The New Jedi Order 5 di 19
Seguito di Hero’s Trial, Jedi Eclipse rappresenta il secondo e conclusivo capitolo dell’arco denominato Agents of Chaos. In questo libro Han non è più il protagonista indiscusso come nel precedente, ma il focus si orienta anche su altri personaggi, in particolare Leia e le sue vicissitudini legate alla politica e alla tematica di coloro che fuggono dalla guerra.
Come i precedenti libri, la situazione è ancora in mutamento ed evoluzione, con una galassia che si dirige sempre più verso il punto di non ritorno. L’autore è ancora una volta James Luceno, il cui utilizzo di una terminologia assolutamente non comune potrebbe portare ad una lettura assai difficoltosa per coloro i quali non siano avvezzi con la lingua Inglese.
- Titolo: Star Wars: The New Jedi Order – Agents of Chaos II: Jedi Eclipse
- Data di uscita: 3 ottobre 2000
- Autore: James Luceno
- Edito da: Del Rey
- Edizione: Copertina flessibile, 348 pagine
- Prezzo: € 5,52
Sinossi
La spietata e inarrestabile avanzata degli Yuuzhan Vong continua, costringendo milioni di cittadini della Nuova Repubblica ad abbandonare i loro mondi natii ed emigrare verso altri pianeti, obbligando il comitato per il riallocamento dei rifugiati (il SELCORE, rappresentato dalla figura di Leia) a una corsa contro il tempo per trovare una nuova casa per i moltissimi disperati; tra questi ci sono anche alcuni Ryn, esponenti di una razza nomade da sempre emarginata e discriminata dalle altre in ogni angolo della galassia.
Han nel frattempo, dopo aver nuovamente lasciato Coruscant e famiglia, torna alla vita di viaggiatore tra le stelle, per aiutare il suo nuovo amico Droma, un Ryn, a trovare la famiglia perduta nel caos dovuto agli invasori.
Il SELCORE non ha affatto vita facile, Leia e la leader dell’organizzazione, la senatrice Viqi Shesh, incontrano difficoltà non solo a trovare pianeti che ospitino i rifugiati, ma anche a far convivere tra loro le diverse specie.
Riprendendo le vesti della diplomatica, la principessa di Alderaan si reca presso il Consorzio di Hapes al fine di chiedere ausilio per la gestione delle persone vittime della guerra e, in più, truppe con le quali contrastare la marea nera Vong.
Proprio questi ultimi hanno stretto un’inaspettata alleanza con gli Hutt, siglando un trattato che permetterà agli invasori extragalattici di velocizzare il proprio ingresso verso le regioni centrali attraverso lo spazio Hutt, grazie soprattutto alle risorse messe a disposizioni da alcuni loro pianeti.
Tuttavia il nemico non pone alcuna fiducia nella specie criminale e, di proposito, usa i ripugnanti signori di Nal Hutta per diffondere informazioni fasulle tra i ranghi dei comandi militari della Nuova Repubblica, ben consapevoli che gli Hutt venderanno tali intelligence al migliore offerente.
Sospettando dunque che il prossimo obiettivo degli Yuuzhan Vong sia Corellia, il consiglio a capo del governo della galassia decide di ripartire la propria flotta dirottandola in direzione Bothawui, pianeta natale dei Bothan e del Capo di Stato Borsk Fey’lia. Per quanto riguarda Corellia invece, il suo sistema viene lasciato apparentemente senza difese sostanziali, onde attirare il nemico in una trappola.
Quest’ultima consiste nel far cadere la flotta degli invasori nel raggio d’azione della Stazione di Centerpoint, l’antica stazione spaziale usata come arma gravitazionale nell’insurrezione corelliana di qualche anno prima.
Anakin e Jacen vengono mandati a bordo dell’enorme costrutto e si ritrovano a lavorare con riluttanza a fianco di Thrackan Sal-Solo, cugino di loro padre, che sei anni prima aveva tentato di rapirli. Durante tale evento, Anakin impresse se stesso nei circuiti della stazione, suggerendo l’idea che -data l’ora buia- potrebbe essere l’unico in grado di rimetterla correttamente in funzione.
Jacen, dinanzi a tale eventualità, esprime tutto il suo disaccordo dinanzi all’utilizzo di questo strumento nel corso della guerra.
Qualche tempo prima, nel corso della battaglia di Gyndine, l’impulsivo Jedi Wurth Skidder, si era lasciato catturare nella speranza di poter studiare il nemico da vicino. A bordo della clustership Crèche, adibita appositamente al trasporto di uno dei coordinatori da battaglia telepatici che rispondono al nome di yammosk, Skidder e altri individui sono costretti a fornire la loro energia mentale per la crescita dell’orrore biologico.
Mentre il Jedi cerca di mantenere celate le sue abilità di utilizzatore della Forza, incontra e lega con Roa (amico di Han del quale si erano perse le tracce dall’assalto alla Jubilee Wheel sopra Ord Mantell), anch’egli tra i prigionieri costretti a servire lo yammosk nel suo processo di sviluppo.
Ben presto l’attacco però non si rivela indirizzato a Corellia, bensì ai cantieri navali orbitanti di Fondor, una delle strutture strategiche della Nuova Repubblica.
Dopo aver causato una ribellione di droidi sul mondo agricolo Ruan (i quali si era scoperto essere destinati a offerta ai Vong in caso di invasione), Han viene a conoscenza del fatto che i Ryn della famiglia di Droma sono passati per quel pianeta, ma mediante dei documenti falsi sono riusciti a farsi trasportare assieme ad altri disperati fuori da Ruan stesso.
I rifugiati però non vengono trasportati alla meta accordata, bensì abbandonati in una struttura orbitante sopra il mondo cantieristico oggetto dell’incursione degli invasori extragalattici.
Il tempestivo arrivo del Millennium Falcon fornisce ai disperati traditi dai propri traghettatori di mettersi in salvo all’ultimo minuto, permettendo a Droma di riunirsi con i suoi cari.
L’infuriare della battaglia si accentua ulteriormente con l’arrivo di Kyp Durron e la sua squadriglia di caccia, la quale si lancia all’assalto della clustership nemica Crèche; l’incursione permette di liberare e portare in salvo diversi prigionieri catturati nel corso delle varie campagne, tra cui Roa. Skidder, tuttavia, non riesce a sopravvivere a causa delle torture mentali inflitte lui dallo yammosk dopo aver scoperto la sua natura di Jedi e i suoi piani di infiltrazione tra le fila Vong.
Ganner Rhysode pone fine all’esistenza dello yammosk, evento che -comportando la perdita del controllo sui dovin basali- da il via a una reazione a catena che si conclude con il collasso su se stessa della Crèche.
Grazie alla missione di Leia nel Consorzio di Hapes e al supporto di una conoscenza di lunga data (il principe Isolder), le forze militari Hapane giungono in supporto nel sistema, onde dare man forte alla flotta della Nuova Repubblica.
Temendo che l’utilizzo della Stazione di Centerpoint possa condurre al Lato Oscuro, Anakin si rifiuta di assumersi la responsabilità dell’utilizzo della superarma gravitazionale: il cugino di Han, Thrackan, decide di agire nonostante la titubanza del ragazzo e apre il fuoco della stazione.
Sfortunatamente il colpo non viene guidato con la precisione che sarebbe richiesta e questo distrugge in un battibaleno metà della flotta degli Yuuzhan Vong e tre quarti delle navi da guerra del principe Isolder.
All’indomani della battaglia, conclusasi con la ritirata degli invasori, Nom Anor prende contatto con un alleato segreto negli alti ranghi della Nuova Repubblica: la senatrice a capo del SELCORE, Viqi Shesh, la quale segretamente lavora e collabora col nemico.
Cosa mi è piaciuto
Inizio adrenalinico
La parte più intensa e riuscita di Jedi Eclipse viene proposta immediatamente nelle prime pagine del romanzo. Leia, infatti, si trova su Gyndine che risulta sotto assedio da parte del nemico, in particolare a causa dei terribili Sputafuoco, organismi viventi giganti in grado di emettere materiale incendiario e dal concept chiaramente ispirato ai tripodi marziani de La Guerra dei Mondi.
Per merito del talento dell’autore l’evacuazione del pianeta viene resa in maniera frenetica e drammatica (anche grazie al punto di vista interno alla vicenda di Leia, presente al fronte), fornendo al lettore quella vera sensazione di “emergenza” dovuta alla ormai tanto temuta minaccia Yuuzhan Vong al comando delle loro aberrazioni bioingegnerizzate.
Il gioco di inganni
Come visto ne Il Complotto degli Hutt, una delle peculiarità della razza di gangster è quella di tramare alle spalle del nemico mediante sotterfugi, sabotaggi e omicidi. Il libro in questione non fa eccezione nel rappresentare i signori di Nal Hutta, indicati come inizialmente asserviti all’invasore (in quanto per loro la Nuova Repubblica non può uscirne vincitrice), ma alla prima occasione ne approfittano per girare delle informazioni al governo centrale di Coruscant.
Interessanti i capitoli dedicati alle negoziazioni Hutt/Vong, dove traspare comunque l’intenzione dei criminali di poter in qualche modo guadagnarci qualcosa dalla guerra in atto, senza per qeusto sbilanciarsi completamente in direzione di una delle due fazioni in campo, scelta che indubbiamente si ritorcerà contro i gangster.
La potenza della Centerpoint
Quando lo scontro combattuto nell’orbita di Fondor nel finale di Jedi Eclipse pare prendere una brutta piega nonostante i rinforzi provenienti da Hapes, avviene il colpo di scena: la millenaria stazione da battaglia viene attivata in maniera non corretta dal sistema di Corellia e il suo fascio d’energia risulta mal indirizzato.
Il colpo annichilisce infatti in poco tempo metà della flotta Vong e tre quarti di quella del Principe Isolder, giunto in aiuto della Nuova Repubblica per far fronte all’invasore; questa mossa a sorpresa provoca sì la ritirata del nemico, ma rappresenta pur sempre una vittoria mutilata. Particolarmente riuscita l’idea (nonostante la stazione risulti decisamente “spropositata” per la sua potenza), ora resta da vedere se verrà sviluppata o meno nei capitoli successivi.
Il funzionamento della superarma non è dissimile da quanto visto ne Il Risveglio della Forza con la Base Starkiller, anche nel caso de Il Risveglio della Forza il fascio di energia viaggia attraverso l’iperspazio per colpire uno specifico obiettivo remoto..

La devastante forza della Centerpoint, operata durante la Battaglia di Fondor. Illustrazione di Jeffrey Carlisle per il The New Jedi Order Sourcebook.
Galassia alla deriva
Una delle tematiche ricorrenti e portanti a questo punto del The New Jedi Order è quella dell’avanzata spietata dei Vong, alla quale si accompagna necessariamente un esodo di massa da quei mondi ormai asserviti al dominio del nemico.
La necessità di risolvere il problema dei rifugiati, come già detto, contribuisce ad aumentare la drammaticità dovuta al conflitto ormai in atto su scala galattica. Oltre a essere un ulteriore ostacolo per gli eroi, rappresenta indubbiamente un altro elemento della trama dal quale potrebbero generarsi sviluppi notevoli, come suggerito dalla rivelazione delle ultime pagine.
Cosa non mi è piaciuto
Diverse sottotrame deboli
Purtroppo, per la prima volta nell’arco della serie, Jedi Eclipse presenta dei filoni assolutamente non entusiasmanti legati a dei personaggi.
Il primo è quello di Leia che, riprendendo personaggi e luoghi già visti in Un Amore per la Principessa, si trova a fare i conti con delle usanze e delle dinamiche di potere da antica corte, essendo la tradizione di Hapes qualcosa di estremamente radicato all’interno di quella regione galattica. Il duello tra Isolder, favorevole a scendere in campo al fianco della vecchia fiamma Leia, e l’arconte Thane, isolazionista, risulta quasi fuori luogo e spezza fortemente il ritmo. Purtroppo una parentesi davvero poco interessante e mal riuscita all’autore.
Medesimo discorso per le brevi sezioni dedicate ai personaggi Ryn dei quali Droma è alla disperata ricerca, anche qua si assiste ad un cambiamento di tono troppo marcato e comunque distante dai personaggi che i lettori hanno conosciuto e stanno seguendo nel corso della serie.
Lo scopo sarebbe quello di rendere l’idea dell’emarginazione a cui i Ryn sono sottoposti dalle altre specie senzienti e della difficoltà di essere accettati, ma la resa risulta oltremodo stereotipata in molteplici occasioni.
Vicenda dallo sviluppo lento
Giunti oramai al quinto elemento della serie, si inizia a intravedere una certa “lentezza” nello sviluppo generale della storia, ovvero per quanto riguarda l’avanzata verso i mondi del centro delal galassia. Sebbene tale sensazione fosse comunque non prevenuta nelle precedenti pubblicazioni a causa dell’interesse suscitato dalle varie sottotrame, in Jedi Eclipse emerge questo elemento a causa della debolezza di alcune vicende (vedasi, ad esempio e come accennato poco sopra, la missione diplomatica di Leia o l’intermezzo su Ruan).
Fortunatamente, per chi già conosce gli eventi anche per soli sommi capi, la situazione è destinata a cambiare radicalmente nei romanzi che seguiranno.
Commento finale
La saga del The New Jedi Order continua la sua lunghissima cavalcata, nonostante Jedi Eclipse si riveli il più debole della serie sinora. Il talento e l’esperienza di Luceno fortunatamente relegano le parti meno riuscite a solamente alcuni capitoli, mentre la vicenda generale si attesta sui livelli più che buoni visti sinora, soprattutto nelle sezioni incentrate interamente sugli Yuuzhan Vong.
Hutt, superarmi, inganni e drammaticità permettono comunque al romanzo di meritarsi una più che ampia sufficienza, centrando nuovamente l’obiettivo di mantenere elevata la curiostà del lettore per gli eventi che avranno luogo nelle successive pubblicazioni che verranno recensite nei mesi a venire.
La scrittura in lingua originale è parecchio ostica da affrontare per i non esperti, dato il nome dell’autore; il formato invece è quello del mass market paperback, dalle dimensioni ridotte ed estremamente economico: nulla da rimarcare per il prezzo proposto.
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Libri precedenti:
– Vector Prime;
– Dark Tide I: Onslaught;
– Dark Tide II: Ruin;
– Agents of Chaos I: Hero’s Trial.
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