La Trilogia della Crisi della Flotta Nera è il nome con cui viene identificata la trilogia di romanzi ad opera di Michael P. Kube – McDowell, composta da Prima della Tempesta, Un Nuovo Nemico e La Resa dei Conti.
Pubblicati in Italia da Sperling & Kupfer tra il 1998 e il 1999, i tre romanzi fanno adesso parte della timeline Legends, con le vicende ambientate tra il 16 e il 17 ABY che si inseriscono nell’arco temporale etichettato come “Nuova Repubblica (5-25 ABY)“.
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- Titolo: La Crisi della Flotta Nera: Prima della Tempesta (Before The Storm)
- Data di uscita: 1998
- Autore: Michael P. Kube – McDowell
- Edito da: Sperling & Kupfer
- Edizione: Copertina flessibile, 343 pagine
- Prezzo: 20,00€ ACQUISTA QUI

- Titolo: La Crisi della Flotta Nera: Un Nuovo Nemico (Shield Of Lies)
- Data di uscita: 1998
- Autore: Michael P. Kube – McDowell
- Edito da: Sperling & Kupfer
- Edizione: Copertina flessibile, 358 pagine
- Prezzo: 20,00€ ACQUISTA QUI

- Titolo: La Crisi della Flotta Nera: La Resa dei Conti (Tyrant’s Test)
- Data di uscita: 1999
- Autore: Michael P. Kube – McDowell
- Edito da: Sperling & Kupfer
- Edizione: Copertina flessibile, 356 pagine
- Prezzo: 20,00€ ACQUISTA QUI
Trilogia della Crisi della Flotta Nera – Sinossi
Attenzione, nelle seguenti sinossi ufficiali sono presenti SPOILER sulle vicende dei tre romanzi!
Dopo sedici anni di battaglie, sulla Nuova Repubblica spira ormai un benefico vento di pace. L’Impero tirannico è ormai un ricordo lontano, il buon governo dei Cavalieri Jedi su Coruscant offre sufficienti garanzie di stabilità per l’intera galassia. Tutto sembra essersi evoluto alla perfezione, eppure qualcosa avverte i vecchi Ribelli, oggi al potere, rispettabili funzionari e diplomatici, che non è ancora giunta l’ora di abbassare la guardia.
Un cupo senso di vuoto si è impadronito del cuore di Luke fino a spingerlo sul pianeta natale della madre, in un viaggio che porterà l’eroe sulle tracce del suo ignoto passato indissolubilmente legato al destino di un popolo in fuga.
Anche Lando non resiste di fronte a una temeraria missione: in una sconfinata area della galassia rilevatori ultrasofisticati interecettano la presenza di una misteriosa astronave. Che si tratti del leggendario arsenale di Aldeeran? Il suo carico fa tremare l’iperspazio: bisogno fermarla, prima che arrivi a destinazione!
Infine Leia, simbolo vivente della Nuova Repubblica, deve fronteggiare la Lega Duskhana, una libera federazione di mondi yevetha nell’Ammasso di Koornacht. Nil Spaar, l’arrogante viceré che la comanda è pronto a scatenare un genocidio in grado di mandare in frantumi il fragile equilibrio conquistato…
I fragili equilibri della Nuova Repubblica sono ancora appesi a un filo e i suoi eroi di sempre, più impegnati e coraggiosi che mai, non intendono rinunciare alla loro missione proprio adesso. La situazione minaccia di precipitare se la principessa Leia, chiamata a fronteggiare l’offensiva yevetha, non decidesse di schierare la flotta ricorrendo anche a un ultimatum pur di fermare la brutalità assassina e l’ottica espansionistica di questo popolo macchiatosi di crimini contro la pace e la morale. L’Ammasso di Koornacht, teatro di un atroce genocidio, chiede giustizia… e Han Solo, spintosi nello spazio nemico a bordo di una nave spia, cadrà in mano agli Yevetha?
Intanto ad anni luce di distanza, Lando è prigioniero di una nave sconosciuta che vaga nell’iperspazio: solo un’abile mossa potrà salvare lui e l’inseparabile compagnia di droidi da quel manufatto ingegnoso, ma non intelligente.
In un altro angolo della galassia, Luke, che avverte un misterioso vuoto dentro di sé, continua il suo viaggio verso i magici Fallanassi che potrebbero avere ulteriori notizie sul conto di sua madre; così facendo si vede costretto a ripensare a tutto quello in cui crede e che conosce mettendo alla prova la sua abilità nella Forza.
Han Solo è caduto nell’imboscata degli spietati Yevetha e la Nuova Repubblica corre di nuovo un serio pericolo. L’amico Chewbacca non può starsene a guardare e, memore del debito d’onore che lo lega a Han, accetta l’impossibile missione di soccorso portando con sé anche il figlio Lumpawarrump, un giovane e coraggioso Wookiee ma ancora inesperto… o quasi, desideroso di dimostrare al mondo, e soprattutto al padre guerriero, il proprio valore.
Anche la Principessa Leia è in apprensione per Han: come si può essere tranquille sapendo che il marito, il padre dei propri figli, è stato catturato negli spazi siderali da bruti senza scrupoli? Il Senato, convocato d’urgenza, deve prendere posizione contro la minaccia yevetha, anche se questo potrebbe costare la vita di Han.
Intanto Lando e il suo immancabile contorno di droidi espertissimi dell’iperspazio sono a bordo del Teljkon, ma non ne hanno ancora assunto il comando: non devono attirare troppo l’attenzione di estranei, perché questa resta una missione del Servizio Segreto della Nuova Repubblica. È il caso di darli per spacciati in quella sorta di strabiliante planetario meccanico?
In un altro angolo della galassia, Luke prosegue la ricerca di sua madre che lo porterà pericolosamente vicino alle micidiali forze di Nil Spaar, il leader yevetha che rivendica per il suo popolo di guerrieri il dominio indiscusso del Tutto… E il cerchio si chiude sull’eterno scontro che vede opporsi il Bene e il Male, il raziocinio all’istinto, la lealtà al tradimento…
Il viceré Nil Spaar tornò al mondo-covata degli Yevetha come qualcosa di più di un eroe e qualcosa di appena meno di un dio.
Cosa mi è piaciuto
Oltre la dicotomia Nuova Repubblica vs. Resti dell’Impero
La timeline Legends del post Endor è costellata di vicende che coinvolgono i nostri eroi alle prese con innumerevoli tentativi di restaurazione del regime imperiale da parte di svariati Signori della Guerra e dei cosiddetti Resti dell’Impero, spesso con la minaccia di superarmi e terrori tecnologici più disparati.
La Trilogia della Crisi della Flotta Nera invece, propone un tipo di nemico diverso, ovvero lo xenofobo popolo degli Yevetha, una isolata specie aliena originaria di N’Zoth, liberatasi in modo autonomo dal giogo dell’Impero che li sfruttava nei cantieri navali lì installati.
Impossessatisi quindi della cosiddetta Flotta Nera e delle tecnologie imperiali, sotto la guida dello spietato viceré Nil Spaar, gli Yevetha possono finalmente dare vita al sogno coltivato per oltre dieci anni di rivendicazione per diritto divino dell’intero Ammasso di Koornacht, definito il “Tutto“, eliminando con la Grande Purga ogni altra popolazione non-Yevetha, considerata con disprezzo una vera e propria “Infestazione”.
Il Protettorato Yevetha, detto anche Lega Duskhana, è infatti una vera e propria teocrazia, con il culto della superiorità della propria razza e un’adorazione per la violenza esercitata attraverso torture, schiavitù, genocidi indiscriminati e sacrifici di sangue in onore del proprio leader.
È questo il nemico che Leia si trova a fronteggiare, un nemico contro il quale la Nuova Repubblica, che ormai stava vivendo un equilibrato periodo di pace, si dimostra impreparata.
- Yevetha
- Nil Spaar, viceré del Protettorato Yevetha, dà inizio alla Grande Purga
- Grande Purga, nota anche tra gli Yevetha come “Purificazione”
Con calma, efficiente spietatezza la Flotta Nera aveva spazzato l’Ammasso con una mobile linea di morte. Una dopo l’altra tutte le colonie infestanti erano cadute sotto i suoi colpi: quella dei Kubaz, dei Brigia, di Polneye, dei Morath, dei Corasgh, degli H’kig. Gli obiettivi avevano compreso colonie e specie il cui nome e la cui storia erano del tutto sconosciuti a coloro che ne avevano pianificato lo sterminio. I due mondi che gli Yevetha avrebbero occupato vennero compiutamente sterilizzati. I coloni già erano in viaggio dai Dodici a bordo delle nuove navi sferiche più veloci della luce. Presto altri li avrebbero seguiti.
Era il realizzarsi di un grande destino. Alla fine di quel giorno di gloria, il Tutto sarebbe di nuovo appartenuto solo agli Yevetha.
Tensione alle stelle
L’intero confronto che vede contrapposta la Nuova Repubblica, nelle vesti di Leia, e la Lega Duskhana rappresentata dal viceré Nil Spaar è accattivante e si svolge in un vero e proprio crescendo di tensione durante l’intera Trilogia della Crisi della Flotta Nera.
Dopo un primo periodo di studio tra le parti, assistiamo infatti alla escalation della crisi, con l’avvio della Purga seguita da aperte provocazioni e minacce di ritorsione più o meno velate degli Yevetha, i quali, per nascondere le atrocità compiute nei “propri” territori dell’Ammasso di Koornacht, portano avanti una campagna diffamatoria contro Leia in grado di metterne in crisi gli ideali.
La Nuova Repubblica nata dalla Ribellione infatti, si trova incapace a reagire con fermezza contro un avversario che non indossi la divisa imperiale, per il timore di apparire come quella forza oppressiva che Leia e i nostri eroi tanto hanno combattuto in passato.
Assistiamo a ogni genere di tentativo di appello diplomatico e ultimatum per evitare il conflitto, ma ciò nonostante la situazione non può che precipitare quando le reciproche forze militari vengono inevitabilmente a contatto, mettendo a nudo la superiorità bellica e la spietatezza della fazione yevetha, che infligge gravissime perdite alla flotta repubblicana nella Battaglia di Doornik-319 e con la cattura di Han Solo.
La tensione si respira poi anche nelle aule del Senato, dove Leia è costretta a far fronte alla crescente opposizione interna nei suoi confronti, con molti senatori che la vorrebbero farsi da parte in quanto ritenuta troppo coinvolta dal punto di vista personale e perciò non più lucida nel prendere le giuste decisioni per proteggere i cittadini della Nuova Repubblica.
Gli stessi dubbi attanagliano la mente di Leia, ma alla fine il personaggio torna in sé e assistiamo all’entrata in guerra vera e propria delle Forze della Nuova Repubblica contro il Protettorato Yevetha.
“Alle tredici e trenta di oggi, alla presenza del presidente della Commissione Difesa, del primo amministratore, del ministro di stato, dell’ammiraglio della flotta, e del direttore del Servizio Segreto, ho invocato i poteri d’emergenza previsti dall’Articolo Cinque con riferimento alla crisi del settore di Farlax.”
Un’esclamazione di stupore collettiva ruppe il silenzio. “Questo è il linguaggio ufficiale richiesto dalla Costituzione”, aggiunse Leia. “Ma si può dire in termini più semplici: abbiamo dichiarato guerra alla Lega Duskhana.
“Ho fatto questo passo per una ragione, e una soltanto: perché è la cosa giusta da fare.
“Non si tratta di una crociata personale né di una manovra politica. È una campagna per la giustizia: giustizia per le vittime, e per i criminali.
[…]
“Se tali orrori non esigono una risposta, allora vergognamoci. Se tali tragedie non fanno ribollire la vostra coscienza, allora vergognatevi. Se non riusciamo a restare uniti contro un mostro del genere, la Nuova Repubblica non è fautrice di nessun valore.”
Anche il momento della resa dei conti finale con la Battaglia di N’Zoth è carico di adrenalina e incertezza, con la Quinta Flotta della Nuova Repubblica che continua ad essere in seria difficoltà nonostante l’aiuto dei trucchi illusori dei Fallanassi per “moltiplicarne” il numero effettivo di navi.
L’equilibrio in favore dei nostri viene infine spezzato in modo del tutto inaspettato, grazie agli ex Imperiali che, tenuti schiavi dagli Yevetha per oltre dodici anni, approfittano della caotica situazione per rivoltarsi e riprendere possesso della nave ammiraglia, fuggendo via dalla battaglia e privando così gli Yevetha del loro centro di comando.
Lo stesso Nil Spaar viene gettato fuori bordo dagli Imperiali durante il salto nell’iperspazio, e con lui si estingue il sogno di conquista genocida del suo popolo, il quale viene reso inoffensivo dalla Nuova Repubblica, che può così tornare a respirare venti di pace e giustizia.
Organizzazione militare e Servizi Segreti della Nuova Repubblica
Oltre alle descrizioni delle battaglie tra le flotte dei due schieramenti, che l’autore riporta in modo minuzioso e molto realistico, ciò che colpisce nei romanzi della Trilogia della Crisi della Flotta Nera è proprio la rappresentazione dell’organizzazione militare della Nuova Repubblica.
Mentre la parte politica e diplomatica è ben illustrata (soprattutto nei suoi pachidermici meccanismi burocratici, in maniera non tanto dissimile da come avverrà nella serie Legacy of the Force), ma non costituisce certo una novità, il ritratto dettagliato degli apparati militari e di tutte le relative forze in campo e catene di comando rappresenta forse un unicum nel panorama delle pubblicazioni Star Wars.
Molto coinvolgente è tutta la presentazione della Marina, magistralmente incarnata dal comandante della Quinta Flotta Ethan A’bath, ma ancor più illuminante è la panoramica sulle tattiche e il modo di funzionamento del SSNR, ovvero il Servizio Segreto della Nuova Repubblica, che oltre a gestire la crisi Yevetha con azioni spionaggio e sabotaggio è anche la mente dietro la missione di cattura del Vagabondo di Teljkon con il colonnello Pakkpekatt.
Il reparto che più colpisce però è quello denominato Alfa Blu con a capo l’ammiraglio Hiram Drayson, un sottogruppo occulto dei Servizi Segreti istituito da Mon Mothma, che agisce nell’ombra in modo indipendente anche dal Capo di Stato per superare le difficoltà legate alla lentezza della macchina governativa della Nuova Repubblica, facendo arrivare le informazioni nelle giuste mani e consentendo di mettere in atto la propria politica in contesti ambigui.
È senza dubbio apprezzato il fatto che tutta la crisi sia stata affrontata dalla Nuova Repubblica attraverso questi reparti militari composti da veterani e “gente comune”, piuttosto che facendo ricorso per l’ennesima volta ai cavalieri Jedi dell’Accademia di Luke.
- Ammiraglio Hiram Drayson, capo di Alfa Blu
- Generale Etahn A’bath, comandante della Flotta
- Colonnello Pakkpekatt, comandante della task Force Teljkon, Servizio Segreto della Nuova Repubblica
“C’è una persona che voglio farti incontrare prima che tu parta”, continuò Ackbar, precedendolo in una stanza interna dalle pareti curve.
“È uno strano momento per un incontro conviviale”, insistette A’bath, seguendolo.
“Lo sarebbe, se lo fosse”, assenti Ackbar mentre un terzo uomo si alzava da una poltrona ampia e soffice e si avvicinava a loro. “Ethan, voglio presentarti Hiram Drayson.”
[…]
“Ethan, Hiram è il direttore di Alfa Blu. L’hai mai sentito questo nome?”
“No.”
“Ottimo. Non avresti dovuto, infatti. Hiram e l’Alfa Blu lavorano all’interno dei Servizi Segreti della Marina, ma al di fuori della sua giurisdizione. Hanno uno statuto che tiene in considerazione le necessarie ambiguità della guerra e della politica, ed ereditano tutti quei casi che richiedono di essere trattati al di là delle regole della buona società.”
“Per dirla con diplomazia”, aggiunse Drayson, sorridendo piacevolmente.
“Hiram ha alcune informazioni da comunicarti”, continuò Ackbar. ” E se fossi in te lo ascolterei con attenzione. Io stesso, in passato, l’ho trovato utile… come ho trovato utile il suo consiglio.” Annuì in direzione di Drayson. “E ora, buona notte.”
“Un attimo… dove stai andando?” proruppe A’bath.
“Questa conversazione non è per le mie orecchie”, spiegò Ackbar.
Dramatis Personae
Data l’introduzione in questi libri di molti personaggi (sia principali che secondari) dai nomi abbastanza esotici e non facili da ricordare, è senza dubbio apprezzata la presenza a inizio del secondo e terzo volume del cosiddetto Dramatis Personae, che permette di ricollocare i vari individui nelle situazioni e nei luoghi dove li avevamo lasciati al libro precedente e di riportare alla mente durante l’avanzare della lettura i loro relativi ruoli e gradi, sia nella macchina bellica che negli apparati amministrativi della Nuova Repubblica.

Il cosiddetto Vagabondo di Teljkon (illustrazione dal volumeThe Essential Reader’s Companion).
Cosa non mi è piaciuto
Tre libri, tre strutture diverse
I romanzi della Trilogia della Crisi della Flotta Nera hanno tutti una struttura diversa gli uni dagli altri.
Il primo volume Prima della Tempesta, dopo un breve prologo ambientato dodici anni prima che descrive l’affrancazione degli Yevetha dalla dominazione imperiale, segue la classica impostazione in cui le diverse vicende si alternano tra loro nei vari capitoli in modo lineare ed omogeneo.
Nel secondo volume Un Nuovo Nemico invece, si assiste ad una rozza divisione in tre parti, la prima intitolata “Lando”, la seconda “Luke” e la terza “Leia”, che fa avanzare solo di pochissimo la trama e che ha letteralmente ucciso la fluidità di lettura, come sarà spiegato più avanti.
Il terzo romanzo La Resa dei Conti, infine, torna ad alternare le vicende di Luke e Leia, mentre l’intero arco di Lando viene raccontato attraverso l’uso di intermezzi.
In definitiva, possiamo dire che si tratta di una trilogia assemblata in modo non proprio uniforme.

Incontri diplomatici tra Leia Organa Solo, Capo di Stato della Nuova Repubblica, e Nil Spaar, Viceré del Protettorato Yevetha (Lega Duskhana), prima dello scoppio della Crisi della Flotta Nera.
Tre vicende, tre livelli di coinvolgimento diversi
Quanto espresso al punto precedente non costituirebbe un problema se le vicende narrate nella Trilogia della Crisi della Flotta Nera avessero tutte lo stesso grado di coinvolgimento.
Tra i problemi di Leia e della Nuova Repubblica con gli Yevetha, le avventure di Lando e Lobot dentro il vascello misterioso e la ricerca dei Fallanassi da parte di Luke e Akanah, solamente la prima storyline è infatti quella realmente interessante e non a caso è quella che intitola la trilogia.
Per quanto riguarda tutto ciò che ruota attorno al Vagabondo di Teljkon, ovvero il fatto che in realtà si scopra essere un manufatto organico ospitante la cultura e la storia della civiltà perduta dei Qella, programmato per difendersi e restare in stasi in attesa del disgelamento del loro mondo natio per far ripartire geneticamente la rinascita del pacifico popolo, si può dire che tutto è sì interessante, ma l’ambientazione prolungata all’interno dei corridoi spogli della nave si trascina troppo per le lunghe e soprattutto in modo scollegato dal resto delle vicende. Poteva benissimo essere un arco contenuto in The Lando Calrissian Adventures invece che in questa trilogia.
La quest di Luke alla ricerca dei Fallanassi e delle origini della madre invece, poteva essere accattivante forse solo all’epoca di pubblicazione dei volumi, cioè prima dell’uscita dei Prequel, quando ancora non si sapeva niente della parte materna del Jedi. Ma anche facendo finta di ignorare il discorso madre di Luke, tutto l’arco ha veramente poco appeal e porta quasi a un noioso niente di fatto, se non a riunirsi solamente alla fine del terzo volume in modo molto raffazzonato alla battaglia contro gli Yevetha.
Delle vicende legate alla Nuova Repubblica, a Nil Spaar e alla Flotta Nera si è già parlato nei punti positivi: un unico volume dedicato esclusivamente a questa trama forse avrebbe funzionato di più.
Ecco quindi che aspettare due terzi del secondo libro per riprendere le vicende di Leia e degli Yevetha, dovendo sorbire quattro capitoli di fila dentro i claustrofobici ambienti della nave Qella con Lando e i droidi e ancor più cinque capitoli di fila con l’inconsistente trama legata a Luke, ha sicuramente rallentato la lettura e fatto passare l’entusiasmo che invece si era acceso con il primo libro e che non si è ripreso neppure nel terzo. Peccato.
- Battaglia di Doornik-319, uno dei primi scontri aperti tra la flotta della Nuova Repubblica e quella Yevetha
- Lando, Lobot, C-3PO e R2-D2 in esplorazione all’interno del Vagabondo di Teljkon
- Akanah, seguace della Corrente Bianca dei Fallanassi
Eroi classici non in grande forma
Gli eroi classici nella Trilogia della Crisi della Flotta Nera non brillano affatto.
Abbiamo un Luke che improvvisamente abbandona la sua Accademia Jedi per isolarsi completamente alla galassia perché sente il peso di essere troppo “famoso”, che arriva addirittura a litigare con la sorella Leia rifiutandone la richiesta di aiuto, salvo poi seguire la misteriosa Akanah alla ricerca del popolo Fallanassi con il miraggio di ritrovare la madre, in un ping pong di nulla di fatto e false promesse che si protrae per tre romanzi. Nonostante sia l’unico personaggio che proprio alla fine riesce a riunire le tre storyline, non svolge affatto un ruolo memorabile.
Abbiamo un Lando stanco e annoiato dagli affari e dalla politica, che intraprende quasi per capriccio la missione segreta presso il misterioso vascello di Teljkon, rimanendo intrappolato dentro i suoi corridoi per tre romanzi. Per fortuna c’era Lobot con lui ad evitare che perdesse la ragione insieme ai droidi R2-D2 e C-3PO, che si dimostrano più senzienti di quanto ci si potesse aspettare.
Abbiamo una Leia Capo di Stato della Nuova Repubblica che all’inizio si lascia abbindolare dalla facciata di Nil Spaar e non ne comprende le reali intenzioni, poi si dimostra fragile, stanca, sfiduciata e titubante ad agire nonostante le prove evidenti delle atrocità compiute dagli Yevetha e il pressing dei vertici militari, perdendo via via sempre più consensi e alleati tra i senatori. Quando tutto stava precipitando verso le sue dimissioni, per fortuna il personaggio si riprende alla grande con il bellissimo discorso con cui viene dichiarata guerra alla Lega Duskhana e con cui ristabilisce la sua leadership. Peccato che ciò avvenga solamente verso metà dell’ultimo volume.
Abbiamo un Han in congedo dalle cariche ufficiali della Nuova Repubblica, alle prese con il poco adatto ruolo di casalingo incaricato della gestione dei tre figli piccoli. Non fa in tempo a tornare in gioco che viene catturato e tenuto in ostaggio dagli Yevetha, subendo torture da Nil Spaar in mondovisione. Non proprio il miglior Han di sempre.
Forse solo Chewbacca è quello che ne esce meglio, sebbene la poca presenza: anche lui in “congedo” sul mondo natale per assistere al rito di passaggio del figlio, appena giunge notizia della cattura di Han non perde tempo per onorare per l’ennesima volta il debito di vita verso l’amico e riesce nella disperata impresa di liberarlo dalle grinfie Yevetha, grazie anche alle soffiate dei Servizi Segreti, alle illusioni create dai Fallanassi e all’eroismo di suo figlio e altri compagni wookiee. Interessante in tal senso leggere i dialoghi tra wookiee espressi in forma normale e quanto essi siano profondi.
Linguaggio tecnico, militare, adulto
Quanto segue non è un difetto di per sé, perché di fatto è coerente con il tono di questi romanzi, ma potrebbe risultare respingente per alcuni lettori di Star Wars, abituati ad atmosfere più “leggere”.
La Trilogia della Crisi della Flotta Nera si distingue infatti anche per il linguaggio adottato, che risulta essere estremamente tecnico in alcuni passaggi, soprattutto per quanto riguarda il gergo militare e la terminologia da battaglia, senza dimenticare i minuziosi tentativi di spiegazione scientifica o pseudo tale di alcuni fenomeni.
Nei romanzi inoltre vengono fatti riferimenti a tematiche adulte come sesso, stupri, schiavismo e ogni tipo di violenza da strada, e non vengono assolutamente edulcorate le atrocità stesse della cultura Yevetha, il loro disprezzo razziale, i sacrifici di sangue, le torture dei prigionieri, la frenesia negli accoppiamenti per generare le covate…
Lettore avvisato, mezzo salvato.
Trilogia della Crisi della Flotta Nera – Conclusioni
Per quanto esposto, la Trilogia della Crisi della Flotta Nera risulta perciò una lettura matura e interessante, ma non perfettamente appagante nella sua interezza, a causa della struttura non omogenea dei romanzi e di vicende per lo più scollegate tra loro e dall’attrattiva altalenante. Consigliata ai fan hardcore del vecchio Universo Espanso, ora Legends, e a chi è interessato alle sfide della Nuova Repubblica diverse dalla solita dualità con i Resti dell’Impero.
Conoscevate queste vicende? Cosa ne pensate dei romanzi della Trilogia della Crisi della Flotta Nera? Diteci la vostra nei commenti!
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