Come da tradizione, all’uscita di ogni nuova pellicola, viene pubblicata una guida contenente le immagini e le informazioni dettagliati dei personaggi, velivoli, ambientazioni e oggetti di scena visti sul grande schermo.
Parliamo nello specifico del The Rise of Skywalker – The Visual Dictionary e la sua particolarità è, come anticipato, quella di fornire uno sguardo approfondito alla pellicola, aggiungendo nozioni, collegamenti e curiosità che per ovvie motivazioni non hanno trovato spazio all’interno del film arrivato nelle sale italiane a dicembre 2019.
L’Inglese utilizzato è tutto sommato relativamente semplice, grazie anche alle brevi didascalie che non permettono la costruzione di periodi complessi o comunque particolarmente articolati. L’insieme di questi elementi permette anche ai meno esperti di approcciarsi a questa pubblicazione.
A questo link trovate la recensione del corrispettivo volume dedicato a Gli Ultimi Jedi.
- Titolo: Star Wars: The Rise of Skywalker – The Visual Dictionary
- Data di uscita: 20 dicembre 2019
- Autori: Pablo Hidalgo, Kemp Remillard
- Edito da: DK
- Edizione: Copertina rigida, 200 pagine
- Prezzo: € 24,86
Contenuti
Realizzato a stretto contatto con la Lucasfilm e scritto dall’esperto Star Wars Pablo Hidalgo, questo libro di 200 pagine è caratterizzato da informazioni dettagliate e oltre 600 immagini, cinque sorprendenti illustrazioni cross-section e fotografie dai dietro le quinte. Tutti questi elementi la rendono una pubblicazione imprescindibile, la guida completa a L’Ascesa di Skywalker, l’incredibile capitolo finale della Saga degli Skywalker.
Le cinque cross-section presentate sono rispettivamente un Ala-Y, il Treadspeeder del Primo Ordine, lo skimmer di Pasaana, il Treadable di Lando e il Bestoon Legacy di Ochi.
Cosa mi è piaciuto
Infinità di nozioni
Analogamente ai volumi precedenti, fortunatamente, il The Rise of Skywalker – The Visual Dictionary si presenta ricolmo di informazioni e curiosità in grado di essere colte a vari livelli: alcune sono palesi, mentre altre sono delle vere e proprie chicche per chi segue anche il cosiddetto universo crossmediale fatto di libri, fumetti, videogiochi, serie televisive e non solo.
La presenza di una simile mole di dettagli riesce a far sentire più “vivo” il film, conferendo un ulteriore livello di spessore anche a chi ha ricevuto un minutaggio minimo.
Molti sono anche i riferimenti al Legends, tra i quali non può non svettare la ricanonizzazione di alcuni celebri Signori dei Sith. Piacevole notare anche la presenza di riferimenti alla serie animata Resistance e ai film precedenti, presentando una sorta di riassunto di quanto avvenuto sinora, riprendendone gli eventi e attori fondamentali.
Grazie al cospicuo numero di pagine, addirittura 200, lo spazio per i contenuti non manca (la problematica riguarda infatti, come scritto in seguito, come questi siano stati gestiti), regalando diverse ore di lettura.
Dietro le quinte
Le ultime pagine del volume sono dedicate a scatti e informazioni legati alla produzione di Episodio IX; tutto sommato poca cosa, ma comunque una gradita aggiunta.
Tale novità era già stata proposta anche con Rogue One – The Ultimate Visual Guide e Solo – The Official Guide.
Rimanendo sempre in tema di piccole aggiunte, si menzionano alcune citazioni virgolettate di dialoghi. Alcuni sono presi direttamente dal film e sono immediatamente riconoscibili, altri invece probabilmente sono tratti da scene che non hanno trovato spazio nella versione finale o che comunque magari verranno inserite all’interno degli adattamenti sottoforma di romanzo o fumetto.
Cosa non mi è piaciuto
Edizione incompleta
A volte alcune pubblicazioni meritano la bocciatura per un singolo elemento. Era successo con il romanzo La Trappola dei Sith e la storia si ripete con The Rise of Skywalker – The Visual Dictionary.
In breve: manca qualunque riferimento a Palpatine e ai cultisti Sith Eternal di Exegol.
Non viene spiegato nulla del ritorno dell’antagonista principale, i suoi fedeli servitori non appaiono nemmeno in foto e ricevono solamente un breve accenno al fatto che ambiscono al veder ritornare i Sith al potere. Decisiamente troppo poco, non basta per coprire una gravissima mancanza.
Anche nelle pubblicazioni analoghe degli anni passati, per evitare spoiler considerata l’uscita del The Visual Dictionary in concomitanza della pellicola, erano stati omessi dettagli e personaggi, basti rammentarsi di Luke Skywalker (nelle due versioni Ahch-To e Crait nei rispettivi finali di Episodio VII e VII) e di Maul in Solo.
Tuttavia, in questo specifico caso, tale ragionamento non si regge in piedi. Ne L’Ascesa di Skywalker la ricomparsa dell’Imperatore rappresenta il vero e proprio motore della vicenda, il fulcro attorno al quale la pellicola è stata costruita: non è concepibile omettere una sezione così fondamentale per la narrazione.
Così facendo è inevitabile consegnare nelle mani dei lettori un’opera incompleta, privata di una sua componente fondamentale.
La delusione è duplice dinanzi alla notizia che il The Art of è stato rimandato a fine marzo per motivazioni ancora da chiarire. Tuttavia, per un errore, la versione sudcoreana a inizio gennaio è divenuta acquistabile per pochi giorni solamente e, da quelle copie, traspariva la mancanza dei bozzetti e illustrazioni dedicate all’Imperatore ed Exegol.
Se, come presumibile, l’edizione è stata posticipata di tre mesi per inserire queste componenti, probabilmente sarebbe stato meglio rimandare anche la pubblicazione qui recensita, al fine di offrire al lettore un qualcosa di completo.
Viaggio verso il nulla
Stranamente poche, se non praticamente nulle, le menzioni alle pubblicazioni del progetto Journey to The Rise of Skywalker.
Mentre il Visual Dictionary di Episodio VIII attingeva in molteplici punti alla rispettiva collana in preparazione alla pellicola, in questo caso si denota una completa inversione di tendenza.
Al massimo un paio di fugaci, quasi impalpabili i cenni a Lealtà e Choose Your Destiny: A Finn & Poe Adventure.
Esempio concreto: della flotta Mon Calamari di cui si parla in più pubblicazioni nemmeno l’ombra. Se andata distrutta nello scontro nei cieli di Batuu (le attrazioni nei parchi Galaxy’s Edge) prima degli eventi di Episodio IX, risulta spontaneo chiedersi perché “costruirci sopra” un Journey to.
A rincarare ulteriormente la dose, si segnala che sono completamente assenti i riferimenti a Resistance Reborn, praticamente l’opera che maggiormente avrebbe dovuto legarsi a L’Ascesa di Skywalker. Nessuna menzione a Wedge, al ritorno di un altro personaggio amatissimo dai fan, allo scontro su Ryloth e alle missioni compiute per dare vita a una nuova Ribellione.
Questa sconnessione totale tra pellicola e Journey to è probabilmente un riflesso delle conclamate difficoltà produttive alle quali è andato incontro il film.
Cross-section
La scelta di unire, come fatto per i due spin-off del 2016 e 2018, il Visual Dictionary all’Incredible Cross-Sections questa volta non paga minimamente.
Tale decisione risulta inspiegabile, anche perché era dai tempi de La Minaccia Fantasma che ogni capitolo della saga principale presentava le due opere ben distinte, anche per un mero fattore collezionistico.
Il talento dell’illustratore Kemp Remillard è una certezza e le sezioni sono ricolme di dettagli, tuttavia i veicoli presentati sono alquanto deludenti. Come si può pensare che gli speeder di Pasaana e un Ala-Y possano essere più accattivanti dei camminatori di Kijimi, del Night Buzzard dei Cavalieri di Ren e dei caccia (o addirittura i Destoyer) della Flotta Sith?
Decisamente fuori bersaglio.
Commento finale
Al termine della lettura il The Rise of Skywalker – The Visual Dictionary lascia nel lettore sensazioni fortemente ambivalenti.
Se da un lato si hanno i soliti punti di forza di una pubblicazione del genere (come i dettagli delle cross-section e le tantissime informazioni inedite), dall’altra i lati negativi sono decisamente troppo vistosi per essere soprasseduti o comunque controbilanciati.
La completa mancanza di Palpatine e quanto a lui strettamente correlato sono purtroppo una condizione sufficiente a bollare il Visual Dictionary come insufficiente. Il motore dell’intera vicenda ne è una componente essenziale, la premessa del film; senza di quello è inevitabile ritrovarsi tra le mani un libro solo parzialmente completo.
La scelta di inserire le cross-section tuttavia non risulta vincente in quanto, sebbene dettagliatissime come sempre, sono davvero poche e comunque dedicate a velivoli e mezzi dallo scarso mordente. Ultima ma non meno importante, si segnala la quasi assoluta mancanza di riferimenti al progetto Journey to.
La coesistenza in contemporanea di tutti questi elementi danno dunque, alla fine dei conti, idea di un’opera apparentemente raffazzonata e costruita di gran carriera che non regge minimamente il confronto con i predecessori. Oltremodo deludente.
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