Incredibile a dirsi, ma il 15 novembre potremo finalmente giocare a Jedi: Fallen Order. L’ultima opera di Respawn non è soltanto un nuovo videogioco targato Star Wars, ma anche il ritorno della saga alle grandi avventure single player, da sempre marchio indelebile dell’iterazione videoludica della galassia lontana lontana. Lasciata da parte quindi la breve campagna di Battlefront II e chiusa la parentesi mobile de L’Insurrezione, la possibilità di tuffarsi in una storia totalmente nuova e interamente offline, ha stuzzicato i palati di qualsiasi fan, forse tenuti troppo a lungo lontani da quel mondo ‘a singolo giocatore’ spesso erroneamente ignorato da Electronic Arts.
L’importanza delle opere videoludiche nell’universo Legends fu, per certi aspetti, grandiosa: dalla Vecchia Repubblica di KotOR alle avventure di Kyle Katarn, questo medium è da sempre stato utilizzato per comporre porzioni di storia di un certo livello. In un periodo senza film, affidare il racconto di eventi importanti al videogioco fu una scelta chiara e doverosa; ciò che è più vicino alle emozioni e sensazioni trasmesse dal cinema è infatti l’opera videoludica, che unisce suoni, immagini e interazione, ricostruendo un immaginario fittizio reso vivo dal giocatore stesso, che ha più o meno il controllo di ciò che accade. Oggi la situazione è cambiata, e la saga è più viva che mai. Le grandi epoche antiche verranno sicuramente riscoperte dalla Settima Arte, togliendo -anche giustamente- spazio ai videogiochi.
In questo contesto si inserisce Jedi: Fallen Order, con l’arduo compito di riportare in auge il medium all’interno di un canone sempre più affollato, limitato ancora all’era imperiale e scosso da novità importanti come l’arrivo della prima serie TV live action: The Mandalorian (del cui primo episodio abbiamo già pubblicato una lunga analisi con spoiler coperti).
L’unico modo per arrivare al cuore dei fan, tralasciando perciò tutto quello che riguarda il gameplay del gioco, è uno soltanto: raccontare una grande storia. E le grandi storie si fondano su basi solide, dipingendo un micro universo nel macro, costruendo cioè un piccolo mondo fatto di personaggi, eroi, cattivi, miti e leggende. E successivamente incastrare in una timeline unica – quella canonica – tutto ciò che si è creato. Partiamo quindi proprio da qui: quando si ambienta Jedi: Fallen Order?
Ricordiamo che potete ancora ordinare le vostre copie:
– del gioco per console e PC a questo link.
– del mastodontico Art of Jedi: Fallen Order a questo link.
L’Ascesa dell’Impero
Se siete su queste pagine è probabile che la lettura sia un vostro interesse, sapete quindi che il tempo trascorso da La Vendetta dei Sith a Una Nuova Speranza è decisamente colmo di storie, probabilmente superato soltanto dai tre anni successivi ad Episodio IV. Fallen Order si ritaglia uno spazio proprio dopo il tradimento di Anakin Skywalker; pur non conoscendo l’esatto anno in cui si ambientano le vicende, possiamo ipotizzarlo prendendo in considerazione alcune opere vicine.
Il prodotto fondamentale da cui partire è la serie a fumetti scritta da Charles Soule, Darth Vader: Dark Lord of the Sith. (QUI la recensione del primo arco). Il racconto, che segue le orme di un neo Vader, si colloca un anno dopo Episodio III. Oltre che ad avere la prima vera apparizione della Seconda Sorella (su cui torneremo successivamente) e dei Purge Trooper, veniamo introdotti alla Nona Sorella ed a un po’ tutto l’Inquisitorio, il gruppo di ex jedi al comando di Darth Vader.
Il videogioco Respawn si colloca sicuramente dopo l’arco Mari infuocati (QUI la recensione) dove la Nona Sorella, Masana Tide, viene tradita dal Sesto Fratello, perdendo una gamba. Nel trailer di lancio la vediamo infatti su Khasyyyk con una protesi meccanica, poco prima della battaglia con Cal Kestis.
Ad ulteriore conferma della collocazione successiva al fumetto di Darth Vader, ci sono i Purge Trooper. I soldati dall’armatura nera e rossa sono cloni il cui compito è semplicemente un’estensione dell’Ordine 66, ovvero -così come gli Inquisitori- la caccia e lo sterminio dei cavalieri Jedi. Questo fattore si dimostrerà di fondamentale importanza in Mari Infuocati, in cui il Maestro Jedi Barr userà il famoso comando impartito da Palpatine per rivolgere i soldati clone contro gli stessi ex Jedi. Il dettaglio che ci aiuta a capire meglio la collocazione di Fallen Order arriva proprio dal fatto che i Purge Trooper, nel gioco, non saranno più cloni, ma soldati imperiali addestrati specificatamente per quel compito, probabilmente proprio dopo l’evento su Mon Cala.
Presumibilmente possiamo inserire gli eventi raccontati nel videogioco contemporaneamente, o di poco successivi, a quelli del romanzo Ahsoka, in cui tra l’altro compare un nuovo Inquisitore. A tal proposito, è doveroso, prima di proseguire, delineare rapidamente la figura di questi oscuri individui che, molto probabilmente, rappresenteranno la minaccia principale all’interno del videogioco.
L’Inquisitorio
Il piano di Darth Sidious per lo sterminio dei Jedi prevedeva in larga misura l’uccisione di quanti più guardiani della pace possibili. Era improbabile, però, che tutti venissero effettivamente trucidati, senza eccezione alcuna; il Canone ci ha introdotto già ad alcuni di questi sopravvissuti (tralasciando ovviamente i grandi Maestri come Yoda e Obi Wan). In questo caso il prodotto ‘zero’ è stata la seria animata Star Wars Rebels, importante sia per Kanan Jarrus -il padawan Caleb Dume- e poi per il Grande Inquisitore. Proprio quest’ultimo ha introdotto la particolare figura di questi personaggi, rappresentati successivamente, sempre nella serie, dalla Seconda Sorella e dal Quinto Fratello, uccisi per mano di Maul nel season finale della seconda stagione.
Di nuovo di estrema rilevanza è la serie a fumetti Dark Lord of the Sith. In queste pagine arriva la conferma dell’origine degli Inquisitori: si tratta di tutti ex Jedi che, dopo l’Ordine 66, sono stati convertiti da Palpatine, sfruttando le loro debolezze e servendosene per accoglierli nel lato oscuro. Affascinante, a proposito, la storia del Grande Inquisitore. Il pau’an, quando ancora Jedi, faceva parte delle Guardie del Tempio, e fu scorta della padawan Ahsoka Tano in occasione del processo contro di lei, accusato di aver piazzato una bomba nel Tempio stesso.
L’ex Guardia era però pericolosamente desiderosa di conoscenza, limitata però dalle ferree regole che vigevano nell’Ordine e che impedivano l’accesso ad una consistente parte dell’archivio, considerata proibita. La debolezza del jedi fu perciò di facile aggancio per le mire dell’Imperatore. Sconfitto nel 5BBY da Kanan Jarrus nell’orbita di Mustafar, la figura del Grande Inquisitore resta di particolare importanza per capire meglio i meccanismi che muovono l’Inquisitorio.
Nella serie a fumetti di Charles Soule, inoltre, assistiamo ad una sessione di addestramento presediuta da Darth Vader in persona. Il suo obiettivo è quello di infliggere dolore agli agenti del lato oscuro, colpevoli -a suo dire- di adoperare ancora l’atteggiamento difensivo e le tecniche tipiche dei Cavalieri Jedi. Al momento conosciamo ben dodici inquisitori. Alcuni di essi hanno avuto un ruolo maggiore, mentre altri si sono ritagliati soltanto una breve apparizione nei fumetti. Questi guerrieri sono armati di una spada laser a doppia lama,con un particolare meccanismo che permette all’elsa di ruotare su se stessa, generando un effetto turbine decisamente insidioso. Lo stesso tipo di spada è posseduto da Maul in Rebels e in Solo: A Star Wars Story, ma non ci è dato (ancora) sapere come ne sia entrato in possesso.
I protagonisti di Fallen Order affronteranno la Seconda e la Nona Sorella; come dicevamo già apparse in Dark Lord of the Sith. Ma a proposito dei protagonisti: chi sono?
L’equipaggio della Mantis
A bordo della Stinger Mantis, lussuoso shuttle spaziale, troveremo diversi personaggi, dai tratti differenti ma con un unico obiettivo.
Cal Kestis è il protagonista di Jedi: Fallen Order. Una volta padawan, è ora un ragazzo in fuga dal passato. Costretto a nascondersi e a privarsi consapevolmente delle sue abilità, lavora come operaio sul pianeta Bracca, dove smantella incrociatori repubblicani, simbolo della decaduta democrazia e della sconfitta dell’Ordine Jedi. Possiede, però, ancora una spada laser spezzata, appartenuta al suo maestro ed ora reliquia di un tumultuoso passato.
Il giovane ex padawan sarà accompagnato durante l’avventura da BD-1, il ‘buddy droid’ che prenderà posto sulle spalle del protagonista, a prova del forte legame che i due stringeranno. Non sappiamo cosa esattamente farà risvegliare in Cal la voglia di combattere, ma ciò accadrà contemporaneamente al suo incontro con Cere Junda.
Cere è un ex cavaliere jedi, ora alla ricerca di un modo per sconfiggere l’Impero. Conosciamo poco sul suo conto. Le poche informazioni che abbiamo arrivano dalla miniserie a fumetti Dark Temple, prequel degli eventi narrati nel videogioco. Torneremo più tardi su questa breve avventura (ancora in corso); basti sapere, per ora, che la padawan Junda è avventata e poco avvezza alla pazienza, in netto contrasto con il carattere mite del maestrodi lei Eno Cordova.
A chiudere il cerchio -almeno iniziale- dell’equipaggio, c’è il capitano della nave Greez Dritus. Si tratta di un Latero, particolare e minuta specie con quattro braccia, utili ai comandi della Stinger Mantis.
Il viaggio che intraprenderà il gruppo li porterà su diversi pianeti. Per capire però che cosa esattamente Cal e gli altri stanno cercando c’è bisogno di fare un po’ di chiarezza, per quanto possibile, sulla componente folkrolistica del titolo, che riprendere alcuni elementi già visti nella galassia canonica di Star Wars.
Un’antica lingua
Veniamo quindi alla parte più interessante e corposa dell’articolo.
Non c’è forse immagine più ricorrente nel canone di Star Wars che quella delle rune incise. Si tratta di un antico linguaggio -scritto, ma forse anche parlato- ormai perduto (sostituito presumibilmente dall’aurebesh) diffuso in una grossa porzione di galassia in un certo periodo di tempo imprecisato. La cosa interessante, come dicevo, è che decine di opere, più o meno importanti, contengono questa sorta di glifi.
Ad esempio, chi gioca a Battlefront II avrà sicuramente avuto modo di combattere su Yavin 4, il pianeta base della Ribellione prima e durante la battaglia omonima, qui, su alcune pareti degli antichi templi Massassi, è possibile scorgere alcune incisioni runiche. I massasi erano una specie, ora estinta, vissuta circa 5000 anni prima della distruzione della Morte Nera, che viveva proprio sul pianeta. Questa antica specie guerriera aveva un legame con l’Ordu Aspectu, gruppo di Jedi eretico, come menzionato nella serie Dottoressa Aphra (di cui potete trovare una recensione).
Un’altra apparizione del linguaggio antico è riscontrabile nel finale di Star Wars Rebels. Ezra Bridger entra nel Mondo tra i Mondi, una dimensione che esiste su un piano etereo nel flusso spazio-temporale; la ‘stanza’ in cui si ritrova il giovane Force-user contiene diversi portali a forma triangolare, su cui è possibile riconoscere il misterioso alfabeto. Interessante come questa scrittura si ritrovi anche in luoghi così particolari, a dimostrazioni di un’importanza che va oltre la mera comunicazione. Dal Mondo tra i Mondi Ezra porterà in salvo Ahsoka Tano, alla fine del combattimento contro Darth Vader su Malachor.
E proprio su Malachor tornano le incisioni, questa volta sulle pareti dell’antico tempio Sith, ma anche nelle rovine limitrofe ad esso. Su Malachor è avvenuta una grande battaglia tra i due Ordini, conclusa solamente dopo l’attivazione di un’arma in grado di pietrificare qualsiasi elemento nel suo raggio d’azione. Ricordiamo che Maul ritorna spesso sul mondo devastato ai tempi della Vecchia Repubblica.
In Jedi: Fallen Order c’è però anche altro. Chi usava il linguaggio antico?
Un’antica civiltà
L’antico popolo di cui parlo giocherà un ruolo fondamentale nel titolo Respawn. Lo si poteva presumere fin dall’annuncio, quando fu pubblicata la prima immagine promozionale con le ormai famose rune. Ne abbiamo avuto la conferma però prima da alcuni concept art, e poi dalla miniserie a fumetti Dark Temple, che avevo menzionato prima.
In Dark Temple seguiamo una missione affidata al Maestro Cordova e al padawan Junda sul pianeta Onthoto, allertati della scoperta di un misterioso tempio. Al loro arrivo, però, si troveranno nel mezzo ad una guerriglia tra una federazione cittadina a capo della spedizione, ed una tribù nativa che invece intende salvaguardare il proprio territorio. E’ chiaro fin da subito che entrambe le fazioni stanno nascondendo qualcosa, ma non conosciamo ancora la conclusione della storia, disponibile soltanto dopo il 15 novembre.
Quello che ci interessa riguarda ovviamente la presenza di questa antica civiltà, riconoscibile dalle caratteristiche statue situate al di fuori del tempio, e visibili molto bene anche sulla copertina dell’Art Of del gioco. E’ possibile che Cere voglia approfondire le conoscenze di questo popolo, per trovare, magari, una qualche arma o potere da adoperare contro la minaccia Sith.
Questo viaggio, come dicevo prima, porterà l’equipaggio della Mantis su diversi pianeti, andiamo quindi a vedere quelli pubblicamente confermati.
- Bracca: è il pianeta dove si muove Cal inizialmente da operaio. Qui smantella incrociatori repubblicani. Il pianeta è anche menzionato in Resistance Reborn, ove la Resistenza -poco prima di L’Ascesa di Skywalker– approderà per ritrovare alcune navi.
- Zeffo: un pianeta totalmente innevato, non sappiamo molto altro se non che è popolato da possenti troll e che l’Impero precede Cal al suo arrivo.
- Kashyyyk: iconico pianeta della galassia lontana lontana e dei prequel. Qui Cal farà la conoscenza di Saw Gerrera e affronterà la Nona Sorella. Che sia anche un luogo collegato all’anticà civiltà?
- Dathomir: pianeta natale di Sorelle e Fratelli della Notte, ma anche di Darth Maul e Madre Talzin. Le streghe sopravvissute ancora lo abitano, difendendolo con la loro magia oscura
Possiamo presupporre che tutti questi mondi saranno legati dalla ricerca di una qualche particolare conoscenza. Attraverso grotte, templi o luoghi nascosti ai più, difesi dagli strani golem visti nell’ultimo gameplay del videogioco potremmo scoprirne di più.
Conclusione
Arrivati alla fine di questo riassunto narrativo e di lore, possiamo affermare che i presupposti per un’avventura carismatica e affascinante ci sono tutti. Fallen Order non sembra voler ripetere il lavoro già svolto da Star Wars Rebels, e lascia perciò da parte la creazione dell’Alleanza Ribelle. L’obiettivo di Cal e Cere è ben più ambizioso: la rifondazione dell’Ordine Jedi, unico baluardo di luce contro la crescente oscurità dell’Impero. Pur sapendo come i fatti proseguiranno nella trilogia originale, è sicuramente curioso capire che cosa otterrà alla fine il protagonista, quale sarà il suo ruolo nella caduta dell’Impero e cosa si cela realmente dietro il vecchio popolo e le vecchie scritture.Manca poco all’uscita, e dunque non ci resta altro da dire. Le domande avranno presto una risposta, buon viaggio!
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