The New Jedi Order 19 di 19
Con The Unifying Force si conclude l’epopea del The New Jedi Order composta da diciannove romanzi, tre ebook novella e alcune storie brevi.
Dopo una logorante guerra su scala galattica lunga quattro anni, entrambi gli schieramenti sono ormai allo stremo. Alla luce di ciò l’Alleanza Galattica e gli Yuuzhan Vong decidono di preparare rispettivamente degli attacchi risolutivi che porterebbero alla fine del conflitto con un solo, rapido colpo.
L’ora della resa dei conti definitiva è finalmente giunta.
Alla penna troviamo nuovamente James Luceno, già autore della duologia Agents of Chaos e dei più recenti Tarkin e Catalyst. Come da tradizione, il suo stile prevede delle frasi articolate e ricche di descrizioni, ricorrendo a termini non tra i più noti e comuni; l’insieme di tutti questi fattori rendono The Unifying Force una pubblicazione accessibile facilmente a solamente coloro i quali abbiano una buona conoscenza dell’Inglese.
- Titolo: Star Wars: The New Jedi Order – The Unifying Force
- Data di uscita: 4 novembre 2003
- Autori: James Luceno
- Edito da: Del Rey
- Edizione: Copertina flessibile, 529 pagine
- Prezzo:€ 5,98
“The war is ended.”
– Warmaster Nas Choka
Sinossi
Mentre la guerra sembra nuovamente volgere al peggio, la rete di spie Ryn riesce a trasmettere delle informazioni vitali ad alcuni membri di spicco dell’Alleanza Galattica, tratttenuti in un campo di prigionia Yuuzhan Vong su Selvaris.
Organizzata un’evasione grazie alla piena collaborazione tra i membri delle differenti specie oppresse, i fuggitivi vengono soccorsi dal Millennium Falcon mettendo così al sicuro i dati ottenuti col sacrificio di molte vite.
Decodificando il messaggio dei Ryn, l’Alleanza Galattica scopre il crudele piano degli invasori extragalattici: sacrificare centinaia dei prigionieri di guerra in una gigantesca cerimonia che avrà luogo a breve su Yuuzhan’tar (l’ex Coruscant) e sarà condotta dallo stesso Signore Supremo Shimrra.
Constatata la gravità della situazione, il comando dell’Alleanza pone in cima alla lista delle priorità il salvataggio di quanto più personale essenziale possibile, onde evitare lo svolgersi della cerimonia e destabilizzare l’autorità di Shimrra, vacillante nell’ultimo periodo a seguito delle insurrezioni dei Rinnegati.
Il sovrano degli invasori -alla luce degli ultimi avvenimenti- appare però comportarsi in modo inconsueto, giunti a questo punto cruciale del conflitto. Egli ha infatti disperso in maniera eccessiva nella galassia le proprie milizie, nonostante sia ben consapevole di quanto fragile sia in realtà il suo controllo sulla galassia.
Durante un concilio con con le autorità più elevate delle caste principali, il Signore Supremo rivela apertamente di aver abbracciato l’eresia. Ha infatti ordinato ai Modellatori la creazione di alcuni guerrieri di rango superiore (i così chiamati “slayer”), ottenuti dalla mescolanza dei tratti genetici Yuuzhan Vong e di tessuti ottenuti da Jedi o individui sensibili alla Forza.
In aggiunta, Shimrra ha riammesso Nom Anor alla sua corte, offrendo lui una piena indulgenza per le colpe passate in seguito al sabotaggio orchestrato dal falso profeta ai danni di Zonama Sekot. Anor viene quindi eletto prefetto di Coruscant e, durante un colloquio privato col suo sovrano, scopre che quest’ultimo ha ripudiato completamente le divinità Yuuzhan Vong e, anzi, si dichiara disposto ad affrontarle apertamente.
Sul devastato Zonama Sekot, i Jedi scoprono che il gran sacerdote Harrar è sopravvissuto al tradimento di Nom Anor, che è costato la vita alla Modellatrice Nen Yim.
Harrar -realizzata la vera natura del mondo su cui si trova- racconta ai Jedi e alla coscienza vivente Sekot la vera storia che ha portato all’invasione della galassia e all’inizio della guerra quattro anni addietro.
Un team esplorativo aveva, decenni prima degli eventi attuali, portato all’attenzione dell’allora Signore Supremo Quoreal l’esitenza di Zonama Sekot. Quoreal, temendo che il pianeta sarebbe stato segno di una catastrofe per l’intera razza Vong, si dichiarò al tempo assolutamente contrario a procedere all’interno della galassia che ospitava tale presagio di sventura.
Tuttavia Shimmra ebbe altri piani: uccise il predecessore, usurpandone il trono e ordinando l’invasione.
Nel raccontare la storia passata del suo popolo, Harrar rivela che la razza Vong venne quasi spazzata via da una minaccia tecnologica e che, onde sopravvivere all’imminente sterminio, chiesero aiuto alle divinità (l’originale pianeta vivente Yuuzhan’tar).
Dotati della conoscenza per respingere gli invasori, la loro peculiare biotecnologia, la simbiosi con il loro mondo natale divenne corrotta in modo irreparabile a causa della sete di conquista e di distruzione.
Dinanzi a tale inaspettato sviluppo, Yuuzhan’tar strappò letteralmente dalla Forza l’intera razza Yuuzhan Vong, condannandola a vivere cieca rispetto a essa.
Il piano dell’Alleanza Galattica per arrestare e liberare i prigionieri dai convogli in direzione Coruscant procede, grazie anche ai numerosi gruppi di caccia che assaltano senza sosta le navi Vong e della Peace Brigade. Tra questi si trova anche il Millennium Falcon, che appunto soccorre gli ufficaili Judder Page e Pash Cracken, dovendo ripiegare in direzione Caluula a causa di un’imboscata nemica. Giunti nella stazione prossima al pianeta, non passa molto tempo prima che gli invasori extragalattici la assaltino in cerca di nuove vittime sacrificali.
Mentre Han e la sua famiglia cercano disperatamente di difendere la struttura senza riuscirsi, la situazione viene improvvisamente ribaltata dall’arrivo di Boba Fett e dei suoi supercommando Mandaloriani.
Su Coruscant, la cerimonia sacrificale di Shimmra ha inizio nonostante il gran numero di prigionieri liberati e tornati tra le fila dell’Alleanza Galattica.
Mentre centinaia di individui stanno comunque per essere condannati a un’orribile dipartita, nei pressi della zona del rituale avvengono molteplici insurrezioni e atti di sabotaggio causati dai Rinnegati, emersi dal sottosuolo di quella che una volta era la capitale galattica.
Il caos esplode, interrompendo l’evento e rovinando ancora una volta i piani del Signore Supremo.
Persino la sua rappresaglia -consistita nell’esecuzione di centinaia di eretici- risulta una magra consolazione per il sovrano, in quanto i Rinnegati si rivelano degni di una morte onorevole, spirati maledicendo il suo nome.
Il sanguinoso rituale aveva uno scopo ben preciso, in quanto era inteso essere una benedizione per l’incombente offensiva finale contro la capitale dell’Alleanza Galattica, l’acquatico Mon Calamari. A tal proposito, sono già state radunate migliaia di truppe, pronte a saltare nel darkspace per raggiungere l’obiettivo dell’attacco.
Il governo capitanato da Cal Omas viene informato per tempo dell’imminente attacco e, dietro consiglio dei vertici militari dell’Alleanza, dei Resti dell’Impero e del Consorzio di Hapes, decide di lasciare solamente mezza flotta a difesa di Mon Calamari; l’altra metà verrà impiegata in una coraggiosa controffensiva atta a riconquistare il pianeta simbolo della galassia, Coruscant.
Affinchè questo coraggioso piano possa avere successo, risulta necessario un attacco su più fronti, presso i mondi in posizione strategica e con accesso facilitato alle rotte in direzione dell’obiettivo finale.
Han e Leia tornano con il loro mercantile corelliano su Caluula per sabotare lo yammosk ivi collocato, solo per scoprire che l’Alleanza ha segretamente impiegato il pianeta come campo di prova per l’agente chimico Alfa Rosso, ricreato in qualche modo dopo che Vergere era riuscita nell’intento di inattivare il suo principio letale per i Vong e la loro biotecnologia.
Gli alieni extragalattici su Caluula vengono infettati e muoiono quasi immediatamente, ma la scoperta che ne consegue è assai più inquietante: alcuni esemplari di flora e fauna nativa vengono anch’essi annientati dalla tossina, la prova che Alfa Rosso non intacca solamente le forme di vita per cui è stato originariamente creato.
Un solo coralskipper, richiamato su Coruscant, riesce a fuggire dal blocco allestito attorno al pianeta, rischiando di spargere in maniera incontrollata la tossina sul pianeta del Nucleo, annientando completamente la vita su di esso.
Zonama Sekot emerge dall’iperspazio nei pressi dell’ex-capitale galattica e la sua influenza gravitazionale distrugge l’anello di asteroidi e disperde le lune attirate nel’orbita. Nel momento in cui il pianeta vivente eclissa il sole, i Rinnegati lo riconoscono come un portento indicante che l’ora del loro riscatto è ormai giunto.
Terminata questa fase, Zonama Sekot si stabilisce nella zona più remota del sistema, ancora ben visibile nel cielo notturno su Coruscant.
Dinanzi a tale incredibile evento, Shimrra richiama le navi da guerra diretta a Mon Cala, ma ordina alla flotta di non attaccare direttamente il mondo senziente.
Informato dei recenti sviluppi il Millennium Falcon viaggia sino a Zonama Sekot, dove i Solo si riuniscono con gli Skywalker e il loro gruppo di Jedi. Consapevole dell’imminente battaglia, Sekot procede alla costruzione di alcune delle due celeberrime navi viventi da consegnare agli allievi di Luke.
Nel frattemo il Maestro dell’Ordine Jedi torna su Mon Calamari, per informare i vertici militari dell’Alleanza di non dare il via alla liberazione di Coruscant; questo perchè egli preferirebbe che la rivoluzione innescata dai Rinnegati giungesse a compimento, nella speranza che il Signore Supremo venga deposto al termine dell’insurrezione.
Il timore di Luke è che uno scontro militare su grande scala non potrebbe lasciare spazio ad alcuna resa, in quanto gli Yuuzhan Vong combatterebbero sino all’ultimo respiro.
Colto alla sprovvista dalla comparsa di Zonama Sekot, Shimrra convoca Nom Anor al suo capezzale. Il neo prefetto di Yuuzhan’tar viene incaricato di consegnare un chiaro messaggio ai sacerdoti: essi dovranno iniziare a venerare l’ingannatrice Yun-Harla, piuttosto che i principali Yun-Yuuzhan e Yun-Yammka.
Il suo intento è quello di vendicarsi nei confronti delle divinità, mettendole l’una contro l’altra. Spiazzato da tale comando, Nom Anor si convince della definitiva follia del suo sovrano.
Venuto a conoscenza che la nave fuggita da Caluula veicola il pericolosissimo Alfa Rosso, Shimrra decide di reindirizzarlo contro Zonama Sekot, ben consapevole che le similituidini ancestrali a livello genetico ne assicureranno l’effetto letale nei confronti del pianeta vivente.
La flotta dell’Alleanza Galattica arriva infine a Yuuzhan’tar e una violenta battaglia spaziale esplode nell’orbita. Il Signore Supremo ordina al World Brain (l’organismo che controlla il pianeta) di rendere la superficie inabitabile nel caso in cui la flotta dell’Alleanza superi le difese allestite intorno al pianeta, renendo chiaro a molti dei suoi sottoposti più prossimi come ormai l’orlo del baratro si avvicini inesorabilmente per l’intera razza Vong.
Consapevole che ormai la sconfitta sia ormai inevitabile, Nom Anor veste per un’ultima volta i panni del Profeta Yu’shaa, nella speranza di trovare rifugio tra le fila dei Rinnegati e portare alla detronizzazione del Signore Supremo.
Dotati delle leggendarie navi viventi e assistiti dalle navi spaziali dell’Alleanza dei Contrabbandieri di Lando, i Jedi creano un blocco difensivo attorno a Zonama Sekot per evitare che il velivolo infettato con l’Alfa Rosso raggiunga la superficie.
Nel mentre, una squadra d’infiltrazione composta da Luke, Mara, Jacen, Jaina, Tahiri e kenth Hamner riesce ad atterrare di nascosto su Yuuzhan’tar.
Leia e Han, sempre a bordo del Falcon, si imbarcano assieme ad Harrar per raggiungere il World Brain e convincerlo a fermare il cataclismatico processo di annientamento della flora e fauna planetaria.
Il tutto però ricade sulle spalle di Jacen che -grazie alla sua passata simbiosi con l’organismo- riesce a riconnettersi a lui, placandone l’indole distruttiva.
Nel tumulto che consegue alla ricomparsa del Profeta, Mara individua Nom Anor, il colpevole dell’infezione mediante spore coomb contratta prima dell’inizio del conflitto; giunta al momento fatidico ella risparma la vita allo Yuuzhan Vong, mossa anche dalla sua richiesta di pietà.
Mentre la rivolta dei Rinnegati e degli eretici continua a gettare nel caos i ranghi dei guerrieri, Luke e i gemelli Solo riescono a infiltrarsi nella cittadella di Shimrra, che si rivela una sorta di enorme navicella di fuga. Qui, i tre Jedi si trovano al cospetto del sovrano nemico, circondati dai fedeli e letali slayer.
Lo zio di Jacen e Jaina si abbandona alla Forza, scatenando un livello di devastazione e colpi mirati che gli permettono di farsi largo, non senza fatica, tra l’èlite di Shimmra.
Il Signore Supremo decide infine di confrontarsi con il Maestro dell’Ordine, brandendo la sua colossale amphistaff e -a sorpresa- la spada laser del defunto Anakin Solo.
In seguito a un violentissimo scambio di colpi, Luke viene imprigionato tra le spire dell’arma vivente del proprio avversario. Lasciandosi mordere dalle zanne avvelenate dell’amphistaff, il Jedi strappa di mano la spada violacea dalle mani di Shimrra grazie alla Forza e lo decapita con le due lame, ponendo termine al suo regno.
Mentre Jacen affronta gli slayer rimasti e lo zio si trova faccia a faccia col leader degli invasori, Jaina insegue il Rinnegato Onimi nelle spire più elevate della nave ormai decollata nello spazio e non passa molto prima che la verità venga rivelata: Shimmra non è mai stato il vero sovrano degli Yuuzhan Vong.
La mente dietro tutto è stato sin dal principio il deforme e insolente giullare Onimi, che ha sempre seduto all’ombra del fantoccio. L’insospettabile figura però si rivela fonte di altre sorprese, in quanto nasconde delle abilità legate alla Forza, caso unico per la sua specie.
In passato appartenente alla casta dei Modellatori, Onimi in passato scoprì come riconnettersi al campo mistico quando, nel corso dei suoi esperimenti, innestò dei tessuti di uno yammosk nel suo cervello.
Capace in questo modo di manipolare le menti altrui, nel vuoto intergalattico Onimi rese Shimrra il suo burattino facendogli ordinare l’invasione della galassia.
Jacen, lasciatosi alle spalle lo zio ferito, confronta il vero Signore Supremo e si apre completamente alla Forza Unificante, facendo sì che il potere di quest’ultima scorra attraverso di lui. Per un breve lasso di tempo, il figlio di Han e Leia diventa un essere di pura luce, salvando la sorella e neutralizzando tutte le tossine scagliategli contro da Onimi, distruggendolo.
Mentre il vascello di fuga di Onimi inizia a disintegrarsi, i Jedi vengono tratti in salvo dal Millennium Falcon e Nom Anor, consapevole che non vi sarà posto per lui nella nuova galassia che verrà, decide di rimanere a bordo morendo nell’esplosione.
Ricongiuntosi con i propri familiari, e ancora pervaso dal potere della Forza Unificante, Jacen riesce a curare il veleno presente nel corpo di Luke, salvandogli la vira.
Senza più un leader, gli Yuuzhan Vong sono definitivamente sconfitti. Mentre molti sacrificano la propria vita alla ricerca di una morte onorevole, il Warmaster Nas Choka e altri leader militari (consapevoli di essere stati abbandonati dalle divinità) si arrendono, non avendo più uno scopo per continuare a combattere.
Immediatamente dopo la resa, l’Alleanza Galattica inizia la ricostruzione di Coruscant.
I sopravvissuti Vong vengono banditi su Zonama Sekot, che si è rivelato essere nient’altro che un seme dell’originario Yuuzhan’tar. La coscienza Sekot si dichiara disposto ad accogliere coloro i quali volevano annientarlo, a patto che rinuncino alla loro condotta violenta votata alla morte.
Danni Quee, Tekli e Tahiri decidono di rimanere sul pianeta vivente per aiutare gli ormai ex-nemici ad ambientarsi nella loro nuova dimora, espressione diretta delle loro divinità.
L’Alleanza Galattica, mentre il recupero di Coruscant viene avviato, sposta la capitale sul vicino Denon e, prima che Zonama Sekot salti nell’iperspazio, Luke dichiara nato il nuovo Ordine Jedi, che avrà la sua base su Ossus.
I protagonisti si recano su Kashyyyk per rendere un ultimo tributo al compianto Chewbacca, consapevoli che ci vorranno anni prima che le ferite di questa lunghissima guerra possano ritenersi completamente sanate.

Il punto più alto di The Unifying Force: Luke e i gemelli Solo si apprestano ad affrontare il Signore Supremo Shimrra e i suoi slayer. Illustrazione di Darren Tan per il The Essential Reader’s Companion.
Cosa mi è piaciuto
Confronto finale
Come facilmente intuibile, il momento più alto e atteso di The Unifying Force riguarda il combattimento conclusivo, vero e proprio crescendo di emozioni e incessanti colpi all’arma bianca che ricordano molto uno dei duelli visti ne La Vendetta dei Sith e la scena della sala del trono di Episodio VIII.
Luke, Jacen e Jaina dopo una lunghissima ascesa (opposta alla “discesa negli inferi” di Traitor) giungono al cospetto del nemico principale dell’Alleanza Galattica, mentre intorno a loro infuria un’apocalittica battaglia per la riconquista di Coruscant. Qui vengono ingaggiati dagli slayer e da Shimrra, il quale dimostra ben presto di disporre ancora di diversi trucchi per volgere lo scontro a suo vantaggio.
Questi ultimi, naturalmente, non saranno sufficienti a fermare l’ultimo Jedi e la sua comunione con la Forza, che risolverà il duello con una mossa inaspettata che potrebbe giungergli addirittura a costare la vita.
Una piccola curiosità: per salvare il nipote Jacen dall’assalto di una delle guardie scelte del Signore Supremo, Luke utilizza per la prima volta una tecnica inedita e molto vicina al lato oscuro, il lampo di smeraldo.
Questa abilità, indicata come proibita all’interno de Il Cammino Jedi, consente di lanciare fulmini dal colore smeraldino di intensità variabile, in grado di incapacitare o -nel caso più estremo- uccidere il bersaglio. Vedere Luke Skywalker usare una tecnica simile di certo non può lasciare indifferente alcun lettore.
Epica
“[…] the real territory we’re compelled to explore is the Unifying Force—as a step toward implementing a ‘new’ Jedi order.”
– Luke Skywalker, ai Jedi radunati su Zonama Sekot
Seppur con i suoi alti e bassi, essa è presente nel corso dell’intera serie. Avendo la responsabilità di dover concludere buona parte delle trame lasciate insolute, James Luceno è riuscito a rendere The Unifying Force un vero ricettacolo di momenti dal sapore fortemente epico e solenne.
La maggior parte si concentrano nelle ultime cento pagine, rendendole uno dei frangenti migliori dell’intero Universo Espanso.
Lo scontro finale, il discorso di Nom Anor, il ritorno di Wedge con la Squadriglia Rossa, la fondazione del nuovo Ordine sono solamente alcuni dei momenti meglio riusciti del romanzo.
Menzione particolare per il momento in cui Jacen comprende finalmente la visione avuta nel corso di Balance Point, avvertendo anche la voce di un certo, illustre antenato.

Luke Skywalker sancisce la nascita del nuovo Ordine Jedi su Zonama Sekot .Opera di Chris Trevas dal volume Jedi vs. Sith: The Essential Guide to the Force.
La Forza Unificante
We must refrain from analyzing the Force, and simply allow the Force to guide us. Our relationship with the Force must be impeccable, without the need to be supported by words or reason. We must carry out the commands of the Force as if they were beyond appeal. And we must do what must be done, no matter who attempts to stand in our way.”
– La coscienza Sekot indottrina Jacen sulla sua visione della Forza
Come rivelato nel corso di The Unifying Force, la specie Vong è stata nel passato privata della capacità di attingere e avvertire il campo mistico che circonda tutti gli esseri viventi.
Sebbene nelle precedenti pubblicazioni fosse stato suggerito che l’intera specie rientrasse in un diverso “spettro di frequenza” (una sorta di infrarosso, mentre i Jedi sono capaci di percepire solo il visibile), viene finalmente svelato come tutti i viventi, senza eccezione alcuna, facciano riferimento a essa, dimostrando che le interconnessioni trascendono spazio e tempo.
Ma la rivelazione fondamentale di The Unifying Force è un’altra e riguarda una nuova concezione della Forza. Osservata da Vergere e abbracciata dalla coscienza del pianeta Zonama Sekot, questa dottrina individua una volontà cosmica in grado di legare insieme passato, presente e futuro.
Come accennato anche in Traitor, la Forza Unificante non ha schieramento, è indivisa e la sua catalogazione nei due opposti schieramenti avviene solo per dei concetti costruiti a posteriori nel corso dei millenni da esseri in grado di non comprenderla e abbracciarla pienamente.
Il fatto che venga, a seconda dei punti di vista, utilizzata per il bene o per il male è una sola scelta dell’individuo, non del campo mistico in sè; mentre i Sith la vedono come un mezzo per ottenere uno scopo, i Jedi la considerano un fine a cui ambire.
Considerate tutte queste premesse, l’affermazione di maggior rilievo (nonchè vero e proprio seme di quello che sarà il fulcro della serie Legacy of the Force) viene da Sekot mentre spiega a Jacen il suo credo: la volontà della Forza va rispettata e fatta rispettare, a ogni costo e con ogni mezzo.

Il duello finale tra il Signore Supremo e il maestro dell’Ordine Jedi. Opera di Bruno Werneck per il The Essential Guide to Warfare.
Il miglior personaggio della serie
“Even if words from you kept me from execution or life imprisonment, what course was left to me? Just as my atheism renders me unfit for Yuuzhan Vong society, my utter contempt for the Force makes me unfit to live among any species that recognize it. I’ve been a stranger to all worlds. Even Yu’shaa, leader of the Shamed Ones, was just another role for me—another lie.” A rueful laugh escaped him. “Ooglith masquers can’t hide everything, Jeedai.” […] “If I’m clear on one point, it’s this: I want no part of whatever new order is in the making.”
– Nom Anor, ultime parole
Nonostante il The New Jedi Order abbracci praticamente tutti i personaggi dell’Universo Espanso di inizio millennio riportando, chi più chi meno, al centro della scena dei volti noti, colui il quale ne esce come personaggio numero uno dell’epopea è un volto nuovo: Nom Anor.
Presentato all’inizio di Vector Prime (anche se originariamente introdotto nel fumetto L’Impero Cremisi II), il camaleontico e spietato agente d’avanguardia Yuuzhan Vong ha saputo ritagliarsi un posto speciale all’interno dei personaggi preferiti del fandom.
Nelle pagine di The Unifying Force egli assume tutti i ruoli caratteristici che lo hanno definito nel corso della serie: spia, Profeta, burattinaio, survivalista e alleato di convenienza.
La quasi ironica constatazione di aver inventato da frammenti di informazione una profezia rivelatasi praticamente vera permette di mostrare tutta la non-appartenenza di Nom Anor a un dato contesto, perennemente dilaniato dai suoi mille volti e ruoli.
Quando la fine si rivela ormai inevitabile e non senza aver provato un’ultima, disperata via di fuga, lo Yuuzhan Vong comprende come il suo ruolo di doppiogiochista (esercitato per oltre vent’anni) non avrà spazio nella galassia che verrà una volta che la guerra sarà conclusa.
Un Personaggio con la P maiuscola… sino alla cupa e rassegnata accettazione del suo fato nel finale di The Unifying Force.
Una breve luce sul passato
“The ancient texts are unclear. It appears we were invaded by a race that was more technological than animate. We called on the gods for protection, and they came to our aid, providing us with the knowledge we needed to convert our living resources to weapons. We defeated the threat, and, empowered by our victory, we gradually became conquerors of other species and civilizations.”
– Harrar
Finalmente, nel romanzo conclusivo della serie, viene spiegata con maggiore dettaglio la causa dell’abbandono da parte degli Yuuzhan Vong della loro galassia natia.
Trovatisi in mezzo a un conflitto su scala interplanetaria tra due specie robotiche, i Vong chiesero aiuto alle loro divinità, sviluppando la loro tecnofobia contemporaneamente alle loro creazioni bioingegnerizzate. Grazie alla loro natura guerriera, sconfissero entrambi gli schieramenti, sottomettendo tutta la loro galassia e, spogliata completamente delle proprie risorse, furono costretti ad abbandonarla assieme alla loro connessione con la Forza.
Mediante un processo di ret-con (“giustificazione e contestualizzazione a posteriori”) contenuto nel The New Essential Guide to Droids, le due razze meccaniche responsabili della loro tecnofobia sono state individuate nei Silentium e negli Abominor.
Un membro dei Silentium è Vuffi Raa, compagno di avventure di Lando nella Centralità nel corso della trilogia The Lando Calrissian Adventures.
Per quanto riguarda i secondi, il Grande Heep nell’omonimo episodio della serie animata Droids del 1986 è uno degli ultimi esemplari in vita, giunto nella galassia con l’intento di schiavizzare esseri organici. Nonostante l’alleanza con l’ammiraglio imperiale Screed, C-3PO e R2-D2 riescono a disattivare definitivamente il malvagio e colossale droide.
Sicuramente un interessantissimo ret-con, in grado di collegare diversi progetti dell’Universo Espanso.
Boba Fett? Dove?
“Just wanted to remind you, Solo, that my personal fight was always with the Jedi. You were nothing more than cargo.”
Han snorted. “For what it’s worth, Fett, you were never more than a nuisance.”
Fett laughed shortly. “To better days, Captain.”
“Count on it.”
– Boba Fett, a Han Solo
Poco più che un easter egg, la comparsa del cacciatore di taglie a bordo della Stazione Caluula assieme a dei supercommando Mandaloriani coglie il lettore piacevolmente di sorpresa.
Nonostante per comprendere appieno il ruolo di Fett nel corso della guerra contro gli Yuuzhan Vong sia necessario fare riferimento al’ebook novella A Practical Man (che però non viene generalmente considerata un tassello del The New Jedi Order), il clone di Jango viene incaricato di portare a termine quello che sa fare meglio, nella maniera più classica per il personaggio. Poche parole, impareggiabile in combattimento e oltremodo spietato con i propri bersagli.
Coglie decisamente alla sprovvista la decisione di Luceno di ufficializzare la tregua tra Boba e Han riportata nella citazione appena sopra. Sicuramente il suo ruolo nella serie Legacy of the Force porterà a nuovi, inaspettati sviluppi. Che sia davvero pace fatta?
Nota a margine: il clone in armatura mandaloriana non è l’unico volto noto a ricomparire. Troviamo infatti anche la Jedi Klin Fa-Gi (del misconosciuto racconto in più parti Emissary of the Void) e il leggendario contrabbandiere Kyle Katarn, creato nel lontano 1995 per il videogioco Dark Forces.
Gradita aggiunta
Nonostante The Unifying Force si presenti come un romanzo piuttosto corposo di oltre 500 pagine, nella sua ultima parte si trova una lunga e interessantissima intervista all’autore e alcune figure di spicco di allora della Lucasfilm e Del Rey Publishing.
Nel corso della ventina di pagine che la compongono, gli intervistati infatti spiegano come è nata e si è evoluta la storyline del The New Jedi Order, gettando luce anche su alcuni degli aspetti più controversi come il rapporto con la Forza degli Yuuzhan Vong e la morte di personaggi molto amati, vedasi appunto Chewbacca e Anakin Solo.
Meritevole di menzione è la rivelazione che George Lucas ebbe un ruolo fondamentale -seppur periferico- nella definizone dei punti chiave della vicenda, come ad esempio nell’indicare in Jacen (e non il fratello Anakin) come figura chiave per la seconda metà della serie.
Decisamente un’aggiunta apprezzata, sarebbe auspicabile vedere contenuti simili più comunemente all’interno delle publicazioni legate alla galassia lontana lontana.

Jacen Solo, tutt’uno con la Forza, annienta definitivamente il Signore Supremo Onimi. Illustrazione di Tommy lee Edwards per il volume Jedi vs. Sith: The Essential Guide to the Force.
Cosa non mi è piaciuto
Rivelazione tardiva
Il punto di svolta della vicenda, già suggerito dai tempi di Rebirth, riguarda la scoperta di chi sia realmente il Signore Supremo, indiscusso sovrano della specie Vong e primo sostenitore dell’invasione della galassia.
Egli non è nient’altro che Onimi il Rinnegato, nonchè giullare intrattenitore di Shimrra. Grazie al suo passato da Modellatore, egli innestò nel suo cervello delle cellule appartenenti a uno yammosk (i coordinatori delle battaglie), ricostruendo il proprio legame con la Forza strappato millenni prima ai propri antenati da parte del pianeta vivente Yuuzhan’tar.
Una rivelazione di tale portata viene però sbrigata in poche decine di pagine, lasciando un senso di potenziale non sfruttato completamente.
La spiegazioni delle motivazioni del persognaggio risultano sì convincenti e soddisfacenti in una certa misura, ma tale sviluppo avrebbe magari meritato un maggiore approfondimento.
Inizio al rallentatore
La prima parte del romanzo, in particolare le sezioni ambientate su Selvaris, riuslta decisamente sottotono rispetto al resto del romanzo, quasi fuori contesto.
Indubbiamente i capitoli iniziali di The Unifying Force hanno la funzione di mettere in moto l’intera vicenda, tuttavia sembra essere un “more of the same” in quanto presenta una sottotrama già testimoniata altre volte nel corso del The New Jedi Order, decisamente di troppo all’interno dell’opera che si prefigge ci concludere il pluriennale ciclo.
Anche la sezione a bordo della stazione Caluula, che vede per l’ennesima volta il Millennium Falcon inseguito dai rapidi coralskipper e successivamente Han e Leia messi alle strette da un’imboscata dei guerrieri Vong, faticano in certi sprazzi a sorprendere il lettore e mantenere elevato il suo interesse.
Commento finale
Con The Unifying Force si conclude in maniera (quasi) perfetta la serie di romanzi più lunga e controversa dell’intero Universo Espanso.
Mentre le trame lasciate aperte vengono sapientemente dipanate dallo stile complesso e strutturato di James Luceno, il lettore avverte inesorabilmente la fine avvicinarsi con lo scorrere delle pagine. Un finale che, fortunatamente, rappresenta una vera e propria chiusura di un ciclo, avendo coperto un periodo di quasi cinque anni di pubblicazioni a marchio Star Wars a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.
Nonostante l’inizio lievemente claudicante, la vicenda si sviluppa in un crescendo di epicità ed emozioni che culmineranno nell’elettrizzante duello finale e in un vero e proprio nuovo inizio per la galassia e l’Ordine Jedi, lasciando il lettore decisamente appagato.
L’edizione recensita è ancora una volta quella in copertina flessibile, dal prezzo e dimensioni contenute; la solita valutazione viene rivista leggermente al rialzo in quanto contiene l’intervista bonus sulla genesi del The New Jedi Order.
Considerazioni finali sulla serie
The Unifying Force rappresenta il culmine del progetto letterario più ambizioso mai prodotto legato alla galassia lontana lontana. Composto non solo diciannove romanzi ma, come detto, numerosi racconti brevi ed e-book novella. Iniziato nel 1999 col superbo Vector Prime, questo lunghissimo ciclo ha necessitato un’attesa lunga sino al 2003 per poter leggere la conclusione della guerra contro gli invasori Yuuzhan Vong.
“Postuma” si rammenta anche la serie a fumetti Invasione uscita nel 2009 (ben sei anni dopo il libro qui recensito) e arrivata nel nostro Paese grazie a Panini Comics. Purtroppo i tre archi narrativi proposti non raggiungono minimamente il livello qualitativo medio dei romanzi, risultando un prodotto raffazzonato e inconcluso che mal si inserisce all’interno della timeline del Nuovo Ordine Jedi -al tempo della duologia Dark Tide– e, anzi, giunge persino a contraddirne palesemente alcuni punti fermi.
La serie nacque per dare una vera e propria scossa alla narrativa Star Wars di fine millennio, considerato il recente passaggio di diritti dalla Bantam Spectra alla Del Rey. Il piano iniziale di ben ventinove romanzi in cinque anni venne ben presto ridimensionato, modellando l’iniziale idea di guerrieri Sith provenienti dalle remote Regioni Ignote con quella degli invasori extragalattici.
Non vi fu solo la volontà di imprimere un forte cambiamento (la morte di Chewbacca ne è un chiaro esempio), ma anche quella di proporre una sorta di “tirata di redini” a quello che era stato l’Universo Espanso sino a quel momento.
E questo si è rivelato uno dei punti di maggior forza del The New Jedi Order: praticamente tutte le opere precedenti vengono direttamente o indirettamente menzionate mediante pianeti, personaggi ed eventi. L’Universo Espanso è tutto qui dentro.
Un altro enorme punto a favore della serie è però rappresentato dai suoi personaggi: i veri protagonisti sono i nuovi e giovani membri dell’Ordine Jedi, in particolare i tre figli di Han e Leia.
Ciascuno tra Jacen, Jaina e Anakin compie il proprio percorso di maturazione, da semplici fanciulli delle avventure Giovani Cavalieri Jedi a veri e propri adulti, con il proprio credo, le proprie responsabilità e la propria definita personalità.
Sebbene il viaggio di Anakin si concluda con l’eroico sacrificio in Star by Star, il suo arco non è da ritenersi assolutamente inferiore a quello dei gemelli. Anzi, il fatto che fosse stato designato come erede diretto di Luke Skywalker aggiunge ancora più drammaticità alla sua dipartita.
Jaina diventa un’impareggiabile pilota e paladina del lato chiaro, la così proclamata Sword of the Jedi, mentre il fratello Jacen si conferma interessato maggiormente alle sfaccettature della Forza, intenzionato a studiare e comprenderne a fondo le verità.
Gli eroi classici risultano centrali solamente in alcuni frangenti, in particolare nella seconda parte della serie. Il fatto che solamente in alcuni romanzi rubino il palcoscenico permette di comprendere come con questa serie si sia voluto davvero investire sui nuovi personaggi per preparare il “terreno letterario” alle pubblicazioni che sarebbero giunte negli anni a seguire.
Anche per quanto riguarda gli Yuuzhan Vong risulta importante spendere due parole. Un coraggioso esperimento di cui rimane apprezzabile l’idea di una minaccia di portata galattica armata in maniera inconsueta e che non venga dai soliti utilizzatori del lato oscuro.
Decisamente dark e violenti per un prodotto Star Wars di ieri e oggi, la loro implementazione nell’Universo Espanso può essere sicuramente rivalutata in positivo a posteriori, in quanto hanno permesso di staccarsi dalle storie (tutte molto simili) dell’era Bantam Spectra. Inoltre, tra le loro fila, si annoverano dei personaggi davvero memorabili come Nom Anor, Shimrra e il Warmaster Tsavong Lah.
Dallo scioccante avvio con Vector Prime, l’epopea letteria ha visto succedersi scrittori illustri che hanno -ciascuno a modo suo- apportato il proprio contributo alla mastodontica storia.
Gli altri e bassi, fisiologici quando si parla di tanti romanzi e autori in un’unica serie, si alternano in maniera mai eccessiva, mostrando leggermente il fianco solamente prima del finale con Destiny’s Way e la trilogia Force Heretic.
Pluralità di stili e tante possibilità (storia Jedi, focus sugli invasori extragalattici, la decadenza della Nuova Repubblica, le battaglie coi caccia,…) hanno permesso di offrire un’ineguagliata varietà, in grado di scongiurare un’eventuale sensazione di saturazione.
Negli ultimi due romanzi il ritmo torna però ad accelerare sensibilmente tornando ai livelli di inzio serie, sino a giungere all’esplosiva ed emozionante conclusione della quale si è parlato sopra. Le vicende principali vengono chius e il The New Jedi Order vede la parola fine apposta sull’ultima pagina… tuttavia quella prodotta da Luceno per The Unifying Force è una conclusione che in realtà rappresenta un nuovo inizio.
La morte di volti decisamente illustri, la cupezza generale che permea questo periodo in-universe, il concetto degli Yuuzhan Vong e la lunghezza non indifferente (senza menzionare la barriera linguistica) sono stati tutti motivi spesso impugnati dai detrattori della serie. Come sostenuto poco sopra sarebbe miope non riconoscere all’odierna Del Rey il coraggio di aver voluto dare una vera e propria svolta all’universo letterario Star Wars, assumendosi non pochi rischi e comunque guidata dall’intento mirabile di creare un’opera che facesse da vero e proprio ponte tra il passato e il futuro.
Una serie per pochi, ma soddisfacente come nessun altro arco narrativo.
Le ultimissime, splendide righe di The Unifying Force sono il modo migliore per concludere questo emozionante viaggio.
And gradually their bittersweet laughter floated from the wooden table, up past the lanterns, the wind chimes, and the thick branches from which they dangled, meandering up through the crowns of the tallest wroshyr trees and gliding weightless into the twilight sky, up, ever up into stars too numerous to count, defying the stillness of vacuum and dispersing, vectoring out across space and time, as if destined to be heard in galaxies far, far away…
Non dimenticate di condividere, commentare la recensione e, soprattutto, di lasciare anche voi il vostro voto a The Unifying Force nel box! Avete gradito questa cavalcata libro per libro lunga quasi due anni? Vorreste vederla riproposta anche per le serie successive Legacy of the Force e Fate of the Jedi?
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Libri precedenti:
– Vector Prime;
– Dark Tide I: Onslaught;
– Dark Tide II: Ruin;
– Agents of Chaos I: Hero’s Trial;
– Agents of Chaos II: Jedi Eclipse;
– Balance Point;
– Edge of Victory I: Conquest;
– Edge of Victory II: Rebirth;
– Star by Star;
– Dark Journey;
– Enemy Lines I: Rebel Dream;
– Enemy Lines II: Rebel Stand;
– Traitor;
– Destiny’s Way;
– Force Heretic I: Remnant;
– Force Heretic II: Refugee;
– Force Heretic III: Reunion;
– The Final Prophecy.
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