The Mandalorian – Capitolo 6: analisi e easter egg

Sempre più vicini! Con il finale della prima stagione a soli ottanta minuti di distanza, The Mandalorian scava sempre più in profondità nella psicologia e nel passato del suo omonimo protagonista, sempre più costretto a fare i conti con dilemmi morali, scelte etiche e vecchi errori che, prima o poi, presentano il conto. Questa settimana Rick Famuyiwa ci offre una puntata più lunga del solito, ma ugualmente coinvolgente, ben scritta e altrettanto ben diretta; allo stesso modo, come ogni venerdì, Star Wars Libri & Comics presenta, direttamente da Rotterdam, l’analisi del sesto episodio di The Mandalorian, dal titolo Capitolo 6: Il Prigioniero.
Il regista, lo ricordiamo, aveva già diretto il secondo episodio.

The Mandalorian, Capitolo 6 – Sinossi

9 ABY. Fuggito anche da Tatooine, il Mandaloriano si trova nuovamente a corto di crediti e nella costante necessità di proteggere il Piccolo. Ricercato dalla Gilda dei Cacciatori di Taglie e impossibilitato a richiedere nuovi lavori a Greef Karga, il modo più facile per racimolare qualche soldo sembrerebbe rivolgersi a un vecchio collega… Cosa potrà mai andare storto?

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The Mandalorian, Capitolo 6 – Analisi e easter egg [CON SPOILER: proseguite a vostro rischio!]

Proseguendo la tradizione inaugurata con gli episodi precedenti, anche la puntata di oggi è introdotta da un fin troppo sbrigativo riassunto delle puntate precedenti (qui l’analisi del Capitolo 5) e dalla nuova sigla iniziale che contraddistingue le nuove opere audiovisive targate Star Wars e presenti su Disney+.

L’episodio vero e proprio si apre con l’atterraggio della Razor Crest, la nave del Mandaloriano, all’interno dell’hangar di una misteriosa stazione spaziale. Con una scelta registica piuttosto interessante, la macchina da presa mette a fuoco unicamente il Mandaloriano, lasciando irriconoscibili, se non per un fugace istante, i numerosi personaggi che gli passano affianco.

Ben presto, il nostro è avvicinato da un individuo barbuto, un umano di nome Ranzar Malk, noto semplicemente come Ran, che s’identifica immediatamente allo spettatore come una vecchia conoscenza del Mandaloriano. Non solo: dalle parole di Ran si apprende come quest’ultimo sia stato recentemente contattato dal Mandaloriano, ormai alla costante ricerca di un lavoro, e come la voce di ciò che è accaduto su Nevarro si sia ormai diffusa negli ambienti criminali della galassia. In ogni caso, Ran assicura al protagonista la massima discrezione: la sua politica, da sempre, è niente domande.

È tempo di parlare di affari: qual è il lavoro che Ran intende affidare al Mandaloriano? È presto detto: un socio di Ran ha avuto problemi con dei concorrenti ed è stato catturato, dunque serve una squadra per liberarlo. La squadra è quasi pronta, mancano solo un quinto componente e un mezzo di trasporto: guarda caso, il Mandaloriano è in grado di soddisfare entrambe le necessità. Nonostante l’utilizzo della nave non rientrasse nei patti, il nostro è costretto, con sua somma riluttanza e nonostante l’arroganza di Ran, ad accettare le condizioni dell’accordo.

A questo punto, Ran procede a presentare il resto della squadra, composta dall’umano Mayfeld, sicario ed ex-tiratore scelto dell’Impero, dal Devaroniano Burg, dal droide Q9-0, meglio noto come Zero o Z (zee), e dalla Twi’lek Xi’an, probabile ex-spasimante, se non perfino vecchia fiamma del Mandaloriano. Durante le presentazioni, il Mandaloriano rompe parzialmente la quarta parete ironizzando sulla presunta pessima mira dei tiratori scelti imperiali e venendo immediatamente rimbrottato da Mayfeld, che afferma di non essere stato un semplice assaltatore; poco dopo, forse per risposta all’offesa, è lo stesso Mayfeld a paragonare la forma della Razor Crest a quella di una mangiasoldi di Canto Bight.

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Formata la squadra, si procede a preparare la missione: mentre Zero verifica il corretto funzionamento dei sistemi di bordo della Razor Crest, Mayfeld illustra le caratteristiche del piano. L’obiettivo è semplice: assaltare una nave da trasporto corazzata, salire a bordo, trovare il soggetto e portarlo via nel più breve tempo possibile. Il Mandaloriano nota immediatamente una prima stranezza: il mezzo è una nave-prigione di massima sicurezza della Nuova Repubblica e ciò può significare solamente che il socio di Ran è stato arrestato, non catturato da un sindacato rivale. Le proteste del Mandaloriano riguardo all’elevato rischio della missione rimangono tuttavia inascoltate e, al contrario, messe a tacere da Xi’an, che non perde occasione per schernirlo riguardo al suo odio per le macchine, affermando al contempo che l’equipaggio della nave-prigione è composto di soli droidi.

A proposito di droidi: dopo aver terminato un’impietosa diagnostica, Zero si riunisce alla squadra, lamentandosi delle pessime condizioni della Razor Crest; a detta di Ran, tuttavia, la nave è indispensabile in quanto non identificata né dall’Impero, né dalla Nuova Repubblica, nonché in grado di disturbare i codici repubblicani. Non è finita: l’unico membro della squadra in grado di compiere correttamente la manovra di avvicinamento alla nave-prigione senza farsi scoprire è proprio Zero, che dunque dovrà pilotare la Razor Crest. Pur con grandissima riluttanza, il Mandaloriano è costretto ad accettare l’ennesima condizione indesiderata.

Terminato il briefing, la missione può cominciare. Durante il viaggio, tuttavia, emergono nuovi problemi per il Mandaloriano, causati dall’arroganza e indisciplina degli altri componenti della squadra: Burg fruga l’armeria personale del cacciatore di taglie e gli chiede sarcasticamente spiegazioni riguardo alla Grande Purga dei Mandaloriani, Xi’an rivanga un passato di cui evidentemente il nostro va tutt’altro che fiero (in particolare una missione su Alzoc III, recentemente menzionato in Last Shot) e si prende gioco delle tradizioni mandaloriane, mentre Mayfeld ipotizza che sotto l’elmo possa celarsi un Gungan (ora pronunciato gàngan anche nell’adattamento italiano), esibendosi in un’imitazione della parlata tipica degli indigeni di Naboo. Per quanto riguarda il doppiaggio italiano, è curioso notare che il doppiatore di Mayfeld, Christian Iansante, è stato anche il doppiatore di Jar Jar Binks ne La minaccia fantasma L’attacco dei cloni.

Ben presto, la situazione degenera in una rissa tra Burg e il Mandaloriano; durante la rissa, Burg apre inavvertitamente una porta, dietro al quale si cela il Piccolo. La nuova e conseguente raffica di domande, beffe e derisioni viene interrotta sul nascere dall’annuncio di Zero: la Razor Crest sta uscendo dall’iperspazio. Compiute le manovre di avvicinamento, occultamento e accoppiamento, la squadra è pronta a entrare in azione: il Mandaloriano apre il portello superiore della nave-prigione, identico a quello presente sul Millennium Falcon, e, uno dopo l’altro, i mercenari s’introducono a bordo del trasporto carcerario. L’ultimo a calarsi all’interno della nave è proprio il Mandaloriano, non prima di aver lanciato un’ultima occhiata alla porta dietro alla quale ha nuovamente nascosto il Piccolo.

Guidati da Zero, rimasto a bordo della Razor Crest e in possesso delle planimetrie della nave-prigione, la squadra si fa strada per i corridoi del trasporto, molto simili agli interni delle corvette CR70 e CR90 (rispettivamente le classi di appartenenza della Tantive III e della Tantive IV). Durante questa sequenza, è possibile notare un Ardenniano tra i carcerati a bordo della nave-prigione. Giunti in prossimità della sala di controllo, i quattro s’imbattono in un droide topo di serie MSE-6, prontamente distrutto da Burg; il frastuono, tuttavia, richiama l’attenzione di quattro inediti droidi della sicurezza, che aprono il fuoco sulla squadra, mettendo i mercenari in seria difficoltà.

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Durante la sparatoria che ne consegue, Mayfeld fa sfoggio di un’interessante blaster da spalla, utilissimo per sparare da posizioni relativamente protette. Quando i droidi sono ormai pericolosamente vicini, Mayfeld, Burg e Xi’an si accorgono che il Mandaloriano è sparito: che se la sia data a gambe? Ovviamente non è così, non è questa la via: approfittando della sparatoria, il nostro è riuscito a svicolare alle spalle dei droidi della sicurezza, cogliendoli di sorpresa; la colluttazione, durante il quale il Mandaloriano non risparmia nessun’arma del proprio arsenale, è dura e senza esclusione di colpi, ma in breve tempo dei quattro droidi non rimane che un cumulo fumante di rottami.

Giunti finalmente alla sala di controllo, i mercenari scoprono la presenza di un membro dell’equipaggio umano a bordo, un soldato della Nuova Repubblica di nome Davan, equipaggiato con un’uniforme blu e un elmetto identico a quelli utilizzati in passato dai soldati dell’Alleanza Ribelle. Si noti che Davan è interpretato da Matt Lanter, già doppiatore di Anakin Skywalker nella serie animata The Clone Wars. Tenuto sotto tiro dai quattro, Davan estrae un radiofaro, minacciando tacitamente di attivarlo e d’inviare dunque un segnale di soccorso alla Nuova Repubblica. Mentre Mayfeld, Burg e Xi’an scalpitano per uccidere il soldato, il Mandaloriano mantiene il sangue freddo e, volendo evitare l’omicidio un innocente, tenta di negoziare con Davan. I componenti della banda arrivano nuovamente ai ferri corti, tanto da puntarsi reciprocamente i blaster; alla fine è Xi’an a risolvere la questione, lanciando un pugnale a Davan e uccidendolo. Quando il soldato cade a terra privo di vita, i mercenari fanno un’inquietante scoperta: il radiofaro è stato attivato, e la Nuova Repubblica sta giungendo in soccorso della nave-prigione. Pochi istanti dopo, è Zero ha contattare Mayfeld: le forze repubblicane arriveranno in circa venti minuti.

I quattro si precipitano alla ricerca della cella 221, dov’è rinchiuso il soggetto. Cinque minuti e due droidi distrutti dopo, la banda giunge dinanzi alla cella, la apre e libera il prigioniero: si tratta di Qin, il fratello di Xi’an, abbandonato tempo prima dal Mandaloriano nel corso di una missione (forse quella su Alzoc III di cui ha precedentemente parlato la Twi’lek?). D’improvviso, accade l’imprevedibile: Burg strattona il Mandaloriano e lo getta all’interno della cella, mentre Mayfeld chiude nuovamente la porta. Era una trappola! Il nostro mette mano al blaster e fa partire un colpo, ma la cella, proprio come il compattatore di rifuti della Morte Nera, è sigillata magneticamente e il proiettile laser rimbalza più volte contro le pareti della stanza. Frattanto, a bordo della Razor Crest, Zero visualizza l’ologramma di Greef Karga indirizzato al Mandaloriano all’inizio del terzo episodio.

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Dieci minuti all’arrivo delle forze repubblicane. Mentre i tre mercenari, insieme all’evaso Qin, se la danno a gambe, il Mandaloriano escogita un piano di fuga. Sfruttando il passaggio di un droide della sicurezza, il nostro lo aggredisce tramite le feritoie della cella, lo distrugge e, con l’ausilio di un braccio robotico rimosso al droide stesso, riesce ad aprire la cella dall’esterno. La sequenza, molto rapida nella sua messa in scena, mostra una curiosa emorragia di grasso lubrificante nel momento in cui il Mandaloriano amputa il braccio destro del droide.

È tempo di vendetta. Il protagonista, giocando d’astuzia, si reca presso la sala di controllo e, sfruttando le porte antilaser della nave, riesce gradualmente a isolare i quattro nemici, impedendo ogni contatto tra loro e disturbando le comunicazioni con la Razor Crest. A proposito della Razor Crest: in qualche modo (forse usando la Forza?) il Piccolo è riuscito a uscire dal nascondiglio approntatogli dal Mandaloriano e si è recato in cabina di pilotaggio, facendosi vedere da un attonito Zero, che sembra avere intenzioni tutt’altro che amichevoli nei suoi confronti!

Dopo aver isolato i mercenari, per il Mandaloriano è cosa decisamente più semplice attaccarli, sconfiggerli e, almeno apparentemente, ucciderli uno per uno, ciascuno in modo differente, ma tutti e quattro nella stessa ansiogena atmosfera rossastra dovuta all’accensione delle luci di emergenza: Burg schiacciato dalle porte antilaser, Xi’an pugnalata, Mayfeld preso alle spalle, Qin disarmato.

Frattanto, a bordo della Razor Crest, Zero procede la sua ricerca del Piccolo con il fucile blaster spianato, pronto a ucciderlo e, probabilmente, a recarsi su Nevarro per recuperare una sostanziosa ricompensa. Dopo una lunga e accurata ispezione della nave, Zero rintraccia finalmente il Piccolo ed è pronto a fare fuoco. Stavolta sembra davvero la fine per il bambino, quando…

TUTTI GLI SPOILER SONO UGUALI, MA ALCUNI SONO PIÙ UGUALI DEGLI ALTRI!

LA SORTE DEL PICCOLO

Il Piccolo, potente nella Forza e parzialmente consapevole delle sue doti, alza la mano destra e, socchiudendo gli occhi per lo sforzo, sembra intenzionato a contrastare l’attacco di Zero. Improvvisamente, con una deflagrazione che lascia atterrito il Piccolo, Zero esplode. Il Piccolo si scruta la mano, dubbioso. Merito della Forza? Niente affatto! Merito del Mandaloriano, giunto a bordo della Razor Crest appena in tempo per sparare alle spalle di zero e distruggerlo.

[riduci]

La Razor Crest, popolata apparentemente solo dal Mandaloriano e dal Piccolo, torna alla stazione spaziale di Ran. All’apertura del portellone, un nuovo colpo di scena: Qin è vivo! Il Mandaloriano non gli ha sparato, non l’ha ucciso, bensì lo ha catturato e ricondotto a destinazione. Perché questo atto di clemenza? Semplice: per ricevere la ricompensa, una quantità di crediti sufficientemente sostanziosa da vivere di rendita per un po’. È un Mandaloriano, ha un codice etico, ma è pur sempre un cacciatore di taglie! Ran è perplesso: che fine hanno fatto gli altri? Il nostro, senza scomporsi, ricorda al criminale la sua stessa politica: niente domande.

The Mandalorian Episodio 6 6

Conclusa la missione, la Razor Crest decolla. Ran e Qin, tuttavia, non hanno alcuna intenzione di lasciare in vita il Mandaloriano e, immediatamente, ordinano a uno scagnozzo della stazione spaziale di salire a bordo di una cannoniera e di uccidere il bersaglio. La cannoniera si prepara al decollo, quando…

TUTTI GLI SPOILER SONO UGUALI, MA ALCUNI SONO PIÙ UGUALI DEGLI ALTRI!

LA FINE

All’improvviso, Ran e Qin si accorgono che il radiofaro attivato in precedenza da Davan si trova a bordo della stazione spaziale. Bisogna agire subito, ma è troppo tardi! In pochi secondi, dall’iperspazio emergono tre Ala-X della Nuova Repubblica, guidati dai piloti Trapper Wolf, Jib Dodger e Sash Ketter, rispettivamente interpretati dai registi e sceneggiatori della serie Dave Filoni, Rick Famuyiwa e Deborah Chow. I tre velivoli attaccano istantaneamente la stazione spaziale, mentre la Razor Crest salta nell’iperspazio, diretta verso nuovi lidi e nuove avventure.

The Mandalorian Episodio 6 1

[riduci]

L’ultimissima inquadratura dell’episodio regala, ancora una volta, un colpo di scena: Mayfeld, Burg e Xi’an sono vivi, ma si trovano in cella a bordo della nave-prigione! Come dichiarato in precedenza dal Mandaloriano a Qin, i tre hanno avuto ciò che si meritavano… Evidentemente non la morte, almeno non secondo il codice etico del nostro (anti)eroe.

Vi è piaciuto questo episodio? Qual è il vostro parere riguardo alla serie? Ci sono particolari che ci sono sfuggiti? Fatecelo sapere nei commenti e non dimenticate di iscrivervi al nostro Canale Telegram!

Written by
Torinese, classe 1996, laureato in Economia e Scienze Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Fan di Star Wars dai tempi de La vendetta dei Sith ma vero e proprio appassionato solo dal 2015, mi sono avvicinato al lato cartaceo della Forza grazie al fumetto Darth Vader. Da settembre 2019 scrivo per Star Wars Libri & Comics con l'obiettivo di contribuire alla diffusione e alla conoscenza di questo meraviglioso universo narrativo.

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