Un nuovo inizio! Concluso il primo arco narrativo, la settima stagione di The Clone Wars offre allo spettatore la prima di quattro puntate dedicate ad Ahsoka, un mini-ciclo che, con tutta probabilità, sarà propedeutico al gran finale di stagione e dell’intera serie, ossia l’attesissimo racconto dell’Assedio di Mandalore, l’ultimo, tragico atto delle Guerre dei Cloni. Pur presentando una trama tutt’altro che originale e decisamente poco avvincente, l’episodio odierno si rivela una e propria miniera di easter egg. Di seguito, la consueta analisi settimanale offerta da Star Wars Libri & Comics.
The Clone Wars S7:E5 – Motto e sinossi
Se non hai alcuna via dinanzi a te, creane una.
19 BBY. Tradimento! La Padawan Jedi Ahsoka Tano, accusata ingiustamente di tradimento dal Consiglio dei Jedi, è stata braccata dal Grande Esercito della Repubblica. Convinto dell’innocenza della sua apprendista, Anakin Skywalker ha scoperto che la vera colpevole era l’amica di Ahsoka, Barriss Offee. Non riuscendo a recuperare il rapporto con l’Ordine dei Jedi, Ahsoka ha deciso di abbandonare l’unica vita che abbia mai conosciuto…
The Clone Wars S7:E5 – Analisi e easter egg [CON SPOILER: proseguite a vostro rischio!]
Come ogni settimana, la puntata è introdotta dalla famosissima sigla iniziale della serie animata, ispirata all’ancor più famosa fanfara introduttiva presente all’inizio di ciascuna delle nove pellicole facenti parte della saga degli Skywalker, seguita dal motto e dalla sinossi riportate nella sezione precedente. La narrazione si apre dunque su Coruscant, l’ecumenopoli capitale della Repubblica Galattica; sono passate alcune settimane o, più probabilmente, alcuni mesi da quando Ahsoka Tano, l’ex-Padawan di Anakin Skywalker, ha abbandonato l’Ordine dei Jedi a seguito di false accuse di terrorismo. Benché non sia nota l’attività di Ahsoka durante tale imprecisato lasso di tempo, si può facilmente immaginare che la Togruta abbia tentato, non con poche difficoltà, d’imparare a vivere come una comune cittadina galattica e di dimenticare i lunghi anni di addestramento nelle vie della Forza. In ogni caso, la sequenza iniziale, peraltro molto simile all’incipit di Solo: A Star Wars Story, presenta allo spettatore un’Ahsoka nettamente diversa dalla giovane Jedi conosciuta fino alla quinta stagione; la Togruta veste ora abiti civili, pilota un bikespeeder Joben T-85 (già visto in Star Wars Rebels) e, ultimo ma non meno importante, porta su di sé i segni delle sofferenze patite negli ultimi mesi e, perché no, negli ultimi anni di guerra: la sua espressione è infatti al contempo più matura, più aggressiva, più triste.
Come di consueto, i guai cominciano fin dal primo istante: pochi secondi dopo essersi introdotta all’interno di un enorme pozzo che porta ai livelli inferiori di Coruscant, Ahsoka si accorge che il bikespeeder emette segnali acustici e luminosi tutt’altro che rassicuranti; prima ancora che la nostra possa rendersi conto della situazione, il Joben T-85 si guasta improvvisamente e precipita lungo il pozzo. La Togruta non si perde d’animo: pur rischiando la collisione con numerosi airspeeder e distruggendo l’antenna parabolica di un incrociatore di classe Gozanti (chiaro riferimento alle molteplici distruzioni delle antenne paraboliche del Millennium Falcon susseguitesi nel corso dei decenni), Ahsoka riesce infine ad arrestare la caduta, seppur alquanto bruscamente, sulla piattaforma di atterraggio di un’officina meccanica. Rimessasi in sesto, la Togruta rivolge al proprio bikespeeder l’offensivo epiteto di pezzo di ferraglia, fornendo, nel giro di pochi secondi, un ulteriore richiamo al mercantile corelliano più famoso della galassia.
È a questo punto che l’ex-Padawan fa la conoscenza di Trace Martez, la giovanissima proprietaria umana di quella che, a suo dire, è la migliore officina del livello 1313 (citazione agl’incompiuti progetti Star Wars: Underworld e Star Wars 1313) e di un mercantile di classe Nebula dal motore che sento truccato, che propone immediatamente ad Ahsoka di ripararle il Joben T-85 in cambio di denaro. Dinanzi al rifiuto della Togruta, più che in grado di aggiustare il bikespeeder da sola grazie alle abilità meccaniche concessele dalla sua sensibilità alla Forza, Trace non si scoraggia e, pur di racimolare qualche credito, cede gli attrezzi del mestiere a nolo ad Ahsoka. Come si evince dalla breve conversazione-discussione tra le due ragazze, la povertà regna sovrana al 1313, ciascuno si arrangia come può e ogni spicciolo è bene accetto: nonostante Ahsoka sia quasi al verde, infatti, Trace si accontenta di un pugno di crediti in cambio degli attrezzi.
Durante le riparazioni, Ahsoka si rende conto che il bikespeeder necessità di un nuovo accenditore, un componente fondamentale senza il quale, come suggerito dal nome, è impossibile avviare il veicolo. Quando Trace le comunica che gli unici accenditori disponibili nell’officina sono già installati a bordo del mercantile di classe Nebula, Ahsoka perde la pazienza e, sopraffatta dalla frustrazione, esce a prendere aria sulla piattaforma, rivolgendo uno sguardo nostalgico alla superficie e, di conseguenza, al passato che sta faticosamente tentando di lasciarsi alle spalle. La scena è, idealmente, uguale e opposta al famosissimo tramonto dei soli gemelli su Tatooine visto in Episodio IV – Una Nuova Speranza: nel 1977, un giovane Luke Skywalker scrutava il futuro che lo zio Owen Lars pareva intenzionato a negargli; nel 2020, un’ancor più giovane Ahsoka Tano scruta il passato che l’Ordine dei Jedi le ha forzatamente negato.
Di ritorno all’interno dell’officina, l’ex-Padawan scopre che Trace sta lavorando al bikespeeder, probabilmente rinunciando di sua spontanea volontà a uno degli accenditori necessari al funzionamento del mercantile di classe Nebula. Dinanzi allo stupore di Ahsoka, Martez ribatte che non ha senso che la Togruta resti lì se sta così male. Per tutta risposta, Ahsoka spiega che da dove viene lei, cioè dai livelli superiori, è molto diverso. Trace le dà ragione e, anzi, è convinta che ai livelli inferiori si viva meglio: nonostante la miseria del 1313, perlomeno lì non ci sono Jedi che scatenano guerre e che mantengono l’ordine imponendo il proprio volere. L’ex-Padawan, com’è ovvio, è punta nel vivo: i Jedi non hanno scatenato nessuna guerra; al contrario, provano a fermarla! Trace non è convinta: i Jedi si sono dimenticati dei livelli inferiori e si sono dimostrati ben diversi dai cavalieri senza macchia e senza paura protagonisti delle storie che ascoltava da bambina. È questa una delle più grandi tragedie delle Guerre dei Cloni, una tragedia che porterà la galassia a non battere ciglio a seguito dell’Ordine 66: la perdita di fiducia nell’Ordine dei Jedi, che le astute macchinazioni di Palpatine hanno portato ad apparire come malvagio, corrotto, ipocrita.
È a questo punto che fa la sua comparsa Pintu Son-El, un usuraio alieno della stessa specie, tuttora anonima, cui appartiene Yushyn, una creatura comparsa in Star Wars Rebels S2:E15. Vista la sua professione criminale, Pintu è giunto presso l’officina di Trace, spalleggiato da due energumeni alieni di specie sconosciuta, per recuperare i crediti prestati tempo prima a Rafa, la sorella di Trace. Quest’ultima, per tutta risposta, ordina ad Ahsoka di non intervenire e comincia una rissa con i tirapiedi di Pintu, avendo rapidamente la peggio. Vista la mala parata, la Togruta entra in azione e, in pochi secondi, mette al tappeto i due scagnozzi a mani nude, costringendoli alla fuga insieme al loro capo. Trace è stupefatta: chi ha insegnato ad Ahsoka a combattere così? L’ex-Padawan risponde con una mezza verità: è merito del suo fratello maggiore. La risposta non può che strappare un sorriso e, perché no, una lacrima di commozione nello spettatore più sensibile: nonostante, o forse proprio a causa dell’allontanamento forzato, Ahsoka continua a nutrire un sincero amore fraterno per il suo maestro.
Trace e Ahsoka decidono dunque di recarsi da Rafa per raccontarle l’accaduto, ma la trovano intenta a rubare all’interno della sua stessa lavanderia automatica frugando tra gli effetti dei propri clienti. Distolta dall’attività criminosa, Rafa nota immediatamente il livido sul volto di Trace, che vuota il sacco e le comunica la disavventura con Pintu e i suoi scalzacani. Pur sentendosi in colpa per aver messo in pericolo la sorella minore e per non aver mantenuto la promessa di stare alla larga dall’usuraio, i pensieri di Rafa tornano immediatamente ai suoi loschi traffici: la più anziana delle sorelle Martez è infatti in attesa di un lavoro che migliorerà la loro situazione economica. Nell’attesa, Rafa ne approfitta per fare la conoscenza di Ahsoka, chiedendole come abbia conosciuto quella mungitrice di moof di sua sorella (l’espressione è già comparsa, pronunciata in entrambi i casi da Han Solo, in Episodio VII – Il Risveglio della Forza e in Solo – A Star Wars Story). A quel punto, Trace spiega, con un pizzico d’ironia, che la Togruta è letteralmente caduta dal cielo.
Nel frattempo, sull’uscio si presenta un Twi’lek dall’aria losca e la pelle azzurra di nome Lokann, che afferma di avere bisogno, insieme al suo socio in affari (più precisamente: insieme al suo complice) di far costruire o, per meglio dire, assemblare tre droidi di cui possiede tutti i componenti: è il lavoro che Rafa attendeva. Dopo aver accettato l’incarico, Rafa ordina immediatamente a Trace, che dinanzi a Lokann definisce sua socia, di procedere all’assemblaggio; seppur contrariata, la giovane Martez si trova costretta ad acconsentire e si dirige insieme ad Ahsoka, che offre off-screen il proprio aiuto, sul retro della lavanderia. Segue una breve conversazione in cui le due ragazze paragonano droidi e persone: in entrambi i casi, concordano le giovani, vi sono i buoni, i cattivi e i difettosi.
Terminato l’assemblaggio dei tre droidi, Ahsoka consiglia a Trace di applicare a tutti e tre, per sicurezza, un bullone di costrizione. Quando Martez li identifica come elevatori da carico binari (gli stessi droidi della cui programmazione era incaricato C-3PO durante il suo periodo di servizio sotto Raymus Antilles) di Tipo 2, la Togruta s’insospettisce: gli elevatori di Tipo 2 sono una truffa, essendo in realtà droidi demolitori riconvertiti e inclini alla violenza. In quell’esatto momento, uno dei droidi aggredisce l’ex-Padawan, che prontamente lo disattiva sfruttando il bullone di costrizione. Uno dei rimanenti due elevatori, tuttavia, ancora privo del bullone, si attiva e fugge, seminando distruzione nel settore e panico tra i residenti, compresa una nutrita popolazione di Tooka.
Le giovani entrano immediatamente in azione: Ahsoka recupera il localizzatore dell’elevatore da carico fuggitivo, mentre Trace trova uno speeder dotato di argano e carrello elevatore. Comincia dunque un lungo e rocambolesco inseguimento per le vie del livello 1313, al termine del quale Trace riesce finalmente a premere l’interruttore costituito dal pulsante blu sul muso del droide, che nel frattempo si era cimentato nella scalata di una parete perimetrale del settore. Non appena disattivato, l’elevatore molla la presa e precipita verso i livelli inferiori, portando con sé la povera Trace. Ahsoka, tuttavia, riesce ad agire tempestivamente, utilizzando il carrello dello speeder per afferrare al volo il droide e l’amica. Anche il veicolo, tuttavia, rischia di cadere nel vuoto sotto il peso del droide; mantenendo il sangue freddo, la Togruta attiva l’argano dello speeder, ma neanche quest’ultimo espediente si rivela sufficiente; la situazione sembra disperata, quando…
Cercando di non essere vista per non essere identificata come Jedi, Ahsoka attinge alla Forza per trarre in salvo Trace, l’elevatore da carico binario e lo speeder. Nessuno, tra la densa folla, sembra averla notata, tranne un giovanissimo Twi’lek dalla pelle verde…
Tornate sul retro della lavanderia, Trace e Ahsoka raccontano l’accaduto a Rafa che tuttavia, con gran disappunto dell’ex-Padawan, non ha alcuna intenzione di smontare i droidi, né di rinunciare ai soldi di Lokann; non le interessa che i droidi possano essere pericolosi, che possano ferire qualcuno o che possano servire per scopi illeciti, ma le importa unicamente che Ahsoka, nuova del livello 1313, non s’immischi nei suoi affari. Trace, dal canto suo, non pare particolarmente soddisfatta, ma non osa in alcun modo contraddire la sorella, convinta com’è che le azioni illegali di Rafa siano dettate unicamente dall’affetto nei suoi confronti. Conclusa la discussione, Ahsoka e Trace si recano presso l’area ricreativa nota come il molo, mentre Rafa attende l’arrivo di Lokann e, in particolare, dei suoi crediti.
Giunte al molo, Ahsoka e Trace si siedono a bere qualcosa e, in quell’occasione, la Togruta cerca di far riflettere Martez: Rafa sicuramente è mossa dalle migliori intenzioni e cerca di migliorare la loro situazione, ma quale costo possono avere le sue azioni? La conversazione, tuttavia, è interrotta dall’arrivo di Rafa. La più anziana delle Martez afferma di essere riuscita a farsi pagare il doppio del dovuto e, con il denaro ricavato, di aver pagato Pintu. Inoltre, i pochi crediti rimasti serviranno a Trace per acquistare nuovi attrezzi da lavoro. Ahsoka è disgustata dal comportamento di Rafa ma, allo stesso tempo, dispiaciuta per Trace; comprendendo che il livello 1313 non è posto per lei, decide di andarsene e di cercare fortuna altrove, non prima, però, di aver terminato di riparare il proprio bikespeeder con l’aiuto della sua nuova amica.
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