The Book of Boba Fett, Capitolo 4 – Analisi e easter egg

Si alza la tempesta! Dopo una terza puntata sghemba e imperfetta, The Book of Boba Fett ritorna su Disney+ con una quarta iterazione sicuramente più riuscita della precedente. Come di consueto, Star Wars Libri & Comics presenta oggi l’analisi del quarto episodio della serie, scritto da Jon Favreau, diretto da Kevin Tancharoen e intitolato Capitolo 4: La Tempesta Incombe.

The Book of Boba Fett, Capitolo 4 – Sinossi ufficiale

Boba Fett collabora con Fennec Shand.

The Book of Boba Fett, Capitolo 4 – Analisi e easter egg

Come già avvenuto in occasione di The Mandalorian, il quarto episodio di The Book of Boba Fett, intitolato Capitolo 4: La Tempesta Incombe (The Gathering Storm in lingua originale, come il secondo volume della serie regolare Poe Dameron, reso in italiano con il titolo Minaccia Incombente), si apre con un riassunto della puntata precedente, seguito dall’inconfondibile carrellata degli elmi e dei droidi più celebri della saga: Darth Vader, BB-8, Din Djarin, Kylo Ren, R2-D2, Luke Skywalker, C-3PO, Fennec Shand e Boba Fett.

Tatooine. All’interno del palazzo che fu di Jabba Desilijic Tiure prima e di Bib Fortuna poi, Boba Fett si ritrova immerso nella sua vasca di bacta, intento, ancora una volta, a sottoporsi a una sessione curativa. L’esperienza rigeneratrice, come di consueto, evoca ricordi e visioni del passato. In particolare, il clone Alpha rivive le proprie peregrinazioni a dorso di Bantha lungo il Mare delle Dune, solcato in lungo e in largo in seguito allo sterminio del clan di Sabbipodi che l’aveva accolto come una seconda famiglia a opera dei Biker di Kintan. L’ex-cacciatore di taglie è deciso a recuperare la propria cannoniera di classe Firespray-31, la Slave I, rimasta attraccata presso il palazzo del Daimyo sin dai tempi di Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi, ma l’edificio è ben sorvegliato da guardie Gamorreane e Nikto.

Tramontati i soli gemelli Tatoo I e Tatoo II e sorte le tre lune Chenini, Ghomrassen e Guermessa, Boba Fett nota strane luci nel cielo: si tratta di due cariche abbaglianti lanciate da Din Djarin e Toro Calican durante uno scontro con Fennec Shand. Giunto sul posto, il clone Alpha trova la Maestra Assassina in fin di vita, colpita da un colpo di blaster in pieno ventre (The Mandalorian, Capitolo 5).

Tratta in salvo la donna, Boba Fett si reca verso la periferia di Mos Eisley, dove, all’interno di un laboratorio clandestino, un modificatore innesta impianti cibernetici ad alcuni giovani della zona (The Book of Boba Fett, Capitolo 3). La diffidenza iniziale dell’uomo nei confronti del clone è presto vinta da un’ingente somma di crediti: l’operazione chirurgica per salvare Fennec Shand ha inizio.

Grazie alla maestria del modificatore, il delicato intervento va a buon fine: la Maestra Assassina è ora tenuta in vita da un complesso apparato di pistoni, cavi e bulloni. Fiero e soddisfatto del proprio lavoro, l’uomo decide altresì di lasciare le protesi cibernetiche in vista, rifiutandosi di richiudere il ventre esposto della donna.

Al suo risveglio, Fennec Shand pare non ricordare nulla di ciò che è accaduto nelle ore precedenti. Resa edotta da Boba Fett riguardo ai recenti avvenimenti, la Maestra Assassina si vede poi offrire un melone nero (Star Wars (2015) Vol. 2: Resa dei Conti sulla Luna dei Contrabbandieri).

Come già accaduto a Cobb Vanth (The Mandalorian, Capitolo 9) e allo stesso Boba Fett (The Book of Boba Fett, Capitolo 1), Fennec Shand è inizialmente disgustata dal sapore amaro dell’acqua contenuta nei meloni neri. Il clone Alpha la rassicura: ci vuole un po’ ad abituarsi, ma con il tempo inizierà a bramarlo.

Boba Fett riconosce nella donna la celebre Maestra Assassina dell’Orlo Intermedio. Temendo che voglia consegnarla alla Gilda dei Cacciatori di Taglie per incassare la generosa ricompensa sulla sua testa, Fennec tenta di corromperlo offrendogli ulteriore denaro. È a questo punto che il futuro Daimyo rivela la propria identità, la propria storia e il proprio scopo.

Pur manifestando stupore dinanzi alla notizia che una banda di predoni Nikto sia riuscita a sterminare i Sabbipodi, Fennec accetta la richiesta di aiuto di Boba Fett, deciso a recuperare la Slave I. In cambio, tuttavia, richiede che il suo debito nei confronti dell’ex-cacciatore di taglie sia considerato come ripagato.

Attraversato il Mare delle Dune e giunti al palazzo di Bib Fortuna, Boba Fett e Fennec Shand effettuano una rapida ricognizione per scoprire l’entità delle forze del Twi’lek, utilizzando per lo scopo anche un piccolo droide sonda.

Mentre quest’ultimo completa la propria esplorazione dei meandri del palazzo, Boba Fett dice addio alla femmina di Bantha che usava come cavalcatura, dimostrandole riconoscenza e affermando che questa lo ha servito bene.

Dinanzi alle perplessità di Fennec, l’ex-cacciatore di taglie afferma di essere intenzionato a ottenere la nave o a morire nel tentativo. In seguito alla curiosità della Maestra Assassina, il clone Alpha aggiunge poi di voler ritrovare la propria armatura, uccidere Bib Fortuna e prendere la guida del Gotra (termine indù che significa clan già utilizzato per il sindacato criminale del Gotra Droide, menzionato nel romanzo Tarkin e successivamente apparso in Most Wanted).

Boba Fett, infatti, è stanco di rischiare la vita lavorando per conto di idioti. Il tempo trascorso tra i Tusken lo ha irrimediabilmente cambiato.

Boba Fett e Fennec Shand s’introducono dunque all’interno del palazzo tramite un canale di scolo che conduce direttamente alla cucine. Qui, le loro attività vengono notate da un droide cuoco di serie COO (Episodio II: L’Attacco dei Cloni) e da un droide supervisore di serie EV, quest’ultimo intento a preparare una pietanza a base di rana di Sorgan (The Mandalorian: Capitolo 4). Convinti che si tratti di un Tatoo-ratto, i due droidi contattano l’acchiappatopi.

L’ex-cacciatore di taglie e la Maestra Assassina, tuttavia, vengono scoperti prima del previsto. Il droide cuoco, in particolare, tenta una vana difesa brandendo sei mannaie con i suoi sei arti meccanici, quasi a imitazione di un certo cyborg di specie Khaleesh istruito nelle arti Jedi dal conte Dooku.

Non è finita, però: è giunto infatti l’acchiappatopi, un innocuo droide di servizio di serie LEP che, tuttavia, tenta di fuggire per dare l’allarme. Dopo un esilarante inseguimento per le cucine, Boba Fett riesce finalmente ad acciuffarlo e a pronunciare il proprio nome, obbligando il droide a disattivarsi per la paura.

Raggiunto l’hangar in cui si trova la Slave I, Boba Fett e Fennec Shand  ingaggiano i Gamorreani e i Nikto di pattuglia. Lo scontro non è semplice, ma la Maestra Assassina riesce a fornire sufficiente fuoco di copertura per consentire all’ex-cacciatore di taglie di introdursi a bordo della cannoniera Firespray.

Sfruttando l’esplosione di un droide energetico di serie PLNK e la potenza dei motori della nave, i due riescono finalmente a sgominare le guardie. Rimane, tuttavia, un ultimo ostacolo: il portone.

Boba è intenzionato a utilizzare le armi della Slave I, che risultano tuttavia inceppate. Fennec, comunque, ha un’altra idea.

La Maestra Assassina prende infatti di mira il contrappeso che mantiene chiuso il portone, riuscendo così a provocarne l’apertura e a consentire alla nave di manovrare al di fuori del palazzo di Bib Fortuna. La donna consiglia poi a Boba Fett di affidarsi a un meccanico di Mos Eisley (magari Peli Motto?), ma il clone Alpha preferisce mantenere l’anonimato e farsi credere morto.

Il debito di Fennec, come da accordi, è saldato, ma la Maestra Assassina pare interessata a lavorare ancora con Boba Fett. Raggiunto tale accordo, i due sorvolano il Mare delle Dune, verso nuove destinazioni.

Il primo obiettivo di Boba Fett è la vendetta. Deciso a punire i Biker di Kintan per il presunto sterminio del clan di Sabbipodi cui apparteneva, l’ex-cacciatore di taglie raggiunge la banda criminale e fa fuoco con i turbolaser della Slave I, uccidendoli uno per uno.

La cannoniera Firespray si dirige poi verso il Grande Pozzo di Carkoon, dove, a cinque anni di distanza dal salvataggio di Han Solo, i relitti del galeone a vela LO-KD57 Khetanna di Jabba the Hutt e di una scialuppa da trasporto di classe Bantha-II ancora giacciono tra le sabbie. Boba Fett, infatti, è convinto che la sua armatura si trovi ancora lì, non ricordando, a causa dei traumi subiti, il furto operato dai Jawa. Dinanzi alle perplessità di Fennec, il clone Alpha rassicura la Maestra Assassina: gli acidi del Sarlacc non possono sciogliere il beskar.

Infastidito dalla presenza della Slave I, il Sarlacc si risveglia improvvisamente, tentando di inghiottire la nave con i suoi robusti tentacoli. A nulla servono i turbolaser della cannoniera, che pare ormai spacciata. Mantenendo il sangue freddo, tuttavia, Fennec riesce a rilasciare una bomba sismica all’interno del pozzo, probabilmente uccidendo il mostro sul colpo.

Deciso a non demordere, Boba Fett si cala personalmente all’interno della creatura, subendo gravi danni a causa dei succhi gastrici contenuti nel suo ventre e non trovando altro che ferraglia. La conclusione, a questo punto, è semplice: l’ex-cacciatore di taglie deve aver perso l’armatura dopo essersi salvato dal mostro. Di lì a poco, il clone Alpha scoprirà che la corazza è finita delle mani di Cobb Vanth (Aftermath, Aftermath: Debito di Vita, Aftermath: La Fine dell’Impero) e, successivamente, di Din Djarin (The Mandalorian: Capitolo 9). Saranno tali lesioni, inoltre, a rendere necessaria la terapia di bacta.

Scende la sera. Consumando carne di scurrier davanti al fuoco, Boba Fett fornisce spiegazioni riguardo alla sua decisione di fondare una casata. I signori del crimine sono inetti, inefficienti, sprecano vite inutilmente. Esistono modi più intelligenti di gestire un sindacato.

L’ex-cacciatore di taglie decide dunque di arruolare Fennec Shand, che ribadisce il proprio ruolo da libera professionista. Boba, tuttavia, può offrire qualcosa che nessun altro le ha mai dato: lealtà assoluta, anche a costo della vita. Come ha imparato vivendo presso i Tusken, si arriva solo fino a un certo punto senza tribù.

Le visioni indotte dal bacta portano poi il clone Alpha a rivivere l’assassinio di Bib Fortuna (The Mandalorian: Capitolo 16), poco prima che la sessione curativa si concluda con la definitiva guarigione del Daimyo.

Frattanto, il maggiordomo del sindaco sta rispondendo a ogni domanda, cantando come uno Yuzzum (la specie cui appartiene il celebre musicista Joh Yowza visto in Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi in quanto membro della Max Rebo Band), ma di Mok Shaiz nessuna traccia. I Mod, a ogni… mod, stanno pattugliando le strade di Mos Espa.

Rifugio di Garsa Fwip. Mentre la solita folla di avventori, tra cui spiccano Britarro, Caskadag, HasskNimbanel e Twi’lek, è intenta a gozzovigliare, Black Krrsantan osserva con sempre maggior disprezzo alcuni giocatori d’azzardo Trandoshani, memore del proprio passato e della rivalità con gli Wookiee.  Non riuscendo più a contenersi, il gladiatore attacca i rettiliani sotto gli occhi del nuovo arrivato Boba Fett.

La rissa è interrotta dalla padrona del locale, Garsa Fwip, che ricorda al Wookiee come i suoi trascorsi da lottatore siano ormai alle spalle e di come i tempi siano ora più civilizzati. Le lusinghe, tuttavia, non bastano a placare Krrsantan.

Il Wookiee, infatti, non si piega neanche dinanzi all’offerta di saldare i propri debiti ma, al contrario, paga il conto di tasca propria, non prima di aver strappato un arto al Trandoshano. Si tratta di un gesto di collera tipico della propria specie, che in ogni caso non avrà conseguenze permanenti: i Trandoshani, infatti, sono in grado di rigenerare gli arti perduti.

Conclusa la lotta, l’Ortolano Max Rebo ricomincia a suonare insieme al proprio compagno Bith, mentre Boba Fett si reca sulle tracce di Black Krrsantan, uscito dal locale, per reclutarlo tra le sue fila.

Più tardi, Boba Fett tiene un banchetto per ospitare i capi delle tre famiglie criminali di Mos Espa: gli Aqualish di Garfalaquox, i Klatooiniani e i Trandoshani di Dok Strassi.

L’offerta è semplice: ricchezza e potere in cambio di collaborazione contro il Sindacato Pyke, che sta radunando truppe a Mos Espa e sta assorbendo Tatooine come parte del proprio commercio di spezia, corrompendo Mok Shaiz e prosciugando le risorse del pianeta.

Dinanzi all’atteggiamento minaccioso dei gangster, Boba Fett rende palese la minaccia del suo cucciolo di Rancor, a quanto pare alquanto affamato. Se i mafiosi non righeranno dritto, la tavolata finirà nella tana sottostante.

Seppur decisamente più calmi e meno insolenti, i criminali insistono: non intendono collaborare con il Daimyo contro i Pyke, che non hanno ancora minacciato il loro territorio.

Boba Fett, a questo punto, richiede esclusivamente la loro neutralità nella faida tra il proprio nascente impero criminale e il sindacato. Gli ex-capitani di Jabba the Hutt accettano.

Successivamente, il clone Alpha e la Maestra Assassina manifestano una certa sfiducia nei confronti delle tre famiglie, che tuttavia agiranno per proteggere i propri interessi. Vista l’abbondanza di crediti, è tempo di arruolare muscoli per la guerra.

È in questo momento che la traccia musicale rimanda, senza ombra di dubbio, al tema principale di The Mandalorian. Che Boba Fett stia forse pensando a Din Djarin, e magari a Bo-Katan e ai suoi guerrieri mandaloriani, desiderosi di fondi per foraggiare la riconquista del proprio pianeta natale?

Vi ricordiamo che abbiamo discusso nel dettaglio di questo episodio durante la quarta puntata della seconda stagione di Sundari Nights Live, in diretta su YouTube in data venerdì 21 gennaio 2022 alle ore 21:00.

Vi è piaciuto questo episodio? Fatecelo sapere nei commenti! Vi ricordiamo che potete trovarci anche su Telegram con il nostro canale ufficiale https://t.me/swlibricomics e la chat https://t.me/SWLibriComicsChat! Inoltre, è ora attivo il nostro store con il merchandising ufficiale di Star Wars Libri e Comics.

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Torinese, classe 1996, sono uno studente di Economia e Scienze Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Fan di Star Wars dai tempi de La vendetta dei Sith ma vero e proprio appassionato solo dal 2015, mi sono avvicinato al lato cartaceo della Forza grazie al fumetto Darth Vader. Da settembre 2019 scrivo per Star Wars Libri & Comics con l'obiettivo di contribuire alla diffusione e alla conoscenza di questo meraviglioso universo narrativo.

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