Metà fumettistica dell’evento crossover Alphabet Squadron, che si compone anche del primo romanzo della trilogia omonima, Star Wars – Caccia TIE giunge in Italia nella ormai familiare edizione brossurata di Panini Comics. Non abbiamo, purtroppo, ancora informazioni riguardo all’edizione italiana del romanzo da parte di Mondadori, ma se volete conoscere i piloti della 204th Imperial Fighter Wing, meglio conosciuti come Squadriglia Ombra, questo fumetto soddisferà le vostre aspettative!
- Titolo: Star Wars – Caccia TIE
- Autore: Jody Houser, Rogê Antônio
- Edito da: Panini Comics
- Edizione: Brossurato, 112 pagine, colori
- Contiene: Star Wars: TIE Fighter #1-5
- Prezzo: EUR 14.00
Caccia TIE – Sinossi
Ecco la Squadriglia Ombra: la salvezza per l’Impero, la fine per la Ribellione! La guerra contro la violenta e sanguinaria Ribellione continua e, a proteggere la pacifica gente dell’Impero, c’è una squadriglia d’élite di piloti di Caccia TIE. Ma fin dove sarà disposto a spingersi questa squadra di assi per preservare la legge e l’ordine?
Cosa mi è piaciuto
Il lato “sbagliato” della guerra
Star Wars – Caccia TIE, sebbene non tratti vicende fondamentali né per la storia della Galassia, né tanto meno per il romanzo Alphabet Squadron, è in grado di dare ai lettori un punto di vista diverso dal solito sulla Guerra Civile Galattica. Jody Houser – autrice già nominata all’Eisner Award e penna dietro agli ottimi adattamenti a fumetti di Rogue One e Thrawn – ci presenta una squadriglia di Imperiali, Teso Broosh, Ganem Kahi, Zin Graw, Jeela Brebtin, e Lyttan Dree a tutto tondo ed estremamente credibili. Il lato sbagliato della guerra si mostra però anche negli antagonisti, ottima in tal senso l’idea di avere degli altri Imperiali contrapposti alla Squadriglia Ombra.
I flashback
A caratterizzare i personaggi ci pensano soprattutto dei flashback posti a fine di ogni albo, momenti spesso toccanti anche se li ho trovati un po’ troppo distaccati dal resto delle vicende. Sono assolutamente meritevoli e validi ma è proprio il posizionamento che mi è sembrato “stonare” un po’. La cosa si nota ovviamente ancora di più sul finale della serie, in cui ad una splendida tavola finale segue l’ennesimo flashback.
I disegni
Quello di Rogê Antônio, alla sua prima prova con Star Wars con questa Caccia TIE, è a mio parere un ottimo lavoro. Il tratto del disegnatore brasiliano è perfetto per la Galassia Lontana Lontana. Distante da calchi di fotografie, molto dinamico nei combattimenti (soprattutto quelli aerei, gestiti benissimo anche grazie alla scelta di mostrare come trasparenti i caschi dei piloti) e in grado di dettagliare molo le emozioni sui volti dei piloti, Antônio riempie le proprie tavole di diversi elementi, panelli, dettagli, corpi che scavalcano il limite della vignetta e ogni pagina è diversa dalle altre.
Cosa non mi è piaciuto
Resta poco
La critica maggiore che devo dare al volume è che al termine della lettura mi sembra mi sia rimasto davvero poco. I personaggi sono sviluppati, ma per svilupparli tutti sarebbe servito più spazio. Il finale – potenzialmente perfetto per aprire verso la trilogia – viene poi smorzato dall’ultimo flashback. Ci sono tanti spunti ma che vengono lasciati lì, in più – complice il fatto di aver letto il romanzo mesi fa – non ho trovato collegamenti significativi se non per Nonna e in generale la 212th.
Caccia TIE – Conclusioni
Tirando le somme, Caccia TIE è una miniserie discreta, che getta uno sguardo interessante sul lato Imperiale della guerra, grazie a dei personaggi abbastanza ben caratterizzati ma di cui, però, rimane poco alla fine della lettura. Il climax finale è smorzato dall’ultimo flashback che, pur garantendo questo approfondimento, abbassa drasticamente i toni della vicenda. I disegni sono, a mio parere, perfetti per Star Wars, così come i colori. La divisione delle tavole molto variegata le rende poi tutte diverse le une dalle altre: il lavoro di Rogê Antônio è approvatissimo. Il fumetto è godibile, l’edizione di Panini sempre discreta, e consigliato a tutti gli appassionati delle battaglie a bordo di caccia stellari che, però, vogliono andare un po’ oltre a quei minacciosi caschi neri.