Seguendo una tradizione che pare aver ormai preso piede con i nuovi film, viene qui recensito Cobalt Squadron, romanzo incentrato sulle sorelle Rose e Paige Tico e gli altri membri a bordo di uno dei bombardieri visti all’inizio dell’ottavo episodio durante l’evacuazione della base della Resistenza.
Al centro dell’opera si trova Rose stessa, uno dei personaggi più discussi de Gli Ultimi Jedi che ha dato origine a una sequela ininterrotta di polemiche (la maggior parte delle volte sterili) sui vari forum e gruppi social. Il libro oggetto di recensione, scritto da Elizabeth Wein, si propone come obiettivo principale di approfondire il personaggio femminile assieme agli altri membri del suo team.
Cobalt Squadron è stato brevemente adattato in Italiano, con illustrazioni, nel riuscitissimo volume Avventure Galattiche – Eroi e Leggende.
- Titolo: Star Wars: The Last Jedi – Cobalt Squadron
- Data di uscita: 15 dicembre 2017
- Autore: Elizabeth Wein
- Edito da: Disney-Lucasfilm Press
- Edizione: Copertina flessibile, 224 pagine
- Prezzo: € 11,74
Sinossi
La vicenda ha inizio con una missione di ricognizione del bombardiere Hammer, facente parte della squadriglia Cobalto della Resistenza di stanza sul pianeta D’Qar. A bordo di questo operano Rose e sua sorella Paige, fuggite dal pianeta Hays Minor a seguito dell’invasione da parte del Primo Ordine.
Ricevendo direttamente dal generale Organa l’ordine di indagare sulla presunta espansione degli eredi dell’Impero nel sistema di Atterra.
Di rientro dalla prima spedizione in prossimità del pianeta Atterra Bravo, l’equipaggio della Hammer si ritrova a bordo Casca e Reeve Panzoro, due umani membri della resistenza contro il Primo Ordine che ha ormai messo in quarantena l’intera regione di spazio.
Nonostante tutte le sue insicurezze, Rose riesce a far sì che i bombardieri della Resistenza possano giungere sul pianeta molteplici volte grazie ad un congegno di dissimulazione radar di sua invenzione, al fine di consegnare diversi carichi di rifornimenti per i combattenti oppressi.
Memori del loro passato, molto simile alla situazione vissuta dai due rifugiati, le sorelle Tico si sentono attivamente coinvolte nella missione, alzando sempre più la posta in palio… finendo con l’essere rilevate dai ricognitori del Primo Ordine.
La spedizione si rivela quasi una disfatta date le numerose perdite alle quali la squadriglia Cobalto va incontro, tuttavia la consegna ultima viene effettuata e -sulla via del ritorno- i membri della Hammer avvertono una anomalia nell’iperspazio, la quale si rivelerà essere la distruzione del sistema di Hosnian.
Tornati alla base, Leia ordina l’evacuazione di D’Qar temendo una rappresaglia a seguito della distruzione della Base Starkiller. Il Vice Ammiraglio Holdo, venuta a conoscenza delle abilità tecniche di Rose, la richiede a bordo della sua nave al fine di prevenire eventuali difficoltà che potrebbero insorgere durante la fuga.
A malincuore, ma conscia del dovere da compiere, Rose si congeda dalla sorella Paige, promettendole che si rivedranno una volta giunta al termine l’evacuazione.
Cosa mi è piaciuto?
Presenza di illustrazioni
Come altri libri della Disney-Lucasfilm Press destinati a lettori di livello intermedio (si pensi ad esempio a Guardians of the Whills o Before the Awakening), anche Cobalt Squadron al suo interno contiene due splendidi disegni di Phil Noto, già disegnatore delle serie a fumetti Poe Dameron e Chewbacca.
Nonostante il numero esiguo, risultano comunque un’aggiunta più che gradita per rendere un minimo maggiormente immersiva la lettura.

I bombardieri Star Fortress cercano di raggiungere il pianeta Atterra Bravo passando dalla sua cintura di asteroidi
Cosa non mi è piaciuto?
Il morboso rapporto di Rose
Senza ombra di dubbio la maggiore criticità del romanzo, nel corso di praticamente tutta la vicenda i pensieri di Rose ciclicamente tornano, ossessivamente, a focalizzarsi su come agirebbe la sorella Paige in un determinato contesto.
La ripetitività delle missioni raccontate -altro ostacolo alla lettura- è continuamente interrotta dai pensieri della donna, la quale appare continuamente sopraffatta dalla sua ansia legata alla sorella e al non essere all’altezza dei compiti a lei affidati.
Tali indecisioni e mancanza di sicurezza indeboliscono il personaggio nel corso della larga maggioranza delle pagine, trasformando questa dipendenza morbosa dall’altrui giudizio in una lama a doppio taglio che sminuisce in maniera a dir poco incredibile Rose, rendendola a dir poco insopportabile.
Non c’è dunque un accenno all’evoluzione psicologica della protagonista per circa tre quarti del romanzo e solo alla fine, quando sale a bordo della Ninka di Holdo, si nota un minimo barlume di indipendenza dalla persona a lei più cara.
L’autrice è, in breve, riuscita grazie a questo libro nella casistica più unica che rara di demolire un personaggio visto sul grande schermo, invece che arricchirlo e approfondirlo dal punto di vista della profondità.
La vicenda
Piatta, scontata e ritrita. Riprende esattamente la puntata tipo che la serie Rebels ci ha propinato in molteplici -probabilmente troppe- occasioni, quelle dei rifornimenti (o supply runs) da consegnare su un particolare pianeta.
Il ritornello “necessità di rifornimenti-viaggio-problema Impero o Primo Ordine-soluzione” viene presentato senza sorprese o trovate degne di nota e, anzi, viene ripetuto più volte nel corso del romanzo. Nemmeno l’introduzione di nuovi personaggi (compare anche Holdo), riescono a rendere un minimo interessanti o avvincenti la vicenda narrata.
Non è la prima volta che ci si ritrova dinanzi a storie estremamente deboli o scontate, basti pensare a L’Erede dei Jedi o Sul Filo del Rasoio; tuttavia, per quanto concerne gli esempi appena citati, gli autori sono stati in grado di inserire qualche sezione notevole o comunque interessante, per quanto isolata.
Nel caso di Cobalt Squadron questo “guizzo” narrativo manca completamente, rendendo la lettura un’esperienza estremamente anonima, facendo sì che sia impossibile legare con quei personaggi apparsi sul grande schermo per qualche secondo durante la proiezione de Gli Ultimi Jedi.
Perfetto esempio di come sarebbe meglio che i personaggi fossero costruiti attorno a una storia, e non viceversa.
Commento Finale
Cobalt Squadron è la precisa dimostrazione di come un romanzo Star Wars non debba essere: forzato, inutile e ripetitivo. L’indecente resa della protagonista, concertatamente a una storia estremamente debole, fanno sì che la pubblicazione non aggiunga niente di interessante all’universo extracinematografico, rendendolo un acquisto obbligato solamente per i completisti.
L’unico ostacolo alla lettura è la noia, in quanto il tutto è stato scritto in un Inglese affrontabile praticamente da chiunque abbia un minimo di esperienza con la lettura in lingua straniera; edizione in copertina flessibile accettabile, essendo di dimensioni generose. Bocciato senza possibilità d’appello.
Che cosa ne pensate del romanzo Cobalt Squadron? Lo acquisterete nell’eventualità in cui dovesse arrivare anche in lingua italiana? Fatecelo sapere nei commenti! Vi ricordiamo che potete trovarci anche su Telegram con il nostro canale ufficiale https://t.me/swlibricomics e la chat https://t.me/SWLibriComicsChat
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Opere correlate:
– Gli Ultimi Jedi (fumetto);
– Gli Ultimi Jedi (romanzo);
– The Last Jedi – The Visual Dictionary;
– The Last Jedi – Incredible Cross-Sections.