Trilogia Aftermath 2 di 3
Dopo un primo libro non proprio esaltante, Chuck Wendig ci riprova portando ai lettori Aftermath – Debito di Vita, il capitolo d’inmezzo della trilogia. I personaggi sono gli stessi, ma molto è cambiato dal punto di vista della narrazione. L’autore sarà riuscito a centrare il bersaglio?
Edito come sempre da Multiplayer Edizioni, il libro è arrivato nelle librerie nel luglio 2016, con l’ormai consolidato formato in copertina rigida e Kindle.
- Titolo: Star Wars: Aftermath – Life Debt
- Data di uscita: 28 settembre 2017
- Autore: Chuck Wendig
- Edito da: Multiplayer Edizioni
- Edizione: Copertina rigida, 448 pagine
- Prezzo: € 16,91
Sinossi
Mesi dopo la battaglia di Akiva, Norra Wexley ed il suo team di ribelli conosciuti nel primo capitolo girano la galassia in lungo e in largo per dare la caccia a dei fuggitivi imperiali. Dopo l’ennesimo successo, la squadra viene assegnata ad una nuova missione da Leia stessa: ritrovare il marito Han Solo, il quale era alla ricerca del suo copilota wookie, arrestato e detenuto dalle forze imperiali in un luogo misterioso. All’estremo della galassia, il Grand’Ammiraglio Sloane ed il suo misterioso consigliere hanno deciso di formare una sorta di Concilio Ombra per guidare l’Impero, annoverando tra i membri alcune delle figure di maggior spicco del ex governo galattico.
Una volta trovato Han, i nostri eroi scoprono che Chewbacca è detenuto in una nave prigione risalente alla Vecchia Repubblica sul suo pianeta natale Kashyyyk. Affrontati i pericoli dell’astronave, tra i prigionieri liberati non ci sarà solo Chewie, ma anche Brentin, il padre di Temmin.
Mentre Norra, Brentin e figlio tornano su Chandrila per passare del tempo assieme, Han e i Ribelli restano sul pianeta arboreo per liberare i wookie dall’Impero. I nostri eroi, grazie ad un aiuto inaspettato, riusciranno nel loro intento; il successo è solo parziale, in quanto il consigliere Rax ha ordito una trama per una finta negoziazione della pace.
Nel bel mezzo delle celebrazioni, i prigionieri liberati su Kashyyyk vengono costretti da un biochip ad attentare alla vita del Cancelliere e di Sloane, causando vittime tra i civili e le alte cariche della Nuova Repubblica. Sloane riesce a scampare all’attentato grazie anche ad uno sconvolto Brentin, capendo di essere stata tradita ed ora con un solo obiettivo: strappare il suo Impero dalle mani di Gallius Rax.
Ben presto, alla fine della vicenda, Norra ed i suoi amici capiscono che è il tempo di un’ultima missione, dare la caccia alla presunta orchestratrice del piano, il grand’ammiraglio Sloane.
Cosa mi è piaciuto?
Bigger, better
Probabilmente conscio delle critiche a lui mosse, Wendig ha deciso di ricalibrare il tiro con Debito di Vita. Più azione, ulteriore approfondimento dei personaggi e quella sensazione di familiarità con certi individui e pianeti sono stati i punti cardine per la scrittura di questo libro. Si ha quindi il ritorno di molti volti noti, la squadra ribelle si trova ad avere a che fare con Han e Leia, senza rinunciare però ad introdurre un elevato numero di novità. Persino l’utilizzo della narrazione al presente, in questo caso, non risulta fuori luogo (vedasi il primo capitolo o L’Erede dei Jedi), visto il grado di coinvolgimento che la vicenda genera nel lettore.
I personaggi
Coloro i quali abbiamo imparato a conoscere -con un ritmo abbastanza compassato- nel primo Aftermath riescono ora ad esprimere tutto il loro potenziale; tutti -senza eccezione alcuna- ne guadagnano in spessore.
Si parte con Norra, meno soldatessa e più madre, costretta ad affrontare uno spettro dal suo passato. Di Jas scopriamo buona parte del suo background e del motivo per cui è diventata una cacciatrice di taglie, forse l’autore si sofferma troppo su qualche pensiero passionale del suddetto personaggio. Temmin, ormai un ragazzo fatto, è ansioso di dare il suo contributo alla Nuova Repubblica e si trova in una sorta di limbo, incontrando sulla sua strada delle “nuove” figure paterne. Il sergente Barell invece incarna il lato più sporco e diretto della guerra che ormai imperversa nella galassia, dimostrandosi -come facilmente intuibile- ligio al dovere ed ai propri ordini. Sinjir risulta semplicemente spettacolare, sono sue alcune delle parti più riflessive della vicenda e la maggioranza degli scambi di battute comici (principalmente basati sulla sua passione per le bevande alcoliche e tutti riusciti!).
Tuttavia, il lato imperiale dello schieramento riesce a fare ancora meglio non solo con il personaggio misterioso, ma soprattutto con Sloane, una vecchia conoscenza di coloro che seguono libri e fumetti del Nuovo Canone. La visione dell’Impero del grand’ammiraglio brilla perché cozza con quella degli Imperiali più estremisti e tirannici, senza comunque dimenticare gli ideali di ordine e giustizia tanto cari alla propaganda dell’ex regime galattico.
Il debito di vita
Il suddetto, al netto della lettura del romanzo, può avere una duplice chiave di lettura. La prima -e maggiormente ovvia- è quella riguardante il rapporto tra Han e Chewbacca, gli altri protagonisti del romanzo, nel corso di buona parte della lettura si scopre quanto valga per lui l’amicizia del compagno wookie… oltre a venire a conoscenza di come mai le loro strade si siano separate.
L’altra, di più ampio respiro, fa riferimento alla specie natia di Kashyyyk in generale, proprio sul pianeta è ambientato l’atto principale ed anche più avvincente, incentrato sulla liberazione del suddetto dal giogo degli schiavisti imperiali.
Macchinazioni nell’ombra
Sin dai primi capitoli di Debito di Vita viene presentato il personaggio misterioso comparso nell’epilogo del primo libro: si tratta di Gallius Rax, una figura estremamente vicina al defunto Imperatore e cresciuta sotto la sua ala protettiva.
Pare tutto tranne che di secondaria importanza che il pianeta di provenienza del nuovo ammiraglio della flotta provenga proprio da Jakku, corpo celeste sul quale Palpatine aveva degli interessi non ancora rivelati.
Nel corso dell’intera vicenda, Rax allestisce la propria vendetta contro i traditori della Nuova Repubblica… un riferimento neanche troppo velato al modo di operare del suo mentore. Persino il nuovo consiglio ombra dell’Impero (tra cui si annovera il generale Brendol Hux) è una sua idea, ricordando alla lontana il consiglio ad interim visto ne L’Impero Cremisi II dove, anche in quel caso, c’era assai molto dietro alla figura messa a capo del suddetto.
Per riassumere il personaggio colpisce, ha una storia alle spalle che dire misteriosa è poco, risulta scaltro ed arguto, non si fa remore a tradire coloro che si fidano di lui per garantire il bene supremo dell’Impero e ed adempiere al suo destino: assumere probabilmente il titolo di nuovo Imperatore.
I due volti della galassia
Uno dei migliori momenti del libro è rappresentato dal confronto tra Mon Mothma e il grand’ammiraglio Sloane su Chandrila, durante i festeggiamenti per l’inizio delle negoziazioni di pace tra Nuova Repubblica e le rimanenze dell’Impero Galattico.
Le sfilate e le manifestazioni vengono narrate dal punto di vista dell’ammiraglio… rendendo davvero difficile non simpatizzare almeno parzialmente per la sua visione dello status quo. Come già visto sempre con Sloane in Una Nuova Alba e con Ciena Ree in Lost Stars, la visione imperiale non è univoca: spesso, nei nuovi prodotti, non esiste più il bianco e nero dei film originali, tutto assume contorni più sfumati: molte verità dipendono dai punti di vista, disse una volta un Jedi. Persino i ruoli militari sembrano invertiti, ora spetta all’Impero agire con tattiche di guerriglia, vista la condizione di netto svantaggio nei confronti di un nemico ora troppo grande. Tale modo di operare, inoltre, ricorda un evento assai importante nel corso di Bloodline.
Cosa non mi è piaciuto?
Cliffhanger a fine capitolo
Purtroppo una tendenza dell’autore (basti ricordarsi di Norra sul TIE nel primo libro) è quella di porre dei pseudo-cliffhanger in punti nodali del libro. Tuttavia, data la loro ripetitività, risulta impossibile aspettarci il peggio per i nostri eroi, risultando quindi per nulla credibili ed, anzi, abbastanza fuori luogo.
Ricordano tristemente le stesse scelte adottate per i capitoli di Contagio Mortale.
Tante domande
Non una cosa totalmente negativa in sé, tuttavia vengono posti moltissimi interrogativi in Debito di Vita, spronandolo a continuare la lettura; purtroppo quasi nessuno di questi trova risposta all’interno del libro. Chi è davvero l’ex figura misteriosa? Qual era il suo rapporto con Palpatine? Chi sono e qual è la finalità degli Accoliti dell’Aldilà? Per avere qualche informazione in più risulterà indispensabile approcciarsi al libro conclusivo della trilogia.
Commento Finale
Aftermath – Debito di Vita è il seguito perfetto del primo libro, più coinvolgente e ricco d’azione. Le pagine scivolano, con i nuovi personaggi che si amalgamano in maniera estremamente convincente a quelli ben conosciuti, restituendo la sensazione di una storia 100% in stile Star Wars. Ancora più importante, il libro si conclude con un climax d’azione ed intrighi politici, allestendo premesse non indifferenti in vista del terzo e conclusivo capitolo. Nulla da eccepire infine sull’edizione in copertina rigida di Multiplayer Edizioni, ottima come sempre.
Non dimenticate di condividere, commentare la recensione e, soprattutto, di lasciare anche voi il vostro voto al romanzo nel box!
Altre opere:
– Aftermath
– La Fine dell’Impero
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