The Book of Boba Fett, Capitolo 3 – Analisi e easter egg

Nell’oscurità! Dopo l’incerta première della serie e la ben più convincente seconda puntataThe Book of Boba Fett ritorna su Disney+ con una terza iterazione decisamente più sghemba e imperfetta. Come di consueto, Star Wars Libri & Comics presenta oggi l’analisi del terzo episodio della serie, scritto da Jon Favreau, diretto da Robert Rodriguez e intitolato Capitolo 3: Le Strade di Mos Espa.

The Book of Boba Fett, Capitolo 3 – Sinossi ufficiale

Boba Fett si trova a dover fronteggiare due differenti minacce.

The Book of Boba Fett, Capitolo 3 – Analisi e easter egg

Come già avvenuto in occasione di The Mandalorian, il terzo episodio di The Book of Boba Fett, intitolato Capitolo 3: Le Strade di Mos Espa, si apre con un riassunto della puntata precedente, seguito dall’inconfondibile carrellata degli elmi e dei droidi più celebri della saga: Darth Vader, BB-8, Din Djarin, Kylo Ren, R2-D2, Luke Skywalker, C-3PO, Fennec Shand e Boba Fett.

Tatooine. Nel cuore del deserto roccioso del pianeta più lontano dal centro luminoso dell’universo avanza un droide ragno recante il cervello di un monaco dell’Ordine B’omarr (The Clone Wars, Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi, Adventures: Return to Vader’s Castle– una confraternita religiosa che mirava a isolarsi da qualunque sensazione fisica per raggiungere un nuovo livello di consapevolezza), mentre il palazzo che fu di Jabba Desilijic Tiure prima e di Bib Fortuna poi si staglia all’orizzonte. Al suo interno, il droide fonditore 8D8 illustra, con l’ausilio di un droide astromeccanico di serie R5, lo stato dell’arte del crimine organizzato di Mos Espa al nuovo Daimyo, Boba Fett, e alla Maestra Assassina Fennec Shand.

In particolare, in seguito alla morte dell’Hutt a bordo del proprio galeone a vela LO-KD57 Khetanna e all’ascesa del suo ex-maggiordomo Twi’lek, la città è stata spartita tra tre famiglie criminali: il centro ai Trandoshani, il distretto operaio agli Aqualish, l’astroporto e l’espansione superiore ai Klatooiniani (The Mandalorian: Capitolo 4).

Per finire, 8D8 rivela che Bib Fortuna rimpinguava le tasche del Sindaco di Mos Espa, l’Ithoriano Mok Shaiz. Quest’ultimo, tuttavia, non detiene alcun reale potere e, di conseguenza, non può essere il mandante degli assassini dell’Ordine del Vento Notturno. Frattanto, Boba Fett dovrà dimostrare di avere la stoffa del capo, se vorrà sopravvivere nel complicato ecosistema  del potere di Tatooine.

La riunione è tuttavia interrotta da una guardia Gamorreana, che annuncia l’arrivo di uno dei vassalli di Boba Fett. Si tratta di Lortha Peel, mercante d’acqua nel distretto operaio e mediatore per conto dei raccoglitori di vapore. Con irriguardoso atteggiamento d’insolenza, l’uomo afferma che nessuno rispetta il nuovo Daimyo.

Secondo Lortha Peel, dopo la morte di Bib Fortuna le strade di Mos Espa sono nel caos e, in quanto nuovo signore del crimine, l’ex-cacciatore di taglie ha il dovere d’intervenire.

In particolare, una banda di teppisti di strada lo ha derubato di tutte le sue scorte d’acqua, cosa mai accaduta in precedenza. A questo proposito, Boba Fett afferma di essere cresciuto circondato dall’acqua, in chiaro riferimento agli oceani di Kamino; per tutta risposta, come già ribadito nella scorsa puntata, Lortha Peel menziona il passato di Tatooine, quando il desolato mondo dell’Orlo Esterno era completamente ricoperto d’acqua.

A questo punto, il Daimyo chiede spiegazioni riguardo alla banda. Secondo Lortha Peel, si tratta di individui metà uomini e metà macchine, che modificano i loro corpi con parti di droidi in modo tale da diventare ancora più letali. Si tratta, con tutta probabilità, della stessa cosa fatta da Boba Fett per salvare Fennec Shand, in seguito alle gravi ferite riportate per mano di Toro Calican (The Mandalorian: Capitolo 5) e, qualche anno più tardi, dal cacciatore di taglie Dengar, prima di assumere la falsa identità di Rothgar Deng (The Rise of Skywalker: The Visual Dictionary). A ogni modo, se il signore del crimine riuscirà a liberare le strade di Mos Espa dal flagello dei teppisti, Lortha Peel raddoppierà il suo tributo.

Tramontati i soli gemelli Tatoo I e Tatoo II e sorte le lune Ghomrassen, Ghermessa e Chenini, Boba Fett si dirige in città insieme a Fennec Shand e alle guardie Gamorreane. Giunto nel distretto operaio, il quartetto si fa strada tra Aqualish e Jawa, raggiungendo infine i teppisti cyborg. Qui, una ragazza di nome Drash e un uomo chiamato Skad spiegano al Daimyo di essere stati costretti a rubare l’acqua a causa del prezzo esorbitante.

Accusato di permettere una speculazione senza precedenti e sorpreso dal prezzo dell’acqua e dalla mancanza di lavoro, il clone Alpha decide dunque di assumere la banda, cogliendo così l’opportunità per rimpinguare le fila dei propri seguaci.

È in questo frangente che sopraggiunge Lortha Peel, adirato per l’impunità concessa ai giovani teppisti. Insofferente dinanzi alle lamentele del mercante d’acqua, il Daimyo decide di compensare il debito dei cyborg, del valore di ben 1300 crediti, con un pagamento di 500 crediti, intimando poi l’uomo di abbassare i prezzi o di trasferirsi a Mos Eisley, un covo di feccia e malvagità decisamente peggiore rispetto a Mos Espa.

Girati i tacchi, l’ex-cacciatore di taglie raccomanda ai teppisti di radunare le loro cose (in riferimento all’adattamento italiano di Episodio II: L’Attacco dei Cloni Rogue One: A Star Wars Story) e seguirlo.

Al di fuori del palazzo di Jabba, una creatura alata cattura uno Scurrier, poco prima di essere poi divorata da un Worrt (in riferimento all’edizione speciale di Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi). Come si suol dire, c’è sempre un pesce più grosso (Episodio I: La Minaccia Fantasma). Frattanto, Boba Fett si sottopone all’ennesima sessione curativa all’interno della propria vasca di bacta che, come di consueto, gli provoca sogni, incubi e visioni. Prima tra questi è, come già avvenuto in precedenza, la partenza di Jango Fett da Tipoca City, su Kamino, a bordo della propria cannoniera di classe Firespray-31.

La sequenza successiva si concentra poi sul Mare delle Dune. Boba Fett, ora amato e rispettato da tutti i membri della tribù di Sabbipodi e dai loro Massiff, si sta infatti dirigendo verso Mos Eisley a dorso di Bantha, deciso a raggiungere la sede d’affari dei Pyke. Lungo il tragitto, il clone s’imbatte in una lugubre schiera di elmi di assaltatori imperiali impalati sopra delle picche, mentre sullo sfondo s’intravedono Peli Motto e i suoi droidi meccanici di serie DUM (The Mandalorian: Capitolo 5, The Mandalorian: Capitolo 9).

Giunto dinanzi al capo dei Pyke, Boba Fett richiede un pagamento in cambio del permesso di svolgere attività criminale nel Mare delle Dune. Pur ammettendo che gli accordi di protezione sono parte integrante degli affari nell’Orlo Esterno, il capo del sindacato si ritrova tuttavia a rifiutare la richiesta.

Dopo aver conferito con i suoi superiori su Oba Diah, infatti, il Pyke ha ricevuto ordine di non pagare più di una parte. Nella fattispecie, il tributo è attualmente dovuto ai Biker di Kintan, la banda di Nikto già vista in precedenza il cui nome richiama, al contempo, il pianeta d’origine dei Nikto e una pedina del Dejarik.

Deciso a far valere i diritti ancestrali dei Tusken, risalenti al tempo del prosciugamento degli oceani di Tatooine, Boba Fett promette dunque di provvedere a eliminare i biker.

Ciò che lo attende all’accampamento, tuttavia, è un’amara sorpresa: la tribù dei Sabbipodi è stata infatti completamente sterminata, mentre le tende recano lo stesso simbolo lasciato in passato da parte dei Nikto che riscuotevano la tassa sull’acqua: si tratta della lettera K dell’alfabeto Nal-Huttese, in probabile riferimento a Kintan. Rimasto ancora una volta senza famiglia, Boba Fett si allontana solitario, non prima di aver cremato i corpi dei suoi compagni.

Il sonno di Boba Fett viene bruscamente interrotto dall’attacco di Black Krrsantan, che è misteriosamente riuscito a fare irruzione all’interno del palazzo. Nudo e disarmato, l’ex-cacciatore di taglie si trova particolarmente in difficoltà contro il gladiatore Wookiee, ma viene ben presto soccorso dai teppisti appena reclutati.

Nulla, tuttavia, pare in grado di fermare l’enorme alieno originario di Kashyyyk, tantomeno le guardie Gamorreane sopraggiunte nel frattempo. Una di queste, in particolare, viene gravemente ferita dalla furia di Krrsantan.

Ci pensa tuttavia Fennec Shand a salvare la situazione: giocando d’astuzia, come suo solito, la Maestra Assassina riesce a intrappolare Black nella tana del Rancor. Sopraggiunto nella sala del trono, Boba Fett mette poi a disposizione del Gamorreano ferito la propria vasca di bacta.

Sventato un nuovo tentativo di omicidio, Boba Fett e Fennec Shand si ritrovano a discutere dinanzi a un fastoso banchetto a base di Nuna arrosto e spotchka. Resosi conto della propria vulnerabilità, il Daimyo decide dunque di pianificare la prossima mossa in modo da lanciare un segnale forte nei confronti dei nemici.

Fennec, tuttavia, è convinta che il segnale sia già stato lanciato: Boba si è dimostrato sufficientemente potente da sconfiggere e catturare un Wookiee pericoloso come Black Krrsantan. Il clone, tuttavia, non è convinto: non si fida degli Hutt, ed è convinto che non perderanno occasione di colpire ancora. Come evocati dalle parole del Daimyo, i Gemelli si presentano al portone, annunciati da 8D8.

Vista la mala parata, gli Hutt sono giunti da Boba Fett per scusarsi del tentativo di omicidio e per riparare al proprio gesto offrendo al Daimyo un dono piuttosto peculiare. Si tratta, infatti, di un Rancor e del suo guardiano.

Frattanto, i Gemelli confidano a Boba Fett che il Sindaco di Mos Espa, Mok Shaiz, ha promesso il pianeta a un altro sindacato criminale e che, per questo motivo, intendono tornare quanto prima su Nal Hutta, decisi a evitare un nuovo conflitto tra fazioni criminali come la Guerra dei Cacciatori di Taglie.

Per finire, i due Hutt rifiutano di riavere Black Krrsantan in cambio della rinuncia ai territori del defunto cugino Jabba; di contro, anzi, offrono il Wookiee come tributo al Daimyo. Detto questo, i Gemelli sgombrano il campo su di una lettiga trasportata da umani, Nikto, Twi’lek e Weequay.

Per concludere, il clone Alpha libera Black Krrsantan, consigliandogli di non lavorare per degli scug. L’alieno sembra andarsene una volta per tutte, ma è possibile che, essendo stato risparmiato prima e liberato poi, si ripresenti in futuro alla corte di Boba Fett per onorare il proprio debito di vita, secondo una pratica in voga non solo tra gli Wookiee di Kashyyyk, ma anche tra i Gungan di Naboo.

Mentre Fennec Shand tenta di fissare un appuntamento con il Sindaco di Mos Espa, Mok Shaiz, Boba Fett ordina che il Rancor venga portato nell’antica tana di Pateesa. Vedendone la strana inattività, il Daimyo chiede spiegazioni al guardiano, scoprendo che la creatura è depressa, forse a causa della lunga cattività. I Rancor, infatti, sono creature emotivamente complesse. L’uomo prosegue: l’animale è un cucciolo, ed è dotato di paraocchi per impedirgli di legarsi alla prima persona che vede. Tale affermazione spazza via ogni possibile ipotesi riguardo all’identità del Rancor: non può, infatti, trattarsi di Muchi (The Bad Batch: Episodio 5)

Come già avvenuto nei confronti dei Sabbipodi, la puntata si preoccupa di sfatare luoghi comuni e pregiudizi nei confronti dei Rancor, non più caratterizzati come mostri sanguinari, bensì come animali pacifici, affettuosi ed emotivi. Ciò potrebbe far pensare che, a discapito dell’aspetto rettiliano, si possa in realtà trattare di mammiferi, uniche creature a provare una così vasta gamma di emozioni e sentimenti.

Seguono poi alcuni interessanti riferimenti all’universo espanso della saga di Star Wars: il guardiano, infatti, spiega che le Sorelle della Notte di Dathomir erano solite cavalcare i Rancor (Un Amore per la Principessa), mentre Boba Fett afferma di aver cavalcato bestie dieci volte più grandi. Si tratta di una menzione, seppur indiretta, all’Ittiodonte di Parr, la creatura di Panna Prime vista nel tanto famoso quanto vituperato Holiday Special del 1978. Per concludere, non è la prima volta che, in tempi recenti, sentiamo parlare dei Rancor come cavalcature: è accaduto, negli ultimi mesi, anche nella serie regolare L’Alta Repubblica.

Il rancor viene dunque liberato dalle bende, in modo da vedere Boba Fett e identificarlo come proprio padrone. Poco dopo, 8D8 contatta il Daimyo, affermando che Mok Shaiz è irreperibile. Prima di partire alla volta di Mos Espa, il clone Alpha dà disposizione al guardiano di nutrire il Rancor con una carcassa di Ronto.

Giunti presso l’ufficio del Sindaco, Boba Fett e Fennec Shand minacciano il maggiordomo Twi’lek affinché questi procuri loro un’udienza con Mok Shaiz. In tutta risposta, l’alieno fugge a bordo di un landspeeder.

I teppisti al soldo del Daimyo si lanciano dunque all’inseguimento in sella alle loro speeder bike. La folle corsa coinvolge, tra gli altri, un droide protocollare di serie 3PO, vari droidi topo di serie MSE-6, e perfino un droide risciò di serie RIC con i suoi clienti Bith a bordo. Durante l’inseguimento viene poi distrutto un dipinto ispirato a un famoso concept art realizzato da Ralph McQuarrie per Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi: tra i personaggi raffigurati vi sono, oltre a Jabba the Hutt e Bib Fortuna, anche l’Ortolano Max Rebo e la scimmia-lucertola Kowakiana nota come Salacious B. Crumb.

La fuga del maggiordomo, a ogni modo, ha vita breve: grazie a una spericolata manovra di Drash, infatti, il landspeeder del lacchè va a schiantarsi contro una bancarella di Meiloorun (Star Wars Rebels), mentre Boba Fett sopraggiunge con l’ausilio del proprio jetpack Z-6. Messo alle strette, il Twi’lek rivela che il Sindaco è fuggito e sta lavorando con i Pyke.

Poco dopo, uno starliner brulicante di Pyke atterra presso il porto spaziale di Mos Espa. Gli alieni, apparentemente inosservati, sono in realtà tenuti d’occhio dalla banda di teppisti, appositamente giunta all’astroporto.

Avvertiti dai cyborg, Boba Fett e Fennec Shand comprendono che la guerra è inevitabile. E loro saranno pronti (The Mandalorian: Capitolo 12).

Vi ricordiamo che discuteremo nel dettaglio di questo episodio durante la terza puntata della seconda stagione di Sundari Nights Live, in diretta su YouTube in data venerdì 14 gennaio 2022 alle ore 21:00.

Vi è piaciuto questo episodio? Fatecelo sapere nei commenti! Vi ricordiamo che potete trovarci anche su Telegram con il nostro canale ufficiale https://t.me/swlibricomics e la chat https://t.me/SWLibriComicsChat! Inoltre, è ora attivo il nostro store con il merchandising ufficiale di Star Wars Libri e Comics.

Written by
Torinese, classe 1996, laureato in Economia e Scienze Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Fan di Star Wars dai tempi de La vendetta dei Sith ma vero e proprio appassionato solo dal 2015, mi sono avvicinato al lato cartaceo della Forza grazie al fumetto Darth Vader. Da settembre 2019 scrivo per Star Wars Libri & Comics con l'obiettivo di contribuire alla diffusione e alla conoscenza di questo meraviglioso universo narrativo.

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