Star Wars: La Battaglia di Jakku è una maxi serie di 12 numeri scritta da Alex Segura, illustrata da Leonard Kirk e Stefano Raffaele (artisti), e Rachelle Rosenberg con Alex Sinclair (coloristi), Joe Caramagna è il letterista. La copertina, che potete vedere qui sotto, è opera di Phil Noto.
Pubblicato negli USA ad ottobre 2024, il primo numero è appena uscito in Italia edito da Panini Comics il 19 giugno 2025.

- Titolo: Star Wars: La Battaglia di Jakku
 - Data di uscita: 19 giugno 2025
 - Autore: Leonard Kirk, Alex Segura, Stefano Raffaele
 - Edito da: Panini Comics
 - Edizione: Spillato, 17×26, 56 pagine
 - Prezzo: € 6,00
 - Link affiliato:
 
Trama
Siamo subito dopo gli eventi de Il ritorno dello Jedi: dopo la Battaglia di Endor, Luke, Leia e la nascente Nuova Repubblica devono affrontare un Imperiale ribelle determinato a preservare lʼeredità di Palpatine e Vader a ogni costo! E chi sono i misteriosi e mortali Accoliti dellʼAldilà?
Il contesto de La Battaglia di Jakku
La maxi-serie è composta da 3 archi narrativi raccolti in 4 albi e non mancano, già in questo primo volume, riferimenti e collegamenti ad altre opere ambientate nell’epoca post-Endor: sono presenti il Gran Moff Adelhard e il Comandante Bragh (Star Wars: L’Insurrezione), i Messaggeri dell’Imperatore (L’Impero a Pezzi e Battlefront II) ma soprattutto, anche se non li vedremo in questo numero, Rae Sloane e Gallius Rax, protagonisti imperiali della Trilogia di Aftermath. Di quest’ultimo sarà presente in questa maxi-serie la prima illustrazione ufficiale come già indicato qui.
In questa recensione andremo ad analizzare il primo numero del primo albo del primo arco narrativo (tanti #1) appena pubblicato.
ATTENZIONE! QUESTA RECENSIONE CONTIENE SPOILER!
Un prologo necessario
Questo primo numero de La Battaglia di Jakku è un prologo, che getta le basi della storia che la maxi-serie andrà a raccontare: serve ad aggiungere ulteriori dettagli e a fornire un contesto al lettore sul periodo immediatamente successivo alla Battaglia di Endor.
Lo fa inserendosi in un quadro storico già affollato tra libri e fumetti e videogiochi, anche solo considerando tre opere come L’impero a pezzi, Aftermath – Debito di Vita e il più recente La Principessa e la Canaglia: c’è il rischio forte di incorrere in errori di continuità, ripetizioni e soprattutto retcon!
La storia e i personaggi
Non ci sono errori, per fortuna, in questo primo volume de La Battaglia di Jakku , dove le vicende raccontate servono principalmente a farci conoscere meglio il personaggio del Gran Moff Adelhard, qui alla sua prima apparizione da protagonista dopo due menzioni in Battlefront II e Darth Vader (2020) #14.

È lo stesso Ubrik Adelhard a raccontare la sua storia, permettendo al lettore di comprendere meglio le sue motivazioni e i motivi personali che lo spingono ad agire in modo spietato; i flashback lo rendono maggiormente tridimensionale e interessante a chi si approccia alla storia. Sapere che il Gran Moff è un uomo che si è fatto da solo, che ha scalato tutte le posizioni militari fino ad arrivare ai vertici e al suo ruolo di responsabile del settore di Anoat, dovendo guadagnarsi con sangue e violenza il suo titolo, lo rende sicuramente più interessante per chi legge.
Adelhard cita i suoi maestri e abbiamo quindi dei micro-camei di Tarkin, Thrawn (i due erano insieme sul ponte di comando durante la battaglia di Atollon nel finale della terza stagione di Rebels) e Vader: il Gran Moff non è un semplice signore della guerra ma anche uno stratega freddo e pericoloso, che non si fermerà davanti a nulla per schiacciare la ribellione contro l’Impero.

In questo primo numero de La Battaglia di Jakku ci sono diverse scene con Leia su Endor, una brevissima con Han, alcune più approfondite con Luke, ma a catturare l’attenzione è soprattutto il momento con Vader, di cui la principessa va a visitare la pira funebre. Queste scene servono da promemoria per chi non avesse letto La Principessa e la Canaglia. Per me, queste scene sono leggermente fuori contesto soprattutto soprattutto avendo letto il libro appena citato, ma credo che non siano sufficientemente approfondite per chi arriva alla serie senza ricordare o aver letto recentemente il libro di Beth Revis.

Per fortuna però non ci sono solo i soliti eroi della trilogia originale ma anche una new entry: Rynn Zenat, una pilota di Ala-B, che per prima lancia l’allarme sulle intenzioni e sulle azioni del Moff nel settore di Anoat. Ho letto su internet qualche critica riguardo le tempistiche di viaggio nell’iperspazio che le hanno permesso di salvarsi e ricomparire quasi immediatamente su Endor, ma d’altronde non si dovrebbero nemmeno sentire i suoni nello spazio e a tutti piacciono i “phew phew”, quindi direi che va bene lo stesso.

Da amante del romanzo canon Shadow of the Sith di cui invoco a gran voce la pubblicazione italiana, mi ha fatto piacere la comparsa in Battaglia di Jakku della setta di sostenitori del non così defunto imperatore Palpatine. Vediamo infatti l’inquietante Yupe Tashu, capo degli Accoliti dell’Aldilà e consigliere personale dell’imperatore, a sua volta supportato da una strana donna Reyna Oskure che lo aiuterà a impedire il rafforzamento della neonata Nuova Repubblica. Oskure appartiene alla razza degli Anzati, che vive per migliaia di anni e che ha qui la sua prima apparizione in un fumetto canon dopo la presenza nel Legends e serve da tramite tra Tashu e Adelhard.
 

Cosa funziona e cosa non funziona
Tra i punti a favore di questo primo numero della serie La Battaglia di Jakku, è sicuramente l’aver superato la soglia del periodo pre-Endor: finalmente un nuovo prodotto ambientato nei primi mesi e anni della neonata Nuova Repubblica, e sebbene siamo ancora, per i miei gusti, troppo vicini alla grande vittoria della Ribelllione, è interessante vedere gli ultimi momenti della resistenza degli imperiali prima della re-organizzazione nel Primo Ordine.
Tra i punti a sfavore però va appunto anche segnalato che nel canone sono già presenti diverse opere ambientate proprio in questo specifico momento storico, soprattutto le trilogie di Aftermath e Alphabet Squadron, e questo comporta un serio rischio per quanto riguarda i retcon, oltre a generare confusione, in generale.
Aggiungo una piccola nota sulle traduzioni e adattamenti che ancora una volta risultano in qualche pecca…se solo ci fosse un sito specializzato in fumetti e opere cartacee di Star Wars a cui chiedere aiuto.
Colori e illustrazioni
Se la storia è tutta opera di Segura, il lavoro su La Battaglia di Jakku per quanto riguarda colori e illustrazioni è stato diviso tra due team, con Leonard Kirk e la colorista Rachelle Rosenberg che hanno lavorato sulla storia principale e Stefano Raffaele con Alex Sinclair ai colori sulla quella secondaria. Il lettering di entrambi è stato fatto da Joe Caramagna.
Per quanto mi riguarda, i team hanno fatto un buon lavoro, sfruttando bene i colori e le potenzialità simboliche del fumetto – si vedano per esempio le scene di Leia con l’elmo di Vader.

Conclusioni
Alex Segura pesca a piene mani dal canone già esistente, approfondendo aspetti come quelli degli Accoliti e focalizzandosi su un personaggio come quello del Gran Moff già esistente ma solo citato.
La Battaglia di Jakku è una rappresentazione anche visiva, e non solo più solo letteraria, di un periodo post-Endor che fino ad ora non era stato ancora particolarmente sfruttato, soprattutto lato fumetti.
Sarà più evidente nei numeri successivi, ma c’è un rischio da non sottovalutare, dopo Andor: i potenziali retcon e problemi di continuità che rimangono un problema in crescita nel sempre più complesso canone di Star Wars.
Per come la vedo io, ma giustamente non è un punto di vista condiviso da tutti, ogni storia nell’universo Star Wars – che ricordiamo essere mitologia contemporanea (cit. Deboz ma non solo) – è una “versione dei fatti”: qualcuno potrebbe dire che questa versione de La Battaglia di Jakku di Segura è “un” racconto delle vicende accadute.
Certo però, cinicamente, non si capisce però del tutto la scelta del focalizzarsi su questa particolare sezione di storia galattica o di fare retcon, invece di cercare altre vicende meno esplorate o rispettare maggiormente il canone.