell’appartamento del Governatore Adelhard, suggerendo come l’ex amministratore di Cloud City abbia in parte avuto un ruolo in questa insurrezione. Molto probabilmente questo stratagemma narrativo è il vero e proprio Atto 3, dato che semiconclude la vicenda facendocene intuire le conseguenze.

La spada laser recuperata nel corso del gioco apparteneva ad un membro di un gruppo di quattro Jedi sfuggiti all’Ordine 66; nelle varie missioni atte a recuperare i pezzi dell’arma, si scopre da alcune registrazioni che uno ad uno sono stati cacciati ed uccisi da un Inquisitore, le stesse figure che abbiamo imparato a conoscere nella serie animata Rebels o nel romanzo Ahsoka.

Anche la Iron Blockade viene citata, indirettamente o meno, oltre che nella saga Aftermath, anche in opere come L’Impero a Pezzi o Lost Stars, dove Thane fa diretta menzione del nome del Governatore.

Un piccolo collegamento vi è anche nel settimo numero della serie regolare (tuttora in via di pubblicazione da noi) Poe Dameron dove, in un’armatura decisamente insolita composta da pezzi di vari trooper, si può scorgere qualche elemento del Soldato Epuratore.

poe dameron 8 purgetrooper deathtrooper Star Wars: L'Insurrezione

Da Poe Dameron #8

La fazione dei Kohun prende il nome dai letali insetti utilizzati da Zam Wesell in Episodio II per assassinare la Senatrice Amidala.

Considerazioni finali

Dunque qual è di preciso il passo più lungo della gamba a cui si fa riferimento nel titolo? E’ l’aver affidato a degli sviluppatori assolutamente non all’altezza un progetto recante il nome Star Wars, magari lasciando troppa libertà gestionale sin dall’inizio.
L’aver tolto dal mercato un prodotto completo solo per due terzi non è certo stato un buon biglietto da visita per l’accoppiata Star Wars/videogiochi, ora resta da vedere se la lezione è stata appresa… dal canto mio sicuramente non toccherò mai più un prodotto recante il nome Kabam.

Nonostante vi sia la diffusa sensazione che questo progetto sarà (sia già da ora) volontariamente destinato all’oblio, personalmente vi è la speranza che la Lucasfilm riprenda in mano questo personaggio al fine di dare una degna conclusione alla sua storia, in quanto vi è ora un Force User che si aggira per il settore di Anoat brandendo una spada laser.
Nella speranza che certe imbarazzanti situazioni non abbiano a ripetersi, attendiamo fiduciosi Battlefront II.

Forza Elite, sempre e comunque.

Cosa ne pensate, condividete le mie opinioni su quanto scritto? Lo avevate giocato? Fatecelo sapere condividendo e commentando!

Nato a Udine nel 1993, sono laureato in Analisi e Gestione dell’Ambiente presso l’Università di Bologna. La passione per Star Wars inizia a manifestarsi all’età di otto anni e da allora non mi ha mai abbandonato. Patito degli Anni 80 e della cultura pop dell’epoca; amante della musica in generale, dal thrash metal alla synthwave moderna. Collaboro con Star Wars Libri e Comics al fine di entrare in contatto con altri fan ed eventualmente orientare coloro i quali volessero muovere i primi passi all’interno del mondo cartaceo della saga.

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