Prequel, ma anche sequel e vero e proprio spin-off dello spin-off, Last Shot: Un romanzo di Han e Lando ha il gravoso compito di avvicinare noi lettori di Star Wars al film Solo: A Star Wars Story, e lo fa in modo non banale, con un romanzo articolato su ben tre diverse linee temporali, unite grazie ad una comune minaccia. Sarà riuscito l’autore Daniel José Older (che aveva già firmato la storia Born in the Storm della raccolta From a Certain Point of View) in questa missione? Scopriamolo insieme con questa recensione di Last Shot, edito come sempre da Oscar Mondadori.
- Titolo: Star Wars: Last Shot
- Data di uscita Italiana: 23 luglio 2019
- Autore: Daniel José Older
- Edito da: Mondadori
- Edizione: Copertina flessibile, 388 pagine
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Last Shot – Sinossi
È uno dei più pericolosi segreti della galassia, un oscuro congegno con poteri sconosciuti: chi recupera il Trasmettitore Phylanx Nuova Versione ha diritto a una ricompensa che la maggior parte delle persone può solo sognare. Ma chi pilota il Millennium Falcon non è “la maggior parte delle persone” e per ben due volte il suo equipaggio tenta di impadronirsi dell’ambita preda: prima, Lando Calrissian con la droide L3-37, e più tardi un giovane Han Solo insieme all’amico Chewbacca. Ma Fyzen Gor, il criminale che ha ideato il Trasmettitore, non ha alcuna intenzione di condividere il proprio potere.
Dieci anni più tardi molte cose sono cambiate: la Ribellione ha vinto la sua lotta contro l’Impero, Han ha sposato la principessa di Alderaan Leia Organa e ha messo su famiglia con lei, abbandonando l’attività di contrabbandiere. Certo non pensa più a Gor e al suo congegno. Fino a quando, nel mezzo della notte, Lando non bussa alla sua porta, in fuga nientemeno che dagli assassini del folle inventore. Ha bisogno dell’aiuto di Solo per salvare la propria vita, e quella di tutta Cloud City. Ancora una volta, le due canaglie più famose della Repubblica si trovano fianco a fianco. Dovranno viaggiare attraverso le stelle, e attraverso il tempo, per impedire a Gor di usare la potenza del Trasmettitore e plasmare un diverso destino per la galassia.
Last Shot – Cosa mi è piaciuto
Una minaccia diversa
Last Shot ha sicuramente un sapore diverso perché non siamo di fronte al classico conflitto Impero-Ribelli (o Primo Ordine-Resistenza che dir si voglia), ma sfruttando sapientemente sia un validissimo antagonista, che i periodi temporali in cui la vicenda è ambientata, risulta davvero gradevole e, allo stesso tempo, in grado di catturare il lettore curioso – soprattutto per come vengono dosate le informazioni su questo misterioso trasmettitore e su Fyzen Gor. Alcune scene sono quasi da horror, ma è sicuramente un merito del romanzo quello di introdurre qualcosa di diverso, pazzo, e quasi affascinante.
Fyzen Gor è un “medico” utapauano che, dopo la morte del suo migliore amico e compagni di studi, in un incidente dopo essere stato rapito da una banda di Gangster, diventa ossessionato dalla possibilità di creare cyborg, fondendo parti organiche a droidi (in maniera speculare all’utilizzare parti robotiche su “organici”). Il Trasmettitore Phylanx è proprio l’unico droide sopravvissuto all’incidente, a cui Gor ha attaccato gli arti del suo defunto amico, e reso poi un’arma in grado di trasmettere un impulso che avrebbe trasformato tutti i droidi della Galassia in macchine assassine.
Gor, diciamo, è la versione starwarsiana del dottor Frankenstein, intento a creare un armata di cyborg: droidi con aggiunte parti organiche (meravigliosi gli ibridi wookie!)
Tuttavia, il transmettitore Phylanx Redux è – in fondo – il MacGuffin della vicenda, il cui vero scopo è presentarci (nel presente!) Han e Lando: il primo come padre e marito insicuro, alle prese con un ruolo che non sa come coprire, e il secondo invece con Kaasha e quello che vuole essere nella vita – una canaglia, un eroe Ribelle o un oculato amministratore.
Un libro “per adulti”
Last Shot mi ha sorpreso fin dalle sue prime pagine: “ma davvero gli hanno lasciato scrivere una cosa del genere?”. Il libro è esplicito, ha qualche parola più volgare (ad esempio il frequente uso di culo – tipo in “ti ho salvato il culo”), non lesina su riferimenti sessuali per quanto riguarda soprattutto Lando (la scena della sua vestizione, da giovane, per andare ad una festa, l’ho dovuta leggere due volte perché non ci credevo). Per quanto possa fare una strana impressione iniziale, devo dire che anche questo elemento dà quella freschezza di cui parlavo prima e, probabilmente, anche un po’ di “naturalezza” in più.
Non mancano comunque aspetti adulti meno superficiali: soprattutto sulle tematiche. Oltre a quelle già citate nel punto precedente, è da mettere un attimo sotto i riflettori il personaggio di L3-37. La vedremo in Solo fra una settimana ma già qui scopriamo come sia un droide che si sente destinato – o programmato – a mettere in luce i diritti sociali della “popolazione droide” della Galassia. Insomma, una nota allegorica e politica da non prendere sotto gamba.
Stile di scrittura
Niente da obiettare a Older, che gestisce splendidamente un cast molto ampio (con elementi migliori – l’ewok Peekpa – e un po’ peggiori come Taka) e una narrazione molto scorrevole (anche se dopo la metà c’è un attimo di calo di ritmo). Sinceramente mi sarebbe piaciuto molto leggere la trilogia di Aftermath scritta da Older.
Last Shot – Cosa non mi è piaciuto
Sana Starros e alcuni flashback
La parte più debole del romanzo sono probabilmente i flashback con Sana Starros e un giovane Han: i due funzionano fino ad un certo punto, ma è quasi tutto dovuto allo charme di Han e non invece alla caratterizzazione di Sana, decisamente piatta. Sembra quasi che sia stata inserita solo per fare da collante col Canon, e non per una sua reale utilità.
Last Shot – Commento finale
Last Shot è un romanzo molto solido, ben scritto. La trama, pur non essendo niente di innovativo o complesso, presenta una certa freschezza rispetto alle classiche dinamiche Impero/Ribelli, grazie ad un antagonista carismatico e ad una minaccia molto reale e – per quanto riguarda Star Wars – innovativa, con alcuni momenti al limite tra l’affascinante e l’horror. Il pretesto della trama viene in realtà intelligentemente sfruttato da Older per sviluppare i due protagonisti, Han e Lando, in momenti critici della loro vita, e introdurre anche alcuni validi comprimari. L’avventura si arena un po’ verso la metà del romanzo e il personaggio di Sana Solo non è poi così ben sfruttato; tuttavia questi difetti vengono abilmente compensati sia dalle informazioni che otteniamo sulla vita di Han e Leia (e il piccolo Ben) nella Nuova Repubblica, sia da alcuni riferimenti al nuovo spin-off Solo: A Star Wars Story.
E voi, cosa ne pensate? Siete curiosi di questo romanzo? Fatecelo sapere nei commenti e, se lo avete letto, date il vostro voto nel box sottostante!