Dopo l’enorme successo della Trilogia dell’Accademia Jedi (composta dai romanzi Sulle Orme dei Cavalieri Jedi, Il Discepolo Oscuro e I Campioni della Forza), l’autore Kevin J. Anderson ritorna alla galassia lontana lontana con una nuova pubblicazione, intitolato L’Arma Segreta.
Ambientato otto anni dopo la sconfitta dell’Imperatore nei cieli della luna boscosa di Endor, il libro narra dell’ascesa della minaccia degli Hutt, capitanati dallo spietato Durga, e del tentativo di Luke di “riaprire” alla Forza l’amata Callista, portata in salvo nel precedente romanzo a livello cronologico, La Stirpe dei Cavalieri Jedi.
Il romanzo è conosciuto in lingua originale col titolo di Darksaber (lo stesso termine usato per la spada laser nera di Tarre Vizsla, vista in The Clone Wars e Rebels) ed è ancora reperibile con media facilità in lingua italiana, nonostante il prezzo si attesti attorno a qualche decina di Euro.
- Titolo: Star Wars: Darksaber
- Data di uscita: 31 ottobre 1998
- Autore: Kevin J. Anderson
- Edito da: Sperling & Kupfer
- Edizione: Copertina flessibile, 392 pagine
- Prezzo (Ed. Inglese): € 7,29
“Oh no, non un’altra superarma!”
– Han Solo
Sinossi
Dopo aver salvato lo spirito di Callista a bordo del colossale Occhio di Palpatine, facendole prendere il possesso del corpo della defunta apprendista Jedi Cray Mingla, Luke deve far ricorso a tutte le sue conoscenze per riaprire l’amata alla Forza. Callista, infatti, pare essere cieca al legame mistico che connette tutti gli esseri viventi della galassia, impossibilitata persino a utilizzare i propri poteri da Jedi.
In primo luogo, Luke ritorna su Tatooine in compagnia di Han, il quale sta investigando su un sospettoso aumento delle attività degli Hutt.
Tornando dove tutto cominciò il maestro Jedi spera che lo spirito di Obi-Wan possa di nuovo apparire lui per fungergli da guida, ma purtroppo tale eventualità non si verifica.
Assieme a Callista, ufficialmente la sua nuova compagna, egli viaggia per la galassia nella speranza di trovare le conoscenze con le quali aiutare la donna: le tappe comprendono una cometa usata per l’estrazione di acqua, le paludi di Dagobah, le distese ghiacciate di Hoth e infine nuovamente Yavin 4.
Nel corso di questo percorso, però, Callista scopre di non essere completamente estromessa dalla Forza in quanto, in un momento di pericolo, è riuscita ad appellarsi -seppur brevemente- al lato oscuro, una prospettiva che la turba profondamente.
Gli Hutt, guidati da Durga, abbracciano un piano a dir poco ambizioso: costruire la loro propria superarma in grado di annichilire interi pianeti. Utilizzando le schematiche rubate con l’inganno dal centro dati della Nuova Repubblica, Durga incarica Bevel Lemelisk (un ingegnere responsabile di entrambe le Morte Nera) di costruire una stazione da battaglia lunga chilometri ed equipaggiata con un superlaser. Il nome della nuova superarma è Darksaber e viene costruita lontano da occhi indiscreti, celata nella cintura di asteroidi attorno a Hoth.
L’ufficiale della Repubblica Crix Madine assume il comando di una piccola squadra d’assalto per salire a bordo della minaccia tecnologica e sabotarla dall’interno. Tuttavia i membri del team periscono nel corso della missione e lo stesso Madine viene catturato, per poi essere freddato da Durga con un colpo di blaster al cuore.
Prima di morire, il leader dell’intelligence ribelle riesce a trasmettere alla flotta (capitanata dall’ammiraglio Ackbar e Wedge Antilles) la propria posizione. La task force della Nuova Repubblica giunge dunque nei pressi di Hoth troppo tardi per salvare Madine, costringendo però Durga e i suoi sottoposti a muovere la Darksaber sempre più in profondità nel campo di asteroidi.
Le imperfezioni dovute a un processo di costruzione non seguito rigidamente impediscono all’arma di sparare dal cannone del superlaser, fattore che impedisce a coloro che sono a bordo -tra cui lo stesso Durga- di essere frantumati dagli enormi asteroidi, assieme a tutta la stazione spaziale.
Dall’altro lato della galassia, l’Ammiraglio Daala, intenzionata a fare qualunque cosa per riunificare i resti del regno di Palpatine, raduna in un unico luogo tutti i litigiosi autoproclamatisi signori della guerra imperiali, uccidendoli con un gas letale.
In seguito a questo evento, ella dichiara di assumere il controllo dell’Impero ad interim, con Pelleaon che viene promosso a Vice Ammiraglio della flotta; viene inoltre scoperta anche l’esistenza del Super Star Destroyer Night Hammer, che diventa l’ammiraglia della forza d’attacco guidata da Daala stessa.
Il leader imperiale progetta quindi la vendetta a lungo attesa contro la Nuova Repubblica: il primo obiettivo individuato nel Jedi Praxeum di Yavin 4.
Prima del lancio dell’attacco, i Jedi Kyp Durron e Dorsk 81 viaggiano nei mondi del Nucleo e si imbattono nelle forze imperiali. Sfuggiti loro per il rotto della cuffia dopo averne carpito le intenzioni, i due discepoli di Luke avvisano la flotta della Nuova Repubblica (con Ackbar che decide di lasciare a Wedge l’assalto alla Darksaber) e giungono sul quarto pianeta del gigante gassoso.
Qui vengono organizzate in tutta fretta le difese dell’Accademia Jedi, con i giovani apprendisti che riescono a tenere a bada le forze terrestri imperiali comandate dallo spazio da Pellaeon, in attesa del’arrivo del ribattezzato Knight Hammer di Daala.
Intuendo la gravità del momento, Dorsk 81 sacrifica la propria vita per incanalare in sé la potenza della Forza di tutti i Jedi dell’Accademia; il risultato è un’enorme esplosione di energia che spazza la flotta imperiale in orbita nei più remoti confini del sistema di Yavin.
Nel frattempo il Knight Hammer giunge in prossimità del lussureggiante pianeta e continua l’attacco interrotto poco prima dal sacrificio di Dorsk 81; Ackbar giunge con una frazione della flotta della Nuova Repubblica, ma non riesce ad arrestare l’avanzata di Daala e dei suoi rinforzi.
Poco dopo Luke e Callista atterrano nei pressi dell’Accademia a bordo del Millennium Falcon, onde dare una mano nell’evacuazione del futuro nuovo Ordine Jedi.
Mentre il Maestro Jedi aiuta ad arrestare l’avanzata degli AT-ST e Juggernaut imperiali, Callista (ancora invisibile alla Forza), si allontana dal gruppo e pilota un bombardiere TIE sino a bordo del Knight Hammer. Una volta sbarcata, la donna riesce nel proprio intento: minare i motori, compromettendoli in maniera irreparabile nel breve periodo.
Intenzionata a fermare Daala una volta per tutte, Callista percorre l’intera nave, ormai svuotata grazie al lancio di molteplici gusci di salvataggio. Incrociando finalmente la propria strada con l’ammiraglio, l’ex-Jedi viene stordita e si lascia così sfuggire la leader imperiale.
Recuperata la capsula di salvataggio nella quale si trovava da parte della flotta sopravvissuta, Daala -divorata dal rimorso delle sue molteplici sconfitte- rassegna le proprie dimissioni da leader militare e politico, nominando al suo posto Pellaeon, ora a capo dell’Impero.
Luke intanto, convinto che Callista sia perita a bordo del Super Star Destroyer, torna alla vita di tutti i giorni, aiutando i suoi discepoli nella ricostruzione del tempio Massassi danneggiato nel corso della battaglia.
Qui riceve un messaggio da un misterioso mittente: quest’ultimo non è nient’altro che Callista, la quale si è riuscita a mettere in salvo a bordo di uno dei gusci di salvataggio rimasti.
La donna però afferma di non volersi immediatamente ricongiungere a Luke, intenzionata a continuare da sola il proprio viaggio alla ricerca della Forza e delle sue abilità perdute… promettendo di tornare dal Jedi quando sarà nuovamente degna del suo amore.

Ne L’Arma Segreta l’Ammiraglio Daala realizza il suo piano: eliminare i molteplici, litigiosi signori della guerra imperiali. Illustrazione di Darren Tan per il The Essential Reader’s Companion.
Cosa mi è piaciuto
Crix Madine
Sicuramente uno dei personaggi più amati dai fan (nonostante il breve minutaggio conferitogli ne Il Ritorno dello Jedi), il leader dell’Intelligence della Nuova Repubblica ottiene finalmente il suo momento di gloria ne L’Arma Segreta.
La sua piccola sottotrama, legata al sabotaggio della Darksaber, permette alla Nuova Repubblica di ricevere le informazioni su dove scovare e successivamente distruggere la superarma al servizio degli Hutt, salvando la galassia ancora una volta prima di venire barbaramente ucciso da Durga.
Curiosamente, si tratta del secondo personaggio (il primo era stato il Generale Veers nel fumetto La Vendetta dell’Imperatore) ad aver recitato delle battute nelle pellicole ed essere successivamente ucciso in un prodotto extracinematografico. Nella metà degli anni Novanta, quando il romanzo arrivò nelle librerie in lingua originale, tale scelta narrativa non venne accolta positivamente dai fan, analogamente a quanto accadde qualche anno dopo con Chewbacca in Vector Prime.

La Darksaber sotto attacco dalle forze della Nuova Repubblica. Illustrazione di Tommy Lee Edwards per il The New Essential Chronology.
Lo stile di scrittura
Esattamente come per il caso della Trilogia dell’Accademia Jedi, lo stile di Anderson ne L’Arma Segreta si distingue per l’immediatezza e scorrevolezza. Strutturando la vicenda in capitoli lunghi al massimo una decina di pagine, l’autore permette così ai vari fatti e personaggi di susseguirsi in maniera piuttosto veloce, evitando che il ritmo cali.
Anche in lingua Inglese la lettura risulta facilmente affrontabile anche dai meno esperti, senza periodi costruiti in maniera troppo complessa o termini ostici.
Diversi momenti sopra le righe
Non solo l’enorme esplosione di energia scatenata da Dorsk 81 di cui si parlerà di seguito, ma anche un altro frangente del romanzo merita assolutamente di essere ricordato perché davvero incredibile.
Mentre Luke e Callista si trovano su Hoth, loro e alcuni cacciatori di frodo vengono attaccati da un branco di feroci Wampa, e tra loro -nel ruolo di leader- si trova lo stesso esemplare che in Episodio V aveva quasi ucciso l’eroe dell’Alleanza Ribelle. Una coincidenza capace di strappare un sorriso al lettore, anche considerato il fatto che l’arco narrativo dell’animale trova finalmente la sua conclusione; riposi in pace.
Per fortuna, nonostante una vicenda tutto sommato non solidissima, la pubblicazione contiene anche dei momenti seri e fondamentali per lo sviluppo della storia a livello Legends: non solo Daala “riappacifica” i signori della guerra (come lo era, ad esempio, Cronal in Luke Skywalker and the Shadows of Mindor), ma Pellaeon diventa il leader delle forze imperiali rimaste, con conseguenze che si protrarranno sino alla duologia de La Mano di Thrawn, il The New Jedi Order e la serie Legacy of the Force.
Il potere della Forza
Un altro elemento da non trascurare rappresentato ne L’Arma Segreta è l’utilizzo della Forza, in particolare il farvi ricorso in maniera eccessiva può portare alla morte, come visto in Onslaught o più recentemente ne Gli Ultimi Jedi.
La concentrazione di energia scaturita da Dorsk 81 infatti, seppur esagerata negli effetti (una flotta spazzata via sino ai confini del sistema), dimostra come il potere mistico non sia una riserva inesauribile alla quale l’utilizzatore può attingere a piacimento… con buona pace di quanto visto ne Il Potere della Forza e seguito.
Cosa non mi è piaciuto
L’ennesima superarma
Non brilla particolarmente la scelta della minaccia nei confronti della Nuova Repubblica: un’ennesima versione della Morte Nera. Non solo il romanzo precedente (La Stirpe dei Cavalieri Jedi) vedeva la super Dreadnaught Occhio di Palpatine al centro della scena, ma basti pensare alla Trilogia dell’Accademia Jedi del medesimo autore: solo in questi libri comparivano il Disintegratore Stellare e il prototipo della Morte Nera stessa.
Chiaramente è fondamentale imbastire un pericolo credibile per i protagonisti in un romanzo d’azione e avventura, ma si può affermare che L’Arma Segreta fallisce completamente nell’intento.
Nel corso dell’intera narrazione, difatti, la Darksaber viene descritta quasi come un giocattolo nelle mani di qualcuno troppo potente, senza dimenticare tutte le osservazioni sul come sia effettivamente non assemblata secondo i criteri degli ingegneri. Impossibile percepire quindi una sensazione di effettiva pericolosità provenire dalla stazione spaziale, a differenza di quanto fatto da Kyp Durron col Disintegratore Stellare al sistema di Carida ne Il Discepolo Oscuro.
Durga the Hutt
La più grande delusione del romanzo proviene direttamente da quelli che dovrebbero essere i malvagi che mettono in moto tutti gli eventi: gli Hutt. Di questi in fin dei conti non ci viene detto molto, solo che Durga è a capo del progetto e comanda gli imperiali alleatisi con lui.
Il problema è che l’Hutt viene rappresentato come una semplice macchietta: irascibile, impaziente e sordo agli avvertimenti dei sottoposti (soprattutto Lemelisk, il quale cerca di avvisarlo che l’arma non è pronta a sostenere un combattimento). Le sue comparsate sono parecchio stereotipate e non vi è l’ombra dell’approfondimento che ci viene di lui fornito in altre opere come, ad esempio, ne Il Complotto degli Hutt.

Il Generale Madine viene ucciso a sangue freddo da Durga the Hutt a bordo della Darksaber, così come raffigurato nel volume The Essential Chronology.
Commento finale
Sebbene caratterizzato da una storia e degli antagonisti assolutamente non memorabili, L’Arma Segreta rappresenta comunque un romanzo godibile in grado di strappare la sufficienza.
Al suo interno si possono individuare almeno due momenti fondamentali dell’universo Legends, sebbene non manchi una certa dose di leggerezza nella narrazione di diversi frangenti. Lo stile immediato e scorrevole dell’autore risulta un’enorme punto a favore della pubblicazione, con dei capitoli brevi in grado di alternare frequentemente le vicende, conferendo comunque un certo livello di varietà alla narrazione e un ritmo sostenuto.
Consigliato principalmente ai fan più accaniti e da leggersi preferibilmente a seguito de La Stirpe dei Cavalieri Jedi.
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