The New Jedi Order 4 di 19
Con Hero’sTrial si inaugura una nuova duologia che succede a quella denominata Dark Tide. Identificata come Agents of Chaos, questo miniciclo si focalizza principalmente sulla figura di Han Solo e sul suo percorso di guarigione dal dolore causato dalla scomparsa di Chewbacca nel corso degli eventi di Vector Prime.
L’autore di entrambi è lo statunitense James Luceno (visto più recentemente all’opera sui romanzi Tarkin e Catalyst) che in lingua originale, come vi avevamo già riportato nella nostra guida per la lettura in Inglese, risulta l’autore più ostico da affrontare.
- Titolo: Star Wars: The New Jedi Order – Agents of Chaos I: Hero’s Trial
- Data di uscita: 1 agosto 2000
- Autore: James Luceno
- Edito da: Del Rey
- Edizione: Copertina flessibile, 352 pagine
- Prezzo: € 6,16
Sinossi
Per sei mesi gli Yuuzhan Vong hanno inesorabilmente avanzato in direzione del centro della galassia, conquistando e annientando interi mondi nel loro violento processo espansionistico.
Il governo della Nuova Repubblica, del quale il Bothan Borsk Fey’lya è a capo, ha fallito nel tentativo di allestire un’efficace linea difensiva a causa dei senatori dei diversi mondi, mossi solamente da interessi egoistici e diffidenti gli uni con gli altri, rendendo impossibile l’individuazione di una linea d’operato comune.
Dinanzi a tale mancanza di unità e leadership da parte del governo di Coruscant, sorgono diversi movimenti opportunistici come la Peace Brigade, un insieme di mercenari senza scrupoli disposti ad aiutare il nemico pur di aver salva la pelle e, magari, guadagnare qualcosa dalla futura sconfitta della Nuova Repubblica.
Dopo aver conquistato anche il mondo di Obroa-Skai, gli Yuuzhan Vong identificano i Cavalieri Jedi come il loro nemico più pericoloso all’interno delle fila della Repubblica. Nom Anor e il sacerdote Harrar, rappresentante della casta che opera assieme a quella dei guerrieri, ordiscono una trama per infiltrare un proprio individuo (la sacerdotessa Elan) all’interno degli schieramenti del nemico.
La donna viene manipolata al fine di offrirsi volontariamente come esecutrice della missione, che consiste nella simulazione della propria defezione e nella conseguente cattura, con richiesta di interloquire direttamente con i Jedi a riguardo di un presunto agente chimico che i Vong vorrebbero scatenare nella galassia.
La verità che si cela dietro al tutto, invece, è l’intento di trovarsi dinanzi ai guardiani della giustizia, sacrificando se stessa per liberare una spora mortale in grado di uccidere in pochi secondi. Ad accompagnarla nella sua presunta fuga dalla flotta Vong c’è la figura di Vergere, una ex Jedi dal passato molto poco chiaro, scomparsa cinquanta anni prima: la sua ricerca era uno degli obiettivi del progetto Volo Intergalattico.
Nel mentre, su Kashyyyk, Luke, Leia, Han e figli presenziano ad una cerimonia funebre in onore del compianto Chewbacca in presenza della moglie e altri compagni Wookiee che lo hanno conosciuto nel corso della sua esistenza.
Ancora sopraffatto dal dolore e dalla sete di vendetta, Solo decide di imbarcarsi senza il Falcon per un’avventura solitaria. Nel corso del suo viaggio incrocia la sua strada con un vecchio amico e contrabbandiere, Roa di Nar Shaddaa; quest’ultimo informa il protagonista che una conoscenza di lungo corso -Reck Desh- si è arruolato nelle fila della Peace Brigade.
Han e Roa partono in direzione Ord Mantell, nello specifico salgono a bordo della Jubilee Wheel (una stazione spaziale rotante in orbita sopra il pianeta) e in questo posto vengono a conoscenza di nuove informazioni riguardanti l’esercito di mercenari per mano del gangster boss Big Bunji, il quale sente di avere un debito nei confronti del corelliano per il suo ruolo nella morte di Jabba.
Mentre Han e Roa si trovano ancora a bordo della stazione spaziale, gli invasori extragalattici lanciano un attacco rivolto a Ord Mantell e la Jubilee Wheel viene avvolta da un’immensa creatura vermiforme, ennesima abominazione bioigegnerizzata degli scienziati Vong.
Mentre nel caos generale Han vede Roa catturato dal nemico, il contrabbandiere riesce a salire a bordo della ormai ex fregata di lusso battezzata col nome di Queen of the Empire assieme ad altri disperati. La fuga viene resa possibile anche grazie all’aiuto ricevuto da Droma, un Ryn vagabondo con esperienza di combattimento, uno spiccato livello di intuizione e forte senso di sopravvivenza.
Nonostante la stranezza dell’alieno, l’eroe della Ribellione inizia presto ad apprezzare e tenere in considerazione il nuovo compagno di viaggio.
A bordo della Queen of the Empire, però, si trovano anche Elan e Vergere, i quali sono sotto la custodia di un agente della Nuova Repubblica. L’obiettivo del trio risulta giungere a Coruscant nell’anonimato più assoluto, in quanto un trasporto con scorta risulterebbe non pienamente sicuro secondo l’intelligence: i Vong sono così riusciti nell’intento di convincere il governo della galassia che Elan sia davvero una fuggitiva.
Tuttavia, alcuni giorni prima, un informatore misterioso interno alla Nuova Repubblica aveva informato la Peace Brigade che i disertori sarebbero stati a bordo della nave, ignorando che il tutto è in realtà uno stratagemma ordito dagli stessi Vong.
Desh e i mercenari al suo comando abbordano la Queen e Han e Droma si trovano a fare da scorta per i prigionieri di guerra, essendo il loro agente di scorta messo fuori combattimento dopo un tentativo di ricattura di Elan e Vergere da parte della Brigade.
Preoccupata dall’immobilità della Nuova Repubblica dinanzi all’ennesimo attacco Vong, Leia richiama Luke per disporre l’immediata partenza col Falcon verso Bilbringi, dove il trasporto passeggeri è stato attaccato.
Giunti in loco i due Skywalker scoprono che Han stesso è a bordo della nave e -una volta atterrati al suo interno- Solo si riappropria del Millennium Falcon per scortare a distanza di sicurezza i due disertori Vong.
Ben presto però lui e Droma capiscono che qualcosa non torna, considerando gli attacchi di blanda natura a cui è sottoposto il leggendario YT-1300. Sospettando la messinscena Han riesce a carpire la verità da Elan la quale, ormai scoperta, decide di liberare la spora velenosa dentro il suo corpo.
Grazie ad un oggetto multiuso costruito da Chewie e donatogli da Anakin prima della partenza da Kashyyyk, Solo riesce ad attingere ad una riserva di ossigeno contenuta nel respiratore integrato; Elan muore poco dopo a causa dell’agente mortale da lei stessa liberato.
Prima di fuggire a bordo di un guscio di salvataggio, la misteriosa figura aviana Vergere consegna a Han una fiala contenente alcune sue lacrime, sostenendo che il liquido rallenterà la misteriosa malattia che sta prendendo sempre più piede all’interno di Mara Jade.
Il corelliano porta dunque il contenitore su Coruscant presso la sua famiglia, ma il ricongiungimento dura poco e risulta molto tesa con Leia, mentre Anakin riceve infine il perdono per la scelta di portare in salvo i disperati di Sernpidal, invece di essere tornato indietro per salvare Chewie.
Ancora tormentato dalla scomparsa dell’amico, Han decide di ritornare tra le stelle, deciso ad aiutare Droma a ritrovare la sua famiglia scomparsa nell’evacuazione di uno degli innumerevoli mondi già presi di mira dagli invasori.

La sacerdotessa Elan, antagonista principale di Hero’s Trial nell’illustrazione dal The New Jedi Order Sourcebook.
Cosa mi è piaciuto
Il funerale di Chewbacca
Probabilmente il momento meglio riuscito e più importante dell’intera pubblicazione risulta collocato nelle prime pagine, quando i protagonisti si recano su Kashyyyk per la cerimonia d’addio a quello che è stato il migliore amico di Han per tre decenni, pilotando assieme a lui il Millennium Falcon in lungo e in largo attraverso la galassia.
L’evento viene reso ottimamente dall’autore, il quale riesce a far percepire la solennità e il dolore del momento provato dai personaggi, curiosamente fornendo il punto di vista di 3PO sull’avvenimento.
Mentre la cerimonia viene narrata in Hero’s Trial, a livello fumettistico la Dark Horse ha prodotto nel 2000 una miniserie in quattro numeri nella quale C-3PO e R2-D2 raccolgono delle testimonianze di fatti e avventure legate al guerriero Wookiee proprio in vista dell’evento commemorativo. La miniserie è stata presentata in italiano all’interno della ventisettesima uscita appartenente alla collana Legends della Gazzetta dello Sport.

L’assalto Vong alla Jubilee Wheel orbitante attorno a Ord Mantell. Illustrazione di Jeffery Carlisle per Il New Jedi Order Sourcebook.
Un nuovo nemico
Interessante aggiunta risulta di quella che -sino a questo quarto volume della serie- era solamente stata nominata.
Si parla della casta dei sacerdoti, di cui Nom Anor pare farne parte almeno apparentemente. La figura principale di questa è sicuramente Harrar, del quale viene narrato nella prima parte tutto il fanatismo del suo operato, soprattutto per quanto riguarda i sacrifici rivolti agli dei che coinvolgono i disperati in fuga dai propri mondi conquistati.
Un punto che viene ricorrentemente sottolineato è il fatto che questa casta pare prevalere su quella dei guerrieri, ma che questi ultimi non vedano necessariamente di buon occhio le indicazioni ricevute dai sacerdoti su come procedere a livello espansionistico all’interno della galassia.
Rimane da vedere se tale increspatura diventerà nel corso dei successivi romanzi motivo di rottura tra le schiere Vong.
La visione del futuro
Sicuramente uno dei momenti meglio riusciti di Hero’s Trial è quello nel quale il Ryn Droma prende in mano il mazzo di sabacc e legge le carte come fosse una sorta di cartomante.
Le basilari facoltà telepatiche e divinatorie della sua specie gli permettono di delineare -seppur senza conoscerlo- l’intero profilo psicologico di Han con inquietante accuratezza.
Non solo Droma riesce a capire ciò che Han è, ma identifica in maniera non chiara il corso degli eventi futuri, indicando quello che probabilmente sarà un’ulteriore dolorosa perdita, anticipando indirettamente uno degli eventi chiave dei prossimi libri della serie.
Vecchie conoscenze
Moltissimi sono i collegamenti di Hero’s Trial a quelle che sono le Han Solo Adventures di Brian Daley e la Trilogia di Han Solo scritta da Ann Carol Crispin, della quale vi abbiamo recentemente parlato (La Trappola e Il Complotto degli Hutt).
In primo luogo si ha ovviamente la ricomparsa di Roa, una sorta di mentore per Han, assieme al quale aveva volato per la difesa di Nar Shaddaa cinque anni prima della battaglia di Yavin. Menzioni particolari anche per il breve ricordo del matrimonio di Chewbacca e per la Queen of the Empire, legata al ricordo dell’amata Bria Tharen; questi due elementi si ricollegano al volume L’Alba della Ribellione.
L’insieme di tutti questi richiami concorrono a “costringere” il protagonista indiscusso del libro a fare i conti con il proprio passato più remoto, non solamente con quello più recente riguardante la dipartita del suo migliore amico. Fortemente promossa la scelta di inserire tutti questi piccoli collegamenti con le altre opere Legends.
Gli incontri legati al suo passato però non fanno altro che aumentare il rancore verso i Vong e il dolore dovuto al lutto aveva tenuto lontano il corelliano dai riflettori nel corso dei romanzi antecedenti a Hero’s Trial. C’è un evoluzione della sua figura, ma non quella che ci si potrebbe aspettare: mosso essenzialmente dalla rabbia e dalla sete di vendetta Han, alla fine del romanzo raggiunge uno stato di apparente incompletezza.
Egli è sì tornato in sella riprendendo le redini della sua vita, ma non riesce ad accantonare la sofferenza, allontanandosi sempre più dalla moglie e dalle persone a lui vicine lasciandosele alle spalle per ritornare tra le stelle.
Cosa non mi è piaciuto
Lettura non semplice
Così come accennato ad inizio recensione (e chiaramente trattato nella guida alla lettura dei romanzi in lingua originale), James Luceno è estremamente impegnativo a livello di lettura e Hero’s Trail non fa eccezione.
La peculiare elevata presenza di termini estremamente inusuali, a volte addirittura arcaici, rendono la lettura una vera e propria sfida di pazienza per coloro i quali non posseggano già una più che discreta esperienza con le pubblicazioni in lingua Inglese. In aggiunta a ciò, si ricordi che lo stile dello scrittore americano prevede una marcata presenza di descrizioni che a volte spezzano il ritmo, cosa che potrebbe costituire un addizionale ostacolo alla lettura. Fortemente sconsigliato ai neofiti.
Commento finale
Al romanzo Hero’s Trial tocca il difficile compito di riprendere in mano le vicende del contrabbandiere più famoso della galassia dopo che la sua figura era stata posta in secondo piano nei romanzi precedenti.
James Luceno ancora una volta dà vita ad una vicenda mozzafiato e ottimamente strutturata, in particolare per quanto riguarda le sezioni presenti nella seconda metà del romanzo sino al finale al cardiopalma. Quarta pietra miliare e l’asticella risulta ancora alta, il che rapprestna ottimo segnale. Purtroppo lo stile di scrittura risulta fortemente ostico, fattore che non rende la lettura fruibile per chiunque.
L’edizione recensita è quella del mass market paperback, dalle dimensioni e costi contenuti.
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Libri precedenti:
– Vector Prime
– Dark Tide I: Onslaught
– Dark Tide II: Ruin
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