Conclusa la Trilogia di Qi’ra, le serie a fumetti ambientate tra Episodio V – L’Impero Colpisce Ancora ed Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi volgono al termine con l’ultimo, grande evento ambientato in questo periodo storico. Si tratta della miniserie Droidi Oscuri, scritta ancora una volta dal demiurgo Charles Soule. Riuscirà l’avvocato newyorkese a risollevare il destino delle serie cominciate ormai nel lontano 2020?
- Titolo: Star Wars – Droidi Oscuri
- Data di uscita: 13 giugno 2024
- Autori: Charles Soule, Luke Ross, Alex Sinclair
- Edito da: Panini Comics
- Edizione: 17×26, cartonato, colori, 128 pagine.
- Prezzo: 18,00€ (Acquista QUI)
Droidi Oscuri – Sinossi
Chi o cosa è il Flagello e perché nessun droide ne è al sicuro? Mentre una misteriosa corruzione si diffonde come un virus da un droide all’altro, la Ribellione e l’Impero sono costretti ad affrontare il caos che ne consegue. Ma che ruolo gioca Ajax Sigma in tutto questo? E lui da che parte sta? L’orrore sta per arrivare nella galassia lontana, molto lontana [sic!!!] per mano di Charles Soule e Luke Ross.

Cosa mi è piaciuto
Il soggetto
A mani basse, uno dei soggetti più ispirati e delle idee più originali degli ultimi anni, almeno per quanto riguarda il lato cartaceo della Forza. Allontanandosi dai cliché narrativi che fin troppo spesso hanno contraddistinto il periodo della trilogia originale, Charles Soule offre uno spunto dal potenziale immenso, che si presta a infiniti approfondimenti e parallelismi con il mondo primario. Un terreno finora sfiorato soltanto da Solo e Last Shot, che meriterebbe ulteriori esplorazioni.
Il tono
Forse l’elemento migliore dell’intera opera. L’atmosfera a tinte fosche, arricchita da elementi orrorifici e talvolta ansiogeni, non può che amplificare la tensione narrativa e conferire profondità alla vicenda, coinvolgendo il lettore e mantenendone alto l’interesse pagina dopo pagina. La narrazione è poi resa ancora più intrigante da alcuni sinistri elementi simbolici. Infine, i due principali punti di vista offrono una prospettiva inedita in grado di stimolare la riflessione.
I disegni
Ultimo, ma non meno evidente, punto di forza della miniserie. Le matite di Luke Ross si rivelano a dir poco magistrali, specie nella rappresentazione di droidi dall’aspetto inedito, ma fin da subito convincente e riconoscibile. Eccellenti, al tempo stesso, i colori di Alex Sinclair, il quale, giocando alla perfezione sui toni del blu, del grigio e del viola (quest’ultimo vero protagonista del volume), riesce a trasmettere una sensazione di cupezza che di rado si riscontra nella galassia lontana lontana.

Cosa non mi è piaciuto
Il periodo storico
Inflazionato e spremuto fino all’ultima goccia, il periodo storico tra L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi è diventato indigesto e insopportabile. La quantità di eventi concentrati in un solo anno abbatte la sospensione dell’incredulità, sminuisce quanto accade nelle due pellicole e, come se non bastasse, non consente nemmeno di sviluppare a dovere degli spunti che avrebbero tratto giovamento e maggiore approfondimento da una differente collocazione cronologica.
I personaggi classici
Non tanto perché poco presenti (di per sé non sarebbe un problema, tutt’altro), ma perché completamente inutili ai fini della risoluzione di una vicenda di portata galattica. Tutti, da Darth Vader a Luke Skywalker, da Leia Organa a Lando Calrissian, sono completamente ininfluenti e indifesi dinanzi a una minaccia al cui confronto l’Impero Galattico, l’Alba Cremisi e i Grysk sono una barzelletta. Da questo punto di vista, una vera e propria mancanza di rispetto.
Il finale
Come già accaduto più di una volta (emblematico il caso di Impero Segreto), il finale è rapidissimo e anticlimatico. Lo scontro conclusivo è pressoché inesistente e, se da un lato è privo di qualsivoglia tipo di gravitas, dall’altro viene spontaneo chiedersi se fosse davvero necessario, vista la piega che avevano ormai preso gli eventi. In fin dei conti, la minaccia del Flagello era davvero una minaccia? È davvero tutto finito o il ciclo, ancora una volta, è destinato a ripetersi uguale a se stesso?

Droidi Oscuri – Conclusioni
Sebbene non esente da difetti, Droidi Oscuri rappresenta un passo avanti rispetto alla scialba Trilogia di Qi’ra. I toni cupi e maturi e l’aspetto visivo invidiabile consentono infatti al lettore di godersi una vicenda che trae spunto da un soggetto tutt’altro che scontato. L’opera è però in parte inficiata da un finale anticlimatico, da una collocazione cronologica inflazionata e dall’inutilità dei personaggi classici, che dimostrano nuovamente la necessità di discostarsi dalla trilogia originale.
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