[Recensione] La Gemma di Kaiburr

Summary
Figlio di un periodo storico in cui Star Wars non era ancora Star Wars, La Gemma di Kaiburr rappresenta il vero nastro di partenza dal quale nei decenni successivi si sarebbe sviluppato l'immenso Universo Espanso, oggi conosciuto come Legends. I protagonisti non sono quelli che si è imparato a conoscere nel corso dei successivi episodi della trilogia classica, tuttavia quelle che oggi appaiono a posteriori delle ingenuità in buona fede riescono a strappare più di un sorriso e a conferire al prodotto un tono indubbiamente vintage, apportando un certo grado di fascino all'opera. La narrazione, complice anche la storia tutto sommato breve semplice, risulta scorrevole ed estremamente leggera, ottima per passare qualche ora senza troppe pretese. L'edizione Mondadori dell'epoca è in semplice copertina flessibile e il romanzo può essere ancora reperito con relativa facilità a qualche decina di Euro. Imprescindibile per il valore storico, da leggere almeno una volta.
Good
  • Sapore estremamente vintage
  • Vero punto zero dell'Universo Espanso
  • Ingenuità "a posteriori"
Bad
  • Traduzione di un tempo con ovvie lacune
  • Il ritmo non è sostenuto
6.8
Sufficiente
Storia - 6.5
Scrittura - 6.5
Edizione - 7
Sensazioni - 7

Prima dell’Universo Espanso e ancor prima de L’Impero Colpisce Ancora, c’era La Gemma di Kaiburr: il primo romanzo Star Wars narrante una storia originale.
Scritto da Alan Dean Foster (già ghost writer della novelizzazione della pellicola del 1977), la pubblicazione ha origine dalla sceneggiatura per un eventuale sequel a basso costo di quello che oggi conosciamo come Una Nuova Speranza, nel caso il progetto dell’attuale Episodio V non avesse ricevuto luce verde dalla 20th Century Fox.
Arrivato nelle librerie d’oltreoceano quasi un anno dopo l’uscita del leggendario primo film, che all’epoca era ancora sulla cresta dell’onda grazie a fenomeni accessori come i giocattoli Kenner, La Gemma di Kaiburr giunse anche in Italia nel 1979, non riportando il marchio Guerre Stellari e rientrando nella collana Oscar Fantascienza di Mondadori.
Esiste anche un adattamento a fumetti di questo romanzo, pubblicato nel cinquantanovesimo numero della collana Legends della Gazzetta dello Sport, intitolato Luke e Leila.
La Gemma di Kaiburr cover

  • Titolo: Star Wars: Splinter of the Mind’s Eye
  • Data di uscita: 27 agosto 1979
  • Autore: Alan Dean Foster
  • Edito da: Mondadori, collana Oscar Fantascienza
  • Edizione: Copertina flessibile, 174 pagine
  • Prezzo: € 14,90

“Qualosa più nero della notte turba la Forza, Leia” riprese Luke. “Il Governatore Essada deve averlo chiamato per mandarlo qui. Viene per riprendersi noi due”.
Chi viene?” gridò Halla spaventata.
“Sua signoria Darth Vader.” La voce di Leia era un sussurro. “Il Signore Nero di Sith. Una nostra… vecchia conoscenza.” Le sue mani tremavano come foglie.
– Luke e Leia avvertono l’arrivo di Vader

Sinossi

Due anni dopo la distruzione della Morte Nera nell’orbita di Yavin 4, Luke Skywalker e la Principessa Leia pilotano separatamente due caccia Ala-Y nel sistema di Circarpous per incontrarsi con una cellula ribelle, stanziata sulla superficie del quarto pianeta.
Improvvisamente, la nave della principessa di Alderaan inizia a soffrire di un malfunzionamento meccanico e si trova costretta a effetturare un atterraggio d’emergenza sul quinto pianeta del sistema, denominato Mimban. Luke, nel tentativo di deviare la nave di Leia verso una traiettoria sicura per l’atterraggio, guasta anche il suo Ala-Y ed è costretto a schiantarsi in maniera controllata.

Luke, Leia, R2-D2 e C-3PO scoprono ben presto Mimban è un ostile mondo paludoso, nonchè sito di un’importante operazione mineraria di carattere imperiale. Attraversata la folta giungla, il quartetto giunge in una delle colonie abitate del pianeta e -per non dare nell’occhio- si fingono lavoratori locali.
Nel bar locale, i protagonisti incontrano un’anziana donna di bell’aspetto di nome Halla. L’eccentrica figura femminile narra a Luke un’antica leggenda riguardante un cristallo nascosto nel cuore della giungla, in grado di amplificare enormemente i poteri della Forza di un individuo.

Spoiler sulla vicenda

Per convincere l’ex fattore di Tatooine, Halla mostra al giovane Jedi un frammento dello strano minerale, apparentemente in grado di rispondere agli stimoli della Forza provenienti dalla donna.
Prima che possano indagare ulteriormente, Luke e Leia si ritrovano nel mezzo di una rissa con i minatori locali, col solo risultato di attirare l’attenzione delle autorità imperiali, che li conducono nella prigione locale.
I due giovani eroi della Ribellione riescono però a evadere in breve tempo grazie all’aiuto di Halla e di due prigionieri Yuzzem di nome Kee e Hin. L’intero gruppetto riesce a far perdere le proprie tracce, lanciandosi nel folto della giungla a bordo di un mezzo rubato, ma viene separato quando vengono attaccati da un colossale wandrella delle paludi.

Luke e Leia, per sfuggire alla mostruosa creatura, sono costretti a trovare riparo in alcune grotte sotterranee create dai popoli che abitavano Mimban nell’antichità e solo apparentemente deserte.
In questi tunnel, il Jedi e la principessa devono far fronte non solo alla fauna selvatica che abita il sottosuolo del pianeta, ma anche con i nativi e primitivi Coway.
Nonostante tutti gli ostacoli che si interpongono nel loro cammino, il duo giunge infine al tempio del dio Pomojema -nel quale il cristallo Kaiburr è collocato- riunendosi con i compagni perduti di vista dopo l’assalto del wandrella qualche giorno prima.

Nel mentre il capitano supervisore Grammel, rappresentante l’autorità imperiale sul pianeta, realizza tardivamente come quelli che fino a pochi giorni prima erano dei semplici prigionieri senza documenti, in realtà erano due membri della Ribellione di primo piano.
Tale scoperta viene comunicata a Darth Vader, il quale si reca immediatamente su Mimban e uccide Grammel a causa della sua incompetenza nel mantenere sotto la sua custioda i prigionieri.
Deciso a catturare il pilota che ha distrutto la Morte Nera e avvertendo il richiamo del cristallo leggendario, il Signore Oscuro si mette sulle tracce dei protagonisti e giunge per primo al tempio di Pomojema.

Dopo aver ucciso i due Yuzzem, egli disattiva i droidi R2-D2 e C-3PO e tende una trappola ai due giovani membri della Ribellione.
A causa del crollo di una parte del soffitto, Luke risulta momentaneamente tagliato fuori dalla lotta, in quanto la sua gamba rimane bloccata sotto alcuni detriti. Tale sviluppo costringe Leia a imbracciare la spada laser e affrontate in duello Darth Vader in persona. Il Sith umilia la Principessa di Alderaan, ferendola a più riprese con la propria lama cremisi prima di farla crollare a terra, esanime.
Liberatosi dai calcinacci, Luke raccoglie la spada e duella contro il braccio destro dell’Imperatore. Abbandonatosi completamente alla Forza, il ragazzo pare combattere incanalando in sè lo spirito di Obi-Wan Kenobi.

Grazie a questa sintonia col potere mistico che pervade la galassia, Luke riesce ad amputare la mano destra di Vader; quest’ultimo, prima di sferrare il colpo di grazia a un avversario comunque spacciato, però cade apparentemente senza chiara spiegazione in un profondo pozzo scavato nel pavimento.
Recuperato il cristallo oggetto della ricerca, il Jedi utilizza i miracolosi poteri del minerale per curare le molteplici ferite di Leia. Recuperati i droidi, i due giovani possono finalmente lasciare il mondo paludoso e portare con loro Halla, che decide di unirsi alla causa della Ribellione.

[riduci]
Leia Vader La Gemma di Kaiburr

Leia affronta a viso aperto il Signore Oscuro dei Sith imbracciando la spada laser di Luke. Illustrazione di Chris Trevas per il Jedi vs. Sith: The Essential Guide to the Force.

Cosa mi è piaciuto

L’origine dell’Universo Espanso

Ancor più che i fumetti Marvel (i veri prodotti a offrire per la prima volta delle storie inedite), è La Gemma di Kaiburr a essere universalmente ricordato come la prima pubblicazione andata ad ampliare l’universo di mondi, fatti e personaggi fantastici creati da George Lucas.
A questa sarebbe seguita la trilogia di Han Solo gli anni successivi (scritta da Brian Daley, di cui fa parte anche Han Solo Guerriero Stellare) e qualche altro prodotto, ma sarà solo dagli Anni Novanta che il mondo dei romanzi tornerà a esplodere, riprendendo le fila di quanto ereditato dalle pellicole, dai fumetti e dai pochi precedenti libri.
I concetti (come la pietra Kaiburr) non sono stati ripresi se non limitatamente, però l’importanza filologica del romanzo è indubbia e risulta una pietra miliare per gli amanti del mondo cartaceo Star Wars.

Ingenuità “a posteriori”

Uno dei pregi de La Gemma di Kaiburr è quello di presentarci gli eroi che conosciamo oggi in una veste completamente differente, in quanto allora il materiale su cui basarsi per la costruzione dei personaggi e delle vicende era decisamente limitato.
Luke risulta ambivalente: in certe situazioni è un insicuro ragazzo che sente sulle spalle l’eredita dei Jedi, mentre in altri frangenti sembra un vero e proprio teppista. Non solo a volte sembra di animo malvagio (disposto a ingannare e usare gli indigeni per i propri fini), ma arriva anche a tirare uno schiaffo a Leia per sviare le indagini di un ufficiale imepriale. Senza dubbio uno scenario difficilmente riproponibile in un prodotto carteceo odierno.
Leia invece non è indipendente e forte, ma risulta spesso e volentieri la principessina viziata e in grado di impuntarsi in maniera ostinata; fortunatamente viene data lei la possibilità di riscattarsi nel duello con Vader nell’atto finale.
Menzione d’onore per la tensione sessuale tra il ragazzo e la ragazza, elemento assai ricorrente e ben rimarcato nel corso della narrazione. Al giorno d’oggi risulta quasi straniante, ma è necessario rammentare che all’epoca -anche per come finiva Episodio IV– una storia amorosa tra i due pareva lo sviluppo più probabile.
Tuttavia, il primo premio va conferito a una scena particolare: nell’atto dell’attraversamento di un lago sotterraneo si scopre che Luke (proveniente da un mondo desertico) è capace di nuotare, mentre la Principessa di Alderaan no.

La Gemma di Kaiburr 1 cover

Cover di Hugh Fleming per il primo numero dell’adattamento a fumetti della Dark Horse de La Gemma di Kaiburr.

Ambientato col senno di oggi in prossimità di Episodio V (tra il suddetto e il romanzo recensito infatti c’è solo Sul Filo del Rasoio), non si notano riferimenti alle opere Marvel precedenti, mentre quelli a Una Nuova Speranza sono ridotti davvero al minimo: l’intenzione di allora era chiaramente creare un romanzo completamente stand-alone, che potesse avvicinare altre persone alla galassia lontana lontana.
Un’ulteriore curiosità riguarda Han Solo, visto che viene nominato solo indirettamente e di sfuggita. Questo perchè Harrison Ford all’epoca non aveva ancora firmato il contratto per apparire in un seguito, motivo per il quale la sceneggiatura era stata imbastita preventivamente senza il suo personaggio.

Cosa non mi è piaciuto

Ritmo blando

La Gemma di Kaiburr, oltre a essere figlia di un’epoca in cui la saga non era ancora quella che conosciamo oggi, risulta sempre una pubblicazione di quarant’anni fa dove i gusti generali dei lettori erano molto diversi da quelli più recenti.
L’intera storia, infatti, non brilla per intensità e risulta tutto sommato relativamente molto semplice. Chi si aspetta un romanzo ricolmo d’azione come quelli dagli Anni Novanta in poi rischia di rimanere deluso.

La traduzione

Non un vero e proprio punto a sfavore nel senso stretto, ma la traduzione è stata chiaramente svolta senza fare riferimento alla versione cinematografica italiana. I personaggi infatti hanno i nomi originali (come ad esempio i droidi Artoo e Threepio), elementi che all’epoca devono aver creato non poca confusione nei lettori fan della saga.
Tutte “leggerezze” che ci sentiamo di perdonare tranquillamente, a differenza di quanto fatto con opere più recenti come Il Potere della Forza.

La Gemma di Kaiburr Darth Vader

Nell’adattamento fumettistico, viene mostrato come mai Vader crolla nel pozzo: inciampa nel suo stesso braccio mozzato.

Commento finale

Figlio di un periodo storico in cui Star Wars non era ancora Star Wars, La Gemma di Kaiburr rappresenta il vero nastro di partenza dal quale nei decenni successivi si sarebbe sviluppato l’immenso Universo Espanso, oggi conosciuto come Legends.
I protagonisti non sono quelli che si è imparato a conoscere nel corso dei successivi episodi della trilogia classica, tuttavia quelle che oggi appaiono a posteriori delle ingenuità in buona fede riescono a strappare più di un sorriso e a conferire al prodotto un tono indubbiamente vintage, apportando un certo grado di fascino all’opera.
La narrazione, complice anche la storia tutto sommato breve semplice, risulta scorrevole ed estremamente leggera, ottima per passare qualche ora senza troppe pretese.
L’edizione Mondadori dell’epoca è in semplice copertina flessibile e il romanzo può essere ancora reperito con relativa facilità a qualche decina di Euro.
Imprescindibile per il valore storico, da leggere almeno una volta.

Non dimenticate di condividere, commentare la recensione e, soprattutto, di lasciare anche voi il vostro voto al romanzo La Gemma di Kaiburr nel box! Vi ricordiamo che potete trovarci anche su Telegram con il nostro canale ufficiale: https://t.me/swlibricomics

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Nato a Udine nel 1993, sono laureato in Analisi e Gestione dell’Ambiente presso l’Università di Bologna. La passione per Star Wars inizia a manifestarsi all’età di otto anni e da allora non mi ha mai abbandonato. Patito degli Anni 80 e della cultura pop dell’epoca; amante della musica in generale, dal thrash metal alla synthwave moderna. Collaboro con Star Wars Libri e Comics al fine di entrare in contatto con altri fan ed eventualmente orientare coloro i quali volessero muovere i primi passi all’interno del mondo cartaceo della saga.

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