The New Jedi Order 15 di 19
Inizia con Remnant l’ultima trilogia di romanzi del The New Jedi Order, raccolta sotto il nome di Force Heretic. Dopo la vittoria a Ebaq-9, la recentemente formatasi Alleanza Galattica sembra aver finalmente la forza e le risorse per invertire la marea di morte e devastazione causata dagli invasori extragalattici Yuuzhan Vong.
Tuttavia, per Luke e gli altri Jedi dell’Ordine il destino sembra essere altrove: nelle Regioni Ignote potrebbe trovarsi un leggendario pianeta, celante il segreto per arrestare definitivamente l’avanzata del nemico.
Scritto a quattro mani dagli autori Sean Williams e Shane Dix, Remnant non presenta un linguaggio particolarmente ostico; non dovrebbe quindi assolutamente rappresentare un problema per coloro i quali abbiano alle spalle già qualche lettura in Inglese.
- Titolo: Star Wars: The New Jedi Order – Force Heretic I: Remnant
- Data di uscita: 4 febbraio 2003
- Autori: Sean Williams e Shane Dix
- Edito da: Del Rey
- Edizione: Copertina flessibile, 413 pagine
- Prezzo: € 6,72
“We have no intention of surrendering – not now, not ever. You may win the occasional battle against us, Vorrik, but the Empire will always strike back.
That I promise you.”
– Grand Ammiraglio Pellaeon al comandante Vong Vorrik
Sinossi
Umiliati e decimati dopo la sconfitta subitta nei pressi di Ebaq 9, gli Yuuzhan Vong decidono di optare per tattiche più aggressive e imprevedibili. Come conseguenza di tale nuova condotta di guerra, il pianeta Barab I viene devastato dagli invasori, con grande dolore per la Jedi Barabel di nome Saba Sebatyne.
Convinto che il leggendario Zonama Sekot possa rappresentare la chiave per porre finalmente termine all’aggressione Vong, Luke Skywalker organizza una spedizione volta a scoprire dove si trovi lo sfuggente mondo vagante.
Accompagnato da Mara Jade, il nipote Jacen, la guaritrice Chandra-Fan Tekli e dalla scienziata danni Quee, il Maestro Jedi traccia la rotta della Jade Shadow in direzione delle Regioni Ignote. Al gruppo si aggiunge anche Saba Sebatyne onde poterle offrire supporto psicologico, dopo che quest’ultima ha assistito allo sterminio di un gran numero di individui della sua specie.
Jacen, dal canto suo, spera ardentemente che il pianeta vivente possa fornire le risposte alle numerose domande poste lui da Vergere a riguardo della filosofia Jedi e dei loro doveri legati alla Forza.
Han e Leia Solo, a bordo del Millennium Falcon e scortati dallo Squadriglia Twin Suns (capeggiato dalla figlia Jaina e da Jagged Fel), affrontano un’altra missione per conto proprio, finalizzata a contattare i settori tagliati fuori dalle comunicazioni con l’Alleanza Galattica.
L’ex-principessa di Alderaan invita a bordo anche la Jedi Tahiri Veila, cosicchè ella possa esser mantenuta sotto osservazione mentre affronta i demoni che la perseguitano: la perdita dell’amato Anakin e il tentativo di ibridazione con la razza Vong compiuto su di lei dai Modellatori tempo addietro su Yavin 4.
Giunti su Galantos, uno degli scenari pochi anni prima della Crisi della Flotta Nera, il gruppo scopre ben presto che i nativi Fia hanno richiesto la collaborazione degli Yuuzhan Vong per sterminare una volta per tutte l’aggressiva specie Yevetha, da anni una minaccia.
Tahiri e i Solo incontrano delle spie Ryn, le quali hanno monitorato a lungo le mosse degli invasori extragalattici nel settore, e vengono a conoscenza della prossima meta del loro viaggio: Bakura.
Mentre la Jade Shadow si appresta a fare ingresso nelle Regioni Ignote, Luke decide che sarebbe saggio compiere una breve deviazione nei territori dei Resti dell’Impero, la zona di galassia ancora sotto l’egida imperiale; l’obiettivo è quello di convincere il Grand’Ammiraglio Pellaeon ad unirsi all’Alleanza Galattica e far così fronte unico contro il nemico comune che da anni devasta la galassia.
Giunti nei pressi della capitale Bastion, i Jedi rimangono stupefatti dallo spettacolo che si prospetta dinanzi ai loro occhi: la Flotta Imperiale sta evacuando il pianeta, sopraffatta dall’attacco a sorpresa perpetrato dai Vong con incredibile audacia. La guerra ha dunque infine raggiunto anche i Resti dell’Impero.
Sebbene la Jade Shadow non possa apportare un grande contributo in termini di potenza di fuoco aggiuntiva, le strategie e le tattiche suggerite da Luke sviluppate nel corso degli anni tra i raghi della Nuova Repubblica si dimostrano di valore incommensurabile per gli imperiali, che riescono a completare la ritirata senza subire ulteriori ingenti perdite.
Il Maestro Jedi riesce a ottenere udienza presso un Pellaeon gravemente ferito e scampato per miracolo alla morte, dove viene informato dal Grand Ammiraglio che i Resti dell’Impero hanno attirato l’attenzione degli aggressori dopo che si è scoperto che avevano fornito le rotte e le informazioni della navigazione nei pressi di Ebaq 9, elemento che ha portato all’ingente vittoria da parte dell’Alleanza Galattica.
Tuttavia, a causa dell’eccessivo orgoglio e sicurezza, i Moff hanno evitato in tutti i modi di dover richiedere aiuto a quella che una volta era la Nuova Repubblica, ovvero gli artefici della caduta del vecchio Impero. Tale cieca condotta ha condotto a una guerra d’attrito, sfociata nell’attacco improvviso a Bastion.
Luke, per rimediare a tale situazione, si offre di portare aiuto fornendo ulteriori utili elementi che permettono di mandare in rotta l’esercito degli invasori nei cieli di Borosk, anche grazie all’esperienza di Pellaeon, costretto a comandare la flotta dall’interno di una vasca di bacta.
Lo scampato pericolo convince persino i Moff più radicati nelle loro posizioni ad aderire all’Alleanza Galattica.
Grati per l’aiuto ricevuto, gli Imperiali forniscono ai Jedi anche una scorta per addentrarsi nelle Regioni Ignote, la fregata Widowmaker e il suo equipaggio dotato anche di numerosi caccia TIE. In aggiunta, condividono con Luke alcune rotte e le ultime informazioni sui presunti avvistamenti di Zonama Sekot.
Su Coruscant, ormai rinominato Yuuzhan’tar dopo il processo di Vongformazione, Nom Anor (ormai privato del suo potere alla corte del Signore Supremo) si nasconde nei bassifondi e qui, ricorrendo alle sue doti da manipolatore, guadagna la fiducia della casta inferiorire, i Rinnegati. Questi ultimi, rinnegati ed emarginati dalla società, hanno abbracciato un nuovo credo eretico apertamente in conflitto con la dottrina Vong approvata dalla casta sacerdotale.
Tale nuova fede descrive come i Jedi come veri e propri strumenti delle divinità, nonchè gli unici che combatterebbero per i diritti degli Shamed Ones.
Facendo leva su tali sentimenti, Nom Anor adotta un ennesimo alter ego: il profeta Yu’shaa e raduna attorno a sè una schiera sempre più nutrita di fanatici dei Jedi.

Come narrato in Destiny’s Way, Vergere incontrò un’avanguardia Vong sul pianeta vivente Zonama Sekot nel 30 BBY.
Cosa mi è piaciuto
L’Impero colpisce ancora
Finalmente, dopo le incursioni su Ithor (Dark Tide II: Ruin) e su Ord Mantell (Agents of Chaos I: Hero’s Trial), in Remnant i Resti dell’Impero tornano prepotentemente al centro dell’azione, ottenendo il momento di gloria a lungo atteso tra le pagine del The New Jedi Order.
Colti di sorpresa sul pianeta-capitale Bastion, gli imperiali sono costretti a organizzare una ritirata prima in direzione Yaga Minor, e poi verso Borosk.
Proprio nello spazio di quest’ultimo si consuma il primo vero scontro su larga scala tra il regime e gli invasori Yuuzhan Vong.
Inoltre Pellaeon, promosso a Grand’Ammiraglio, è stato ferito gravemente durante l’evacuazione di Bastion e, dopo essersi visto salvare la vita dalla Jedi guaritrice Tekli, comanda l’intera flotta nella battaglia di Borosk dall’interno di una vasca di bacta. Egli non solo sconfigge il comandante nemico Vorrik grazie alla sua superiorità strategica, ma anche lo umilia con un discorso d’effetto che addirittura cita il titolo di Episodio V.
Indubbiamente uno dei momenti più squisitamente sopra le righe dell’intero Universo Espanso.
Il piano di Nom Anor
Presente nella serie sin dalle prime pagine di Vector Prime, l’infido agente è sicuramente il personaggio più dinamico e interessante della specie Vong. Nel corso dei molteplici romanzi lo abbiamo visto vestire i panni dell’ammaliatore di masse, consigliere, scienziato e informatore, elementi che sono in grado di conferire un certo grado di freschezza alla figura, nonchè circondarlo di un’aura di survivalista in ogni situazione.
In Remnant la veste è quella che era già stata anticipata nel precedente Destiny’s Way, ovvero il leader religioso della nuova corrente eretica favorevole ai Jedi che si sta diffondendo nelle caste più basse da anni ormai.
Decisamente interessante come ultimo sviluppo, resta da vedere se e come entrerà in conflitto con le gerarchie Vong che lo hanno esiliato.
Grandi premesse
Verso la fine di Remnant, Han, Leia e Tahiri entrano in contatto con una misteriosa spia che rivela loro la prossima meta del viaggio: un pianeta ben noto ai lettori dell’universo Legends.
La rivelazione fatta, infatti, rafforza e conferma definitivamente una sensazione avvertita nel corso dell’intera lunghissima serie di romanzi. Nelle intenzioni di allora della Lucasfilm e della Del Rey c’era la volontà di rendere il The New Jedi Order una vera e propria sorta di ponte verso il futuro delle pubblicazioni legate alla galassia lontana lontana.
Facendo ciò, nei quindici romanzi sinora letti, si sono citati ripetutamente luoghi e situazioni delle pubblicazioni passate Del Rey e Bantam Spectra, abbracciando praticamente tutti i prodotti extracinematografici allora disponibili.
Cosa non mi è piaciuto
Motore della vicenda accantonato troppo rapidamente
L’elemento meno convincente di Remnant risulta essere proprio la sua premessa: a seguito delle indicazioni fornite dall’enigmatica Vergere, Luke e un manipolo scelto di Cavalieri Jedi si imbarcano in una missione in direzione delle Regioni Ignote, alla ricerca del leggendario Zonama Sekot.
Si narra infatti che lo sfuggente pianeta vivente respinse mezzo secolo addietro l’assalto di un’unità d’esplorazione Vong, e per tal motivo il Maestro del Nuovo Ordine Jedi decide di mettersi alla sua ricerca, lasciandosi alle spalle la tumultuosa e devastata galassia conosciuta.
Tuttavia tale missione deve essere quasi immediatamente accantonata, in quanto i Resti dell’Impero in difficoltà contro gli invasori richiamano l’attenzione del manipolo di Jedi.
Nonostante la deviazione sia tutto sommato funzionale e interessante (dopotutto l’Impero mantiene sempre il suo fascino), si ha la sensazione di vedersi sottoposta una brusca frenata della storia principale, al fine di ricavarne lo spazio per questa storia apparentemente di importanza secondaria.
La suddivisione in macrocapitoli
Una delle stranezze maggiori di Remnant riguarda il fatto che le oltre quattrocento pagine siano divise in soli quattro parti, o macrocapitoli. Vero che la narrazione, come da tradizione nella serie, non manca di spaziare tra vari luoghi e personaggi appartenenti agli opposti schieramenti, ma una maggiore compartimentazione dei contenuti avrebbe giovato al ritmo della vicenda.
Così non facendo, la narrazione risulta come una lunghissima frase che si è letta senza aver avuto la possibilità di avere pause per tirare il fiato.
“I want many things, and in time I intend to get all of them. Your time, on the other hand, is decidedly limited.
You can either agree to help me achieve these things, or I will kill you now. There’s no other option.”
– Nom Anor al rinnegato Kunra
Commento finale
Con Remnant la guerra su grande scala e i mondi conosciuti vengono lasciati alle spalle per un’avventura ai margini della galassia.
Prendendosi dunque una pausa dall’elevato grado d’azione contenuto nel finale del precedente romanzo, gli autori spostano l’attenzione del lettore sull’atteso ritorno in scena dei Resti dell’Impero. Per lasciare il giusto spazio a questa direzione narrativa, la ricerca alla premessa del romanzo viene in breve tempo posta in secondo piano forse troppo rapidamente.
Per quanto riguarda il lato degli invasori, invece, Nom Anor inizia a tessere la trama della sua vendetta contro il Signotr Supremo, colpevole di averlo condannato alla fuga e ingannato tutta la specie; il mezzo attraverso il quale compiere il suo piano è fomentare l’eresia a sostegno dei cavalieri Jedi.
La scrittura risulta tutto sommato scorrevole e senza particolari momenti morti, tuttavia non ci troviamo dinanzi a un romanzo indimenticabile. Come sempre, l’edizione recensita è in formato copertina flessibile per il mercato di massa, economica e praticamente tascabile. Nulla di negativo da segnalare sotto tale aspetto.
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Libri precedenti:
– Vector Prime;
– Dark Tide I: Onslaught;
– Dark Tide II: Ruin;
– Agents of Chaos I: Hero’s Trial;
– Agents of Chaos II: Jedi Eclipse;
– Balance Point;
– Edge of Victory I: Conquest;
– Edge of Victory II: Rebirth;
– Star by Star;
– Dark Journey;
– Enemy Lines I: Rebel Dream;
– Enemy Lines II: Rebel Stand;
– Traitor;
– Destiny’s Way.
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