The Mandalorian – Capitolo 10: analisi e easter egg

Avventure tra i ghiacci! Dopo l’esaltante inizio di stagione costituito dal Capitolo 9, The Mandalorian ci propone un secondo episodio dai ritmi decisamente più tranquilli, che tuttavia pare spianare la strada per una roboante terza puntata. Come di consueto, Star Wars Libri e Comics vi presenta, in contemporanea con l’uscita globale su Disney+, l’analisi del secondo episodio della seconda stagione, scritto da Jon Favreau, diretto da Peyton Reed e intitolato Capitolo 10 – Il Passeggero.

The Mandalorian, Capitolo 10 – Sinossi

9 ABY. Sconfitto il Drago Krayt e recuperata l’armatura di Boba Fett, Din Djarin e il Bambino tornano verso Mos Eisley per trovare nuovi indizi sulla posizione dei Mandaloriani superstiti. Gli imprevisti, tuttavia, sono dietro l’angolo…

The Mandalorian, Capitolo 10 – Analisi e easter egg [CON SPOILER]

Come già accaduto durante le puntate precedenti, l’episodio di oggi si apre con un preambolo che mostra, oltre ai personaggi e agli eventi salienti del Capitolo 9, anche la distruzione del droide mercenario Q9-0,  avvenuta durante il Capitolo 6, anticipandone il ritorno, da un certo punto di vista, durante gli accadimenti odierni. Il preambolo è poi seguito dall’ormai inconfondibile sigla iniziale della serie, costituita da una rapida carrellata degli elmi più iconici della saga di Star Wars.

Tatooine. È passato almeno un giorno dalla sconfitta del Drago Krayt e Din Djarin, ansioso di ricominciare la ricerca dei superstiti mandaloriani, sta sfrecciando a tutta velocità verso Mos Eisley a bordo dello speeder-bike Zephyr-J di Peli Motto, portando con sé l’armatura di Boba Fett donatagli da Cobb Vanth, una sostanziosa provvista di carne di Drago Krayt e, naturalmente, l’inseparabile Bambino, il piccolo e misterioso esemplare della specie di Yoda e di Yaddle. In lontananza, tuttavia, quattro minacciosi individui, forse predoni o, peggio ancora, cacciatori di taglie, tra cui un Nikto di sottospecie Kajain’sa’Nikto e un piccolo alieno della stessa specie di Scrapjaw Motito, visto in Episodio VII – Il Risveglio della Forza, stanno preparando una trappola per il Mandaloriano, tanto rudimentale quanto efficace: una semplice corda nascosta nella sabbia che, issata al momento giusto, potrà disarcionare il malcapitato Din.

Il piano dei banditi ha successo: preso del tutto alla sprovvista, il Mandaloriano non può far nulla per evitare l’impatto e viene dunque sbalzato via insieme al Bambino, lo speeder-bike e tutto l’equipaggiamento. Segue dunque una durissima colluttazione in cui, sebbene in inferiorità numerica e colto di sorpresa, Din riesce, sfruttando vari assi nella manica, a mettere fuori combattimento tre dei quattro energumeni. Non appena sconfitti i tre farabutti, tuttavia, il Mandaloriano si rende conto che il quarto ha preso il Bambino e gli ha puntato un coltello alla gola, minacciando di ucciderlo. Din decide dunque di agire d’astuzia, proponendo uno scambio: il suo zaino a razzo per la vita del Bambino. Il malvivente accetta e i due procedono allo scambio.

Il Mandaloriano, ovviamente, non ha alcuna intenzione di rinunciare al proprio zaino a razzo, ottenuto durante gli eventi del Capitolo 8; utilizzando i comandi a distanza incorporati nel proprio guanto, Din riesce ad azionare i propulsori dello zaino, provocando la morte del delinquente e recuperando così il proprio armamentario. Rimasto senza un mezzo di trasporto, al Mandaloriano non resta che caricare tutto l’equipaggiamento e attraversare a piedi l’immensa distesa di sabbia nota come Mare delle Dune, diretto verso quel covo di feccia e malvagità che è il porto spaziale di Mos Eisley, qui ripreso con un’inquadratura molto simile a quella vista durante la sua prima apparizione in Episodio IV – Una Nuova Speranza.

Giunto finalmente a Mos Eisley, Din si reca presso la taverna di Chalmun, gestita ancora una volta dal droide EV-9D9, già comparso nel Capitolo 5. Oltre al droide barista, la taverna è popolata, come al solito, dalle creature più disparate, tra cui è possibile notare un Gigorano e il dottor Mandibola, un misterioso alieno insettoide simile a una formica; quest’ultimo, in particolare, è intento a giocare a Sabacc nientemeno che con Peli Motto, riparatrice e ormai vecchia conoscenza del Mandaloriano. Dopo aver rapidamente narrato le proprie avventure a Peli, Din lamenta la mancanza di una qualunque traccia che possa condurlo ai superstiti mandaloriani. Il dottor Mandibola, tuttavia, pare avere qualche informazione in merito, ma non è disposto a cederla gratuitamente.

Il prezzo richiesto al Mandaloriano, infatti, è che quest’ultimo copra la posta in gioco, del valore di ben cinquecento crediti. Din acconsente e sgancia il denaro richiesto; in cambio, il dottor Mandibola assicura di metterlo in contatto con un misterioso individuo che lo raggiungerà all’attracco 3-5 e gli dirà dove trovare altri Mandaloriani. Nel frattempo, Peli Motto vince la partita di Sabacc sfoderando la Mano dello Sciocco, la combinazione vincente di 2, 3 e Sciocco già vista durante l’undicesimo episodio della prima stagione di Star Wars Rebels, dall’omonimo titolo La Mano dello Sciocco. Nell’attesa del contatto promesso dal dottor Mandibola, Din, Peli e il Bambino tornano all’hangar e ingannano il tempo preparando una grigliata di carne di Drago Krayt. In questo frangente, lo spettatore viene a conoscenza delle abitudini alimentari dei Rodiani, ghiotti di carne ben cotta, e della presenza di un droide WED-15 chiamato Treadwell, curiosamente simile all’omonimo droide WED-15-77 che fu di proprietà di Cliegg Lars prima e di suo figlio Owen poi.

È qui che entra in scena il contatto: si tratta di una curiosa aliena anfibia, una donna-rana informata della presenza di guerrieri mandaloriani sulla luna marina di Trask, orbitante attorno al gigante gassoso Kol Iben, situato a brevissima distanza da Tatooine. Anche l’aliena, tuttavia, pretende un pagamento in cambio dell’informazione: nella fattispecie, si tratta di un passaggio fino a Trask viaggiando esclusivamente a velocità sub-luce, senza salto nell’iperspazio. Il motivo è presto detto: l’anfibia, ultima della sua stirpe insieme al marito, deve raggiungere il consorte entro l’equinozio per consentirgli di fecondare le proprie uova e assicurare così un futuro alla propria specie. Seppur di malavoglia, Din accetta. Si noti che, in questo frangente, l’aliena è interpretata da Misty Rosas, l’attrice che aveva già prestato le proprie fattezze all’Ugnaught Kuiil nei Capitoli 1 e 2, e doppiata da Dee Bradley Baker, voce dei soldati clone di The Clone Wars Star Wars Rebels e dell’Abednedo Ilco Munica in Episodio VII – Il Risveglio della Forza.

Il viaggio non è, tuttavia, privo di difficoltà: il Mandaloriano non parla il Frog, la lingua dell’aliena e, d’altro canto, quest’ultima non capisce il Basic né l’Huttese; inoltre, il Bambino tenta, a più riprese, di mangiare le uova dell’anfibia; come se non bastasse, infine, la Razor Crest viene affiancata da due caccia stellari Ala-X T-65B della Nuova Repubblica, i cui piloti Carson Teva e Trapper Wolf, già comparso nel Capitolo 6 e interpretato da Dave Filoni, in cerca di lealisti imperiali, richiedono a Din l’accensione del trasponder, come d’obbligo nei territori della Nuova Repubblica. Il Mandaloriano tenta, inutilmente, di convincere i due piloti ad allontanarsi, salutandoli anche con la frase augurale Che la Forza sia con voi. Teva e Wolf, tuttavia, non solo non accennano ad andarsene, ma richiedono un controllo presso l’avamposto di Adelphi.

Rassegnato, Din procede all’attivazione del trasponder. Pochi istanti dopo, i piloti degli Ala-X configurano le piastre a S in modalità d’attacco, chiedendo se la Razor Crest è stata nei pressi della nave-prigione Bothan-Cinque, anch’essa già vista nel Capitolo 6. Per tutta risposta, il Mandaloriano comincia una manovra evasiva, mentre i due caccia stellari scattano all’inseguimento. Il folle volo porta la cannoniera nell’atmosfera del pianeta artico di Maldo Kreis, lo stesso apparso nel Capitolo 1, dove, grazie alla complessa geometria dei canaloni, questa riesce a nascondersi agli occhi dei piloti della Nuova Repubblica. Il nascondiglio, purtroppo, si rivela tutt’altro che sicuro: il peso della Razor Crest, infatti, apre un profondo crepaccio che fa sprofondare la nave e i suoi occupanti, che rimangono così intrappolati tra i ghiacci.

Appurati i danni al generatore principale e allo scafo, Din decide di attendere per capire il da farsi e, già che c’è, per farsi una bella dormita. L’anfibia, tuttavia, non ci sta: le sue uova necessitano di calore e, con il gelo di Maldo Kreis, rischierebbero di morire. A questo punto, per riuscire a comunicare con il Mandaloriano, l’aliena aggira i protocolli di sicurezza dei rottami di Q9-0 e ne attiva il vocalizzatore, realizzando così un poco ortodosso ma funzionale traduttore simultaneo con cui spiega a Din che non è intenzionata a rassegnarsi all’estinzione della propria specie e con cui lo esorta a rispettare l’accordo, ricordandogli che onorare la parola data fa parte del codice mandaloriano. Punto nel vivo, Din si mette all’opera per riparare la Razor Crest.

Nel bel mezzo delle riparazioni, tuttavia, Din si rende conto che l’anfibia ha abbandonato la nave e si è avventurata all’interno di una grotta. Utilizzando il termoscanner incorporato nell’elmo e portando con sé il Bambino, il Mandaloriano segue dunque le tracce dell’aliena, deciso a scoprire dove sia diretta. La risposta non si fa attendere: all’interno della caverna vi è infatti una piccola pozza di acqua bollente, perfetta per la fisiologia della donna-rana e delle sue uova. Din, tuttavia, ordina all’anfibia di tornare immediatamente alla nave, visti i pericoli che può riservare un pianeta sconosciuto, specialmente di notte. Il Bambino, nel frattempo, è in cerca di cibo e, vistosi negare le uova dell’aliena, trova una nuova fonte di cibo: larve di ragno.

Non si tratta, tuttavia, di ragni comuni, bensì di migliaia di ragni nocchiuti bianchi, i cui esemplari adulti possono raggiungere la dimensione di una navetta stellare, che il Bambino ha ingenuamente ridestato dal proprio torpore; a Din, al piccolo e all’anfibia non resta dunque che ripararsi a bordo della Razor Crest, aprendosi la strada a colpi di blaster e detonatori termici. Si noti che i ragni nocchiuti bianchi fanno, in questo episodio, la loro prima comparsa canonica, dopo essere già apparsi nell’universo narrativo Legends ispirati ad alcuni concept art di Ralph McQuarrie realizzati per Episodio V – L’Impero Colpisce Ancora e contenuti nel volume The Illustrated Star Wars Universe; ai ragni nocchiuti bianchi dell’universo Legends, comparsi nei romanzi L’Arma Segreta e Il Potere della Forza II, sono inoltre ispirati i Krykna di Star Wars Rebels.

Dopo aver temporaneamente respinto i ragni, Din mette in moto la Razor Crest per provare a fuggire; il tentativo, tuttavia, fallisce miseramente quando un ciclopico aracnide si lancia sulla cannoniera, colpendola ripetutamente e provocando ingenti danni. Ancora una volta, sembra giunta la fine per Din Djarin e il Bambino, quando l’immenso ragno viene preso di mira e infine ucciso da colpi di blaster di provenienza sconosciuta. Si tratta di Carson Teva e Trapper Wolf, i due piloti di Ala-X, che, benché a conoscenza del mandato d’arresto nei confronti della Razor Crest  per l’assalto alla Bothan-Cinque e per l’evasione di Qin, qui denominato Prigioniero X-Sei-Nove-Undici, hanno anche saputo che il Mandaloriano ha catturato Burg, Mayfeld e Xi’an, presenti nel Registro dei Ricercati, e che ha rischiato la vita per proteggere quella del tenente Davan del Corpo Carcerario della Nuova Repubblica; per questo motivo, i due hanno deciso non solo di salvarlo, ma anche di chiudere un occhio sulle sue malefatte. Gli Ala-X decollano dunque sulle note del celebre brano March of the Resistance, mentre il Mandaloriano s’ingegna per pressurizzare ciò che resta della Razor Crest e giungere finalmente su Trask, dove l’anfibia potrà finalmente raggiungere suo marito per fecondare le proprie uova e dove il Din Djarin e il Bambino potranno, forse, individuare un altro Mandaloriano o, chissà, un’altra Mandaloriana.

Vi ricordiamo che discuteremo nel dettaglio di questo episodio durante la seconda puntata della nostra nuovissima rubrica Sundari Nights Live, in diretta su YouTube e Facebook lunedì 9 novembre 2020 alle ore 21:00 e disponibile su Anchor, Breaker, Google Podcasts, Pocket Casts, RadioPublic e Spotify a partire da martedì 10 novembre 2020!

Vi è piaciuto questo episodio? Fatecelo sapere nei commenti! Vi ricordiamo che potete trovarci anche su Telegram con il nostro canale ufficiale https://t.me/swlibricomics e la chat https://t.me/SWLibriComicsChat!

Written by
Torinese, classe 1996, laureato in Economia e Scienze Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Fan di Star Wars dai tempi de La vendetta dei Sith ma vero e proprio appassionato solo dal 2015, mi sono avvicinato al lato cartaceo della Forza grazie al fumetto Darth Vader. Da settembre 2019 scrivo per Star Wars Libri & Comics con l'obiettivo di contribuire alla diffusione e alla conoscenza di questo meraviglioso universo narrativo.

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