Nel mese di agosto è arrivato nelle librerie di oltreoceano la pubblicazione The Clone Wars – Stories of Light and Dark, una raccolta di dieci storie (più una inedita) ispirate ad altrettanti archi narrativi dell’omonima serie televisiva animata.
Per celebrarne la conclusione, arrivata in streaming sulla piattaforma digitale Disney+ a febbraio 2020, Disney-Lucasfilm Press ha affidato a undici diversi autori il compito di raccontarne le vicende salienti. Tra questi, si segnalano dei veterani come Jason Fry e Tom Angleberger, mentre ben sei degli scrittori sono alla prima esperienza con una pubblicazione maggiore legata alla galassia lontana lontana.
Stories of Light and Dark è indirizzata a un pubblico di giovani lettori, pertanto l’Inglese utilizzato non risulta particolarmente ostico; non vi sono al momento notizie di un’ eventuale edizione nostrana.
Ricordiamo che, per meglio orientarvi nel corso delle sette stagioni, potete ricorrere alla nostra dettagliatissima cronologia episodio per episodio.
- Titolo: Star Wars: The Clone Wars – Stories of Light and Dark
- Data di uscita: 25 agosto 2020
- Autore: AA. VV.
- Edito da: Disney-Lucasfilm Press
- Edizione: Copertina rigida, 384 pagine
- Prezzo: 17,49 € (acquista QUI)
Contenuti
Stories of Light and Dark contiene un inedito e dieci storie ispirate a una puntata o un arco di più episodi della serie The Clone Wars:
- “Sharing the Same Face” di Jason Fry (Gli Ultimi Jedi, The Force Awakens – Incredible Cross-Sections), basato sull’episodio 1×01 “Il Duello”.
- “Dooku Captured” di Lou Anders (Pirate’s Price), basato sugli episodi 1×11/12 “La Cattura del Conte Dooku” e “Il Riscatto”.
- “Hostage Crisis” di Preeti Chhibber, basato sull’episodio 1×22 “Ostaggi”.
- “Pursuit of Peace” di Anne Ursu, basato sugli episodi 3×10/11 “Proposte” e “La Ricerca della Pace”.
- “The Shadow of Umbara” di Yoon Ha Lee, basato sugli episodi 4×07/08/09/10 “Le Tenebre di Umbara”, “Il Generale”, “Insubordinazione” e “La Carneficina di Krell”.
- “Bane’s Story” di Tom Angleberger (Attento al Lato Oscuro!), basato sugli episodi 4×15/16/17/18 “Il Volto dell’Inganno”, “Amici e Nemici”, “Il Cubo” e “L’Enigma della Verità”.
- “The Lost Nightsister” di Zoraida Còrdova (Galaxy’s Edge – A Crash of Fate), basato sull’episodio 4×20 “Mercenari”.
- “Dark Vengeance” di Rebecca Roanhorse (Resistance Reborn), basato sugli episodi 4×21/22 “Fratelli” e “Vendetta”.
- “Almost a Jedi” di Sara Beth Durst, basato sull’episodio 5×09 “Un Legame Necessario”.
- “Kenobi’s Shadow” di Greg van Eekhout, basato sull’episodio 5×16 “Il Senza Legge”.
- “Bug” di E. Anne Convery, ispirato all’episodio 4×19 “La Vendetta di Dooku”.

Cad Bane, Aurra Sing, Shanan Alama e un droide IG-86 prima di lanciare la propria sfida alla Repubblica, prendendo in ostaggio alcuni dei più celebri senatori.
Cosa mi è piaciuto
Il racconto inedito
Inaspettatamente, dopo una serie di storie non proprio avvincenti, nel finale viene presentato il contenuto inedito, ispirato all’episodio “La Vendetta di Dooku” della quarta stagione.
Scritto da E. Anne Convery, moglie di Dave Filoni (la mente dietro le principali serie televisive, tra cui anche Resistance e The Mandalorian), è il racconto di una giovane di nome Bug, che ambisce a una vita tra le stelle esattamente come Han Solo.
Sul remoto Sidi, presso la stazione di trasmissione che funge anche da crocevia per rifugiati al tempo delle Guerre dei Cloni, la curiosa ragazza incontra una Sorella della Notte, scampata qualche tempo prima al massacro compiuto su Dathomir dai droidi della Confederazione dei Sistemi Indipendenti.
Grazie alla sua magia legata al Lato Oscuro, la dathomiriana fa vivere a Bug una storia del passato recente, mescolando fiaba, realtà, terrore e vendetta attorno al fuoco… causando la nascita di una nuova, inattesa amicizia.
Indubbiamente guidata anche dai suggerimenti del marito (facilmente individuabili in alcuni punti chiave della vicenda), l’autrice è riuscita a dare vita a un intreccio tanto semplice, quanto riuscito all’interno del panorama Star Wars.
Cosa non mi è piaciuto
L’idea di base
Non è un segreto che gli adattamenti romanzati (“novelization”) siano generalmente tra le pubblicazioni che incontrano il maggiore riscontro nel pubblico in termini di unità vendute, in quanto permettono di rivivere le pellicole molto spesso sotto una luce differente.
Del Rey sembra aver imboccato la giusta via con gli ultimi film (Rogue One, Solo e Gli Ultimi Jedi) in quanto, nel corso di qualche centinaio di pagine, le oltre due ore di pellicola vengono sviscerate, i pensieri dei suoi personaggi messi a nudo e spesso vengono addizionate scene inedite, non apparse sul grande schermo.
Purtroppo, Stories of Light and Dark non possiede neanche uno di questi lati positivi. Al contrario, delle storie che sul piccolo schermo hanno una durata variabile dai venti agli ottanta minuti circa, si vedono qua riassunte in maniera striminzita in poche decine di pagine.
I pensieri dei personaggi narratori sono veramente scontati e prevedibili, non aggiungono complessivamente alcun grado di profondità e rappresentano il minimo sindacale che ci si attende da quel volto ormai noto. Manca qualsivoglia aggiunta o narrazione originale, come magari è stato fatto da Ken Liu ne Le Leggende di Luke Skywalker per le vicende de Una Nuova Speranza.
Non c’è materialmente margine di manovra per ampliare e approfondire delle vicende note, pertanto il tutto si riduce semplicemente a una ri-narrazione dei fatti già noti di quelli che sono le storie più celebri e amate dei fan appartenenti alle prime cinque stagioni: nessuna menzione agli eventi della stagione conclusiva e alle cosiddette Missioni Perdute.

Ogni storia viene introdotta da una raffigurazione di quello che sarà il protagonista e narratore. Illustrazione di Ksenia Zelentsova per il racconto Dark Vengeance.
Gli stili di scrittura
Ben cinque storie vengono presentate come dei racconti in prima persona; tale scelta aveva però già aveva mostrato dei forti limiti in altre opere legate alla galassia lontana lontana (vedasi ne L’Erede dei Jedi) .
La prima persona, difatti, limita fortemente uno scrittore alle prese con una storia breve, costringendo in questo caso lui o lei ad aderire allo stile verbale e di pensiero del personaggio così come rappresentato nel corso della serie animata.
Come evidenziato precedentemente, il numero di pagine è molto limitato per narrare molteplici eventi; non è un segreto che generalmente una serie animata abbia un passo molto più rapido di quello di una pellicola e, perciò, non vi sia la possibilità di approfondire un personaggio, in quanto pare risulti necessario raccontare tutto quanto avvenuto nelle puntate, a discapito di tutto il resto.
L’esempio più emblematico risulta essere quello del racconto incentrato su Darth Maul. In questo Rebecca Roanhorse -autrice dell’ottimo Resistance Reborn– narra il ritorno in scena del Sith, snocciolando gli eventi degli episodi del suo ritorno come un lunghissimo elenco di azioni: non viene approfondita in alcun modo la sua sopravvivenza (occasione perduta, dopo anni di frasi su come l’odio per Kenobi lo abbia mantenuto in vita) e i suoi ragionamenti sono davvero basilari, ben noti a chi ha seguito gli episodi della serie The Clone Wars.
Generalmente, e la presente opera non fa eccezione, le storie col narratore alla prima persona risultano molto più noiose e di difficile lettura delle altre, in quanto in queste risulta ancora più palese la mancanza di elementi inediti, o comunque in grado di stuzzicare l’attenzione del lettore in una certa misura.
Uno spreco di ottimi autori.
Commento finale
The Clone Wars – Stories of Light and Dark è una pubblicazione atta a celebrare i migliori archi della serie animata, tuttavia manca vistosamente l’obiettivo.
Le storie, tra le più note tra i fan, vengono riassunte in poche decine di pagine, rendendo conseguentemente impossibile ampliarle e approfondirle come avviene per gli adattamenti romanzati delle pellicole. Anche i personaggi non guadagnano praticamente nulla in spessore o profondità: i loro ragionamenti sono quelli che ci si aspetterebbe da ciascuno di essi dalla prima all’ultima pagina, ricalcanti in maniera pedissequa quanto visto sul piccolo schermo.
Un inaspettata ventata di freschezza la si ha però nel finale: l’ottimo racconto inedito riesce a collegarsi all’attacco alle Sorelle della Notte, trasformandolo in un tenebroso racconto attorno al fuoco che cattura l’essenza della narrazione Star Wars.
In conclusione, l’opera viene consigliata solo ed esclusivamente ai fan irriducibili di The Clone Wars: di ri-narrazioni di fatti noti ve ne sono ormai in sovrabbondanza.
L’edizione recensita è in copertina rigida, senza difetti di sorta e con la gradita aggiunta di illustrazioni monocromatiche all’inizio di ciascuna storia.
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