Legacy of the Force 7 di 9
Seguito del riuscitissimo Inferno, Fury è il settimo capitolo della serie di romanzi appartenenenti all’Universo Espanso che narrano la discesa nel Lato Oscuto di Jacen Solo e la Seconda Guerra Civile Galattica ambientata quattro decenni dopo la Battaglia di Yavin.
Riproponendo il solito ciclo di alternanza degli autori proposto per ciascuno dei tre trittici di volumi che compongono Legacy of the Force, la penna è affidata nuovamente allo scrittore statunitense Aaron Allston, deceduto nel 2014.
L’edizione recensita è in copertina flessibile e dal dimensionamento contenuto (detto altresì mass market paperback) ed è disponibile solamente in lingua originale. Nello specifico, i vocaboli e i periodi adottati dallo scrittore sono di difficoltà intermedia e – pertanto – la lettura non dovrebbe rappresentare un ostacolo troppo arduo per coloro i quali abbiano già un certo grado di dimestichezza con l’Inglese.
- Titolo: Star Wars: Legacy of the Force – Inferno
- Data di uscita: 27 novembre 2007
- Autore: Aaron Allston
- Edito da: Del Rey
- Edizione: Copertina flessibile, 384 pagine
- Prezzo: 12,33 € (Copertina flessibile – ACQUISTA QUI)
Caedus smiled. “You’re a fraction of the man your father is.”
“Funny. That’s what I was going to say to you.”
– Darth Caedus e Valin Horn si affrontano
Sinossi
Con l’errata assunzione che Alema Rar, e non Jacen Solo, abbia ucciso Mara Jade Skywalker, i Jedi rivolgono i propri sforzi alla cattura della folle Twi’lek.
Mentre Jaina, Zekk e Jagged Fel si preparano per l’inevitabile confronto con Alema, l’erede del leggendario pilota imperiale costringe la figlia di Han e Leia a rendersi conto di come lei stia perdendo contatto con il suo lato più umano, come conseguenza del sottoporsi ad addestramenti sempre più severi.
In aggiunta, sulle tracce di Alema vi sono degli agenti del movimento affiliato all’Unico Sith originatosi su Korriban, i quali intendono venire a conoscenza dei segreti legati al potere oscuro che l’ex-Jedi ha scoperto nelle profondità della base asteroide una volta appartenente a Lumiya.
Jacen, ormai Darth Caedus, ritorna sul pianeta Hapes e rapisce segretamente la figlia Allana usandola anche come ostaggio, costringendo di conseguenza la Regina Madre Tenel Ka a rischierare la potente flotta hapana al fianco delle forze dell’Alleanza Galattica.
La condizione della bambina viene pertanto impiegata dal Signore dei Sith come scudo contro rappresaglie che potrebbero giungere non solo dal Consorzio, ma anche dai Jedi, in quanto Allana si sposta con lo stesso Jacen all’interno di un contenitore rinforzato e sorvegliato da droidi Yuuzhan Vong Hunter modificati.
Una squadra d’infiltrazione Jedi che vede tra i membri Kyle Katarn, Valin Horn e Seha Dorvald predispone una trappola contro Jacen su Coruscant, riuscendo a piazzare un dispositivo di tracciamento sul bersaglio. Il Maestro Katarn viene gravemente ferito nel corso dello scontro.
La Seconda Guerra Civile Galattica prosegue nella sua escalation, con l’Alleanza che rivolge dei meteoriti verso la superficie di Commenor, flagellando il pianeta con una devastazione incommensurabile; per contro, la Confederazione risponde con l’impiego di armi biologiche su Coruscant.
Il Primo Ministro dei Cinque Pianeti, Sadras Koyan, cerca di porre fine al conflitto mediante una proposta di incontro diplomatico a Jacen Solo; parallelamente Leia cerca di stabilire un contatto diplomatico – e affettivo – con il figlio, incontrandolo a bordo della nave ammiraglia Anakin Solo.
La vera finalità della Principessa di Alderaan è quella di prendere tempo mentre una squadra d’abbordaggio capitanata dai Jedi si infiltra nelle profondità dello Star Destroyer, onde reperire le coordinate del nascondiglio di Alema Rar.
Sebbene i Jedi si trovino in posizione di colpire Jacen, decidono di non rischiare di mettere a repentaglio la vita della giovane bambina al suo fianco, Allana, sapendo ben troppo bene che potrebbe essere impiegata come scudo umano.
In uno dei rari momenti di pace, Caedus rivela ad Allana di essere suo padre.
Mentre la Anakin Solo si dirige verso il sistema corelliano, il Primo Ministro Koyan e il Ministro dell’Informazione Denjax Teppler fanno scattare la loro trappola, indirizzando tutto il potere della Stazione Centerpoint verso la flotta dell’Alleanza Galattica. Il colpo gravitazionale disintegra la maggior parte delle navi di Jacen, ma l’ammiraglia riesce a scampare al disastro.
Il Comandante Supremo delle forze militari della Confederazione Turr Phennir, adirato per l’avventatezza degli altri due membri del triumvirato, inizia a considerare l’idea di rimuovere Koyan permanentemente dalla sua posizione di potere.
Con la consapevolezza che la Stazione Centerpoint sia stata riattivata dopo decenni dopo la rimozione del blocco impostole dal defunto Anakin Solo, i leader dell’Alleanza Galattica decidono di indirizzare gli sforzi bellici verso la distruzione della stazione spaziale.
Recuperate le coordinate della base segreta di Lumiya all’interno di un asteroide Jaina, Jagged e Zekk si indirizzano immediatamente verso il luogo.
Contemporaneamente a loro, però, giunge in prossimità anche la nave Poison Moon, il velivolo al servizio del culto dell’unico Sith, che sta segretamente prendendo sempre maggior forza sul pianeta dimora dei defunti Signori Oscuri.
Nonostante le trappole predisposte dalla Twi’lek folle, Jagged riesce a porre fine per sempre alla minaccia di Alema Rar e, con la consapevolezza che la sorgente del potere di lei (legata allo spirito di Darth Vectivus) non può più essere sfruttata, i Sith decidono di distruggere l’asteroide.
La Sfera di Meditazione Sith, autoproclamatesi Nave, fugge dalla sua padrona ormai condannata, rifugiandosi nelle profondità dello spazio.
Dopo la fuga da Coruscant, l’Ordine dei Jedi si è ritirato in gran segreto sulla luna boscosa di Endor; qui Luke viene raggiunto dalla notizia che Alema Rar, la presunta omicida della moglie Mara Jade, è morta.
Il figlio Ben serba ancora dei dubbi sul fatto che la madre sia stata uccisa dalla Twi’lek, ma viene comunque rincuorato dal fatto che il padre sembri iniziare a riprendersi dal lutto. Il legame tra padre e figlio si rafforza ulteriormente quando il Gran Maestro decide di addestrare direttamente Ben, permettendogli anche di costruire la propria spada laser.
Mentre l’Alleanza Galattica si appresta a colpire la Stazione Centerpoint, Han (accompagnato dalla moglie e da Iella Wessiri) guida un’altra squadra d’abbordaggio sempre a bordo dell’ammiraglia del figlio per trarre in salvo la piccola Allana, riuscendoci.
Contestualmente, alcuni Jedi si infiltrano a bordo della gigantesca arma simbolo del sistema corelliano, permettendo al tecnico Toval Seyah di sabotare le fondamenta della struttura dimodoché collassi su sé stessa non appena aprirà il fuoco verso il prossimo bersaglio, ovvero il sistema di Coruscant.
Con la morte di Alema Rar, Jagged ripristina l’onorabilità del proprio nome di famiglia e decide di porre termine alla sua collaborazione con i Jedi, optando anche per chiarire una volta per tutte la sua situazione con Jaina.
Quest’ultima conferma la volontà di volerlo al suo fianco, ma solamente dopo che avrà adempiuto al suo destino come Spada dei Jedi; a seguito di queste parole l’uomo decide di restare a combattere al suo fianco e a quello dei guardiani di pace e giustizia.
Consapevole che il momento della resa dei conti col fratello è ormai prossimo, Jaina decide di rivolgersi a un’insegnante inaspettato, esperto nel dare la caccia ai Jedi.

Kashyyyk brucia a seguito del devastante bombardamento orbitale ordinato da Darth Caedus nell’illustrazione di Dave Seeley, realizzata per il volume The Essential Guide to Warfare.
Cosa mi è piaciuto
Scrittura sempre vivace
Nonostante – come verrà dettagliato in seguito – il ritmo di Fury non si mantenga elevato per tutte quasi quattrocento pagine, la scrittura di Allston risulta frizzantina e mai pesante, in grado spesso e volentieri di cogliere lo spirito più leggero degli eroi classici, in particolare Han e Leia.
I capitoli si susseguono velocemente senza eccessive digressioni, rendendo il volume comunque sempre fluido e privo di momenti morti, una combinazione che previene qualsiasi sensazione di eventuale noia.
Menzione d’onore anche per il riferimento in-universe al film televisivo L’Avventura degli Ewoks del 1984, che fa la sua comparsa su uno dei monitor a bordo dell’ammiraglia di Darth Caedus.
Il Gran Maestro dell’Ordine
A seguito della grave perdita della moglie Mara Jade occorsa nelle pagine di Sacrifice, il lutto diventa l’elemento centrale attorno al quale ruota il personaggio di Luke nel presente romanzo e nel precedente.
Tratto con l’inganno a credere che le responsabili dell’evento nefasto siano state Lumiya e Alema Rar, per il Gran Maestro non potrà esserci pace fino a quando le due donne non saranno consegnate alla giustizia… o uccise.
Decisamente ottimi i capitoli dedicati al confronto padre e figlio, nei quali Ben fa appello alla saggezza del padre affinché riprenda le redini degli esuli Jedi (costretti a nascondersi da Darth Caedus e dall’Alleanza Galattica), senza più delegare in un momento storico così cruciale per il destino della galassia.
All’interno di Fury si ha quindi un Luke Skywalker sì in difficoltà e avvolto da dubbi, addirittura fallace in diversi frangenti, ma con comunque sempre la piena consapevolezza della responsabilità nei confronti del futuro dell’Ordine.

Voltosi al Lato Oscuro, Jacen Solo assume il titolo di Darth Caedus. Illustrazione proveniente dal volume The Essential Atlas, realizzata da Chris Trevas.
Cosa non mi è piaciuto
Ritmo calante
Purtroppo, dopo un primo mezzo particolarmente convincente, Fury rallenta in maniera sensibile, accontentandosi di narrare situazioni ed eventi non troppo dissimili da alcuni già letti nei capitoli antecedenti; il cambio di passo viene percepito in maniera decisamente marcata, rendendo evidente la differenza tra le due metà dell’opera.
In particolare, l’assalto alla Anakin Solo per portare in salvo la giovane Allana risulta sì un passo necessario alla narrazione ma, non presentando particolari vette di sorta, agli occhi del lettore il tutto appare come un’eccessiva digressione dalla trama principale.
Fury si conclude con un Jacen che ormai non ha più nulla da perdere, mentre la sorella Jaina abbraccia definitivamente il suo destino come Spada dei Jedi: la commistione di questi due elementi lascia comunque una solida speranza per quelle che saranno le prossime, conclusive opere.
La sottotrama dedicata ad Alema Rar
Introdotta per la prima volta nel monumentale Star by Star, la Twi’lek resa folle a causa della sua discesa nell’oscurità a seguito della dipartita della sorella trova nelle pagine del romanzo la conclusione della sua vicenda.
Relegata al ruolo di antagonista minore, l’ex-Jedi non è mai riuscita a presentarsi come un personaggio magnetico, complice anche la caratterizzazione rigida lei impostale nel corso degli anni, ovvero quella di una figura ciecamente ossessionata dalla vendetta.
Nemmeno il maggiore spazio concessole nella Trilogia Dark Nest ha permesso ai vari autori di renderla memorabile, condizione che l’ha vincolata a una sottotrama estremamente debole, portandola spesso a incrociare le proprie lame con Han, Leia, Jagged e Jaina in segmenti dotati troppo spesso di un retrogusto eccessivamente indirizzato al riempitivo.
Con la consapevolezza che per Alema (comparsa in ben quattordici romanzi) i tempi erano ormai maturi, Allston decide, con annesso sollievo dei lettori, di eliminare una delle appendici più deboli dei personaggi del lontano post-Endor.
Infiltrazioni su infiltrazioni
Come facilmente desumibile dalla lettura della sinossi, uno dei problemi dell’opera riguarda l’impiego dell’espediente dell’infiltrazione da parte degli eroi tra le linee nemiche.
In tre frangenti si ha la medesima situazione riproposta, con addirittura due ambientate sull’ammiraglia di Caedus, segnale di una creatività intaccata dalla probabile eccessiva lunghezza della serie.
L’autore aveva già firmato il primo e il quarto romanzo (Betrayal ed Exile) e con Fury termina la sua esperienza con Legacy of the Force, dimostrandosi probabilmente l’anello più debole della catena.
“A grief-stricken Queen Mother is of no more use to the Hapans than a grief-stricken Jedi is to the Order.”
– Tenel Ka, a Luke Skywalker

Allana, erede del Consorzio di Hapes e di un Signore dei Sith. Illustrazione di Brian Rood per il The Essential Reader’s Companion.
Commento finale
Proprio quando la serie sembrava aver trovato il proprio ritmo in vista del trittico di volumi conclusivo, Fury rappresenta l’ennesima parziale battuta d’arresto.
Nonostante una prima metà del romanzo molto convincente, supportata da una scrittura sempre agile e scorrevole e da alcune ottime pagine dedicate al rapporto tra Luke e il figlio Ben, nella seconda parte si ha un sensibile calo del ritmo che intacca quanto di buono costruito.
Causa di ciò va ricercata anche in alcune scelte narrative che hanno a ripetersi e posseggono un sapore stantio, frutto probabilmente di una storia proposta in un numero di volumi eccessivo. Sono pochi i passi in avanti condotti dalla trama principale e da quelle secondarie, motivo per il quale la pubblicazione non riesce a brillare mai davvero di luce propria.
Lettura affrontabile solo come tassello all’interno del mosaico Legacy of the Force, ma senza mai raggiungere gli sprazzi dei volumi di Traviss e Denning.
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Altre opere:
– Betrayal;
– Bloodlines;
– Tempest;
– Exile;
– Sacrifice;
– Inferno.
