Basato su una sceneggiatura per la sesta stagione della serie animata The Clone Wars mai giunta sul piccolo schermo, Figlio di Dathomir si propone di raccontare le vicende di Darth Maul dopo esser stato reso prigioniero da Sidious nel finale del sedicesimo episodio della quinta stagione (in originale intitolato The Lawless).
Nel 2014 la Dark Horse Comics -che allora deteneva ancora i diritti per i fumetti a marchio Star Wars– decide di pubblicare la trasposizione cartacea di questa sceneggiatura trasformandolo in un albo che oramai risulta introvabile oltreoceano in versione cartacea (verrà ristampato solo questo autunno sotto il logo della Marvel). Lungamente atteso qua in Italia, sebbene fosse già stato proposto nel numero 23 della collana Legends, questa storia ha una particolarità che l’ha resa celebre: è difatti l’unica opera cartacea non decanonizzata in seguito all’annuncio della Lucasfilm dell’aprile 2014. La sua valenza è, di conseguenza, pienamente canonica.
- Titolo: Star Wars: Darth Maul – Son of Dathomir
- Data di uscita: 27 luglio 2017
- Autore: Jeremy Barlow (S), Juan Frigeri (D)
- Edito da: Panini Comics
- Edizione: 17×26, cartonato, 96 pagine, colore
- Prezzo: € 10,20
Sinossi
Reso prigioniero da Darth Sidious dopo essere stato da lui sconfitto e avendo assistito alla morte del fratello Savage Oppress su Mandalore, Maul viene trattenuto all’interno di una roccaforte nel gelido pianeta di Stygeon Prime dal Signore dei Sith e dal suo apprendista, il Conte Dooku.
Tuttavia, ben presto un commando di soldati mandaloriani fedeli allo zabrak fanno irruzione nella struttura, riuscendo a liberare il prigioniero e a portarlo sul pianeta Zanbar, dove le unità ancora al suo fianco dovranno vedersela son le ondate di droidi separatisti guidate da Grievous.
Ferito ed in fuga, Maul decide di tentare un’ultima offensiva contro chi lo ha tradito diversi anni prima coordinando tutte le forze residue del Collettivo Ombra sul pianeta Ord Mantell, riuscendo nel tentativo di fare prigioniero Grievous abbordando la sua ammiraglia e facendo sì che i Fratelli della Notte, un’unità scelta di zabrak inviati da madre Talzin, facciano lo stesso con Dooku.
Una volta portati nella base del Collettivo Ombra situata in una fascia di asteroidi, Grievous e Dooku decidono di seguire il piano di Darth Sidious stando al gioco di Maul. Mentre il primo riesce a fuggire dopo aver scatenato il panico nella base, Tyranus si allea al fianco dell’ex-Sith per affrontare i Jedi (tra cui Windu e Obi-Wan) che hanno tracciato la loro locazione.
Grazie alla loro implacabiltà, i due malvagi fuggono su Dathomir, con Maul che -temendo le macchinazioni di colui che lo ha tradito- lascia che Madre Talzin prenda il possesso di Dooku. Nel frattempo giungono sul pianeta Sidious e Grievous, onde porre per sempre fine alla minaccia rappresentata dalla magia dathomiriana.
Liberato Dooku, maestro e apprendista Sith affrontano l’ormai rivelata Madre Talzin, mentre Maul si libera di Grievous e corre ad aiutare colei che l’ha sempre sostenuto. Conscia di essere ormai sopraffatta dal potere dei suoi nemici, Talzin spinge via Maul allontanandolo dallo scontro, mentre il cyborg separatista giunge a darle il colpo di grazia.
La vicenda si conclude con Maul che viene portato in salvo dai mandaloriani ancora al suo fianco a bordo di un caccia Gauntlet, mentre le armate di droidi radono al suolo gli ultimi edifici una volta appartenuti alle Sorelle della Notte e con un Sidious sempre più certo del suo piano di dominio della galassia.
Cosa mi è piaciuto
La degna conclusione di un arco narrativo incompleto
Purtroppo la serie animata The Clone Wars, nel corso della quinta stagione, chiude in maniera netta la fase il dominio di Maul su Mandalore, lasciandolo agonizzante a terra mentre subisce i fulmini Sith del suo ex-maestro.
Figlio di Dathomir riparte praticamente da quel punto, sviluppando quella che è la fine del Collettivo Ombra (destinato a disgregarsi proprio nel momento cruciale) e delle Sorelle della Notte, guidate dalla misteriosa e sfuggente Madre Talzin.
La vicenda raccontata tra le pagine risulta avvincente e dal ritmo assai sostenuto, ampiamente soddisfacente nel porre la parola fine ad uno dei cicli di episodi migliori della serie televisiva collocata tra Episodio II e III.
I collegamenti ripresi poi da Rebels
La vicenda, almeno per qualche tempo ancora, sarà il ponte per comprendere come Maul sia sopravvissuto alle Guerre dei Cloni, per poi ricomparire sul pianeta Malachor qualche anno prima di Una Nuova Speranza nella serie animata in onda in questi anni su Disney XD.
Ovviamente si parte dalla darksaber, la spada nera simbolo di leadership tra le file mandaloriane e ricomparsa nella terza stagione dopo essere stata ritrovata da Sabine sul pianeta Dathomir, probabilmente lasciata lì dallo zabrak in un momento successivo alla vicenda raccontata nell’albo.
Anche la roccaforte sul pianeta Stygeon Prime è stata vista sul piccolo schermo, difatti (nella quinta puntata della prima stagione) il gruppo capitanato da Kanan ed Hera giunge nella prigione in cerca della Jedi Luminara Unduli, scoprendo ben presto che si tratta solamente di una trappola allestita dal Grande Inquisitore al fine di attirare i membri dell’Ordine ancora in vita.
Sempre a livello di ambientazioni, pure il quartier generale di Maul e dei suoi alleati mandaloriani in una fascia di asteroidi è il medesimo in cui lo zabrak ed Ezra si incontrano quasi vent’anni dopo per tentare di avere una visione del futuro unendo un holocron Jedi ad uno Sith.
Ultimo collegamento mirabile è dato dalla presenza di Gar Saxon nel commando che libera l’ex-Sith dalla prigione su Stygeon, il medesimo pesonaggio sarà ritrovato nella terza stagione di Rebels, più precisamente in tre episodi nei quale i mandaloriani saranno i protagonisti.
Il riscatto del cattivi
Tutti i malvagi in azione durante le Guerre dei Cloni ne escono enormemente rafforzati grazie a questa serie in quattro numeri. Il primo è ovviamente il protagonista stesso, sempre più ossessionato dal suo progetto di vendetta nei contronti dell’ex maestro, disposto a giocarsi il tutto per tutto grazie alle risorse del Colletttivo Ombra (composto da mandaloriani, Sole Nero e Pyke), finendo per perdere ogni cosa ancora una volta.
Viene fatta giustizia anche per Grievous che purtoppo è stato rappresentato come un codardo sino al midollo in Episodio III, mentre la serie The Clone Wars ed il fumetto in questione permettono finalmente una buona rivalutazione del personaggio. In Figlio di Dathomir il cyborg kaleesh è un combattente di prima linea, giungendo ad affrontare faccia a faccia Maul e risultando decisivo nel finale della vicenda; menzione d’onore alle pagine che mostrano la sua ferocia nel corso di una fuga.
Anche Sidious e Tyranus hanno i loro momenti di gloria: il primo decide di scendere personalmente in campo per chiudere definitivamente la questione con Maul e Madre Talzin, mentre Dooku muove le pedine secondo i dettami del maestro, sostendendo anche un pirotecnico scontro in grande inferiorità numerica contro i Fratelli della Notte, un’elitè di guerrieri scelti dathomiriani.
Cosa non mi è piaciuto
Qualche interrogativo irrisolto
Sebbene la storia delle Sorelle della Notte abbia qui termine, ci sono comunque delle domande che rimangono senza risposte. In particolare non si capisce bene la darksaber che fine faccia e come vada a concludersi l’alleanza tra Maul e i guerrieri mandaloriani. Vi è comunque buona probabilità che questi punti vengano affrontati un domani in un’altra pubblicazione.
Commento finale
Imprescindibile per ciascun fan di Maul -e dei cattivi in generale- Figlio di Dathomir è il perfetto esempio di fumetto ottimamente realizzato: avvincente, frenetico e. I disegni, seppur non eccezionali, risultano pienamente godibili in combinazione con l’esteso utilizzo alternato di colori contrapposti come blu e rosso. L’edizione cartonata, come già verificato coi volumi precedenti dedicati a Darth Vader, Star Wars e alle miniserie, risulta molto buona e robusta al tatto.
Da non lasciarselo scappare, è uno dei migliori fumetti dedicati alla galassia lontana lontana usciti negli ultimi anni.
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