The Book of Boba Fett, Capitolo 2 – Analisi e easter egg

Fuori dalle ombre! A sette giorni dalla première della serie, riuscita solo in parte, The Book of Boba Fett ritorna su Disney+ con una seconda puntata decisamente più solida e convincente. Come di consueto, Star Wars Libri & Comics presenta oggi l’analisi del secondo episodio della serie, scritto da Jon Favreau, diretto da Steph Green e intitolato Capitolo 2: Le Tribù di Tatooine.

The Book of Boba Fett, Capitolo 2 – Sinossi ufficiale

Boba Fett affronta nuove sfide su Tatooine.

The Book of Boba Fett, Capitolo 2 – Analisi e easter egg [CON SPOILER]

Come già avvenuto in occasione di The Mandalorian, il secondo episodio di The Book of Boba Fett, intitolato Capitolo 2: Le Tribù di Tatooine, si apre con un riassunto della puntata precedente, seguito dall’inconfondibile carrellata degli elmi e dei droidi più celebri della saga: Darth Vader, BB-8, Din Djarin, Kylo Ren, R2-D2, Luke Skywalker, C-3PO, Fennec Shand e Boba Fett.

Tatooine. Sotto il caldo asfissiante dei soli gemelli Tatoo I e Tatoo II, Fennec Shand conduce il sicario catturato in precedenza a Mos Espa (The Book of Boba Fett: Capitolo 1) verso il palazzo dell’ormai defunto Jabba Desilijic Tiure, meglio noto come Jabba the Hutt. Superato il poderoso portone antilaser, l’assassino giunge al cospetto del nuovo Daimyo, Boba Fett, che, sotto lo sguardo vigile del droide fonditore 8D8 e di due guardie Gamorreane, gli chiede chi l’abbia assoldato.

Il sicario rifiuta, tuttavia, di rivelare alcunché, nonostante uno dei Gamorreani sia pronto a tagliargli la gola. Al contrario, l’assassino dagli indumenti color cremisi impreca contro il Daimyo, rivolgendogli l’insulto in lingua Huttese E chu ta (Episodio V: L’Impero Colpisce Ancora, Force Collector, Eredità). È a questo punto che 8D8 prende la parola, affermando che si tratti di un mercenario dell’Ordine del Vento Notturno.

A mali estremi, estremi rimedi: spazientita, Fennec attiva una trappola e getta l’assassino nella tana del Rancor. Questi, terrorizzato dall’idea di essere sbranato, confessa di essere stato assoldato da Mok Shaiz, sindaco di Mos Espa. Soddisfatta della confessione, Fennec rivela che la tana è vuota, abitata solamente da un piccolo Tatoo-ratto. Pateesa, del resto, è stato ucciso da Luke Skywalker ben cinque anni prima, nel 4 ABY (Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi), mentre è ancora sconosciuta la sorte di Muchi (The Bad Batch: Episodio 5).

Boba Fett, Fennec Shand e i due Gamorreani si recano dunque a Mos Espa con il loro prigioniero, in mezzo a una folla composta da numerosi Trandoshani, da un droide energetico EGL e da un Melbu, e si dirigono a colloquio con il sindaco. Giunta al municipio, la piccola delegazione viene fermata prima da uno zelante funzionario e poi dal maggiordomo Twi’lek del sindaco. Deciso ad andare fino in fondo, Boba Fett non si lascia intimorire dalle scuse dei due e si fa strada verso quella che, a tutti gli effetti, è la sala del trono di Mok Shaiz.

Qui, con l’aiuto del sintetizzatore vocale che contraddistingue i membri della sua specie, incapaci di parlare il Basic per conformazione fisica, l’Ithoriano chiede delucidazioni riguardo all’intrusione. Spiegata l’identità del nuovo Daimyo e identificato l’assassino come un membro dell’Ordine del Vento Notturno, una guardia del sindaco spara e uccide il sicario.

Mok Shaiz spiega che tale gilda di assassini non è autorizzata a operare al di fuori dello Spazio Hutt, cui Tatooine apparteneva fino a poco tempo prima, e ringrazia Boba Fett per aver assicurato il criminale alla giustizia, trattandolo come un cacciatore di taglie qualunque e dimostrando di non considerarlo alla stregua né di Jabba the Hutt, né tantomeno di Bib Fortuna.

Deciso a non dare inizio a una faida tra bande criminali, il Daimyo accetta dunque la ricompensa per la cattura dell’assassino, considerandola alla pari di un tributo. È a questo punto che l’Ithoriano fornisce a Boba Fett un ultimo, enigmatico monito: gestire una famiglia è più complicato che cacciare taglie. Per capirne il significato, però, il clone Alpha dovrà recarsi al Rifugio della Twi’lek Garsa Fwip.

La comitiva capeggiata da Boba Fett entra dunque nel Rifugio, come di consueto popolato da alieni come Britarro, Chadra-Fan, Hassk e Rodiani e droidi come gli astromeccanici di serie R4 ed R5 o i piloti di serie RX. Ancora una volta, l’atmosfera è allietata dall’Ortolano Max Rebo e da un anonimo musicista Bith, probabilmente ex-componente dei Figrin D’an e i Modal Nodes. Il clima conviviale nasconde, però, una certa tensione: Madame Garsa è nervosa e suda come un gumpta su Mustafar. La Twi’lek rivela ben presto la verità: i Gemelli sono giunti da Nal Hutta fino a Tatooine per reclamare il trono del loro defunto cugino Jabba.

Come evocati dalle parole di Garsa, i due Hutt compaiono per le strade di Mos Espa, comodamente sdraiati su di un’enorme lettiga, trasportata a fatica da numerosi schiavi. Non si tratta, probabilmente, di personaggi a noi noti, tuttavia è possibile avanzare un’ipotesi. Gli unici cugini a noi noti di Jabba the Hatt sono, infatti, l’intrattenitore radiofonico Hiro (Galaxy’s Edge: Black Spire), figlio di Ziro (The Clone Wars), e Crakka (Adventures: Return to Vader’s Castle). Se, da un lato, pare difficile che Hiro possa essere interessato al trono del cugino, è invece più probabile che lo possa essere Crakka, il cui aspetto ricorda peraltro la Gemella qui presente.

Giunto dinanzi alla lettiga dei Gemelli, Boba Fett rigetta con fermezza ogni loro pretesa. In tutta risposta, gli Hutt richiamano un enorme Wookiee dal pelo nero e grigio, con il muso segnato da una profonda cicatrice: si tratta di Black Krrsantan, gladiatore e cacciatore di taglie che l’attuale Daimyo conosce molto bene e con cui ha collaborato in passato (Darth Vader (2015) Vol. 1: Vader e nella successiva Dottoressa Aphra). Neanche la presenza del colosso pare spaventare il clone, che, un po’ enigmaticamente, ribatte citando i pozzi mortali di Duur.

Per concludere, il nuovo Daimyo afferma di aver ottenuto il potere in quanto assassino dell’usurpatore Bib Fortuna. Volendo, per il momento, evitare un inutile spargimento di sangue, gli Hutt decidono di ritirarsi.

La faccenda sembra essersi risolta con una semplice occhiataccia da parte di Black Krrsantan. Boba Fett, tuttavia, è di un altro avviso, ed è intenzionato a uccidere i Gemelli prima che loro facciano lo stesso con lui. Come fa notare Fennec, tuttavia, servirà un permesso per assassinarli. Ma da parte di chi? Forse del Gran Consiglio degli Hutt, riformatosi dopo gli eventi di War of the Bounty Hunters?

Tornato a curarsi nella propria vasca di bacta, Boba Fett viene nuovamente perseguitato da sogni e visioni dei cinque anni trascorsi tra i Predoni Tusken. In particolare, è possibile osservare il suo addestramento nelle tecniche di combattimento corpo a corpo con il bastone gaderffii, meglio noto come bastone gaffi, mentre alcuni giovani Sabbipodi si dilettano, tra i Bantha e i Massiff, a dare la caccia agli Worrt.

La calma apparente dell’insediamento Tusken viene, tuttavia, guastata dall’arrivo di un fluttuotreno a repulsione gremito di Pyke. Dinanzi al fermento dei Sabbipodi, i criminali aprono il fuoco, provocando numerose vittime.

La sera stessa, i Tusken accendono una pira funebre per cremare i propri morti. Alla cerimonia partecipa anche un toccato Boba Fett, che getta nel fuoco il cadavere di un giovane Sabbipode. La sequenza, benché molto rapida, ricorda da vicino l’arrivo di Anakin Skywalker alla fattoria dei Lars con la salma della madre Shmi (Episodio II – L’Attacco dei Cloni). Deciso a ottenere vendetta, l’ex-cacciatore di taglie si mette dunque in viaggio con il favore delle tenebre.

Il clone giunge dunque presso la Stazione Tosche di Anchorhead, dove Camie Marstrap e Laze “Fixer” Loneozner, due vecchi amici di Luke Skywalker visti nelle celeberrime scene tagliate di Episodio IV ricanonizzate su carta, stanno trascorrendo un’amabile serata.  Non è la prima volta che rivediamo Camie nel canone di Star Wars: la ragazza era, infatti, già comparsa nei sogni dello stesso Luke all’epoca del suo esilio su Ahch-To (Gli Ultimi Jedi: Edizione Ampliata).

A ogni modo, i due ragazzi vengono infastiditi e molestati da un gruppo di Nikto, probabilmente gli stessi già visti, in precedenza, riscuotere la tassa sull’acqua da un malcapitato raccoglitore di umidità. Il divertimento degli alieni, tuttavia, dura poco: Boba Fett, infatti, fa irruzione all’interno del locale e, armato di fucile e di bastone, fa calare la sua giustizia sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno, rubando poi le loro speeder bike

Tornato presso l’accampamento Tusken, Boba Fett mostra il proprio bottino ai Sabbipodi, che tuttavia, non comprendendone l’utilizzo, cominciano a smontare i mezzi. È solo con molta pazienza e dopo ripetuti tentativi che il popolo del deserto accetta di imparare a utilizzare le speeder bike, inizialmente senza troppo successo.

L’apprendimento ha finalmente inizio, e prosegue in modo reciproco: l’ex-cacciatore di taglie insegna ai Tusken a pilotare una speeder bike come se fosse un Bantha, mentre, al contrario, i Sabbipodi insegnano a Boba Fett l’uso del bastone.

Il giorno della rivincita è giunto. Al nuovo passaggio del fluttuotreno a repulsione nei pressi dell’insediamento Tusken, le vedette mettono in allarme Boba Fett, che si pone dunque alla testa del gruppo di speeder bike, mentre alcuni tiratori di precisione di nascondono tra le dune e aprono il fuoco contro i Pyke.

L’attacco non è semplice, e richiede un altissimo costo di vite aliene. Si contano eroi in ambedue gli schieramenti. Boba Fett, a ogni modo, non si scoraggia, e tenta ogni mezzo a disposizione per portare a termine il più classico degli assalti alla diligenza.

Alla fine, seppur con fatica, i Tusken, forti dell’addestramento impartito loro da Boba Fett, riescono a salire a bordo del treno. Il droide ingegnere che lo pilota, per tutta risposta, mette fuori uso il propulsore del mezzo, trasformandolo in una macchina mortale.

Ancora una volta, è Boba Fett a risolvere la situazione, utilizzando un proprio bastone gaffi per costringere il treno a fermarsi e deragliare senza danni nel bel mezzo del deserto.

I Tusken possono finalmente festeggiare la vittoria, catturare i Pyke e depredare il treno come se fosse un Drago Krayt (The Mandalorian: Capitolo 9). Boba Fett, nel frattempo, ritrova un grosso carico di spezia sansanna, estratta dagli schiavi delle miniere di Kessel (Solo: A Star Wars Story). I Pyke tentano di sviare l’ex-cacciatore di taglie, ma questi non si lascia abbindolare.

È a questo punto che i Pyke ammettono i propri pregiudizi: come tutti coloro che mettono piede su Tatooine, e come anche gran parte degli spettatori, essi hanno sempre creduto che i Sabbipodi fossero esseri incivili, predoni assetati di sangue e nulla più. Così non è, tuttavia, e i Tusken hanno finalmente deciso di rivendicare i propri diritti sul Mare delle Dune, in quanto loro ancestrale territorio d’origine: d’ora in poi, sarà necessario pagare un pedaggio, come Toro Calican scoprirà, a sue spese, cinque anni più tardi (The Mandalorian: Capitolo 5). Ogni attentato ai diritti e alla vita dei Sabbipodi sarà ripagato con gli interessi. I Pyke, tuttavia, sono liberi di andare in direzione del sole alto, che li porterà ad Anchorhead. Là troveranno un mezzo per Mos Eisley, o dovunque vogliano andare.

Il capo dei Pyke protesta: durante la lunga traversata del deserto, saranno certamente distrutti! Ancora una volta, tuttavia, il clone ha la risposta pronta, una risposta che riafferma il predominio dei Tusken sul Mare delle Dune: finché saranno sotto la protezione dei Sabbipodi, i Pyke rimarranno vivi e incolumi, senza soffrire la sete grazie alla scorta di meloni neri fornita loro dai nativi (Star Wars (2015) Vol. 2: Resa dei Conti sulla Luna dei Contrabbandieri).

La sera stessa, il capotribù spiega a Boba Fett che, da quando gli oceani di Tatooine si sono prosciugati, i Sabbipodi si sono nascosti. Alcuni sono sopravvissuti divenendo assassini, ma non questa tribù. Il clone non comprende la necessità di nascondersi: per quale motivo avere paura degli stranieri giunti sul pianeta? È presto detto: gli stranieri hanno le macchine, i Sabbipodi no. Boba Fett, tuttavia, rassicura il capotribù: anche loro, adesso, hanno le macchine, e in più conoscono ogni singolo granello di sabbia dello sterminato Mare delle Dune. E, a proposito di Dune, non si può non notare una certa somiglianza della figura di Boba Fett con quella del Muad’dib Paul Atreides.

I Tusken decidono dunque di fare un dono a Boba Fett, come ringraziamento per la sua guida. Si tratta di una lucertola e, per la precisione, di una lucertola allucinogena che, penetrata nel cervello dell’ex-cacciatore di taglie da una narice, gli provoca visioni a metà tra il ricordo e il sogno: da un lato il piccolo Boba a Tipoca City, su Kamino, costretto ad assistere all’ennesimo addio da parte del padre e matrice genetica Jango a bordo della sua nave di classe Firespray-31, dall’altro un albero che pare assumere le sembianze del Sarlacc.

La mattina dopo, Boba Fett fa ritorno all’accampamento Tusken, portando con sé un grosso ramo strappato all’albero che, evidentemente, tanto onirico non era. La lucertola allucinogena abbandona il cervello del clone, mentre i Sabbipodi, come in un rito d’iniziazione, procedono alla sua vestizione, accogliendolo come uno di loro.

Finalmente accettato in tutto e per tutto come un Tusken, Boba Fett riceve inoltre il proprio bastone gaffi, intagliato dal ramo che lui stesso aveva portato all’accampamento, temprato nel fuoco e rinforzato con placche di metallo.

La lunga cerimonia si conclude la sera stessa con una danza tribale intorno al fuoco. Boba Fett è morto, lunga vita a Boba Fett.

Vi ricordiamo che discuteremo nel dettaglio di questo episodio durante la seconda puntata della seconda stagione di Sundari Nights Live, in diretta su YouTube in data venerdì 7 gennaio 2022 alle ore 21:00.

Vi è piaciuto questo episodio? Fatecelo sapere nei commenti! Vi ricordiamo che potete trovarci anche su Telegram con il nostro canale ufficiale https://t.me/swlibricomics e la chat https://t.me/SWLibriComicsChat! Inoltre, è ora attivo il nostro store con il merchandising ufficiale di Star Wars Libri e Comics.

Written by
Torinese, classe 1996, laureato in Economia e Scienze Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Fan di Star Wars dai tempi de La vendetta dei Sith ma vero e proprio appassionato solo dal 2015, mi sono avvicinato al lato cartaceo della Forza grazie al fumetto Darth Vader. Da settembre 2019 scrivo per Star Wars Libri & Comics con l'obiettivo di contribuire alla diffusione e alla conoscenza di questo meraviglioso universo narrativo.

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