The New Jedi Order 18 di 19
Penultimo capitolo della lunghissima serie Legends, The Final Prophecy accantona i Jedi della mediocre trilogia Force Heretic riportando il focus su personaggi secondari come Tahiri, Corran Horn e Nom Anor.
Alla ricerca del leggendario Zonama Sekot, i protagonisti affronteranno un lungo viaggio che li porrà dinanzi a scoperte che potrebbero cambiare irrimediabilmente il corso della guerra, fungendo così da prologo per quello che sarà il capitolo concusivo.
Il romanzo è scritto da Greg Keyes, già autore dei riuscitissimi Conquest e Rebirth. Fortunatamente e analogamente ai predecessori, anche questa pubblicazione si distingue per uno stile estremamente fruibile e un Inglese alla portata anche dei lettori occasionali in lingua originale.
- Titolo: Star Wars: The New Jedi Order – The Final Prophecy
- Data di uscita: 30 settembre 2003
- Autori: Greg Keyes
- Edito da: Del Rey
- Edizione: Copertina flessibile, 305 pagine
- Prezzo:
€ 6,76
I looked up and there, where the stars gaze down upon us, was an orb—a world, a planet in the skies above us. Its beauty made me tremble, and its power pressed down on me. I felt love and terror at once. And then those emotions subsided, and I felt—belonging. I knew that the planet itself was alive, welcoming me. It is the planet of the source, the planet of the Jeedai, their secret temple and fount of their knowledge and wisdom—and I saw us, the Shamed, walking with the Jeedai upon its surface, one with them, one with the planet.”
He dropped his tone from singsong to a near growl. “And in the distance, I heard Shimrra’s wail of despair, for he knows this planet—this living planet—is our salvation and his doom. And he knows it will come for him, one day, because it will come for us.”
– La profezia finale enunciata da Nom Anor
Sinossi
Il fatto che il Signore Supremo Shimrra tema profondamente Zonama Sekot non è più un segreto nelle alte sfere, nonostante non siano state chiarite le motivazioni.
Unendo tra loro frammenti di notizie e informazioni ottenute dalle spie prossime al trono, Nom Anor decide di fare leva su questa paura inventando la profezia di un pianeta vivente in grado di spostarsi nella galassia, la cui comparsa sarà il preludio al termine del dominio di Shimrra.
Col suo vero aspetto celato nelle vesti del Profeta Yu’shaa, Anor fomenta gli animi dei Disonorati che seguono ciecamente la sua dottrina eretica, ma egli -consapevole dell’inganno da lui stesso creato- non crede minimamente alla veridicità del suo messaggio.
Tahiri Veila nel frattempo giunge sul paludoso Dagobah, per meditare e rigenerare la sua psiche fortemente scossa dalla recente unione delle sue due personalità: la Jedi e la guerriera Vong Riina innestatale su Yavin 4 tempo addietro.
Tuttavia, ella incontra dei Disonorati che ritengono erroneamente che Dagobah sia il mondo della decantata profezia del leader eretico Yu’shaa. Non solo, i reietti della società Vong sono convinti anche del fatto che Tahiri (conosciuta come “colei-che-è-stata-modellata”) sarà cruciale per la redenzione della loro casta agli occhi delle divinità.
Nelle profondità della cittadella di Shimrra, la maestra modellatrice Nen Yim viene incaricata di indagare su un intrigante e pericoloso elemento: una nave catturata proveniente da Zonama Sekot.
Ella riporta al Signore Supremo che le componenti non meccaniche della nave spaziale hanno molteplici punti in comune con la biotecnologia Yuuzhan Vong. Chiaramente allarmato da questa ulteriore rivelazione, Shimrra cerca simultaneamente di convincere Nen Yim che il mondo d’origine del velivolo non rappresenti affatto una minaccia per la propria razza e che la modellatrice debba continuare la propria eretica ricerca di vie per contrastare tali navi.
Gli ordini apertamente in contraddizione inducono una riflessione in Nen Yim, in quanto teme che la massima autorità Vong possa essere folle, fuorviato o addirittura entrambi.
Per tale motivo, ella decide di incontrare il potente membro della casta sacerdotale Harrar, in quanto anch’egli ha iniziato a covare sospetti e dubbi nei riguardi del Signore Supremo. Harrar è convinto che che Shimrra stia revisionando la storia, cancellando tutti i riferimenti alla sua ascesa al trono e all’inizio della sua sanguinaria crociata contro la galassia.
Dopo essere stato messo al corrente delle ultime rivelazioni riguardante la nave sekotana, il sacerdote rivela a Nen Yim quanto di sua conoscenza a riguardo del leggendario pianeta vivente, informazioni ottenute direttamente dalla dottrina eretica diffusa dal Profeta Yu’shaa.
Rapita da quanto appena appreso, l’eretica modellatrice si dichiara determinata a visitare Zonama Sekot e il Profeta viene ritenuto la figura adatta per rendere possibile questo viaggio.
Nom Anor -celato nelle vesti di Yu’shaa- invia quindi all’Alleanza Galattica un messaggio, esplicando il suo desiderio di raggiungere il pianeta delle sue visioni, definendo tale viaggio vitale per ottenere la redenzione dell’intera casta dei Disonorati.
Dichiarandosi impossibilitato a lasciare Yuuzhan’tar (l’ormai vongformato Coruscant) senza aiuto dall’esterno, egli richiede che siano dei Jedi a provvedere alla sua estrazione.
Fiutando una trappola, Corran Horn e Tahiri decidono di farsi carico della missione.
Giunti sul pianeta che una volta era sede del Senato grazie a un coralskipper catturato, i due Jedi riescono a prelevare il Profeta, ma si trovano costretti a fuggire a bordo della nave sekotana portando con loro anche Harrar e Nen Yim.
Non passa molto prima che la giovane Jedi riconosca la donna Vong, rammentando tutte le torture lei inflitte nell’atto della modellazione della sua personalità subita su Yavin 4; tale rivelazione porta conseguentemente a una maggiore tensione e mancanza di fiducia tra i passeggeri del velivolo.
Ciò nonostante l’animosità tra Tahiri e Nen Yim si ridimensiona non appena l’umana realizza che la sua personalità Vong (Riina Kwaad) è stata plasmata partendo dai ricordi della modellatrice stessa da giovane.
La malridotta nave sekotana riesce infine a tornare al suo luogo d’origine dopo un lunghissimo viaggio fatto di svariati salti nell’iperspazio.
I tre Yuuzhan Vong risultano sin da subito profondamente turbati dal pianeta vivente, colpiti dalla sua energia vivente e dalle somiglianze col loro pianeta d’origine, ormai oggetto solamente di racconti e leggende.
Studiandone le caratterische, Nen Yim conferma una ancestrale connessione tra l’ecosfera di Zonama Sekot e la biotecnologia propria della sua specie.Tahiri arriva persino a postulare che il pianeta vivente sia lo stesso Yuuzhan’tar originale.
Nom Anor, nelle vesti di Yu’shaa, approfitta della conoscenza immagazinata dalla modellatrice in una banca dati vivente detta qahsa, estraendo da questa le nozioni utili per danneggiare irreversibilmente il pianeta sul quale si trovano.
In possesso di queste importantissime informazioni e con l’ausilio di due Yuuzhan Vong appartenenti agli alti ranghi, il Profeta contatta il Signore Supremo, intenzionato a ristabilire la sua reputazione e di reinserirsi nella catena di comando e potere.
Attirando in un luogo isolato Nen Yim con l’inganno, Anor le fracassa il cranio con una roccia e sabota le colossali strutture dell’iperguida del pianeta vivente. Immediatamente prima di spirare, la modellatrice informa Tahiri della vera identità del Profeta.
Mentre Zonama Sekot inizia a soffrire le conseguenze dell’atto terroristico generando colossali tempeste e terremoti, Yu’shaa (dopo aver apparentemente ucciso anche il sacerdote Harrar) viene inseguito da Corran Horn e Tahiri sino al luogo dell’estrazione concordata prima dell’arrivo della flotta Vong.
Nemmeno l’arrivo all’ultimo secondo della Jade’s Shadow con a bordo Mara, Luke, Jacen impedisce la rocambolesca fuga del sabotatore, che riesce a scampare al blocco formato dalla scorta imperiale assegnata ai Jedi dal Grand Ammiraglio Pellaeon.
Il pianeta, estremamente sofferente per quanto subito, salta alla cieca nell’iperspazio verso una destinazione ignota, portando con sè Luke e compagni.
Nel contempo l’Alleanza Galattica convoglia i propri sforzi in un’importante operazione mirata alla ripresa di Bilbringi, sede esattamente vent’anni prima della campale battaglia culminata con la sconfitta e la morte del Grand Ammiraglio Thrawn. Il comando della missione è affidato a Wedge Antilles a bordo dello Star Destroyer Mon Mothma.
L’assalto è suddiviso in tre gruppi: il primo è quello sotto il diretto comando di Antilles stesso, mentre gli altri due sono guidati dall’Ammiraglio bothan Kre’fey e dal Grand Ammiraglio Pellaeon.
il piano però viene mandato all’aria sin dalle prime fasi dell’attacco, in quanto gli invasori extragalattici hanno creato e rilasciato in larga parte della galassia un nuovo organismo bioingegnerizzato in grado di disabilitare i ripetitori della rete di comunicazione HoloNet.
Impossibilitato a chiamare i rinforzi in attesa, la flotta di Wedge comprende ben presto di essere caduta in una imboscata creata a regola d’arte. Grazie all’ausilio di Jaina e all’arrivo del Millennium Falcon le forze dell’Alleanza Galattica riescono a ritirarsi nell’iperspazio dopo aver subito ingenti perdite.
La fine della guerra appare ancora lontana.

Nom Anor nell’illustrazione di Brian Rood per il The Essential Reader’s Companion.
Cosa mi è piaciuto
Il vero protagonista
A seguito delle vicende della trilogia Force Heretic che hanno visto come protagonista Tahiri, in The Final Prophecy pone finalmente in primo piano (non più come semplice antagonista) la figura di Nom Anor.
Ingannatore dell’intera casta dei Rinnegati, si ritrova a enunciare una profezia completamente inventata e basata su dicerie che alla fine si rivelerà contenere molteplici elementi di verità suo malgrado.
Abile a mantenere ben salde le fondamente del suo enorme raggiro mirato a portare alla caduta di Shimrra, egli riesce a ingannare i Jedi e la sua stessa razza, organizzando il viaggio in direzione Zonama Sekot che lo porterà a dover riconsiderare l’intera trama ordita da ormai lunghissimo tempo. Non solo, giunge ad accedere con l’inganno alla conoscenza dei Modellatori, avendo conferma dei suoi sospetti da tempo covati: la conoscenza dei modellatori si è esaurita e il Signore Supremo sta segretamente incoraggiando ricerche eretiche al fine di generare nuovi strumenti per vincere la guerra.
Individualista e spietato come sempre, a questo punto del The New Jedi Order è probabilmente da considerasi uno dei personaggi più complessi e sviluppati dell’universo Legends.
Sicuramente due sono le scene da ricordare con lui come protagonista. La prima riguarda il tradimento nei confronti di Nen Yim, quando ammette di non essere minimamente interessato alla scoperta che lega gli Yuuzhan Vong con Zonama Sekot, in quanto completamente focalizzato nel perseguire gli obiettivi del suo piano, impedendo a chiunque di frapporsi tra i suddetti e lui stesso.
Il secondo momento, invece, è successivo al sabotaggio dell’intero pianeta vivente, nel quale affronta le intemperie dovute al danneggiamento dei motori iperspaziali gridando al cielo, interpretandole come un’aperta sfida nei suoi confronti.
Lo stile di Greg Keyes
Il segreto per un buon libro risiede sempre in primo luogo nello stile di scrittura e l’autore sembra esserne chiaramente al corrente. Così come già al tempo evidenziato nella duologia Edge of Victory, The Final Prophecy risulta incredibilmente fluido dalla prima all’ultima pagina.
Niente inutili digressioni, passaggi poco chiari, descrizioni sovraccariche di dettagli o costruzioni sintattiche articolate: il tutto si sussegue in maniera assolutamente naturale; tale punto a favore assume inoltre una valenza duplice se si considera che ci troviamo un libro scritto in lingua originale.
Grazie a tale impostazione l’attenzione del lettore rimane viva nel corso della narrazione. Sicuramente uno dei migliori scrittori dell’Universo Espanso.
Resa dei conti a Bilbringi
Vent’anni dopo la spettacolare sconfitta del Grand Ammiraglio Thrawn nel corso de L’Ultima Missione, il pianeta Bilbringi (sede una volta di enormi cantieri navali cruciali per l’Impero e per la Nuova Repubblica poi) diventa il nuovo teatro di scontro tra le flotte dell’Alleanza Galattica e Yuuzhan Vong.
Nonostante la narrazione della battaglia spaziale sia tutto sommato abbastanza canonica, la premessa della disabilitazione dell’HoloNet pone i protagonisti in una condizione inedita e sfavorevole della quale Wedge dovrà venire a capo.
Quanto di cui sopra, in unione ai molteplici riferimenti agli eventi della Campagna di Thrawn, permette a The Final Prophecy di non risultare scontato nemmeno nella parte più “debole” della vicenda.
Cosa non mi è piaciuto
Cambio di idea repentino
Dopo oltre un anno nel ruolo del Profeta, mirato ad aizzare la casta dei Rinnegati contro le élite del Signore Supremo, Nom Anor si trova dinanzi a una scelta fondamentale della sua esistenza: continuare nel suo cammino eretico e sovversivo oppure cercare di riguadagnare l’onore perduto agli occhi del suo sovrano.
Con una risolutezza inaspettata, l’opportunista Vong decide senza troppi ripensamenti di tradire quello che sino a quel momento era stato il suo piano principale, condannando a morte i compagni di viaggio sabotando l’intero Zonama Sekot.
Sebbene questi stravolgimenti facciano parte del personaggio, la sua idea di rientrare nelle grazie di Shimrra dopo i disastri compiuti a Duro ed Ebaq-9 rendono difficile al lettore ritenere (in un primo momento) questo sviluppo una mossa saggia per un personaggio che ha sempre anteposto la sua sopravvivenza a ogni altra cosa.
Spetterà al successivo The Unifying Force fare -fortunatamente- luce sulla motivazione che ha portato a questo cambiamento probabilmente troppo radicale nell’operato di Nom Anor.
“Why?” he repeated, moving away, apparently searching for something on the ground. “You don’t have long enough for me to explain it, my dear.”
“But Zonama Sekot. I… the answer.”
“I really couldn’t care less,” the false Prophet said. “You’ve gone mad, you and Harrar. Whatever future you would launch from here, I don’t think it would be one I care for.”
– Nen Yim scopre l’amara verità dietro al Profeta
Commento finale
Fluido e mai noioso, The Final Prophecy si presenta come l’ideale premessa alla conclusione della serie, che avverrà col successivo The Unifying Force.
Mentre lo stile estremamente scorrevole dipana gli eventi della battaglia di Bilbringi e della ricerca di Zonama Sekot, il lettore inizia a scorgere i pezzi finali del puzzle, percependo il vero inganno che parrebbe celarsi dietro l’intera guerra su scala galattica fatta scoppiare dagli Yuuzhan Vong anni addietro.
Nonostante la copertina suggerisca che Tahiri sia la figura centrale del romanzo, in realtà è Nom Anor il protagonista indiscusso delle oltre treceento pagine. Dopo innumerevoli macchinazioni, egli mette in piano il suo inganno più grande tradendo chiunque sia intorno a lui onde recuperare la gloria da troppo tempo perduta… anche se questo potrebbe comportare la morte di un intero pianeta.
Solido nella rappresentazione di tutti i suoi personaggi, Keyes consegna uno dei romanzi più convincenti della seconda metà della serie.
Edizione come sempre in copertina flessibile: leggera ed economica, senza nulla di negativo da segnalare.
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Libri precedenti:
– Vector Prime;
– Dark Tide I: Onslaught;
– Dark Tide II: Ruin;
– Agents of Chaos I: Hero’s Trial;
– Agents of Chaos II: Jedi Eclipse;
– Balance Point;
– Edge of Victory I: Conquest;
– Edge of Victory II: Rebirth;
– Star by Star;
– Dark Journey;
– Enemy Lines I: Rebel Dream;
– Enemy Lines II: Rebel Stand;
– Traitor;
– Destiny’s Way;
– Force Heretic I: Remnant;
– Force Heretic II: Refugee;
– Force Heretic III: Reunion.
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