Facente parte del progetto multimediale dedicato alle Guerre dei Cloni negli anni intercorrenti tra l’uscita de L’attacco dei cloni nel 2002 e quella de La vendetta dei Sith nel 2005, il romanzo Yoda: Dark Rendezvous si incentra sulla figura dell’anziano Gran Maestro dell’Ordine Jedi e sul suo tentativo di dialogo con il suo ex apprendista, il Conte Dooku, oggi Darth Tyranus. L’opera nasce dalla penna di Sean Stewart ed è la sola opera di questo autore nell’ambito dell’Universo Espanso. Oggi il romanzo, uscito nel 2004 e ambientato, coerentemente con la cronologia delle uscite del progetto multimediale, verso la fine della guerra, rientra naturalmente nella galassia del Legends. Originariamente, accanto al titolo è riportata la dicitura “A Clone Wars Novel” che contraddistingue quasi tutti i libri che parlano del conflitto in questione (tra cui Punto di rottura, la duologia MedStar, Jedi Trial e altri), a eccezione di Labyrinth of Evil che si pone già fortemente come preparazione dell’ultimo film della trilogia prequel, e della quadrilogia Republic Commando di Karen Traviss.
L’opera è disponibile solo in lingua originale e non sono previste edizioni italiane nel prossimo futuro. Oltre alle numerose ristampe, ancora reperibili, nello storico formato economico del mass market paperback, Yoda: Dark Rendezvous è stato recentemente riedito nella collana The Essential Legends Collection con un nuovo formato e una nuova copertina. Il livello dell’inglese utilizzato dall’autore è alquanto accessibile anche a un lettore dalle conoscenze linguistiche medie e la lettura è aiutata anche dalla scorrevolezza e agilità della storia.

- Titolo originale: Star Wars: Yoda- Dark Rendezvous
- Data di uscita: 23 novembre 2004/ riedizione 23 maggio 2023
- Autore: Sean Stewart
- Edito da: Del Rey
- Edizione: Copertina flessibile, 432 pagine
- Prezzo: 11,82 € mass market paperback (ACQUISTA QUI)/ 13,05 € paperback (ACQUISTA QUI)
Sinossi ufficiale tradotta
Le brutali Guerre dei Cloni hanno portato la Repubblica sull’orlo del collasso. Nel clamore della battaglia, un Cavaliere Jedi sfugge al massacro per consegnare a Yoda un messaggio su Coruscant. A quanto sembra, il Conte Dooku vuole ottenere la pace e richiede un incontro con il suo vecchio Maestro. Le possibilità che l’infido Conte sia sincero sono alquanto misere, ma quando ci sono milioni di vite in gioco Yoda non ha altra scelta che tentare.
L’incontro avverà su Vjun, un pianeta attraversato da influenze maligne. La sfida non potrebbe essere più ardua. Riuscirà Yoda a riportare indietro il suo ex allievo che un tempo era così promettente? Oppure Dooku scatenerà le sue forze sinistre contro il suo Maestro di un tempo? Comunque vada, c’è una cosa di cui Yoda è sicuro: sarà una delle battaglie più aspre che abbia mai combattuto.
Cosa mi è piaciuto
Agilità e scorrevolezza
Yoda: Dark Rendezvous è un romanzo di media lunghezza, le cui pagine scorrono molto facilmente e senza fronzoli di sorta, andando quasi sempre diretti al punto ma per lo più senza fretta. Tutte le sottotrame sono portate a compimento prendendo lo spazio giusto, mentre Stewart racconta con uno stile accessibile e accattivante, non sempre facile da mantenere visto lo spessore del protagonista e dell’antagonista. La trama passa facilmente da un contesto all’altro, dal Tempio Jedi alla stazione spaziale di transito fino al passaggio su Vjun. La partenza della vicenda è più lenta del ritmo concitato della parte centrale e finale, e si concentra sull’ambiente del Tempio di Coruscant e sulla caratterizzazione dei padawan che accompagnano Yoda nel suo viaggio. L’azione aumenta con l’intervento di Ventress per arrivare a una parte finale dove azione e meditazione, i fili conduttori delle prime due parti, vanno di pari passo.
Grande commistione di toni
Non sarebbe sbagliato descrivere questo romanzo come un arco narrativo della serie animata The Clone Wars messo su carta e ante litteram. L’impressione, per chi è stato spettatore di quest’ultima, è proprio di leggere una storia ispirata a quello stile narrativo, dove i toni cupi e drammatici si intrecciano con un umorismo funzionale all’alleggerimento. Spesse volte, la storia prende anche una piega fanciullesca anche perchè alcuni personaggi sono giovani e devono attraversare un percorso di crescita, accompagnati da Maestri e ostacolati dai nemici separatisti in scontri rocamboleschi mentre in tutto questo tempo si costruisce il carico emotivo.
Proprio questo è quello che succede in Dark Rendezvous, dove troviamo sia i bisticci preadolescenziali di Scout e Whie (più su di loro nel paragrafo successivo) sia il peso dell’oscurità che cresce col procedere della guerra, le burlate di Yoda e le minacce di guerra totale e distruttiva. Quest’ultimo punto invece è particolarmente coerente con l’approccio sanguigno, brutale e drammatico della testata fumettistica Republic (raccolta in Italia negli Epic Collection di Panini) e degli altri romanzi imperniati sulle Guerre dei Cloni, prima del nuovo corso della serie animata del 2008 e del Nuovo Canone.
Se questa importante variatio a prima vista crea straniamento, nel caso presente si tratta di uno straniamento davvero funzionale e mai fastidioso, tipico di un’epoca dell’universo letterario starwarsiano che scopriva nuove possibilità ed esplorava curiosamente l’epoca aperta dalla trilogia prequel. Nel complesso, le variazioni di tono sono forti ma non allontanano il lettore, che viene riportato alla nuda realtà dalla morte e dalle riflessioni che le sfide da affrontare suscitano riguardo il posto dei Jedi nella galassia, il rapporto tra bene e male, luce e oscurità. Nel contesto di Dark Rendezvous, queste realtà non risparmiano davvero nessuno e l’impressione è che il vortice che sta inghiottendo la galassia non lasci andare mai, nemmeno se sei uno dei maggiori perpetratori del male (Dooku) o il faro di saggezza dei Jedi (Yoda, naturalmente). Tutti ci sono dentro insieme, per quanto si possa essere nemici o sentirsi soli, come vedremo.

Illustrazione di copertina per l’edizione giapponese del romanzo
Le focalizzazioni sui personaggi
Poco sopra abbiamo delineato brevemente alcuni tratti distintivi dei personaggi che ora specificheremo. Ogni personaggio presentato nell’opera, a eccezione di Obi-Wan, Anakin e Padmé (i quali non sono nemmeno personaggi in senso stretto, ma più espedienti e comparse agenti), viene ben approfondito e indagato, sia dal loro punto di vista sia attraverso i rapporti con gli altri. In primo luogo, parliamo più brevemente dei due padawan Jedi, Whie Malreaux e Tallisibeth Enwandung-Esterhazy (detta Scout, nominata anche in The Essential Guide to Warfare). Entrambi sono portatori di caratteristiche peculiari, nello specifico i sogni premonitori ispirati dalla Forza per Whie e una presenza nella Forza particolarmente debole per Scout, che la costringe e farsi strada con addestramento fisico, astuzia e altri espedienti. Meno sviluppati ma degni di nota sono i loro Maestri, Mask Leem e Jai Maruk.
Passiamo all’analisi dei due protagonisti, positivo e negativo. Si tratta di Yoda e Dooku, che ricevono un trattamento a volte speculare e a volte opposto. Infatti il Gran Maestro Jedi viene caratterizzato esclusivamente attraverso il punto di vista degli altri che lo osservano e ascoltano, mentre Dooku viene caratterizzato al contrario, dal momento che le sue apparizioni sono narrate quasi soltanto dal suo punto di vista, compreso il confronto finale con l’ex Maestro, momento topico che viviamo dal punto di vista del Lato Oscuro, soprendentemente, solo per essere presi in contropiede dalla padronanza della Forza di Yoda. L’unica eccezione per quanto riguarda l’apprendista Sith sono i suoi incontri con l’accolita Ventress, quest’ultima piuttosto divergente dal suo percorso canonico. Trovo che la scelta di non entrare mai nella mente di Yoda sia azzeccatissima, visto che si tratta di un personaggio forse troppo distante dal lettore per essere reso adeguatamente usando uno sguardo intimista. La visione altrui e quella del lettore sono il modo migliore per parlare di Yoda, che mantiene essenzialmente il suo ruolo archetipico di Maestro saggio e bizzarro, per forza di cose misterioso per tutti. Ciò che possiamo capire di lui è quanto ci rivela,e ciò ha importanza cpaitale, ma il foro interno dell’anziano Jedi rimane chiuso.
Se vogliamo parlare di approfondimento psicologico, dunque, il vero protagonista del libro potrebbe benissimo essere Dooku, visto che la sua prospettiva e i suoi pensieri ci vengono detti direttamente, poiché lo accompagnamo direttamente e assistiamo anche alla sua umanità e fragilità, e soprattutto il suo senso di solitudine pervasiva, cose che viene esposta per la prima volta con i flashback della sua giovinezza tra i Jedi e come apprendista di Yoda. Un paragrafo particolare nelle prime pagine potrebbe essere stato estratto tranquillamente da Dooku: un Jedi perduto, se non fosse per incongruenze con l’età del personaggio al momento del reclutamento tra i Jedi. I momenti memorabili sono molti altri, grandi o sottili, ma non vogliamo rovinare la scoperta al lettore.

Una veduta di Vjun dallo spazio, il pianeta dove si svolge l’incontro fatale tra Yoda e Dooku
Cosa non mi è piaciuto
Aggiunte non necessarie di personaggi
Ciò che funziona meno all’interno del romanzo, pur nel suo essere sempre diretto al punto senza grandi fronzoli, è l’inserimento non necessario dei tre protagonisti della trilogia cinematografica prequel. La storia inizia proprio dal punto di vista di Padmé Amidala, che ritornerà presente solo nell’ultima pagina e per quanto il suo punto di vista fornisca spunti emotivi interessanti anche se appena accennati, distrae dal focus principale della vicenda e dgli spunti ben più centrali e coinvolgenti che hanno a che fare con la Forza.
Questo ci porta alla presenza di Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi, il cui intervento viene anticipato con diversi cenni e poi verso il finale intervengono in modo preponderante nella trama, quando forse non erano strettamente necessari a risolvere la situazione e dando l’idea di un affollamento eccessivo della scena narrativa. Troppi personaggi e una scrittura più leggera che va a detrimento del peso degli ultimi capitoli, insomma. L’aggiunta di questi tre personaggi ingombra spesso ed è una decisione presa solo per inserire gratuitamente i protagonisti dei film, mentre sarebbe interessante approfondire altre componenti.
Conclusione precipitosa
Quando si arriva agli eventi clou del libro ci si rende conto che mancano pochissime pagine alla conclusione, così sorge la domanda se ci sarà lo spazio sufficiente per un atto conclusivo che renda giustizia alla storia imbastita. Ciò accade senza dubbio ma solo per un soffio, poiché il confronto filosofico tra il Jedi e il Sith è intenso ma breve e interrotto da letterali esplosioni che fanno precipitare tutto verso una conclusione troppo insoddisfacente del clima di tensione palpabile nel palazzo di Vjun. Alla lontana, questo andamento ha richiamato alla memoria di chi scrive anche il finale di Dune di Frank Herbert. Ciò non toglie comunque il valore del “montaggio” finale dove tutti i protagonisti vengono passati in rassegna.
Commento finale
Yoda: Dark Rendezvous di Sean Stewart è un romanzo pubblicato nel 2004 e oggi parte dell’universo Legends. Il protagonista è il Maestro Jedi Yoda, una scelta rara vista la natura del personaggio, che l’autore però tratteggi efficacemente mantenendo al tempo stesso il mistero e l‘aura peculiare dell’anziano Yoda, accompagnato da due Maestri e due padawan in una missione per incontrare il Conte Dooku a proposito di un’ambigua offerta di pace da parte del capo separatista. Il romanzo è l’unica opera di Sean Stewart nel mondo starwarsiano e il risultato è una vicenda agile ma profonda, scorrevole ma capace di catturare spunti sorprendenti e inediti nella galassia lontana lontana, soprattutto riguardo l’esplorazione filosofica della Forza e del Lato Oscuro. Dooku d’altra parte riceve un’introspezione mai vista fino ad allora, classificandosi come il personaggio più approfondito. L’autore mostra anche una capacità notevole nel tratteggio dei personaggi secondari, soprattutto i padawan Whie e Scout, cui il lettore si lega facilmente, oltre che nella gestione di diversi toni narrativi, dall’umoristico al drammatico. L’inglese adottato è di facile comprensione e lo stile non è per niente pesante. Un romanzo forse passato troppo sotto silenzio, che merita una possibilità di scoperta soprattutto per la sua capacità di tematizzazione della Forza e del percorso di crescita.
Che cosa ne pensate di Dark Rendezvous? Fatecelo sapere nei commenti!
Vi ricordiamo che potete trovarci assieme ad altri appassionati di cultura nerd anche su Telegram con il nostro canale ufficiale dedicato a offerte e news e la chat dedicata. Inoltre è ora attivo anche lo store con il merchandising ufficiale di Star Wars Libri & Comics.
Giovanni Danesin
Trovai il libro puramente a fortuna quando andai in America, molto stimolante ma avrei apprezzato più spazio per Dooku, concordo che si potevano risparmiare Anakin, Obi wan e Padme.
Federico
Le nuove edizioni in inglese The Essential Legends Collection hanno la stessa grandezza e materiali (per es la copertina) usati da Panini Comics per quelli che ha portato in Italia?