[Recensione] Perturbator – I Am The Night

Summary
I Am The Night rappresenta il perfetto connubio tra nostalgia, energia e immaginario, creando un mix evocativo in grado di colpire direttamente al cuore e alle orecchie degli appassionati della musica darksynth. In quasi ottanta minuti l'album ripresenta tutte le possibili sfaccettature provenienti da un passato futuro mai dimenticato, spaziando dalla violenza urbana alle sonorità sognanti della conquista delle stelle. Dal lato negativo si evidenzia solamente una ristampa in formato CD non eccezionale e il fatto di essere un sottogenere decisamente di nicchia, ma che resta in grado ancora oggi di regalare agli adepti delle notevoli soddisfazioni. Sorpassato solamente – forse – solo dal successivo Dangerous Days, I Am The Night rappresenta pertanto una delle pietre miliari del movimento darksynth e synthwave in generale. Da possedere, ascoltare e riascoltare dal presente all'eternità.
Good
  • Varietà e potenza
  • Manifesto programmatico della darksynth
  • Illustrazioni cover
Bad
  • Un sottogenere particolarmente di nicchia
  • Edizione fisica in CD Audio fragile
8.3
Buono
Sonoro - 8.5
Confezione - 7.5
Sensazioni - 9

Secondo disco full-leght dell’artista di punta della musica darksynth francese James Kent in arte Perturbator, I Am The Night è stato pubblicato per la prima volta nel 2012 durante il periodo d’oro del movimento synthwave, un genere musicale profondamente ispirato alle tematiche e sonorità della cultura pop degli Anni Ottanta.
In oltre un’ora di musica strumentale elettronica (raramente intervallata da frangenti cantati ed estratti parlati) la discesa nelle tenebre sonore di una generazione viene servita su un piatto d’argento, regalando un’esperienza estremamente particolare.
Oltre alle classiche piattaforme di ascolto digitale in streaming, l’album può essere acquistato in formato CD Audio e anche in vinile da collezione.

I Am The Night Perturbator Cover 2015

  • Titolo originale: I Am The Night
  • Data di uscita: 13 marzo 2015 (prima stampa 21 dicembre 2012)
  • Artista: Perturbator 
  • Etichetta: Blood Music
  • Formato fisico: Compact Disk Audio
  • Numero brani: 15 (3 tracce bonus)
  • Durata: 1 ora 19 minuti 26 secondi
  • Prezzo: 16,92 € ( CD Audio – ACQUISTA QUI ) / 9,99 € ( MP3 – ACQUISTA QUI )

Questa è la storia di qualcuno senza più nulla da perdere, errante nelle luride e ostili strade sfavillanti al neon di una città del futuro, armato e pericoloso. Questa è la tua storia.

Nessuno può sapere che tipologie di pericoli incontrerai durante questo viaggio nella follia. Sai che non sei da solo, ma sei pronto. Tu sei la notte. Luci spente, si parte.

Traccia per traccia

1. The New Black [2:16]
L’inconfondibile e inquietante monologo dell’attore Peter Finch in Quinto Potere (film del 1976 diretto da Sidney Lumet) si mescola ai sintetizzatori e sirene della polizia provenienti da un futuro non troppo distante, in un crescendo di paranoia pronto a condurre l’ascoltatore in un mondo fatto di violenza e distopia.

2.Retrogenesis [4:55]
Un’esplosione di suoni presenta una corsa a folle velocità in una superautostrada del domani, con ritmi martellanti che non concedono alcun respiro e senza in alcun modo risultare ridondanti. Avvio al fulmicotone, un ottimo nastro di partenza.

3. Eclipse [6:29]
Abbandonato il pianeta Terra, con Eclipse si giunge senza troppi indugi tra le stelle. Drum machine e sintetizzatori sognanti portano sempre più lontani da casa, abbracciando l’immensità del cosmo e le sue infinite incognite.
L’outro è affidato a un estratto dal film animato giapponese La Città delle Bestie Incantatrici, incaricato di introdurre la traccia dalla quale trae nome l’album.

4. I Am The Night [6:19]
L’ascoltatore viene ricatapultato sulla terra tra i sudici e oscuri vicoli notturni di una megalopoli del futuro, dove incertezza e pericolo si nascondono dietro ogni angolo. I fraseggi sembrano ripetersi, ma potranno essere distinti e apprezzati in presenza di un approccio attento, elemento che renderà più coinvolgente a ogni ascolto il brano. Una title-track granitica, emblema di un intero sottogenere musicale.

5. Naked Tongues (feat. Isabella Goloversic) [7:50]
Giunti alla quinta traccia i ritmi rallentano sensibilmente e trovano spazio le prime parti di cantato, interpretate da Isabella Goloversic dei Memory Ghosts. Una voce soffusa e invitante si mescola a delle sensazioni rilassanti e sognanti, quantomai necessarie dopo le violente e ipersoniche bordate ascoltate in precedenza.

6. Nexus Six / Interlude [2:28]
Titolo dall’inequivocabile omaggio al modello di replicanti introdotto in Blade Runner di Ridley Scott; la breve durata dei due elementi riporta il contesto all’interno dell’ambito puramente fantascientifico. Breve, ma a suo modo intenso.

7. Technoir [4:45]
Un altro omaggio cinematografico, questa volta direttamente dal primo Terminator, introduce il settimo brano che si applica perfettamente all’omonimo locale notturno apparso sul grande schermo.
Ritmi da danza sfrenata e luci stroboscopiche compongono un’accoppiata pienamente riuscita, in grado di far ballare anche quando la notte è più buia.

8. Desire (feat. Greta Link) [6:01]
Accompagnato dalla voce di Greta Link (memorabile anche il suo contributo per la canzone Venger, contenuta in The Uncanny Valley), il lamento di una ragazza per una storia d’amore conclusasi in modo infelice rappresenta un altro dei pezzi più ponderati di I Am The Night. Struggente e malinconico.

9. Deviance (feat. Arcade High) [5:09]
Abbandonate temporaneamente i frangenti più oscuri, spazio infine a tonalità più acute e apparentemente spensierate, provenienti direttamente dall’immaginario Anni Ottanta grazie anche a degli inconfondibili effetti sonori.
I sintetizzatori di Pertubator e degli Arcade High si scambiano amichevoli bordate, con un risultato complessivo molto rilassante e rassicurante: i pericoli peggiori potrebbero essere ormai alle spalle.

10. Raining Steel [4:09]
Una pioggia di metallo e acido irrompe senza soluzione di continuità sull’ascoltatore, la tempesta non è chiaramente ancora giunta al termine. Con un cadenzato tendente all’ipnotico, Raining Steel rappresenta uno dei brani che spingono al massimo sull’acceleratore e che risultano più coinvolgenti grazie ai taglienti colpi di tastiera creati dal musicista. Da ascoltare e riascoltare.

11. Ghost Dancers Slay Together [6:09]
Un perfetto connubio tra sonorità dure e morbide, la traccia rappresenta una vera e propria cascata di magma digitale che rischia in più occasioni di sopraffare grazie alle sue picchiate e alternanze.
Una dualità inconciliabile fatta di paradossi e misteri insondabili, che conduce l’ignaro avventore in un freddo vicolo senza uscita.

12. The Price of Failure [6:21]
Nonostante tutto l’impegno, nonostante il desiderio di vendetta, per l’ascoltatore non c’è nulla da fare: il fallimento ha avuto il sopravvento.
Consapevole di una dipartita ormai inevitabile, il congedo è dato da note sospese e leggere, quasi a lasciare un barlume di speranza per un miracolo… ma questa non è una fiaba e non ci può essere alcun lieto fine.

13. Volcanic Machinery (feat. Dynatron) [5:22 – Traccia bonus]
Con la partecipazione eccezionale di Dynatron, il primo brano bonus esordisce con un andamento marziale che in breve tempo lascia spazio a una sonorità mista tra quella dell’artista francese e quello danese, apportando un ulteriore tocco di varietà all’album, seppur non in maniera indimenticabile.

14. Lilith [4:15 – Traccia bonus]
Personaggio delle divinità mesopotamiche, Lilith è in realtà usato come sinonimo della sensuale e letale bellezza femminile, portatrice di tentazioni e sofferenze.
In grado di mozzare il respiro, la femme fatale porta il battito a mille, rendendo impossibile pensare e costringendo il malcapitato a danzare assieme a lei in un vortice di lussuria senza limiti.

15. Girl in a Black Dress [4:48 – Traccia bonus]
In antitesi al brano precedente, il brano che conclude la riedizione di I Am The Night riconduce sul sentiero dell’intrigo, incarnato nella figura di una donna dall’abito nero. Infinite le domande che sopraggiungono alla mente dell’osservatore, tutte destinate a rimanere senza risposta… uno sguardo fugace, ricco di intenti ma senza sviluppi, momenti che andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.

Every night I feel you running in my dreams
We’re running in my dreams

Don’t deny this
And we’ll find a place where we belong

Naked Tongues

Cosa mi è piaciuto

Discesa nell’oscurità

Condividendo diversi punti in comune con i generi più estremi quali il metal o l’elettronica più dura, al punto che l’artista francese si è esibito anche al leggendario festival Hellfest, la darksynth mira a rievocare sensazioni e sonorità di pellicole, serie animate, fumetti e romanzi di quasi mezzo secolo addietro.
Attingendo all’immaginario più sinistro e distopico della cultura pop che ha formato intere generazioni, Pertubator confeziona un disco in grado di toccare tutte le sfumature degli Anni Ottanta, permettendo in diversi frangenti di immergersi completamente nei ricordi e nelle sensazione riferite alle opere provenienti da quel particolare momento storico.
Puntando come intuibile maggiormente su sonorità oscure e intriganti, l’ottovolante di emozioni conduce per mano l’ascoltatore in un mondo che risulta essere quasi reale… una vera e propria esperienza per gli amanti del genere.

Illustrazioni cover

I disegni impiegati come cover delle due versioni appaiono contemporaneamente semplici ed efficaci nel suggerire quale sarà il contenuto del disco: due donne tanto avvenenti quanto pericolose, armate e accompagnate da una pantera, si stagliano contro un insondabile e sinistro sterminato paesaggio urbano notturno, accompagnate da un’ovvia sovrabbondanza di neon e colori acidi.
In merito alle figure femminili risulta impossibile non riconoscere, al punto che viene anche accreditata, l’influenza di due artisti come Luis Royo e Hajime Sorayama.
Realizzate entrambe da Ariel Zucker-Brull, le copertine del disco rappresentano il medesimo soggetto, in due incarnazioni con le proprie differenze. Nella versione 2012 si ha un’impostazione più statica e vintage (data anche dall’effetto “consumato” volutamente realizzato), mentre per la 2015 la struttura è più epica e dinamica, ponendo l’accento sulla figura minacciosa che si protende verso l’osservatore.

Cosa non mi è piaciuto

Un genere non per tutti

Inutile impiegare tanti giri di parole: quanto proposto da Perturbator rappresenta una branca della synthwave (fenomeno originatosi nei primi anni del nuovo millennio) rivolta a una nicchia d’utenza molto specifica.
Senza un adeguato legame con quello che è il contesto passato di riferimento e senza una predisposizione per le sonorità più estreme, difficilmente sarà possibile farsi rapire dai quindici brani che compongono I Am The Night, finendo con apprezzarne magari solo una parte e non il risultato complessivo.
Odio o amore, difficile che si manifesti una terza via.

Formato fisico in CD

In un mondo in cui ormai il formato fisico ha quasi un mero valore collezionistico (rappresentato in parte dai vinili, sempre più presenti anche nelle edizioni speciali rilasciate da innumerevoli artisti), purtroppo non è che constatabile come il formato del Compact Disk venga sempre più posto in secondo piano.
La riedizione di I Am The Night recensita infatti è la ristampa della casa discografica Blood Music datata 2015, composta di solo cartoncino e non di plastica rigida, elemento che la rende soggetta con troppa facilità a danneggiamenti o pieghe di sorta. 

Perturbator I Am The Night Cover

Cover della prima versione dell’album, rilasciata nel 2012 e realizzata da Ariel Zucker–Brull.

Commento finale

I Am The Night rappresenta il perfetto connubio tra nostalgia, energia e immaginario, creando un mix evocativo in grado di colpire direttamente al cuore e alle orecchie degli appassionati della musica darksynth.
In quasi ottanta minuti l’album ripresenta tutte le possibili sfaccettature provenienti da un passato futuro mai dimenticato, spaziando dalla violenza urbana alle sonorità sognanti della conquista delle stelle.
Dal lato negativo si evidenzia solamente una ristampa in formato CD non eccezionale e il fatto di essere un sottogenere decisamente di nicchia, ma che resta in grado ancora oggi di regalare agli adepti delle notevoli soddisfazioni.
Sorpassato solamente – forse – solo dal successivo Dangerous Days, I Am The Night rappresenta pertanto una delle pietre miliari del movimento darksynth e synthwave in generale. Da possedere, ascoltare e riascoltare dal presente all’eternità.

Non dimenticate di condividere la recensione, spararvi in vena la vostra dose di neurostimolanti e giocare d’azzardo in mezzo ai fumosi neon di uno dei bar meno raccomandabili della megacittà.
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Musica così non ne fanno più.

Nato a Udine nel 1993, sono laureato in Analisi e Gestione dell’Ambiente presso l’Università di Bologna. La passione per Star Wars inizia a manifestarsi all’età di otto anni e da allora non mi ha mai abbandonato. Patito degli Anni 80 e della cultura pop dell’epoca; amante della musica in generale, dal thrash metal alla synthwave moderna. Collaboro con Star Wars Libri e Comics al fine di entrare in contatto con altri fan ed eventualmente orientare coloro i quali volessero muovere i primi passi all’interno del mondo cartaceo della saga.

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