Star Wars: Aftermath era sicuramente il romanzo del progetto Journey to Star Wars: The Force Awakens più atteso di tutti. Il libro di Chuck Wendig è infatti il primo romanzo del Nuovo Canone a ridefinire le vicende seguenti alla Battaglia di Endor vista ne Il Ritorno dello Jedi. Le aspettative erano alte, soprattutto in vista dell’uscita del nuovo film, e le domande riguardo alla Nuova Repubblica, al Primo Ordine, ai Cavalieri di Ren a cui i fan sperano di trovare risposta sono veramente tante. Riesce dunque Aftermath a colmare il vuoto tra i due film, a cosa risponde e con quali altre domande ci lascia alla fine della lettura?
Scopritelo continuando a leggere la mia recensione completa! Gli unici spoiler che troverete (debitamente segnalati, tranquilli!) riguardano non la vicenda principale ma gli interludi, che sono però più collegati al nuovo film.
- Titolo: Star Wars: Aftermath
- Data di uscita USA: 4/9/2015 (in Italia febbraio 2016)
- Autori: Chuck Wendig
- Edito da: Del Rey Books (Multiplayer.it Edizioni)
- Edizione: 346 pp, copertina rigida
- Prezzo: €19.90
Trama
Ci troviamo circa sei mesi dopo la battaglia di Endor: l’Impero è allo sbaraglio e annaspa senza un guida mentre l’Alleanza Ribelle, ora sotto le vesti della Nuova Repubblica, continua a guadagnare settori e a restituire libertà e democrazia a numerosissimi mondi in tutta la Galassia. La vicenda inizia con Wedge Antilles in ricognizione nell’Orlo Esterno alla ricerca di forze Imperiali: solo lui e il suo X-Wing. Sopra il pianeta Akiva Antilles trova quello che stava cercando: un sospetto raduno di Star Destroyer. Prima di riuscire a fare rapporto, le comunicazioni vengono bloccate e Wedge viene catturato dall’ammiraglio Rae Sloane (già vista nel romanzo A New Dawn). Sul pianeta si sta per tenere, infatti, un meeting segreto dei più importanti leader di governo del caduto Impero: l’ammiraglio Sloane, il Gran Moff Pandion, il consigliere Tashu, il banchiere Crassus e il generale Shale. Quale sarà il destino dell’Impero?
Nel frattempo, sulla superficie del pianeta, la ex pilota ribelle Norra Wexley è tornata sul suo mondo natale; stanca della guerra e pronta a ricongiungersi con il figlio Temmin, abbandonato anni prima per seguire la Guerra Civile, diventato ora un indisponente e scontroso ma geniale meccanico e ricettatore di tecnologia. Quando però Norra riceve l’urgente richiesta di soccorso da parte di Wedge Antilles, realizza che il suo tempo come combattente per la libertà è lungi dall’essere finito e suo figlio Temmin dovrà ancora aspettare.
Mentre Wedge cerca in tutti i modi di fuggire dalla sua prigionia e di contattare la Nuova Repubblica per mandare una flotta su Akiva, a Norra e Temmin e al suo Battle Droid pazzoide “Mr Bones” si uniscono anche altre due figure: la cacciatrice di taglie zabrak Jas e l’ex loyality officer imperiale Sinjir. Pronto a riscuotere le grosse taglie che la Nuova Repubblica ha fissato verso i leader riunitisi su Akiva, il team così formato si organizza per sferrare un massiccio attacco alla fortezza della capitale Myrra: ma il successo non è scontato quando ci sono di mezzo i gangster del posto e una nascente occupazione imperiale…
Riusciranno i nostri eroi a catturare e uccidere i leader nemici e a salvare Wedge? L’ammiraglio Sloane riuscirà a tenere insieme i pezzi dell’Impero oppure si renderà conto che ci sono forze più grosse di lei dietro il meeting di Akiva?
Struttura del romanzo: Se pensate che Aftermath sia un romanzo dalle proporzioni galattiche che coinvolge il tris di eroi della Trilogia Originale (un po’ come nella Trilogia di Thrawn), siete sulla strada sbagliata. Aftermath è invece strutturato quasi come una puntata di Star Wars: Rebels; l’azione si svolge completamente sul pianeta Akiva o nella sua orbita, con numerosissime scene di dialogo tra i protagonisti e altrettanti vivaci attacchi alle forze nemiche. I personaggi sono tutti nuovi, ma non per questo meno interessanti e molto approfonditi quindi questo non vi deve spaventare.
Ogni quattro/cinque capitoli della trama principale sono presenti degli “Interludi”: piccole scene a volte collegate con la situazione di Akiva e a volte no, che ben ci fanno capire la situazione della Galassia nell’immediato post-Endor. Alcuni interludi sono quelli che danno maggiori info anche su Il Risveglio della Forza.
Su Chandrila Mon Montha sta fondando il nuovo Senato galattico, mentre vuole che, quando il conflitto sarà definitivamente terminato, si organizzi una demilitarizzazione del 90% di tutta la Nuova Repubblica, mantenendo solo una piccola forza di pace composta dal 10% rimanente. Su Taris, un gruppo di tre oscuri figuri, bardati di nero e incappucciati, comprano da un ricettatore una spada laser dalla lama rossa, pensando che sia quella di Vader (se è veramente lei non ci è dato saperlo – neanche il venditore è sicuro che sia la spada di Vader). Questi tre si presentano come “Acolytes of Beyond” e dicono che “non sono ANCORA violenti” e che intendono distruggere la spada per “riportarla dal suo possessore”. Su Tatooine Sul Millenium Falcon, Han e Chewbacca (gli unici protagonisti della trilogia originale che compaiono nel romanzo personalmente) si imbarcano in una missione fuori dall’influenza della Nuova Repubblica per andare a liberare Kashyyyk, il mondo natale dei Wookie Su Jakku un padre che ormai ha perso tutta la sua famiglia, si rifugia per scappare dalla guerra che, sul quel pianeta desolato, non dovrebbe arrivare mai. (Le ultime parole famose).
, in un sandcrawler dei Jawa, due uomini (uno lavora per una neonata compagnia mineraria che potrebbe prendere il posto di Jabba sul pianeta e un altro che si autoproclama “sceriffo”, o comunque un “law keeper”) trovano in una cassa un’armatura mandaloriana completa di elmo, tutta rovinata e graffiata come se fosse stata a contatto con dell’acido…
Cosa mi è piaciuto?
Gli Interludi
Gli interludi arricchiscono il romanzo in maniera inaspettata e sono gli elementi che forse più ci danno informazioni riguardo allo stato della Galassia dopo le vicende de Il Ritorno dello Jedi: fungono anche molto bene da raccontini a sé stanti: alcuni di questi sono molto esplicativi, altri invece sono volutamente confusi e ti lasciano numerosissimi dubbi in mente, altri ancora invece riescono magistralmente a spiegarti in linea generale cosa sta succedendo, pur facendoti rimanere con domande ancora più grosse di quelle di prima.
I personaggi e i loro approfondimenti
Tutti i nuovi personaggi funzionano molto bene e sono ben approfonditi in sequenze flashback estremamente curate: ogni personaggio (forse a parte il sergente Jom Barrell della Nuova Repubblica) ha una sua psicologia ben definita e sono soprattutto molto reali. Voglio dire che i personaggi non sono stereotipi ambulanti, ma sono personaggi umani, con segreti e difetti e motivazioni varie che li guidano: altrettanto realistici sono i loro atteggiamenti nel gruppo come gli abbracci, la pianificazione di mappe con oggetti di uso quotidiano… Anche per quanto riguarda gli antagonisti l’approfondimento è notevole, soprattutto per quanto riguarda l’ammiraglio Rae Sloane, che sono sicuro rivestirà un ruolo non importante ma fondamentale nel nuovo post-Endor: i pensieri della Sloane sono complessi e intelligenti, non banali sicuramente; sarà un avversario interessante da vedere in azione!
Il meeting imperiale
Al meeting di Akiva sono riservate delle belle pagine di dialoghi in cui traspare chiaramente cosa sta succedendo tra le fila dell’Impero: opinioni contrastanti, battibecchi, frecciatine, minacce e pensieri a “quando c’era Lui”. Molto interessanti le diverse posizioni: chi preferisce attaccare con tutto quello che si ha; chi preferisce tenersi nascosto per riorganizzarsi, avendo ormai capito che la guerra è persa; chi sostiene che ci si debba rifugiare nelle scritture e negli insegnamenti degli antichi Sith e del Lato Oscuro. Di queste l’opzione che è più intrigante e che maggiormente getta luce su Il Risveglio della Forza è sicuramente l’ultima ma, state tranquilli, che nelle ultime pagine di libro un’altra soluzione prenderà forma grazie ad una misteriosa figura…
Cosa non mi è piaciuto?
Lo stile di scrittura
Soprattutto all’inizio si fatica molto a seguire la scrittura di Wendig: scrive tutto al presente con numerosi frasi brevi e ravvicinate (spesso anche senza un verbo portante) che potrebbero essere utili per dare un senso di dinamicità all’azione ma che sono usate eccessivamente. Le descrizioni sono invece curate e le metafore ardite: quest’ultima cosa può essere un pregio o meno a seconda del lettore; a me ad esempio sono piaciute ma le avrei limitate un po’, così come l’uso dell’onomatopea un po’ troppo infantile.
La confusione della prima metà di libro
Durante la prima metà di libro risulta molto difficile seguire la narrazione: ci sono capitoli brevi dedicati al punto di vista di un singolo personaggio alternati con capitoli lunghi in cui il focus si sposta internamente più di una volta; tutti i personaggi sono inizialmente scollegati e operano senza una certa uniformità (non si riesce a cogliere una visione d’insieme ma solo tante diverse azioni), sia dal lato della Nuova Repubblica sia da quello imperiale. Solo con la seconda metà di libro i personaggi si riuniscono in blocchi e la narrazione inizia a filare con ordine e senza la confusione iniziale. L’unico che si inserisce poco nel romanzo è il soldato speciale Barrell, che in tutta la vicenda non interagisce oi personaggi se non come supporto “involontario”: forse ci si poteva risparmiare quest’altro personaggio e gestire meglio quelli a disposizione.
Commento finale
Aftermath nel complesso risulta un libro discreto, che sicuramente poteva fare meglio nella prima metà e che poteva avere una componente un po’ più epica: ma abbiamo capito che il romanzo non è stato pensato come quelli del vecchio Expanded Universe. Resta, nonostante i difetti stilistici che possono o meno piacere, una bella storia che pone delle fantastiche basi per il nuovo post-Endor, collimando bene con gli altri prodotti del Canone come The Clone Wars, Una Nuova Alba e il nuovo gioco mobile RPG di Kabam Star Wars: L’Insurrezione che sto giocando in questi giorni!