Continua la pubblicazione della maxi-serie antologica The Age of Star Wars per Panini Comics. Questo mese è il turno delle storie dedicate ai “cattivi” della Trilogia Prequel. La sceneggiatrice Jody Houser ci consegna degli one-shot “oscuri” ottimamente diseganti da Luke Ross (adattamento a fumetti di Il Risveglio della Forza, la miniserie canonica Darth Maul) che approfondiscono i nemici giurati dei Jedi, con le loro personalità e motivazioni. Il precedente volume, Eroi, è stato da noi QUI recensito.
- Autori: Jody Houser, Luke Ross
- Data di uscita: 24 ottobre 2019
- Edizione: 17x26cm, brossurato, 104 pagine, colore
- Contiene: Age of Republic: Darth Maul, Jango Fett Count Dooku, General Grievous, Special
- Prezzo: 14 € – Omnibus €65,00
Darth Maul
Maul, per saziare la sua sete di sangue, uccide un ladro sensibile alla Forza nei bassifondi di Coruscant. Per questo e per gli altri suoi exploit, viene rimproverato da Darth Sidious, perchè potrebbe attirare l’attenzione dei Jedi. Maul deve portare pazienza, come scopre in una visione davanti al tempio Sith su Malachor (ancora!). I Jedi sono ancora troppo potenti rispetto ai Sith, per essere annientati.
Vi ricorda qualcosa? Immagino di si: si tratta della dinamica esausta tra il desiderio di vendetta di Maul e Sidious che lo richiama al dovere e alla calma come con un cagnolino. Pare di leggere una storia che è allo stesso tempo un’appendice e una sintesi della miniserie Darth Maul di Soule. Appendice perchè ambientata dopo, come si intuisce dalla menzione di Eldra Kaitis, la padawan Jedi assassinata da Maul. Sintesi in quanto racchiude in pochissime pagine gli stessi argomenti, senza darvi un tocco nuovo: voglia di cacciare, vendetta sui Jedi, visioni drammatiche dove Maul viene sopraffatto, frustrazione, ecc. Per di più, lo one-shot è piatto anche nella trama priva di sorprese, oltre che nelle tematiche.
Jango Fett
Storia dalla trama standard e rassicurante con la tipica vicenda dell’inseguimento di una taglia, condita da tradimenti, il fumetto fa comunque un buon lavoro nel mostrarci la fama di Jango. I suoi compagni di missione ne rievocano le imprese. Fin da subito, il cacciatore di taglie è avvolto da un alone quasi leggendario che incute timore e rispetto. Il rapporto con Boba è il vero centro, più che Jango in se. Padre e figlio sono in sintonia perfetta. L’uno insegna, l’altro apprende. Nel richiedere un clone non modificato, l’obiettivo di Jango era proprio quello di avere sia un figlio sia un allievo. QUI trovate il nostro approfondimento su Boba.
A questo proposito, Houser pianta i primi semi della backstory canonica di Jango, facendoci vedere l’ingaggio da parte di Tyranus e la supervisione dell’addestramento dei cloni. Per ora sono piccoli cenni, che aspettiamo di vedere espansi, magari sulla falsariga di Jango Fett: Open Seasons, sua storia delle origini nel Legends,o del videogioco Bounty Hunter.
Conte Dooku
Tra gli eventi di La Minaccia Fantasma e L’Attacco dei Cloni, il Conte Dooku, una volta Cavaliere Jedi e ora apprendista Sith, arriva su Sullust per negoziare una accordo commerciale. Però il suo vero incarico è allearsi con il sindacato Kaldana. Sul pianeta, Dooku si imbatte nel Jedi Jaz’nik, anch’egli in cerca dell’organizzazione criminale. Lo scontro sembra inevitabile, ma la situazione non è così semplice.
Con giudizio netto, è la storia migliore del volume. Elemento di fascino è la palpabilissima atmosfera da prequel, con buon bilanciamento tra approfondimeto, dialoghi e azione. A differenza dei precedenti, questo one-shot colloca il protagonista in una situazione originale e ci offre dettagli molto curiosi. Dalle voci che corrono tra i Jedi sul loro ex-compagno riportate da Jaz’nik, al conte Dooku “in veste ufficiale”, fino al suo infido stratagemma e all’atmosfera carica di presagi, usciamo dalla lettura con un quadro soddisfacente del personaggio di Dooku, delineato efficientemente in uno spazio narrativo ristretto. Una piccola nota negativa: il Jedi Jaz’nik, in pratica, è una tigre bipede. Suvvia, un pò di fantasia, cambiate la forma delle orecchie almeno!
Generale Grievous
Tra gli oggetti di due Jedi da lui appena massacrati nella foresta di Ledeve, il Generale Grievous trova un ologramma di un tempio Jedi sul pianeta. Intenzionato a carpirne i segreti più arcani, il cyborg vi si introduce. Dopo aver superato varie trappole, giunge di fronte a una cascata, dove la Forza gli mostra una importante verità.
Vedendo una luce misteriosa nell’acqua, Grievous vi si immerge. Dall’altra parte, si ritrova sospeso nel vuoto in una sorta di spazio infradimensionale. Qui una voce gli dice che i suoi tentativi di distruggere i Jedi e sconfiggere la Forza non hanno senso. Essendo formato quasi completamente di parti meccaniche, Grievous si è irrimediabilmente allontanato dalla Forza (e dalla vita stessa!). Di conseguenza, non comprende il potere contro cui sta lottando. La voce cerca di far capire a Grievous quanto insignificante sia la sua potenza distruttiva, come quanto egli stesso sia insignificante.
A questo punto, il corpo originale di Grievous viene alla luce (è la prima volta che lo vediamo in volto quando era un Kaleesh. Ne I Visionari, ad esempio, era coperto da maschera e armatura). In una scena a tratti raccapricciante, le sue membra si staccano progressivamente, finchè restano solo cuore, cervello, polmoni e bulbi oculari, le uniche parti organiche che ancora possiede, che restano lì a fluttuare. Ribadendogli la bassezza della condizione cui si è ridotto, la Forza espelle il cyborg fuori dalla cascata da cui era entrato.
La vicenda del comandante separatista merita il secondo posto nella classifica. La storia gli presenta una sfida inedita e inattesa: il generale Grievous, abominio meccanico contro la Forza stressa! Nientemeno. Anche l’ambientazione è molto suggestiva: la foresta si contrappone simbolicamente alla cibernetica di Grievous e le trappole del tempio di Ledeve trasportano in una esplorazione avventurosa alla Indiana Jones. La vicenda è quasi muta, scelta appropriata per la situazione. Grievous in se è visivamente reso benissimo: emerge dall’ombra, per le prime pagine si intravede solo la sua sagoma, fino alla sua imponente rivelazione con le quattro spade laser in mano. La sua caratterizzazione è semplice (in fondo non ha troppa sostanza, per quanto affascinante sia, e lo è davvero!) e al contempo perfetta. Odio, frustrazione, volontà distruttrice e incapacità di accettare le proprie grandi debolezze traspaiono da ogni pagina. Una grande dimostrazione di come si può delineare bene un personaggio senza farlo parlare.
Per i fan di The Clone Wars vi sono chiari riferimenti all’episodio Il covo di Grievous. Presumibilmente, questa storia si svolge dopo quell’episodio, dove i Jedi si infiltrano nel covo del Generale. Come rivalsa, Grievous profana un loro tempio, supera le loro trappole e cerca di distruggere il nemico, come i Jedi fecero in casa sua. Questo one-shot è interpretabile come il rovesciamento di senso dell’episodio succitato.
Special
Ventress, ormai ex-apprendista Sith di Dooku lavora come cacciatrice di taglie su Coruscant. Subito prima dell’episodio “Caccia al Jedi” della quinta stagione di The Clone Wars, viene a sapere della taglia su Ahsoka. Mentre va alla ricerca della sua vecchia nemica, si imbatte in due sorelle di una razza felina in procinto di essere aggredite e derubate. Ricordando la distruzione delle Sorelle della Notte di Dathomir, Ventress interviene a salvare le ragazze.
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Come nel volume precedente, la storia dello Special è alquanto inutile, non aggiungendo nulla di rilevante al personaggio. Si tratta di un intermezzo non necessario. Queste poche pagine sembrano solo un pretesto scarso per un flashback.
Commento finale
Tirando le somme, L’Età della Repubblica – Nemici risulta essere un brossurato di approfondimento dei “cattivi” che procede in una dialettica continua di alti e bassi. I contenuti sono piuttosto scollegati, poichè manca il filo conduttore che si trovava nelle storie sui Jedi. Sfortunatamente, bisogna dire che la sceneggiatura di Jody Houser è tristemetne altalenante. Da risultati di grande pregio dal punto di vista contenutistico e tematico (Dooku e Grievous in primis) si passa a una storia apprezzabile (Jango Fett) per approdare a un vuoto quasi totale con Ventress e Darth Maul. I “cattivi” affrontano sfide nuove, con un ottimo approfondimento psiclogico, ma altrove subiscono trame scontate e nessun elemento si aggiunge a ciò che sapevamo di loro.
Tutte le storie sono accompagante da nuvolette che illustarno i pensieri dei protagonisti in prima persona, ognuna dal design diverso (classico rosso per Maul, grigio per Dooku, verde con scrittura “tremolante” per Grievous). Fa eccezione Jango, descritto in terza persona dai suoi soci. Come sempre, splendidi i disegni di Luke Ross, uno dei migliori fumettisti dell’area Star Wars, che risollevano parzialmente la narrazione a momenti povera. Pessima la scelta di traduzione del titolo: l’originale “Villains” verrebbe più appropriatametne tradotto con “Malvagi”, invece che “Nemici”.
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Altre opere:
– L’Età della Repubblica – Eroi;
– L’Età della Ribellione – Eroi;
– L’Età della Ribellione – Nemici;
– L’Età della Resistenza – Eroi;
– L’Età della Resistenza – Nemici.