Facente parte del Journey to The Last Jedi, Star Wars – Canto Bight è una raccolta di quattro racconti incentrati sulla città casinò di Canto Bight, che si vedrà (o che avete visto dato che, se siete qui, è probabile che abbiate già visto il film) in Episodio VIII.
- Titolo: Star Wars – Canto Bight
- Data di uscita USA: 5 dicembre 2017
- Autori: Saladin Ahmed, Rae Carson, Mira Grant, John Jackson Miller
- Edito da: Del Rey
- Edizione: Copertina flessibile (320pp)
- Prezzo: €11.68
Gli Autori
Saladin Ahmed e Mira Grant sono 2 autori fantasy alla loro prima apparizione nell’universo di George Lucas, mentre abbiamo già visto Rae Carson in una piccola, e decente, storia su R5D4, all’interno di A certain Point of View. Al contrario, il quarto ed ultimo autore di quest’antologia è decisamente più conosciuto dai fan, essendo il creatore della serie a fumetti Star Wars: Knights of the Old Republic, e l’autore di Star Wars – Una nuova Alba.
Sommario editoriale
Presto al cinema in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, vi diamo il benvenuto alla città casinò di Canto Bight. Un posto dopo alieni esotici, creature assurde e altri scalatori sociali sono disposti a rischiare tutto per fare fortuna. Ambientato in una fatidica serata, questi quattro racconti originali esploreranno gli inganni e i pericoli della città casinò.
- Un venditore onesto incontra un criminale in carriera mentre una vacanza da sogno si trasforma nel peggior incubo immaginabile in una storia di Saladin Ahmed.
- Sogni e schemi si scontrano quando un accordo su una inestimabile bottiglia di vino diventa una lotta per la sopravvivenza raccontata da Mira Grant.
- Le vecchie abitudini sono dure a morire quando un servitore è costretto alla folle lotta per il potere tra l’élite di Canto Bight in un racconto di Rae Carson..
- Un giocatore d’azzardo ha un’ultima possibilità di trasformare la sua fortuna in giro, tutto ciò che deve fare è sopravvivere a una notte selvaggia come raccontato da John Jackson Miller..
A Canto Bight, si è liberi di divertirsi di più, non toccati dai problemi di una galassia che ancora una volta affronta il caos e la guerra. I sogni possono diventare realtà, ma la posta in gioco non è mai stata più alta, perché c’è un’oscurità oscurata da tutto il fascino e il lusso.
La prima storia, Rules of the Game, è incentrata su un venditore della VaporTech (azienda che nella realtà vende svapatori per altro), Kedpin Shoklop, che ha vinto un viaggio di due settimane “tutto incluso” su Canto Bight. Qui, il protagonista si ritrova coinvolto da un criminale, che lo vuole sfruttare per un omicidio, ma che alla fine lo risparmia. Kedpin si ritrova sballottato da una scena all’altra senza essere realmente incisivo, fino a quando un gruppo di gangster, per i quali il criminale lavorava, li aggrediscono. I due riescono a salvarsi, e nel finale si scopre che in realtà Kedpin, scoprendo che il concorso della sua azienda era truccato, aveva hackerato il sistema per vincere.
Il secondo racconto, scritto dalla penna di Mira Grant, ha per protagonista una sommelier, Derla Pydis, la quale vuole procurarsi un leggendario vino dalle sorelle Grammus, che affermano di provenire da un’altra dimensione. La trattativa tuttavia si complica quando anche la proprietaria di un nightclub vuole comprare il vino, e fa di tutto per averlo. Compreso usare un blaster. Alla fine però, tutto si risolve per il meglio.
La terza storia, “Hear Nothing, See Nothing, Say nothing“, si incentra su Lexo Sooger, una massaggiatrice, e sulla figlia adottiva. Le due conducono una vita tranquilla, finché non si ritrovano intrappolatate in una lotta di potere tra gli alti ranghi della città.
Il quarto e ultimo racconto, di John Jackson Miller, ci presenta Kaljach Sonmi, un giocatore d’azzardo, sommerso dai debiti, che si gioca tutto e perde contro i “Lucky Three”, trio di criminali e scommettitori accaniti.
Anzichè scrivere un “cosa mi è piaciuto/non piaciuto”, ho deciso di inserire un commento più lungo, data la diversità delle 4 storie, e dei quattro autori.
Commento
La natura di “outsider” di Kedpin, cioè quella di un protagonista che proviene da un mondo esterno a quello dove viene narrata la vicenda, permette a Saladin Ahmed di sfruttare il proprio racconto come introduzione a Canto Bight, e la cosa riesce abbastanza bene, data anche una scrittura dettagliata, ma sostanzialmente chiara. Inoltre, risulta molto divertente il contrasto tra l’incredibile ingenuità del protagonista, e il cinismo dell’iniziale antagonista/co-protoganosita.
Per quanto riguarda il secondo racconto, è di una natura più particolare. L’autore dipinge i personaggi, decidendo tra il bianco e il nero (solo un Sith vive di assoluti), in maniera abbastanza evidente. Non che sia un difetto, anzi, la scrittura della Grant è poetica, ma spesso si dilunga troppo nei dialoghi, risultando prolissa.
Il terzo racconto neanche mi ha conquistato a pieno, nonostante una scrittura veloce, a tratti da thriller, in contrasto con quella precedente. Alcune scene non convincono, forse per alcuni errori di trama, forse per l’essere scontate. Tuttavia, l’ho trovato interessante grazie alla dovizia di particolari che fornisce sulla città, e sui suoi ranghi sociali.
La quarta storia è incentrata sul gioco d’azzardo, e si alterna la bravura, e sfortuna, del protagonista, con l’incredibile fortuna dei tre fratelli. Avvincente il modo in cui, attraverso il punto di vista di Kal, il lettore venga a conoscenza delle regole del gioco.
Commento finale
Nonostante non abbia amato la raccolta, dati i diversi problemi delle storie, da appassionato non posso che apprezzare il modo in cui viene introdotta la “Las Vegas della galassia lontana, lontana”. I particolari di cui veniamo a conoscenza sono molti. La corruzione della CBPD, la polizia di Canto Bight, che preferisce lavorare per chi è ricco, piuttosto che per la legge; l’equivalente di Jabba The Hutt, Big Sturg Ganna, il boss di una gang che rapisce la figlia di Lexo. Ganna per altro è anche un collezionista, e tra i suoi oggetti annovera un pezzo della seconda Morte Nera.
Altro dettaglio di cui veniamo a conoscenza è l’estraneità di Canto Bight dal resto della galassia. Il pianeta, Cantonica, è un luogo dove le persone vengono per scappare dai propri problemi, spendere, e rilassarsi. La maggiorparte di esse non è a conoscenza di ciò che succede nel resto della galassia, l’esistenza del Primo Ordine, o della Nuova Repubblica, è solamente accennata e rimane quasi velata. L’unico a parlare di una possibile guerra è il coprotagonista della prima storia, mentre l’unico ad accennare alla distruzione di Hosnian Prime (vista in Star wars: Il Risveglio della Forza), sede del Senato Galattico, è Kal.Per concludere, un’antologia che non brilla in qualità, ma piena di particolari interessanti che possono piacere a chi è interessato ad approfondire una delle “location” di The Last Jedi.