I primi giorni di maggio 2017 è uscito, sotto Disney-Lucasfilm Press, il romanzo Guardians of The Whills di Greg Rucka (non nuovo alla galassia Star Wars, in quanto già scrittore de L’Impero a Pezzi, Smuggler’s Run: A Han Solo & Chewbacca Adventure e Before the Awakening).
Come facilmente intuibile dal titolo, la pubblicazione si presta a raccontare le vicende di Chirrut Îmwe e Baze Malbus svariati mesi prima di Rogue One, approfondendone il background. Da sottolineare come al momento risulti disponibile solamente in lingua originale, senza che al momento si abbiano notizie su una possibile pubblicazione futura in Italia. Tuttavia, come nel caso di altre opere già recensite, l’Inglese utilizzato nella scrittura non dovrebbe dare troppe difficoltà a chi abbia già un po’ di esperienza in materia.
• Titolo: Star Wars: Guardians of the Whills
• Data di uscita: 2 maggio 2017
• Autore: Greg Rucka
• Edito da: Disney-Lucasfilm Press
• Edizione: Copertina flessibile, 240 pagine, colore
• Prezzo: € 8,83
Sinossi
La vicenda ha inizio già nel mezzo dell’occupazione imperiale della luna Jedha -già in atto ormai da diverso tempo-, in una città sacra dove ormai i vari culti sono stati fortemente limitati a causa dell’interdizione dei fedeli dai vari templi, in primis quello dei kyber, storicamente sorvegliato dai Guardiani dei Whills.
Ormai allontanati dal loro luogo sacro, Chirrut e Baze si dedicano a incursioni lampo contro dei mezzi che trasportano rifornimenti tra un avamposto imperiale e l’altro all’interno della città sacra. La loro finalità è di fornire tutta l’assistenza possibile all’orfanotrofio delle sorelle Killi e Kaya Gimm, ben presto però si rendono conto che i loro sforzi isolati non sono più sufficienti, anche perchè la crescente ribellione su Jedha ingrossa ogni giorno di più il numero di giovani orfani.
Avendo inoltre attirato l’attenzione dei Partisgiani, i due Guardiani trovano udienza presso Saw Gerrera e decidono di combattere al suo fianco per avere in cambio dei beni di prima necessità per l’orfanotrofio.
La collaborazione con i Partigiani ha così inizio, ma dopo i primi mesi -e diverse piccole vittorie ottenute- Chirrut e Baze iniziano a prendere le distanze dal modus operandi del gruppo capitanato da Saw Gerrera, in primo luogo per le tattiche di sabotaggio adottare, atte anche a colpire dei lavoratori civili pur di rallentare l’estrazione dei cristalli kyber.
Per continuare a dare supporto ai militanti ribelli, Maze chiede a Saw di dirottare una navetta per permettere ai bambini di andarsene dal pianeta per sempre. Tuttavia, nel momento della vera e propria evacuazione delle decine di orfani, si scopre che il comando capitanato da Beezer Fortuna -per ordine stesso di Gerrera- non intende utilizzare l’astronave dirottata per quanto aveva promesso; al contrario, l’intento è quello di riempire la navetta di esplosivo e pilotarla all’interno dello Star Destroyer orbitante sopra la città sacra.
Chirrut, a questo punto, riesce a far leva sul credo di un membro del commando per lasciar partire gli orfani accompagnati da Kaya, mentre Beezer non può che restare a guardare, impossibilitato dal fermare con un blaster il Guardiano davanti a tutti i bambini. La navetta viene così liberata dall’esplosivo e finalemente decolla carica di persone che volano verso un futuro migliore.
Consapevoli di essere riusciti nella loro missione, i due protagonisti tornano alla vita di ogni giorno, consapevoli di non poter contare più sull’appoggio dei Partigiani.
Cosa mi è piaciuto
Il rapporto Baze-Chirrut
Vero protagonista del romanzo, è una costante nell’intero corso della vicenda; non viene spiegato nel dettaglio come i due siano diventati amici, ma si capisce come questo rapporto duri da diversi anni, già da prima dell’occupazione imperiale. Baze funge da occhi per il non vedente e da suo protettore, mentre Chirrut assiste l’amico da un punto di vista più intimo, consigliandolo e cercando di riportarlo sulla strada dei Guardiani. creando un sacco di situazioni nella quale la sinergia tra i due personaggi viene chiaramente messa in risalto.
Le scene più movimentate che li coinvolgono sono un’unica azione concertata, per tale motivo i due riescono sempre a sfuggire alle grinfie imperiali e tale affinità si nota anche nella pianificazione e negli approci più ragionati: ognuno ha il suo ruolo e i suoi doveri per far sì che il piano si realizzi, anche nei brevi momenti in cui non sono fianco a fianco.
Il volto meno noto della Ribellione
Forse le pagine migliori sono proprio quelle legate ai due protagonisti mentre si relazionano coi Partisans (nome comparso per la prima volta in Bloodline) e con Saw Gerrera in persona. L’onderoniano è quello che abbiamo imparato a conoscere nel film uscito lo scorso dicembre: senza rimorso alcuno e mirato solamente al raggiungimento della causa, completamente indifferente a quelle che potrebbero essere le eventuali conseguenze per i civili.
Le dinamiche all’interno di questo gruppo insurrezionista vengono rivelate in parte, scopriamo ad esempio chi sia il vice in assenza di Saw (il cugino di un personaggio di Episodio VI, visto comunque di sfuggita in Rogue One e già identificato nell’ Ultimate Visual Guide)
Il tema del credere
Esso risulta sicuramente un punto focale attorno al quale si dipana il romanzo. Che si parli dei due Guardiani o di Saw e i suoi compagni, esso è ciò che guida i personaggi nel loro agire per resistere all’ occupazione imperiale nella città sacra su Jedha. Chirrut ha dalla sua parte un credo incrollabile esattamente come visto al cinema e soffre enormemente per la perdita della fede a cui è andato incontro il suo più caro amico. Ciononostante, il suo essere saldo non viene appunto mai meno (tranne, forse, in un momento molto particolare) ed la sua principale preoccupazione è quella di dare una vita migliore agli orfani della città sacra.
Anche i Partigianis hanno dalla loro il tema del credere, sebbene ciò non vada ovviamente inteso in un ottica religiosa. Come accennato in Rogue One e nel libro Rebel Rising, la forza di un combattente -per Saw- deriva principalmente dalla motivazione atta a perseguire un determinato scopo, nel caso dell’onderoniano rallentare e danneggiare quanto più possibile la macchina bellica imperiale.
Le illustrazioni
Disseminate lungo tutto il corso della vicenda, ci sono una mezza decina di disegni davvero ben fatti che rappresentano quanto effettivamente narrato: un piccolo extra, ma sicuramente molto gradito. Curiosamente, sfogliando la pubblicazione elettronica e cercando sul web, non è stato possibile risalire all’autore delle immagini.
Cosa non mi è piaciuto
Nulla di particolare da segnalare, la lettura risulta scorrevole senza sollevare problemi di sorta.
Commento Finale
Guardians of the Whills esegue egregiamente il compito che si propone: un antefatto alle vicende di Rogue One incentrato sugli inizi dell’insurrezione su Jedha e sul rapporto che lega i due custodi del credo apparsi su pellicola, riuscendo inoltre a rafforzare ancor più dei personaggi già riuscitissimi. La lunghezza non eccessiva e la relativa facilità di lettura la rendono una pubblicazione a cui prestare sicuramente attenzione, a maggior ragione se Baze e Chirrut vi hanno convinto sul grande schermo.
La presenza di illustrazioni sicuramente rappresenta un bonus al voto concesso all’edizione.
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