Nata in un decennio di transizione per il fumetto superoistico inteso nel senso classico del termine, la miniserie Kingdom Come – pubblicata per la prima volta oltreoceano a partire da Maggio 1996 – è universalmente acclamata come una delle colonne portanti del pantheon fumettistico eretto dalla DC in quasi nove decenni di attività.
Scritta da Mark Waid e con le matite e i colori di un ispiratissimo Alex Ross, la pubblicazione ruota attorno alla decostruzione della figura del supereroe e allo scontro intergenerazionale, presentando delle leggende che devono fare i conti con la responsabilità di lasciare la Terra in mano a dei nuovi superumani.
La storia viene catalogata tra i cosiddetti Elseworlds, una linea di fumetti considerata inizialmente non propriamente canonica – non diversamente dalla starwarsiana Infinità presentata nelle serie come I Racconti – ma che è stata reinserita nella continuity qualche anno dopo grazie al progetto editoriale denominato 52 (un Multiverso fatto di cinquantadue terre parallele), assumendo la denominazione di Terra-22.
In lingua italiana i quattro numeri che compongono l’arco narrativo hanno visto molteplici incarnazioni, delle quali la più recente è quella in formato cartonato DC Library, edito da Panini Comics Italia a inizio 2021 con una traduzione rivista rispetto alle precedenti edizioni RW Lion.
- Titolo originale: Kingdom Come
- Data di uscita: 14 Gennaio 2021
- Autore: Mark Waid, Alex Ross
- Edito da: Panini Comics Italia
- Edizione: Copertina rigida, 17 cm x 26 cm, colori , 360 pagine
- Contenuto: Kingdom Come (1996) #1/4, Absolute Kingdom Come (2006)
- Prezzo: 32,30 € (ACQUISTA QUI)
“Ma chi sarà il responsabile? Di chi è questo peccato? Degli umani… o dei superumani? Dimmelo, Norman. Giudica.”
“Io…?”
“Tua è l’anima che mi guida.”
– Lo Spettro, a Norman McCay
Sinossi dell’editore
In un futuro ormai prossimo, i supereroi sono onnipresenti, ma l’eroismo vero è raro.
Dopo decenni trascorsi a difendere il nostro pianeta, i componenti della Justice League si sono ritirati a vita privata e sono stati rimpiazzati da una nuova generazione di combattenti del crimine il cui obiettivo è terrorizzare l’umanità, non ispirarla. Il destino del mondo tuttavia è in pericolo, quindi Superman, Batman e Wonder Woman devono abbandonare le loro reticenze e dimostrare, un’ultima volta, cosa siano la verità e la giustizia…
I leggendari Mark Waid (The Flash, Superman: Diritto di Nascita) e Alex Ross (Justice, Marvels) ci regalano l’incredibile miniserie Kingdom Come, una storia esplora il significato di eroismo e ci mostra lo spirito più autentico degli eroi DC.

Lo Spettro chiede aiuto al pastore McCay per esprimere il giudizio sulla Terra. Tavola proveniente da Kingdom Come #1.
Cosa mi è piaciuto
Venga il Tuo regno
La storia di Kingdom Come è riassumibile come un inarrestabile conto alla rovescia verso una non ben determinata fine del mondo, narrata anche tramite estratti dall’Apocalisse di San Giovanni.
Al centro di questi eventi si trova l’anziano pastore Norman McCay, scelto da un potere superiore per affiancare il potentissimo Spettro e assisterlo nel compito di giudicare tutti gli abitanti della Terra.
In una sorta di discesa agli inferi di dantesca memoria, i due assistono al dipanarsi dei tragici eventi, spettatori onniscienti di come la spirale di violenza sembra non possa avere argine alcuno e nella quale solamente alla fine sarà concesso loro di intervenire, onde esprimere il giudizio finale.
Il lettore si identifica facilmente nell’umile personaggio di McCay, apprendendo passo dopo passo come si sia arrivati alla condizione presente (magistrale il lavoro di Waid nel presentare il passato con un delicato equilibrio di flashback e non detto) e scoprendo assieme a lui la sinistra verità.
Dietro all’incombente Apocalisse vi sono gli umani stessi, schiacciati dall’apparentemente incontrollata proliferazione dei geni superumani e intimoriti dalle catastrofi sempre più comuni, frutto delle schermaglie e dello sfoggio senza cognizione di causa di devastanti poteri.
Alla guida del Fronte di Liberazione dell’Umanità ovviamente si trova Lex Luthor, i cui luogotenenti sono alcune delle menti criminali più geniali di sempre, nonché nemici giurati anche loro dei passati membri della Justice League.
Assieme alla schiera antropocentrica, però, vi sono diversi assi nella manica dell’arcinemico di Superman, più che mai deciso a eliminare una volta per tutte ciascun rappresentante di ciò che non potrà mai essere.
Il sottotema religioso, con i suoi continui parallelismi con il testo biblico, rende il volume unico nel suo genere, un viaggio di scoperta e conoscenza che conduce inesorabilmente verso la catastrofe preannunciata dalle visioni allo stesso Norman.
Nell’incredibile scontro finale (senza ombra di dubbio uno dei momenti più alti di sempre per il fumetto statunitense), tutti i nodi vengono al pettine ed – elemento non scontato – appaiono gestiti in maniera chiara e non confusionaria.
Epica, destino, futuro e speranza sono gli ingredienti della magistrale conclusione di Kingdom Come, nella quale un uomo comune viene chiamato a decidere del destino del mondo, camminando all’ombra degli dei. E, nell’aiutare un’entità semidivina a giudicare un intero pianeta, può anche darsi che una fede perduta possa essere ritrovata.

Superman, Wonder Woman, Hawkman, Lanterna Verde e altri nella cover di Alex Ross per l’edizione raccolta brossurata dell’opera.
Old (Bat)man Bruce
Un ulteriore elemento nel quale la miniserie eccelle è quello del rappresentare le versioni mature e invecchiate dei personaggi classici.
Disilluso, pragmatico o ancora alimentato dallo spirito combattivo, ciascuno di essi viene rappresentato sotto una luce differente, le sue motivazioni chiare dinanzi all’insorgenza della nuova generazione dei superumani praticamente fuori controllo.
Lo sviluppo più interessante riguarda Bruce Wayne, costretto a indossare dei supporti meccanici a causa di una vita passata a lottare il crimine.
Vigilante supremo di una Gotham nella quale il crimine è stato praticamente sconfitto, grazie soprattutto alle legioni di robot tutori dell’ordine, Batman ha avvolto la sua città una sorta di distopico stato di polizia dove la paura del Cavaliere Oscuro regna sovrana.
Una tale rigidità viene notata da Superman, interessato a placare la violenza dilagante del mondo, ma ben presto lui e Bruce si trovano ancora una volta ai ferri corti, troppo distanti nelle loro rispettive visioni.
Convinto della metodicità del proprio operato quest’ultimo dichiara l’intenzione nel proseguire sulla via tracciata ormai da anni, inflessibile nel voler proteggere a tutti i costi gli innocenti, anche con mezzi non convenzionali e scelte dalla moralità ambigua.
E proprio l’adattabilità dell’Uomo Pipistrello nel voler perseguire i propri obiettivi ben definiti rischia di prendere alla sprovvista parte dell’antica Justice League, quando una nuova e incredibile alleanza sembra sorgere all’orizzonte.
Menzione a parte merita anche il vero protagonista di Kingdom Come, Superman.
Ritiratosi in isolamento dopo il fallimento nel salvare una persona amata e aver compreso come l’opinione pubblica non vedesse più nell’Uomo d’Acciaio i modi e i valori nell’opporsi all’operato criminale, il kryptoniano decide di lasciare il suo ruolo di leader dei giustizieri del pianeta.
Dopo un decennio, Kal-El viene riportato alla realtà dei fatti grazie a Wonder Woman, che dimostra come il mondo abbia ancora bisogno di Superman. Riprendendo le redini, egli avrà modo di affrontare tutti i fantasmi del passato, ritrovandosi costretto infine a far fronte a un apocalittico futuro nel quale tutti, umani e superumani, verranno giudicati da forze superiori.
I valori dell’Uomo d’Acciaio appaiono immutati rispetto al passato, risultando praticamente anacronistici in un’era di caos e violenza. La non volontà di cedere alla violenza stessa rende l’alter ego di Clark Kent una figura rigida, incapace di leggere il mutare dei tempi… dando luogo a una miopia che avrà un costo indicibile per lui e i suoi simili.
Tuttavia, lo scontro maggiore di ideali non è, come si potrebbe immaginare in prima istanza, con Batman/Bruce Wayne, ma con l’Amazzone Diana Prince.
Wonder Woman risulta la più risoluta e ancorata al passato glorioso che ha vissuto con i compagni di mille battaglie, determinata a riportare l’ordine sulla Terra anche con l’impiego della forza bruta.
Tale chiarezza d’intenti genera una divergenza nell’operato anche tra lei e Superman, elemento che (ri)porta le due figure su posizioni che apparentemente paiono inconciliabili.
Il dipanarsi degli eventi porterà solo uno dei due membri della Trinità ad aver ragione, anche a cause di motivazioni esterne in grado di muovere in maniera inaspettata i pezzi presenti sull’enorme scacchiere del destino del mondo.
“Kal, siamo guerrieri, abbiamo l’obbligo di combattere.”
“Considerato ciò che siamo, Diana… il potere che possediamo… abbiamo soprattutto il dovere di mantenere la pace. Solo i deboli soccombono alla brutalità”.
– Wonder Woman e Superman si confrontano sulla dilagante minaccia superumana

La Fine dei Tempi è ormai prossima nella cover del quarto e conclusivo numero della miniserie. Matite di Alex Ross.
La Nona Arte
Impossibile non spendere elogi a profusione per il lavoro grafico di Alex Ross, il talentuoso artista che vanta innumerevoli collaborazioni con DC (sua l’incredibile illustrazione di copertina per la raccolta di Crisi sulle Terre Infinite), Marvel e anche diverse variant cover dedicate a Star Wars, soprattutto per le serie del rilancio canonico nel 2015.
Con un inconfondibile stile che oscilla tra il pittorico e la ricerca del realismo, fortunatamente distante anni luce dal Larroca di Darth Vader (2015) o de Le Tempeste di Crait, il disegnatore statunitense consegna al lettore oltre duecento pagine che appaiono una meraviglia per gli occhi, che in più di un’occasione si avvicinano quadri o illustrazioni, facendo dimenticare di avere tra le mani un fumetto.
Il giusto merito va riconosciuto anche ai colori impiegati dallo stesso, che rafforzano tutti i pregi elencati in precedenza e rappresentano l’ennesimo valore aggiunto all’opera.
Edizione di lusso
Ristampato nella prima parte del 2021 a seguito dell’acquisizione dei diritti da parte di Panini Comics Italia, Kingdom Come viene presentato nell’elegante formato DC Library, analogo nel dimensionamento agli Epic Star Wars di recente pubblicazione come Eredità, Tempi Oscuri o Cavalieri della Vecchia Repubblica.
Il volume è un solido cartonato 17 cm x 26 cm senza sovraccoperta, contenente la miniserie integrale e l’Absolute Kingdom Come, uno speciale di circa un centinaio di pagine che permette di sviscerare il processo produttivo dietro questo evento editoriale.
Oltre alle otto pagine a fumetti dell’epilogo Un Anno Dopo, si hanno bozzetti, approfondimenti, sceneggiature, una dettagliatissima guida agli easter egg, cover gallery e interviste.
L’insieme di tutti questi elementi rendono la pubblicazione il non plus ultra per i fan dei supereroi DC.

Il Crociato Incappucciato e la sua legione di seguaci si uniscono alla battaglia. Tavola da Kingdom Come #4.
Cosa non mi è piaciuto
Inevitabili tagli
Con un’inenarrabile mole di dettagli, chicche e dichiarazioni d’amore alla storia dell’universo a fumetti della casa editrice californiana, è inevitabile che qualche nome di primo piano abbia avuto uno spazio davvero risicato, adombrato dall’imponenza della Trinità.
È il caso di figure storiche come Flash, Martian Manhunter, Aquaman e Lanterna Verde, che in Kingdom Come appaiono solamente in momenti brevi e isolati, ma comunque ciascuno di questi tasselli possiede una rilevante importanza all’interno dello sviluppo della vicenda.
Una nota minore, che risulta praticamente priva di peso alcuno nell’equazione impiegata per valutare questa mastodontica opera.
E così, anche se le visioni non mi affliggono più, predico le lezioni che mi hanno insegnato.
Che un sogno non è sempre una profezia. Che il futuro, come molte cose, è passibile di interpretazioni. E che la speranza risplende di più… quando nasce dalla paura.
– Norman McCay, pensiero

L’epico scontro finale tra i superumani dinanzi alla struttura del Gulag. Tavola proveniente dal quarto numero della miniserie.
Commento finale
Kingdom Come è letteralmente tutto ciò che un lettore di fumetti supereroistici possa desiderare.
Nonostante i personaggi abbiano sulle spalle ben oltre il mezzo secolo di vita, è incredibile come autori di talento riescano a concepire storie con un simile grado di freschezza, permettendo ai lettori di guardare ai propri beniamini sotto una differente luce.
Mediante gli occhi di una persona comune, nella miniserie sarà possibile vivere un vero e proprio viaggio di formazione che condurrà al climax nel quale ciascuno sarà giudicato per le proprie colpe, attuali e passate.
Con un ritmo equilibrato in maniera perfetta, i membri della Trinità DC si troveranno pertanto dinanzi alle scelte più difficili delle loro carriere, in una storia accattivante come poche e supportata dall’incredibile lavoro grafico di Alex Ross. L’edizione è a dir poco eccellente, presentando una corposissima sezione di extra, risultando solida, elegante e piacevole al tatto grazie alle specifiche soft-touch.
Con la presente pubblicazione, Ross e Waid hanno realizzato la propria dichiarazione ultima d’amore e rispetto nei confronti dell’universo a fumetti DC. Una tappa semplicemente obbligata per tutti i lettori di fumetti di ieri, oggi e domani. Epopea a fumetti.
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