The Old Republic 1 di 4
Si conclude con Alleanza Fatale il ciclo di recensioni dedicate alle opere collegate al videogioco MMORPG The Old Republic, rilasciato per PC nel l’ormai lontano 2011.
Ambientato, come suggerisce il nome, nel periodo della Vecchia Repubblica (più precisamente nel 3643 BBY circa), il romanzo vedrà la nascita di una nuova minaccia biotecnologica in grado potenzialmente di conquistare tutta la galassia; per tal motivo, Jedi e Sith dovranno perciò temporaneamente giungere a una tregua sul remoto Sebbadon e unire le forze contro il nuovo nemico.
L’autore di Alleanza Fatale è Sean Williams, già autore dei due adattamenti romanzati de Il Potere della Forza e della trilogia Force Heretic del The New Jedi Order assieme a Shane Dix.
- Titolo: Star Wars: The Old Republic – Fatal Alliance
- Data di uscita: 13 luglio 2011
- Autori: Sean Williams
- Edito da: Multiplayer Edizioni
- Edizione: Copertina rigida, 530 pagine
- Prezzo: € 16,15
“La galassia è dipinta in bianco e nero, realizzò, sentendo la verità e la certezza di questa realtà fin dentro le ossa. Ma da una certa distanza, tutto appare grigio.”
– Shigar Konshi, pensiero
Sinossi
La scoperta del relitto della misteriosa nave stellare Cinzia ha diverse implicazioni per le diverse fazioni in guerra, Repubblica e Impero Sith, nonchè per l’ingorda e avida schiera di gangster galattici, gli Hutt.
Il corsaro conosciuto col nome di Jet Nebula riporta ai suoi clienti Hutt dei resti di notevole interesse della Cinzia, tra i quali il navicomputer in grado di indicare il punto di partenza della nave e un insondabile cilindro, fatto di metalli esotici di difficile reperibilità.
I viscidi e spietati signori del crimine comprendono in breve come potrebbero essere in molti a voler mettere le mani su quanto recuperato da Nebula, in quanto potrebbe voler dire accaparrarsi un nuovo mondo inesplorato ricco di risorse minerarie per l’industria bellica.
Per tale motivo, le principali fazioni motrici della guerra inviano immediatamente su Nal Hutta i propri inviati per scoprire maggiori dettagli sugli oggetti.
A raccogliere informazioni per conto dell’Ordine Jedi viene inviato il Padawan di nome Shigar Konshi. Egli porta con sé un ex soldato della Repubblica, Larin Moxla.
Per quanto concerne lo schieramento della Repubblica viene inviato il rigido Ula Vii, un Epicanthix, che in realtà è un agente doppiogiochista imperiale.
Per i Sith, invece, il sempre più debole Darth Chratis decide di far presenziare la sua apprendista Eldon Ax, una giovane donna estremamente ambiziosa e dal temperamento focoso.
Un’ultima figura però da lontano osserva tutte le altre: si tratta del Mandaloriano Dao Striver, chiaramente interessato a scoprirne di più sull’origine degli oggetti recuperati. Il guerriero nella celebre armatura è difatti una vecchia conoscenza di Larin e Shigar, in quanto poco tempo prima aveva attaccato su Coruscant un covo di agenti imperiali, nel quale i due erano stati attirati dalle esplosioni e dai disordini.
Prima dell’inizio dell’asta alla corte dell’Hutt Tassaa Bareesh però il cilindro sembra animarsi di vita propria, rivelandosi una vera e propria fabbrica miniaturizzata di droidi, caratterizzata da un’avanzatissima tecnologia bioingegneristica.
L’artefatto raduna materie prime ed energia dall’ambiente circostante, e sviluppa droidi da combattimento in grado di crescere a ritmo vertiginoso denominati hex. Considerata la loro pericolosità e capacità adattativa, si rende ben presto prioritario individuare chi li abbia creati in primo luogo, e perché.
Le ricerche portano tutte le diverse fazioni sul pianeta Sebbadon, situato nell’Orlo Intemedio e orbitante in prossimità di un buco nero, a malapena alla distanza di sicurezza per evitare di essere inghiottito.
Gli hex si scoprono essere una creazione di Lema Xandret, un geniale ingegnere sfuggita anni addietro all’Impero Sith. Sua figlia, Eldon Ax stessa, venne strappata dalle braccia di lei quando ancora era un’infante, dimodoché potesse crescere addestrata nelle vie del Lato Oscuro.
Al fine di vendicarsi del torto, Lema creò gli strumenti della sua rivalsa, i droidi hex appunto. Essendo in grado di auto generarsi grazie alle fabbriche miniaturizzate che, se non contenute e portate lontano da Sebbadon potrebbero (grazie al pattern di replicazione geometrico esponenziale) occupare e sovvertire l’intera galassia in quasi una generazione.
Comprendendo le implicazioni di una simile minaccia, le forze repubblicane e imperiali decidono di unire temporaneamente le forze al fine di distruggere gli hex e la fonte della loro creazione.
Mediante una squadra di infiltrazione atterrata in maniera spettacolare su Sebbadon, la giovane Eldon Ax penetra dunque in uno dei laboratori sotto superficiali, dove trova un clone di sé stessa all’interno di una vasca di liquido rosso.
Grazie a questa scoperta, viene palesata la verità dietro il piano ordito da Lema Xandret.
Il brillante ingegnere ha trovato il modo di infondere il notevole grado di adattabilità nelle sue creazioni grazie al liquido organico cremisi, che funge da sorta di fluido vitale per le macchine.
Lo spirito dell’ormai defunta Lema sembra dimorare in questo fluido, che ha come prima direttiva quella di proteggere lo sviluppo del clone della figlia perduta tempo addietro. Gli hex però hanno preso tale ordine eccessivamente alla lettera, uccidendo qualunque forma di vita in grado di rappresentare una potenziale minaccia per il clone.
Nella loro fredda logica, hanno finito con l’eliminare la stessa Lema.
Eldon distrugge il cilindro contenente la sua copia e imprime il suo codice genetico sui droidi autoreplicanti, essendo uguale a quello del clone riesce a impossessarsi dei droidi.
Grazie al suo sforzo, riesce a richiamarli dall’attacco prima che abbia a verificarsi una debacle per le flotte della Repubblica e dell’Impero Sith nei cieli di Sebbadon e ordina loro di autodistruggersi nelle pozze di lava del pianeta; questo non prima di averli comunque aizzati contro il suo vecchio Maestro, Darth Chratis.
Le due flotte si ritirano verso le rispettive roccaforti, mentre la destabilizzazione dell’orbita conduce Sebbadon all’interno del buco nero, cancellando per sempre gli hex dalla galassia.

Una giovane Satele Shan ai tempi della Battaglia di Alderaan, circa ventiquattro anni prima degli eventi di Alleanza Fatale. Immagine proveniente dal trailer Hope del videogioco The Old Republic.
Cosa mi è piaciuto
Alleanza contro un nemico più grande
Nonostante abbia a realizzarsi solamente nell’ultimo terzo di Alleanza Fatale, il fatto che Impero e Repubblica (leggasi “Jedi e Sith”) debbano coalizzarsi in maniera praticamente forzosa permette di allontanarsi brevemente da quella che è lo scontro tra due schieramenti diametralmente opposti che forma le fondamenta del progetto The Old Republic.
Anche lo scambio temporaneo dei Padawan (Satele affiancata da Eldon e Darth Chratis da Shigar) risulta una trovata narrativa apprezzabile e riuscita, in quanto permette ai giovani apprendisti di avere una visione più ampia delle dottrine a senso unico nelle quali i due sono praticamente cresciuti.
La trovata del nemico bioingegnerizzato non è particolarmente innovativa, tuttavia grazie alle loro capacità ricombinanti gli hex riescono a rappresentare una minaccia tutto sommato abbastanza credibile, anche se alla lunga risulta abbastanza ripetitiva, in quanto non essendo capaci di esprimersi se non ostacolando i protagonisti, sembra di leggere l’avanzamento attraverso il livello di un videogioco.
Eldon Ax e Ula Vii
Impossibile non menzionare l’apprendista Sith Eldon Ax tra i pregi del romanzo, in quanto è lei che va incontro ai maggiori cambiamenti nel corso degli eventi narrati.
Prototipo della Sith perfetta, ambiziosa e assetata di potere, da una posizione di subalternità rispetto al tirannico Darth Chratis ella si erge a nuova figura di riferimento all’interno delle gerarchie imperiali.
In seguito alle rivelazioni che la legano agli hex e alla madre da tempo perduta, la personalità di Eldon va incontro a uno sviluppo rapido ma comunque convincente. Consapevole dei suoi poteri e spinta dall’odio per i Jedi, ella riesce in poco tempo a occupare una posizione preminente nella forza d’assalto Sith che attacca Sebbadon.
Orchestrato in maniera riuscita il colpo di scena che la riguarda nei laboratori sotterranei del pianeta. Tuttavia il momento migliore suo, e di Alleanza Fatale nel suo complesso, è quando lei e il Padawan Shigar realizzano, confrontandosi con i rispettivi maestri dell’altro/a, che la galassia non è fatta di solo bianco e nero.
Ula, d’altro canto, è una spia imperiale infiltratasi nelle alte sfere della Repubblica, quotidianamente impegnato a non farsi sommergere da trame politiche e incaricato di passare informazioni vitali ai suoi padroni Sith.
Costretto dal Comandante Supremo a recarsi su Nal Hutta, l’Epicanthix vede completamente sconvolta la sua vita in un battibaleno: dagli agi di Coruscant in uno scenario nel quale comunque sa bene come muoversi,egli si ritrova catapultato in un contesto a lui sconosciuto e alieno.
Ben presto la situazione precipita e Ula diventa il punto di vista della persona qualunque che si ritrova in un dipanarsi di eventi molto più grandi di lui. La sua inadeguatezza viene resa molto bene (soprattutto considerando che debba operare a favore della repubblica e dei Jedi, nonostante sia un infiltrato), permettendo di empatizzare molto col personaggio.
Il suo ruolo apparentemente neutrale sarà fondamentale nella parte conclusiva del romanzo, dove il filo che tiene unita la flebile alleanza fatale sarà sua responsabilità.
Cosa non mi è piaciuto
Narrazione eccessivamente prolissa
Il romanzo presenta una lunghezza notevole di oltre cinquecento pagine, tuttavia -terminata la lettura- risulta difficile chiedersi se probabilmente certi capitoli avrebbero potuto essere più concisi.
Nello specifico il riferimento è al primo incontro con gli hex nelle camere blindate del palazzo di Tassaa Bareesh su Nal Hutta, una sezione narrativa infinita di andirivieni dalle camere e di combattimento contro i droidi intelligenti portata quasi all’esasperazione.
Più di una volta durante il corso di questa fase della vicenda viene da chiedersi quando terminerà, cosicché alla storia venga permesso di proseguire.
La medesima lentezza ed eccessiva presenza di descrizioni si riscontra nel finale su Sebbadon, quando il team d’assalto si paracaduta sulla superficie del pianeta vulcanico, dopo essersi creato un varco nelle difese orbitali degli hex.
In tutti gli scritti di Sean Williams è purtroppo riscontrabile questa tendenza nel diluire la narrazione in maniera marcata, spezzando fortemente il ritmo e la concentrazione del lettore.
Commento finale
Senza infamia e senza lode, Alleanza Fatale narra una vicenda tutto sommato godibile, sebbene per nulla memorabile.
Nonostante delle trovate narrative tanto semplici quanto efficaci, il romanzo soffre molto di una narrazione eccessivamente tirata per le lunghe, nelle quali il proseguimento della vicenda viene rallentato a discapito di descrizioni ubiquitarie e comunque in quantità tali da distogliere l’attenzione del lettore.
I personaggi comunque permettono di strappare una larga e meritata sufficienza alla pubblicazione, che si basa su solidi elementi quali i due apprendisti Eldon e Shigar, senza dimenticare Ula, emissario della Repubblica ritrovatosi in una situazione molto più grande di lui. Risulta comunque il più debole della tetralogia dedicata al progetto The Old Republic.
L’edizione Multiplayer in copertina flessibile con alette risulta buona, solida e senza difetti di sorta da segnalare.
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Altre opere:
– Inganno;
– Revan;
– Sterminio.
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