[Recensione] The Rise and Fall of the Galactic Empire

Summary
The Rise and Fall of the Galactic Empire è una piccola genialata. L'autore Krish Kempshall, già uno dei nomi dietro il sourcebook starwarsiano Battles that Changed the Galaxy, è un reale esperto di Storia Militare, con scritti, consulenze e cattedre in associazioni legati principalmente alla Prima Guerra Mondiale. Con questo corposo tomo di quasi quattrocento pagine si è incaricato, con grande soddisfazione personale, di scrivere un reale libro di Storia in-universe, ovviamente canonico. Nei panni di un immaginario storico della Resistenza, ci racconta l'ascesa e caduta dell'Impero Galattico, dalle prime macchinazioni di Palpatine ai tempi della Repubblica fino fino alla sconfitta del Nuovo Ordine. Lo scrive in un linguaggio accademico, densissimo di informazioni e molto formale e rigoroso, e il suo trattato pone enorme enfasi – com'è ovvio – sull'aspetto politico e sociale del worldbuilding starwarsiano. Il tutto risulta, nonostante il tono non semplicissimo, intrigante, per merito della moltitudine di informazioni sorprendenti che non trapelano dai film, l'attiva consulenza del Lucasfilm Story Group e un calderone di storie da cui attingere ogni genere di fonti e informazioni, in special luogo da telefilm, cartoon, fumetti e romanzi. Gli inevitabili momenti di stanca sono poi controbilanciati da rivelazioni probabilmente uniche, esclusive di questo tomo. L'unico reale difetto del testo, su cui nessun storico, neanche il più bravo al mondo, può fare molto, è il non riuscire a giustificare il grande manicheismo della saga, quella che vede l'Impero come un'entità malvagia e cattiva oltre ogni limite di verosimiglianza, quasi cartoonesca. Ma noi abbiamo sempre amato Star Wars nonostante questo.
Good
  • Prosa densa ma scorrevole
  • Un vero e proprio manuale di Storia
Bad
  • Anche il più credibile storico del mondo non può rendere credibili certe assurdità della saga
8
Buono
Scrittura - 8.5
Edizione - 8
Sensazioni - 7.5

The Rise and Fall of the Galactic Empire è una piccola genialata. L’autore Krish Kempshall, già uno dei nomi dietro il sourcebook starwarsiano Battles that Changed the Galaxy, è un reale esperto di storia militare, con scritti, consulenze e cattedre in associazioni legati principalmente alla Prima Guerra Mondiale. Con questo corposo tomo di quasi quattrocento pagine si è incaricato, con grande soddisfazione personale, di scrivere un reale libro di storia in-universe, ovviamente canonico.

Nei panni di un immaginario storico della Resistenza, ci racconta l’ascesa e caduta dell’Impero Galattico, dalle prime macchinazioni di Palpatine ai tempi della Repubblica fino fino alla sconfitta del Primo Ordine. Lo scrive in un linguaggio accademico, densissimo di informazioni e molto formale e rigoroso, e il suo trattato pone enorme enfasi – com’è ovvio – sull’aspetto politico e sociale del worldbuilding starwarsiano. Il tutto risulta, nonostante il tono non semplicissimo, intrigante, per merito della moltitudine di informazioni sorprendenti che non trapelano dai film, l’attiva consulenza del Lucasfilm Story Group e un calderone di storie da cui attingere ogni genere di fonti e informazioni, in special luogo da telefilm, cartoon, fumetti e romanzi. Gli inevitabili momenti di stanca sono poi controbilanciati da rivelazioni probabilmente uniche, esclusive di questo tomo.

L’unico reale difetto del testo, su cui nessun storico, neanche il più bravo al mondo, può fare molto, è il non riuscire a giustificare il grande manicheismo della saga, quella che vede l’Impero come un’entità malvagia e cattiva oltre ogni limite di verosimiglianza, quasi cartoonesca. Ma noi abbiamo sempre amato Star Wars nonostante questo.

The Rise and Fall of the Galactic Empire

  • Titolo originale: Star Wars – The Rise and Fall of the Galactic Empire
  • Data di uscita: 4 luglio 2024
  • Autori: Dr. Chris Kempshall
  • Edito da: DK
  • Edizione: Copertina rigida, 432 pagine, 16.5 cm x 24.2 cm, colori
  • Prezzo: 32,36 € (Copertina rigida) / 20,19 € (Kindle) – ACQUISTA ORA SU AMAZON

The Rise and Fall of the Galactic Empire – Sinossi

Poco tempo dopo la Battaglia di Exegol, le sacche della Resistenza cominciano a studiare attentamente il grande tempio Sith di Palpatine, avviando un’opera di scavi archeologici. Ancora non vi sono molte idee sul come riorganizzare un eventuale nuovo governo repubblicano, lo stupore per il ritorno di Palpatine e la vittoria agguantata all’ultimo istante hanno lasciato attoniti i vincitori, ancora sotto shock. I superstiti sono incapaci di accettare le loro gravi colpe: di aver sottovalutato con così tanta ingenuità la minaccia imperiale sopita in tutti quei decenni, i suoi rigurgiti presso gli abitanti di tanti pianeti e l’indifferenza della Nuova Repubblica al sentire le voci di corridoio sull’ascesa del Primo Ordine.

Beaumont Kin, storico prestatosi volontariamente ai servizi militari della Resistenza (introdotto nel film L’Ascesa di Skywalker e interpretato da Dominic Monaghan), mette per iscritto l’intera storia dell’ascesa e della caduta dell’Impero, un testo di Storia realizzato con la volontà di essere un monito, affinché le nuove generazioni non solo conoscano l’orrore del governo di Palpatine, ma anche le colpe dei repubblicani nell’averlo sempre aiutato con la loro debolezza politica.

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Cosa mi è piaciuto

Cominciamo con il dire che l’esperimento di Kempshall è decisamente riuscito. The Rise and Fall of the Galactic Empire è un gran libro immaginario di Storia: testo impegnativo e densissimo di informazioni (la stanchezza mentale è dietro l’angolo, nel caso di lunghe sessioni di lettura), ma la prosa è di una qualità eccellente e riflette la reale cifra accademica dello scrittore. Chiaramente bisogna essere, prima ancora di Star Wars, dei fan di Storia e Politica per apprezzare realmente il testo e le sue sfumature. Il lettore che lo è, troverà nel libro una miniera di informazioni importanti e anche sorprendenti che raccontano in modo coerente e sensato la continua evoluzione del setting politico della saga, svelando anche un sacco di fatti e implicazioni mai raccontati, o quantomeno solo suggeriti altrove, che rendono ancora più vivido il mondo immaginato prima da Lucas e poi da Disney.

Rileggendo il riassunto degli avvenimenti delle numerose pellicole, filtrate dell’approccio “storico” di Beaumont Kin, il lettore troverà svelate molte loro implicazioni cui non aveva mai fatto caso prima. Stupendosi della bravura della Lucasfilm Story Group nel gestire l’immensa mole di materiale trovando un filo conduttore coerente.

Stupisce apprendere ad esempio, che il reale braccio destro di Palpatine fino alla Battaglia di Yavin non è considerato dai ribelli Darth Vader, bensì il grand moff Wilhuff Tarkin: è quest’ultimo che indirizza l’imperatore, con la sua famosa Dottrina Tarkin nonché con le sue grandi abilità amministrative e organizzative, al regno di terrore imperiale e al sogno di grandezza della Morte Nera, l’arma definitiva con cui prendere in ostaggio la galassia eliminando ogni forma di resistenza. È infatti dopo la sua costruzione che viene dissolto il Senato, perché non c’è più bisogno di mantenere le apparenze legali. La sua morte viene considerata una delle più importanti vittorie della Ribellione, addirittura per certi versi più della distruzione della Morte Nera.

Vader, invece, rispetto a quanto sembra facile pensare guardando film e leggendo fumetti, nella continuity ufficiale ha un ruolo estremamente ridimensionato rispetto a quanto sembri. Non è né un leader carismatico, né un grande stratega, e neppure un gran generale. Prima di Yavin è una presenza sfuggevole che si muove nell’ombra, praticamente un killer al servizio di Palpatine. È considerato addirittura una leggenda metropolitana negli ambienti militari, una sorta di babau che viene a fare visita agli ufficiali incompetenti, e in molti dubitano della sua esistenza.
Fallisce a salvare la Morte Nera non riuscendo ad abbattere l’X-Wing di Luke Skywalker, viene degradato da Palpatine a sott’ufficiale di Cassio Tagge, e dopo essersi riabilitato, subentra a quest’ultimo come comandante supremo dell’esercito, combinando danni inauditi che favoriranno in modo determinante la causa ribelle!
Le sue ripetute purghe di ufficiali per mantenere un clima di terrore decimeranno l’Impero di abili comandanti, mentre la sua caccia personale a Luke impedirà definitivamente agli imperiali di concentrare le risorse per dare il colpo di grazia ai nemici che erano quasi stati annichiliti dopo la disfatta di Hoth! Insomma: attualmente la continuity ufficiale vede Darth Vader come una sciagura per l’Impero, il principale elemento della sua sconfitta!

Altra sorprendente rivelazione sono gli Inquisitori: che fine fanno ai tempi della Battaglia di Yavin? Sono già spariti da un pezzo, e iscrizioni rivenute dalla Resistenza nel tempio di Exegol, a opera di Palpatine, spiegano finamente il mistero: dopo aver ucciso pressoché tutti i Jedi sono diventati delle presenza inutili, e lo storico suggerisce che è molto facile pensare che a Vader sia stato ordinato di eliminarli per impedire loro di farsi venire strane ambizioni…

Come ha fatto la Nuova Repubblica a corrompersi così velocemente in appena trent’anni, spianando la strada all’avanzata del Primo Ordine? Tanti fattori, il più importante dei quali il non voler guardare in faccia la realtà, convinti di una minaccia che non si sarebbe mai più profilata, e soprattutto il programma politico di rieducazione di ex imperiali voluto da Mon Mothma: visto che i vincitori di Endor erano quasi tutti militari senza esperienza politica, per evitare di dover aspettare decenni per avere un nuovo parlamento composto da politici esperti si è deciso di provare a rieducare i politici imperiali meno compromessi con gli orrori di Palpatine. Risultato: alcuni si sono integrati nelle nuove regole democratiche, molti hanno tenuto il piede in due staffe collaborando segretamente con i superstiti imperiali fino al ritorno del Primo Ordine. Grande ingenuità è stata quello di sottoporli a indottrinamenti politici repubblicani mascherati da sessioni di psicoterapia a opera di droidi, un programma di riabilitazione destinato a fallire per l’incredibile ingenuità nel dimenticarsi che proprio gli imperiali consideravano esseri inferiori le specie non umane e i droidi.

Tra le tante altre cose, si parla poi del grande acume politico di Palpatine e della sua scalata da senatore di Naboo a Cancelliere della Repubblica fino a Imperatore, con la sua capacità di adattarsi a ogni situazione mascherando le sue reali intenzioni a seconda del contesto – detta in termini machiavellici – come una volpe o un leone. Si accenna ai giochi di potere, alle sue strategie politiche di mantenere un bassissimo profilo e di lasciar comandare altri al posto suo, raccontando anche di come fosse quasi sempre Mas Amedda, il suo portavoce non umano nel Senato, a fare le sue veci. Rivelando anche la viscidezza di quest’ultimo nel provare a porsi come erede di Palpatine subito dopo la sua morte a Endor, venendo schernito dagli stessi imperiali, fino alla resa ai repubblicani in cambio di clemenza.

Do Not Bind His handsTra le tantissime cose, Kempshall svela anche il destino di Alexsandr Kallus di Rebels, parla di Q’Ira e della guerra dell’Alba Cremisi all’Impero, accenna all’epidemia robotica di Droidi Oscuri… Insomma The Rise and Fall of the Galactic Empire è veramente un testo completo che prende in esame i grandi avvenimenti narrati in ogni media, svelando fati e inserendo in modo coerente le tante tessere dell’infinito mosaico starwarsiano in un enorme mosaico.
Trovando poi, furbescamente, modo di inserire varie zone d’ombra in cui possano in futuro essere raccontate nuove storie o giustificate retcon! Il protagonista Beaumont Kin può infatti accedere solo a una parte delle sterminate rete di archivi imperiali e repubblicani sparsi nella galassia, quindi è ovvio che non possa conoscere proprio tutti gli avvenimenti della galassia conosciuta ma solo quelli finora raccontati dalla Lucasfilm. Di altri fatti conosce solo il punto di vista da parte di personaggi con cui ha parlato e quindi le informazioni in suo possesso sono frammentarie (gli avvenimenti dell’Impero segreto).
Per altre vicende ancora, i documenti ufficiali sono secretati! Come ad esempio quelli – ma guarda un po’! – che raccontano la guerra del grand’ammiraglio Thrawn alla Nuova Repubblica di cui probabilmente si parlerà nella seconda stagione di Ahsoka o nel film The Mandalorian & Grogu. O quelli che svelano che ne è stato del bel personaggio del grand’ammiraglio Rae Sloane dopo che, in seguito alla Battaglia di Jakku, è fuggita con ciò che rimane delle forze imperiali nelle Regioni Sconosciute (hint: sappiamo già che le vite di lei e Thrawn si intrecceranno in modo fondamentale, come svela il sourcebook Ultimate Star Wars – New Edition del 2019)..

Cosa non mi è piaciuto

L’esigenza di Kempshall di razionalizzare il mondo di Star Wars rendendo il tutto più realistico e sensato possibile mette a nudo il grande problema storico del franchise che nulla può purtroppo correggere: è irrealistico e poco credibile di natura, poiché tratta le due fazioni in guerra in modo manicheo e irreale. Se sin dai tempi del romanzo L’erede dell’impero si è quantomeno tentato di rendere un po’ più grigio il punto di vista dei ribelli e dei repubblicani, raccontando le tipiche questioni di corruzione dei sistemi di governo democratici, lo stesso non si può dire per l’Impero Galattico, sempre e fino a oggi trattato come un Male assoluto e senza redenzione.

Nell’universo di Star Wars, in barba a ogni possibile realismo, per oltre vent’anni un governo spietato e terrorista tiene in scacco una galassia con terrore, corruzione, eccessi brutali di forza, violento colonialismo, abolizione delle leggi del lavoro, leggi arbitrarie e totalmente malleabili (alla faccia dell’ordine e delle regole da rispettare), genocidi (i sopravvissuti di sicuro vanno in giro a raccontarli ed è ancora più assurdo che la cosa non abbia ripercussioni), incentiva il razzismo degli umani verso le altre razze, ripristina la schiavitù, impone tassazioni spropositate ovunque… Ogni genere di abominio, facendo vivere malissimo quasi tutta la galassia. Palpatine è un genio machiavellico, ma rispetto al più cialtrone dittatore della Terra (o meglio della vita reale, importante specificarlo) non sa che il consenso e la popolarità sono le vere armi fondamentali per legittimare il proprio potere e non avere paura di ribellioni. Si possono depredare e trattare malissimo i propri sudditi in ogni modo, ma bisogna sempre dare loro quantomeno l’illusione di vivere bene o decentemente.
I lunghi anni di consenso di fascismo, nazismo e di svariati Paesi comunisti sono realtà, sono scritti nei manuali di Storia che di sicuro conosce anche l’autore Kempshall e probabilmente concorderà con quanto scrivo. Ma anche senza tirare in ballo regimi politici abbastanza moderni, si può andare molto più indietro ad altri secoli di regimi autoritari, passando per Napoleone Bonaparte, per sovrani assoluti dell’Ancien Régime, o anche solo all’Impero Romano o quello di Alessandro Magno. La Storia reale dell’umanità è costellata di regni o imperi che sono durati quanto sono durati perché le popolazioni avevano fiducia nei loro regnanti o dittatori, li vedevano come dei padri o delle autentiche divinità (del resto, per il Diritto Divino, i re erano davvero delle emanazioni di volontà divina).
Insomma, qui è la Storia reale che parla.
Quella immaginaria di Star Wars, tipicamente molto ingenua perché americana e ossessionata dall’idea di Libertà (non del concetto, che è una cosa diversa), associa la parola “autoritarismo” a malvagità assoluta in un’idea assolutamente infantile.

Non è dunque proprio credibile che per centinaia di pagine l’autore snoccioli tutti i soprusi e le malvagità commesse dall’Impero cercando di convincere il lettore che non ci fosse proprio nulla di buono in lui, perché da che mondo e mondo nessun regime autoritario funziona così, siamo nei reami della pura fiction, della favola. Si arriva a esilaranti eccessi di macchiettismo quando viene detto che negli archivi imperiali era obbligatorio per gli ufficiali redigere rapporti che evidenziassero tutti i soprusi e i puri atti di malvagità commessi, così, tanto per, perché commettere il male è figo! O l’avvenimento di una città rasa quasi interamente al suolo per punire chi aveva disegnato su alcuni muri dei murales anti-imperiali.

Se l’ingenuità di fondo poteva essere accettata senza problemi nella trilogia cinematografica originale, dai toni più smaccatamente favolistici, non lo può più essere dopo quella prequel, in cui Lucas ha inserito grandi toni politici per far capire le ragioni della nascita di Darth Vader e di come la Repubblica Galattica si sia autodistrutta da sola. Dopo quell’evoluzione concettuale era doveroso aspettarsi, nei prodotti successivi, maturità nel seguire quel nuovo sentiero più serio e adulto, analizzando anche il punto di vista dell’altra parte, per spiegare perché ci sono anche persone di cervello che ritengono più importante la sicurezza e l’ordine rispetto alla libertà di parola. Invece ci si è sempre limitati a criticare la Repubblica facendo comunque trapelare il messaggio che, corrotta e inefficiente quanto possa essere, sarà sempre meglio a prescindere di un qualsiasi altro tipo di regime non democratico, che non potrà mai non essere sbagliato e ingiusto.

L’unica spiegazione che Kempshall offre alla passività dei sudditi imperiali in quattrocento pagine di testo è: paura che si ripetano le guerre e il caos, memori delle terribili devastazioni portate dalla Guerra dei Cloni. Basta questo affinché milioni, miliardi di persone accettino oltre vent’anni di terrore e soprusi addirittura giornalieri? Non regge.

Viene anche da domandarsi come faccia l’Impero, sempre secondo le esilaranti descrizioni di Kempshall, a trovare il suo infinito carico di soldati e stormtrooper. L’ambiente militare anche viene dipinto come un Inferno in Terra alla pari dei territori imperiali: Caccia TIE senza scudi deflettori per risparmiare e quindi i loro piloti utilizzati come semplice carne da macello (sappiamo da Rebels che Thrawn voleva infatti introdurne di più sicuri, ma a Lothal le cose gli sono andate male), soldati donna incoraggiate a venire trattate a pesci in faccia, nonnismo e corruzione sempre voluti dall’alto per stimolare la competizione e i giochi sporchi (con conseguente mancanza di reale meritocrazia nelle alte gerarchie)…
Ci si domanda davvero, alla luce di tutte queste descrizioni che sono canoniche a tutti gli effetti, come potesse un genio come Palpatine pensare di regnare per millenni sulla galassia, esercitando ogni genere di abusi sul popolo che lo odiava attorniandosi di ufficiali e militari corrotti e spesso incapaci.

The Rise and Fall of the Galactic Empire – Commento finale

Come si sarà capito, chi ha scritto questa recensione è a sua volta un grande appassionato di Storia e Politica oltre che fan di Star Wars ed è quindi ovvio che rifletta molto, in questa disamina critica, anche i suoi valori e ciò che rappresenta per lui la saga. Ritengo The Rise and Fall of the Galactic Empire un ottimo prodotto, geniale e ben scritto, al di là della lunga critica negativa che gli ho fatto. Se prendessi troppo seriamente quest’ultima, non ci sarebbe scampo per alcun prodotto di Star Wars: il suo estremo manicheismo è un difetto su cui semplicemente bisogna transigere per godersi tutti i suoi prodotti perché Star Wars è sempre stato questo, una storia fantasy dai toni a volte adulti, a volte infantili che su alcune questioni importanti ha rivelato una grande maturità, su altri un modo di pensare molto limitato.

Lucas all’epoca della trilogia originale disse che Star Wars era un’opera rivolta a bambini e adulti: i primi sarebbero rimasti affascinati dall’esplosione di effetti speciali, dai duelli di lightsaber, dalle battaglie galattiche, dalla fauna aliena etc; gli adulti invece avrebbero apprezzato i sottotesti più maturi. All’epoca si riferiva probabilmente alla concezione molto taoista della Forza (cosa sono, lato chiaro e oscuro, se non delle versioni fantascientifiche dello Ying e dello Yang?) che governa i pensieri e le azioni dei Force Users: una riflessione interessante sugli animi chiari e oscuri che governano tutti noi e che ci portano sempre, a furia di scelte giuste o sbagliate, a crearci il nostro percorso.
Dalla trilogia prequel in poi sono subentrate le altrettanto intriganti riflessioni politiche, grazie al – riuscitissimo, per chi scrive – percorso dell’eroe/antieroe Anakin Skywalker, da difensore idealista della Repubblica a suo acerrimo nemico, per colpa del crollo di ideali e sfortune varie. Raccontare su grande schermo e soprattutto in modo credibile, su un prodotto blockbuster rivolto al più ampio pubblico possibile, il percorso di vita e morte di una repubblica spiegando da cosa nasce il suo contraltare (Rian Johnson usa altre parole, dice che Lucas ha spiegato come nasce il Fascismo) è per forza di cose un grande merito e un grande attestato di autorialità.

Ritengo entrambe le anime infantili/adulte di Star Wars mirabili e ben realizzate, con l’unico rammarico per il fatto, che dopo la trilogia prequel, ciò che è venuto dopo non ha seguito gli stessi toni realistici del racconto impedendo agli argomenti della saga di diventare troppo maturi e di assumere aspetti grigi. Il franchise è rimasto così com’era, imponendosi di non dare alcun tipo di rispettabilità morale all’Impero, trattandolo alla stregua di una pura distopia che non si può non odiare. Ritengo soddisfacente l’evoluzione del setting del franchise sotto entrambe le gestioni Lucas/Disney, a patto di non dare alcun peso a questa cosa. È un mutuo patto che bisogna obbligatoriamente fare con il franchise se si vuole continuare ad apprezzarlo. Si ama Star Wars anche nella sua imperfezione e nel suo manicheismo, conosci che alla fin fine è una semplice storia di lotta di Bene contro il Male, al di là dei tentativi (come quello che fa The Rise and Fall of the Galactic Empire) di trasformarlo in qualcosa di più reale. Se non si riesce a entrare in quest’ottica crolla tutto e Star Wars diventa un’americanata come tante altre.
Il setting finale, per quanto inverosimile nelle premesse di fondo, questo libro lo racconta in modo perfetto ed elegante e perciò non si può che consigliarne la lettura.

Che cosa ne pensate di questo saggio? Siete incuriositi dalla serietà nell’approccio di The Rise and Fall of the Galactic Empire? Fatecelo sapere nei commenti! Potete trovarci anche su Telegram con il nostro canale ufficiale https://t.me/swlibricomics e la chat https://t.me/SWLibriComicsChat. Vi ricordiamo inoltre che è ora attivo il nostro store con il merchandising ufficiale Star Wars Libri & Comics.

Written by
Classe 1987, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e grande appassionato di Storia e Politica. Sono autore di saggistica a tema anime/manga (soprattutto di Gundam) e articolista di Nippon Shock Magazine. Amo Star Wars sin dalla tenera età, adoro la saga per mille ragioni e ringrazio Disney, oggi, per la sua concezione di continuity multimediale, nel raccontare storie dalla medesima importanza in ogni media possibile, stimolando i fan ad aprirsi ad altre forme di intrattenimento meno popolari delle opere audiovisive. Abbiamo troppo bisogno nel mondo di persone che riprendano a leggere!

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