Pochi giorni fa è stata pubblciata su starwars.com una corposa intervista a Cavan Scott, nel quale l’autore ha parlato di Tales from the Death Star, la graphic novel è stata pubblicata il 17 ottobre 2023 e, ancora una volta, Cavan Scott scrive di Star Wars tramite storie a tema horror, perfettamente contestualizzate nella galassia lontana lontana.
Di seguito, l’intervista integrale da noi tradotta:
In passato ci hai portato nella Fortezza di Vader e nella tana del Rancor per gli speciali di Halloween. Quest’anno invece le vicende si svolgeranno sulla Morte Nera. Come hai deciso questa inquietante ambientazione?
Esiste un luogo più spaventoso della Morte Nera? In questa raccolta volevo qualcosa di differente. Nelle antologie passate, le storie non erano ben collegate con l’ambientazione, forse solo alcune storie nella Fortezza di Vader. Per questo motivo volevo narrare solo storie collegate alla Morte Nera, o meglio, alle Morte Nera! La stazione da battaglia diventa l’elemento più importante.
Queste tipologie di storie sono divertenti perchè aggiungono un clichè tipico dell’horror a Star Wars. È sempre stato questo l’obiettivo?
Assolutamente. L’idea originale per gli speciali di Halloween nacque a pranzo con Michael (Siglain), penso fosse il 2017? Parlammo dei collegamenti tra i film horror che amiamo e Star Wars, la cosa incredibile è che abbiamo già due leggende dell’horror della Hammer, Cristopher Lee e Peter Cushing. Così iniziammo a pensare a inquietanti storie sulla galassia lontana lontana. Grand Moff Tarkin come Barone di Frankenstein? Sì, grazie! Conte Dooku come Dracula? Significa scrivere di lui. E così le storie di Halloween nacquero.
Tutte le storie sono connesse da un inquietante filo conduttore: una misteriosa figura che “consiglia” un giovane ragazzo su Kef Bir. Come hai avuto l’ispirazione per l’ambientazione e la figura incappucciata?
Una delle cose che ho trovato più eccitanti della Morte Nera è che questa ci ha permesso di narrare storie ambientate nella Trilogia Sequel, cosa che con le precedenti ambientazioni non era consentito. Le storie sulla Fortezza di Vader dovevano essere ambientate al tempo de Il Risveglio della Forza, ma sono state poi spostate al tempo di Rogue One. Questo ha significato che la storia di Poe che avevamo ideato è diventata una storia di Han Solo, e le epoche della Nuova Repubblica e del Primo Ordine non sono state considerate. La stessa cosa con Tales from the Rancor Pit, ma qui siamo sulla Morte Nera e possiamo utilizzare i suoi resti come ambientazione avendoli visti ne L’Ascesa di Skywalker, insieme a un nuovo personaggio, il tutto realizato magnificamente dall’artista Solo Lee!
“The Creature from the Trash Compactor” è la terrificante storia, ovviamente, sul dianoga. È uno dei vantaggi nell’utilizzare la Morte Nera come ambientazione. Hai avuto subito accesso ad una delle creature più iconiche di Star Wars
Assolutamente sì, la Morte Nera è terrificante, lo dimostra con i suoi mostri!
Senza spoiler, ho percepito che questo fosse un tributo ad Alien. Puoi confermarmelo?
Oh, assolutamente. Senza contare Doctor Who e le a storia in cui il team del Tardis è intrappolato in una stazione spaziale pieno di cose orribili. L’artista Vincenzo Riccardi ha fatto davvero un ottimo lavoro nel disegnare tutti questi corridoi claustrofobici. Ho già avuto modo di lavorare con Vincenzo sul fumetto inglese su Dracula, e sapevo che il suo stile sarebbe sato perfetto per questa storia.
Con “We Shall Double Our Efforts” hai reso divertente lo sforzo imperiale nel terminare la Seconda Morte Nera, tramite degli zombie! La storia che hai scritto cammina sul confinetra horror e commedia. È stata facile da scrivere o ha rappresentato più una sfida?
È stato divertente! Spesso parliamo di queste antologie come un tributo all’horror della Hammer, ma in realtà sono più vicine alla produzione di Amicus, il principale competitor della Hammer che pubblicò lungometraggi negli anni ’70. Ognuno aveva una storia contenente una serie di cortometraggi raccontati dai personaggi della storia stessa, film come Dr. Terror’s House of Horrors, The House that Dripped Blood e i miei preferiti: Vault of Evil e il bellissimo From Beyond the Grave. Tutti includevano una storia più comica che horror e volevo continuare quella tradizione, mantenendo ovviamente le cose spaventose! Penso che Juan Samu (l’artista), di ritorno dopo la sua storia in Tales from the Rancor Pit, abbia trovato il giusto equilibrio!
“Wild Squadron” è una storia di fantasmi nella quale una squadriglia di caccia ha la possibilità di ritornare dall’aldilà. Come hai ideato questo concept?
Per questa storia devo ringraziare George Mann. “Wild Squadron” ha preso vita in una delle storie del nostro libro Life Day Treasury. Le storie di fantasmi sono uno dei pilastri del Natale in Regno Unito e quindi abbiamo scritto di un freddo spettrale. Alla fine però Lucasfilm ha optato per un’altra delle nostre idee spettrali, “The Spirit of Life Day”. Tuttavia, non volevo lasciare nel dimenticatoio “Wild Squadron”, ho chiesto quindi a George se potevo inserirlo per Tales from the Death Star, altrimenti lo avrei perseguitato per l’eternità.
Inserire questa storia vuol dire aggiungere un altro Ewok tra i personaggi di cui posso narrare. In passato abbiamo mandato l’Ewok Wicket a caccia di demoni della neve e ha collaborato con un certo contrabbandiere dal pelo verde. Ora leggiamo di un Ewok fantasma! È reso terrificante grazie ai disegni di Fico Ossio, avevo già collaborato con lui per la DC realizzando Hawkman e Hawkwoman, per lui l’orrore è stato disegnare tutte le astronavi presenti. Caccia Tie, Ala-X, Vettori Jedi. E questo è solo l’inizio. Fico, per favore, perdonami.
“The Haunting of Grand Moff Tarkin” ribalta la nostra idea su Tarkin. E, ovviamente, visto quanto fatto da Peter Cushing negli horror della Hammer non potevamo non averlo in una di queste storie. Era questo che avevi in mente?
Sempre. Scrivere di Tarkin sarà sempre fanastico, in questo caso è stato divertente scavare a fondo nelle paure del Grand Moff. Perchè anche Wilhuff Tarkin ha paura di qualcosa, giusto?
La parte migliore è stata lavorare con Ingo Römling, l’ho incontrato alla convention tedesca di Star Wars: Noris Force Con. Ero seduto accanto a Ingo e mi sono innamorato della sua arte. Ho scritto a Michael Siglain e gli ho detto che volevo Ingo per la storia di Tarkin, perchè sapevo che avrebbe accolto le mie richieste aggiungendo una patina inquietante che una terrificante Morte Nera ha bisogno. Mi ha risposto subito con un sì deciso, e, subito dopo, mi ha detto quanto appreza l’arte di Ingo. Così ho proposto la storia a Ingo e “The Haunting of Grand Moff Tarkin” è il risultato.
Infine, qualche idea per il prossimo Halloween?
Potrei dirtelo, ma poi dovrei uccedrti… o al massimo rinchiuderti nelle Dark Lands (di Nar Shaddaa n.d.r.), non sono sicuro di quale tra le due sarebbe peggio.
Che cosa ne pensate di Tales from the Death Star? Non vedete anche voi l’ora di poterlo leggere?
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