L’inizio della fine! Dopo alcuni episodi che, agli occhi dei più, potevano apparire squisitamente autoconclusivi, The Mandalorian comincia a tirare le fila di una storia sapientemente costruita fin dall’inizio, in cui ogni individuo incontrato lungo il percorso si rivelerà utile. Seppur in ritardo di un giorno a causa dell’uscita de L’ascesa di Skywalker nelle sale italiane, anche questa settimana Star Wars Libri & Comics vi propone, direttamente da Rotterdam, l’analisi dell’episodio (quasi) odierno, dal titolo Capitolo 7: La Resa dei Conti.
The Mandalorian, Capitolo 7 – Sinossi
9 ABY. Dopo innumerevoli vicissitudini in lungo e in largo per la galassia, il Mandaloriano e il Piccolo si ritrovano, ancora una volta, costretti a girovagare alla ricerca di un posto sicuro e di un volto amico. Una chiamata inaspettata, tuttavia, procurerà loro l’opportunità di essere finalmente liberi…
The Mandalorian, Capitolo 7 – Analisi e easter egg [CON SPOILER: proseguite a vostro rischio!]
L’episodio è introdotto, come di consueto, con un breve ma, finalmente, soddisfacente riassunto di tutte le puntate precedenti (qui l’analisi del Capitolo 6) e, soprattutto, con una carrellata dei principali personaggi incontrati finora dal Mandaloriano e dal Piccolo: Qin, IG-11, Kuiil, Cara Dune, il Cliente, il dottor Pershing, Greef Karga. Terminato il riassunto, la puntata è poi preceduta dall’ormai classica sigla iniziale che contraddistingue le nuove opere audiovisive a marchio Star Wars presenti su Disney+.
L’episodio vero e proprio si apre con una rapida inquadratura della Razor Crest, l’ormai inconfondibile nave del Mandaloriano. A bordo della nave regna la calma: il cacciatore di taglie è intento a pilotare, facendo rotta verso nuovi, sconosciuti lidi, mentre il Piccolo dorme quieto sul retro della cabina. D’un tratto, sullo schermo del navicomputer compare una scritta in Aurebesh, l’alfabeto correntemente in uso presso la galassia, che traslitterata e tradotta recita comunicazione in arrivo.
Il Mandaloriano accetta la comunicazione e, all’istante, sull’oloproiettore della Razor Crest (riparato nella puntata precedente dal droide Zero), compare nientemeno che l’ologramma di Greef Karga, capo della Gilda dei Cacciatori di Taglie. Lo spettatore potrebbe aspettarsi un messaggio minatorio, una promessa di vendetta, una dichiarazione d’odio. Niente di più sbagliato: la comunicazione di Karga è, inaspettatamente, pacifica, cordiale, quasi fraterna. Il capo della Gilda chiama il Mandaloriano amico mio, si dice disposto a mettere da parte i vecchi dissapori (facciamo che siamo pari) e, pragmatico come sempre, arriva dritto al punto: il Cliente si trova ancora su Nevarro e le sue truppe hanno preso il controllo della città, imponendo un regime dispotico e rendendo la vita dura alla Gilda. I cacciatori di taglie ormai lo considerano un nemico, ma non hanno forze sufficienti per contrastarlo ed eliminarlo. È dunque tempo di una proposta: il Mandaloriano dovrà tornare su Nevarro, portare il bambino come esca e, una volta al cospetto del Cliente, ucciderlo; Karga, dal canto suo, organizzerà un finto scambio e gli affiderà una scorta composta di membri fidati della Gilda. Se l’operazione andrà in porto, il Mandaloriano potrà tenersi il Piccolo e sarà riabilitato agli occhi della Gilda, perché un uomo d’onore non dovrebbe essere costretto a vivere in esilio.
Pur taciturno e coperto dall’elmo, il Mandaloriano appare comprensibilmente turbato: che fare? Il messaggio di Karga è una vera richiesta d’aiuto o una trappola? Cosa fare con il Piccolo? Il gioco vale la candela? Dopo alcuni istanti di profonda riflessione, il nostro sembra aver preso una decisione e, impostate le coordinate sul navicomputer, salta nell’iperspazio. A discapito di ogni aspettativa, tuttavia, la destinazione prescelta non è Nevarro, bensì Sorgan, già comparso nel Capitolo 4.
Sorgan. Mentre la Razor Crest atterra sulla superficie del pianeta, poco distante una vecchia conoscenza è intenta a guadagnarsi da vivere: è Cara Dune, l’ex-incursore, attualmente impegnata in un combattimento contro un mastodontico lottatore Zabrak presso la taverna locale. I due contendenti, circondati da un’entusiasta folla di umani, Rodiani e Zabrak, sono legati tra loro da un’inedita corda laser che li obbliga a mantenere una distanza ridotta. Pur con qualche difficoltà, Cara Dune riesce in breve ad avere la meglio sullo Zabrak e a metterlo al tappeto, intimando poco dopo ai locali, da lei dispregiativamente chiamati pestafango, di ricompensarla per la vittoria ottenuta.
Ricevuti i crediti dagli avventori della taverna, Cara scorge il Mandaloriano; quest’ultimo, come suo solito, arriva dritto al punto e chiede all’ex-incursore se è in cerca di lavoro. Incuriosita e interessata dalla domanda, Cara si dimostra immediatamente bendisposta ad ascoltare l’offerta del Mandaloriano, ma non prima di aver bevuto un buon bicchiere di spotchka. La proposta, tuttavia, non sortisce l’effetto sperato: l’ex-incursore è riluttante, e, pur velatamente, ammette di essere ricercata dalla Nuova Repubblica. Il Mandaloriano è stupito: non era una veterana? Certo, lo è stata; ma, come lei stessa dichiara, è stata molte cose da allora, quasi tutte da carcere a vita. Il nostro insiste, affermando che al termine di questa missione Cara vivrebbe senza pensieri, ma quest’ultima è irremovibile: lo è già, e non ha più intenzione di combattere contro signori della guerra locali. Il Mandaloriano, a questo punto, ha già individuato l’argomento su cui fare leva: non si tratta di signori della guerra, ma di imperiali. Dopo qualche secondo d’indecisione, Cara compie la sua scelta definitiva: ci sta.
Razor Crest. Attivato il pilota automatico, il Mandaloriano mette a disposizione di Cara la sua armeria personale, concedendole di scegliere l’arma che più le aggrada. Mentre l’ex-incursore è intenta a prendere visione dell’intero arsenale e a discutere con il cacciatore di taglie riguardo all’opportunità della sua presenza e alla sicurezza del Piccolo, la nave è improvvisamente scossa dai sobbalzi. Che la Razor Crest sia sotto attacco?
Niente di tutto ciò: è opera nientemeno che del Piccolo e del suo comprensibile vizio di maneggiare qualunque leva, bottone o pulsante gli capitino a tiro. Recuperata la rotta, il Mandaloriano e Cara si rendono conto che il Piccolo non può essere lasciato solo. Bisogna trovare una persona di fiducia… e, in effetti, uno che fa al caso loro ci sarebbe. Si fa dunque rotta per Arvala-7.
Arrivati presso l’abitazione di Kuiil, i tre vengono gentilmente accolti dall’Ugnaught, che non perde occasione per dimostrare la sua ospitalità. All’interno della tenda, il Mandaloriano, Cara e Kuill discutono riguardo alla natura del Piccolo: che sia un esperimento incompiuto? Secondo l’Ugnaught no: ha lavorato nelle fabbriche genetiche, e il bambino non gli sembra frutto di bioingegneria, bensì dell’evoluzione naturale; Cara Dune, al contrario, gli sembra talmente prestante fisicamente da sembrare un esemplare realizzato nelle Citogrotte di Nora. La conversazione si fa improvvisamente più tesa quando Kuiil rivela di essere stato arruolato nelle fila dell’Impero, con grande disappunto di Cara.
La discussione è improvvisamente interrotta dall’arrivo di… IG-11! Il droide, perfettamente riparato, s’introduce nell’abitazione e, tenuto sotto tiro dal Mandaloriano e da Cara, proferisce parola: qualcuno gradisce del tè? È tempo di spiegazioni: a seguito dell’attacco del Mandaloriano presso l’accampamento Nikto avvenuto nel Capitolo 1, Kuiil si è recato nella cittadella, ha recuperato i rottami del droide, rivendicandone il possesso in accordo con la Carta della Nuova Repubblica, e l’ha infine ricostruito, insegnandogli pazientemente a vivere. Nonostante la diffidenza del Mandaloriano, l’Ugnaught ribadisce che il droide non è più un cacciatore, ma che è comunque in grado di proteggere.
A questo punto, il nostro chiede a Kuiil di prestare nuovamente servizio per proteggere il Piccolo, ma, proprio come fatto da Cara poco prima, l’Ugnaught non ha alcuna intenzione di tornare in azione; nella sua gentilezza, tuttavia, offre di riprogrammare nuovamente IG-11 come droide-balia e protocollare. Il Mandaloriano, vista la sua avversione per i droidi, rifiuta; a questo punto, con poche, brevi battute che tuttavia propongono un interessante punto di vista sulla questione, Kuiil afferma che i droidi non sono né buoni, né cattivi e che, semmai, sono il semplice riflesso di coloro che li programmano. Se il Mandaloriano si fida di Kuiil, dovrà fidarsi anche di IG-11.
La sgangherata spedizione parte dunque per Nevarro a bordo della Razor Crest. Durante il viaggio, il Mandaloriano e Cara Dune si affrontano a braccio di ferro: la sfida sembra risolversi in una situazione di stallo, quando, improvvisamente, il Piccolo usa la Forza per strangolare l’ex-incursore. Compreso l’accaduto, il nostro riesce a impedire che il bambino uccida Cara. La situazione pone lo spettatore decisamente a disagio: come può un bambino così piccolo essere già potente nel lato oscuro della Forza? Per quanto la situazione non sia una novità nel canone (la storia del Sith Ry Nymbis ne è la prova concreta), è sicuramente una prospettiva inquietante.
Il resto del viaggio si svolge piuttosto tranquillamente, pur con qualche battibecco tra Cara e Kuiil riguardo al passato imperiale dell’Ugnaught e pur con le lamentele del Mandaloriano riguardo alla presenza di IG-11. Arrivata su Nevarro, la variegata ciurma della Razor Crest s’incontra presso i Campi di Lava con Greef Karga e tre membri della Gilda, un umano, un Nikto e un Trandoshano. Dopo essersi lamentato della presenza di Cara, riconoscibile come ex-incursore per via del tatuaggio sul braccio destro, Karga chiede di vedere il Piccolo e, stupito che possa essere la causa di tanto clamore, lo chiama con il nomignolo di bogwing.
Cala la notte. Il gruppo si accampa per la notte e, dopo aver lautamente pasteggiato, ripassa il piano, apparentemente semplice da comprendere e da svolgere. Il briefing, tuttavia, è interrotto dall’attacco di alcune creature volatili sconosciute, che catturano uno dei Blurrg di Kuiil e il cacciatore di taglie Trandoshano. Pur con grande difficoltà, la banda riesce a mettere in fuga le creature scaricando raffiche di blaster e utilizzando il lanciafiamme del Mandaloriano. Tornata la quiete sull’accampamento, tutti si rendono ben presto conto che Greef Karga è gravemente ferito al braccio destro: il morso delle creature è altamente velenoso, e per il capo della Gilda sembrerebbe non esserci più niente da fare, quando…
TUTTI GLI SPOILER SONO UGUALI, MA ALCUNI SONO PIÙ UGUALI DEGLI ALTRI!
Quando ormai il capo della Gilda sembra spacciato, il Piccolo gli si avvicina e, imponendo la manina sulla ferita, lo guarisce completamente, facendo sparire ogni traccia del veleno e delle lacerazioni causate dal morso delle creature alate. I presenti, ammutoliti, si guardano attoniti: com’è stato possibile? Tutti, in cuor loro, se lo chiedono, ma nessuno è in grado di darsi una risposta.
La mattina seguente, il gruppo si rimette in marcia, diretto verso la città controllata dagli imperiali. Giunti in prossimità del centro abitato, Karga si arresta, fingendo di scrutare l’insediamento. Il Mandaloriano e Cara Dune fanno lo stesso, mentre i due cacciatori di taglie alle loro spalle estraggono i blaster, pronti a colpire a morte. D’improvviso, tuttavia, il capo della Gilda estrae le proprie armi e, dopo averle rivolte verso i cacciatori, fa fuoco, uccidendoli all’istante. È nuovamente tempo di spiegazioni: il piano era uccidere il Mandaloriano e prendere il Piccolo, ma dopo ciò che è avvenuto la sera prima, Karga non se l’è sentita. Pur profondamente adirato, il nostro non perde la calma e risparmia il capo della Gilda: senza di lui non è possibile eliminare il Cliente e, senza eliminare il Cliente, non è possibile mettere al sicuro il Piccolo.
La banda elabora un nuovo piano: il Mandaloriano fingerà di essere catturato e sarà scortato in città da Greef e Cara, che al contempo porteranno una culla vuota per imbrogliare il Cliente; nel frattempo, Kuiil tornerà alla Razor Crest con il Piccolo, barricandosi all’interno della nave insieme a IG-11. Giunti in città, i tre fanno un’orribile scoperta: quest’ultima pullula di assaltatori ed esploratori imperiali, ben più del previsto. In ogni caso, stando alle dichiarazioni di Karga, il Cliente è scortato da soli quattro assaltatori.
Entrati nella taverna, nuova sede del Cliente dopo la distruzione del suo rifugio a opera del Mandaloriano, i tre incontrano effettivamente solo cinque individui: il Cliente e quattro soldati di scorta. Le prime parole dell’imperiale sono rivolte al finto prigioniero: la sua nuova armatura in Beskar è di pregevolissima fattura, segno che è stato forgiato da eccelsi artigiani del pianeta Mandalore. Dopo aver ordinato a un droide RA-7 di preparare qualcosa da bere, il Cliente si esibisce in un lungo panegirico dell’Impero, elogiandone la pace, la sicurezza e la prosperità, dopodiché, terminata l’esaltazione dell’antico regime, chiede di vedere il Piccolo, ignaro della culla vuota. Karga prova a temporeggiare e, per una volta, la fortuna sembra girare a favore dei tre: il Cliente riceve infatti una comunicazione urgentissima. La fortuna, tuttavia, si esaurisce quasi immediatamente: ben presto la taverna inizia a pullulare di assaltatori.
L’autore della chiamata è un governatore imperiale, il Moff Gideon, che chiede minacciosamente del bambino. Quando il Cliente gli risponde che gli è stato consegnato e che sta dormendo, Gideon risponde che conviene controllare meglio. Un’istante più tardi, la vetrata della taverna è distrutta da numerose raffiche di proiettili laser, che uccidono il Cliente e tutti gli assaltatori presenti, mentre il Mandaloriano, Cara e Greef riescono a salvarsi nascondendosi dietro a un tavolo.
Dopo aver trovato un riparo più sicuro grazie ai pilastri portanti della struttura, i tre scrutano la strada attraverso la vetrata distrutta e si ritrovano dinanzi uno spettacolo agghiacciante: una schiera di soldati della morte con i fucili spianati e torme di assaltatori in arrivo a bordo di trasporti imperiali. Il Mandaloriano contatta Kuiil, che nel frattempo non ha raggiunto la nave, ma la trasmissione è intercettata da due esploratori imperiali che, immediatamente scattano all’inseguimento dell’Ugnaught a bordo delle loro velocissime speederbike 74-Z.
Dinanzi alla taverna, intanto, è atterrato un caccia TIE, a bordo del quale si trova nientemeno che il Moff Gideon, che si avvicina alla vetrata distrutta e incomincia a parlare: i tre hanno qualcosa che lui vuole, qualcosa che pensano di conoscere ma che non conoscono affatto, qualcosa che, entro pochi minuti, sarà in mano sua. Nel frattempo, Kuiil non risponde più alle comunicazioni del Mandaloriano: cosa può essere successo?
TUTTI GLI SPOILER SONO UGUALI, MA ALCUNI SONO PIÙ UGUALI DEGLI ALTRI!
C’è un motivo se Kuiil non ha più risposto alle trasmissioni del Mandaloriano: a pochi metri dalla Razor Crest, infatti, l’Ugnaught è stato raggiunto e ucciso dagli esploratori imperiali, che hanno poi sequestrato il Piccolo.
La situazione sembra disperata! Cosa potrà salvare i nostri eroi? Che ne sarà di ciascuno di loro? Per scoprirlo non bisogna far altro che aspettare il 27 dicembre, giorno dell’ultima puntata della prima stagione di The Mandalorian!
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