Dopo diversi mesi di attesa, finalmente la miniserie a fumetti L’Alta Repubblica Avventure – Echi di paura arriva anche in Italia, a completare il quadro della Fase III del progetto cross-editoriale con una storia di fondamentale importanza che affonda le sue radici nel passato e che, addirittura, introduce il primo nuovo Signore dei Sith dopo anni nel Canone!
La miniserie è scritta da George Mann, già autore del romanzo young adult Tears of the Nameless, che vedeva sempre gli stessi protagonisti di questo fumetto, e che si ambienta tra il primo e il secondo albo della miniserie. Ai disegni e alle copertine troviamo invece un variegato team per la maggior parte italiano: Vincenzo Federici si occupa dei disegni principali della storia e interamente del quarto albo. I flashback sono affidati a diversi artisti: per quelli del primo numero troviamo l’inconfondibile tratto di Vincenzo Riccardi, nel secondo albo lo spagnolo Juan Samu, mentre nel terzo Giorgia Sposito. Tutte le copertine degli albi originali sono di Eduardo Mello.
- Titolo: L’Alta Repubblica – Echi di paura
- Data di uscita ITA: 15/5/2025
- Autori: George Mann, Vincenzo Federici, Vincenzo Riccardi, Juan Samu, Giorgia Esposito
- Edito da: Panini Comics
- Edizione: Copertina rigida, 112 pagine
- Prezzo: 20,00€ – ACQUISTA QUI
Echi di paura – Sinossi
Una coppia di Jedi indaga sulle misteriose e potenti Pietre dell’Eco nella speranza di sconfiggere i Senza Nome. Ciò che scoprono è una storia leggendaria che attraversa la storia della Galassia!
Quando il Cavaliere Jedi Reath Silas e il Padawan Jedi Amadeo Azzazzo vengono incaricati di esplorare gli Archivi Jedi per approfondire la conoscenza delle enigmatiche Pietre dell’Eco, non si aspettano di ritrovarsi coinvolti in una pericolosa missione che li porterà a cercare una di queste pietre, nella forma del mistico Scettro delle Ere.
Ma prima, devono imparare tutto ciò che possono sull’origine di queste strane pietre e sulla loro capacità di amplificare la Forza, conducendoli alla scoperta di tre epiche leggende tratte dagli annali della storia galattica.
Cosa mi è piaciuto
Unire i puntini… attraverso i secoli
George Mann in questa miniserie porta egregiamente avanti la trama del “presente” della Fase III dell’Alta Repubblica, intersecandosi col suo romanzo young adult Tears of the Nameless e mettendo al centro gli stessi protagonisti: Reath Silas – ormai asceso ad uno dei principali eroi del progetto – il suo ex maestro Cohmac Vitus e il padawan Amadeo Azzazzo.
Non contento della rilevanza dell’opera nel presente, però, Mann lascia che i protagonisti uniscano i puntini delle loro ricerche attraverso holocron e leggende che in tre numeri su quattro ci portano in varie epoche passate. A partire da antiche leggende Sith, come quella stupenda di Darth Ravi, a nuove avventure di Barnabas Vim, già conosciuto ne La Missione dei Jedi, fino al ripescare le figure delle squadre apripista che avevano caratterizzato la Fase II del progetto. Alta Repubblica: Echi di paura è quindi uno splendido viaggio tra i secoli, che ci ricorda che il passato ha sempre qualcosa da insegnare.
La varietà dei disegni
In linea con la struttura narrativa di cui sopra, quando i primi tre numeri della miniserie mostrano i flashback o gli holocron, all’ottimo Vincenzo Federici – che fornisce una prova con un buon grado di stilizzazione, un tratto fresco e un po’ spigoloso che ho trovato molto adatto alla storia – subentrano ulteriori disegnatori. Senza voler nulla togliere a Juan Samu e Giorgia Sposito, è sicuramente Vincenzo Riccardi a svettare tra queste pagine: a lui è affidata la leggenda oscura di Darth Ravi, che viene raffigurata col suo iconico e riconoscibile stile, portando all’estremo dalla narrazione quasi onirica. Linee sporche e spesse che si torcono, si uniscono e si separano, colori che esplodono dalle pagine, spade laser che si mescolano ai poteri del Lato Oscuro… Riccardi ha sicuramente alzato l’asticella dell’arte in Star Wars con questo albo.
Buona anche la prova di Giorgia Sposito, nonostante uno stile totalmente diverso, che propone invece delle linee molto pulite e, nonostante il brand Avventure ci abbia abituato a tavole più semplici, comunque ricche di dettagli, in particolar modo nelle vesti Jedi, e con un ottimo dinamismo nelle scene d’azione. Più statico e probabilmente penalizzato dalla colorazione Juan Samu, invece.
La sensazione di conclusione
Mancano ormai poche opere alla fine dell’Alta Repubblica intesa come il progetto crossmediale che abbiamo conosciuto e, sebbene ci siano ancora tanti – forse troppi – punti aperti, la sensazione di conclusione e di avvicinamento alla fine si è fatta sentire in quest’opera. Al lettore risulta dunque chiaro che Echi di paura sia un tassello fondamentale e non solo l’ennesima avventura dei nostri eroi tra artefatti, Drengir, Senza Nome e Nihil.
Cosa non mi è piaciuto
Edizione italiana
Ho globalmente apprezzato il volume ma tocca segnalare, oltre al prezzo davvero elevato per una miniserie da quattro numeri per 112 pagine, che chi vi scrive non ha apprezzato la copertina scelta per il volume italiano, che non mostra i protagonisti (Reath, Cohmac e Amadeo) come la cover inglese, né la copertina del primo numero, quella con Darth Ravi, che avrebbe sicuramente attratto molti fan anche più “casual”.
Echi di paura – Conclusioni
L’Alta Repubblica Avventure – Echi di paura si rivela un tassello imprescindibile della Fase III, capace di intrecciare passato e presente con grande maestria. La storia di George Mann arricchisce la mitologia della saga, con connessioni profonde tra epoche diverse, offrendo un viaggio attraverso i secoli. La varietà artistica aggiunge valore alla narrazione, con momenti visivamente straordinari. Tra questi spicca il lavoro di Vincenzo Riccardi, che dà vita alla leggenda di Darth Ravi con un tratto audace e visionario, amplificando la tensione e la suggestione del Lato Oscuro.
Tuttavia, alcune scelte editoriali lasciano a desiderare. Oltre alla copertina dell’edizione italiana, che non valorizza i protagonisti né sfrutta l’immagine di Darth Ravi per catturare l’attenzione, anche il prezzo si rivela piuttosto elevato per una miniserie di quattro numeri. Nonostante questi dettagli, Echi di paura trasmette una forte sensazione di chiusura e compiutezza. Un’opera che, tra azione, mistero e flashback, lascia il segno nel panorama dell’Alta Repubblica.
Che cosa ne pensate di Echi di paura? Siete curiosi o soddisfatti di aver esplorato tanti momenti del passato grazie ai flashback? Cosa ne pensate della varietà degli stili di disegno?
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