La recente nonché sibillina menzione del Grand Ammiraglio Thrawn nel Capitolo 13 di The Mandalorian è l’occasione perfetta per andare alla scoperta della duologia de La Mano di Thrawn, la seconda opera di vasto respiro affidata al grande Timothy Zahn.
Dopo aver scritto l’intramontabile Trilogia omonima, alla fine degli Anni Novanta lo scrittore si cimenta nuovamente nell’universo di Star Wars con questi due romanzi, intitolati Spettro del Passato e Visione del Futuro, pubblicati in lingua originale nel 1997 e 1998 e in seguito portati in Italia da Multiplayer Edizioni nel 2013. Vengono qui recensiti insieme per darne al meglio una prospettiva globale.
Ricordiamo che i tomi fanno parte della continuity Legends e sono ancora reperibili in lingua italiana con relativa facilità.
La vicenda si concentra sulla ricerca della fantomatica “Mano di Thrawn” e sullo stato della galassia dopo che i conflitti con l’Impero si sono attenuati, facendo riemergere antichi ma mai sepolti dissapori tra sistemi stellari e specie aliene, situazione della quale un manipolo di cospiratori è pronto a trarre vantaggio. Tocca a Luke Skywalker, accompagnato dagli altri eroi della Trilogia Originale e da Mara Jade riportare ancora una volta la pace nella galassia. Su tutti loro incombe la presenza di Thrawn: il Chiss, recentemente reincontrato pure nel canonico Chaos Rising, nascondeva molti segreti e molti piani. E sarà davvero morto?
- Titoli: Specter of the Past, Vision of the Future
- Autore: Timothy Zahn
- Date di pubblicazione: 29 luglio 2013 e 11 novembre 2013
- Edizione: Copertina flessibile con alette, 392 e 731 pagine
- Prezzo di copertina: Spettro del Passato 17 € ( Acquista QUI); Visione del Futuro 17 € (Acquista QUI)
Trama
19 ABY. L’Impero è un pallido rimasuglio della sua potenza di un tempo, la sua flotta ridotta a circa 200 Star Destroyer. L’ammiraglio Gilad Pellaeon, vista la situazione, propone al consiglio dei Moff di intavolare trattative di pace con la Nuova Repubblica per preservare ciò che resta loro.
Su Wayland, Leia Organa Solo scopre alcune vecchie datacard nei pressi del Monte Tantiss, ex fortezza e impianto di clonazione imperiale. Una di esse porta la dicitura “La Mano di Thrawn”, mentre una seconda rivela la complicità di agenti segreti Bothan nella devastazione perpetrata dall’Impero sul mondo di Caamas vari anni prima. L’informazione scatena immediatamente inimicizie tra i popoli della galassia, divisi tra chi intende punire tutta la specie Bothan e chi intende cercare i singoli responsabili. Per di più, emergono vecchi conflitti tra le varie specie, ansiose di farsi giustizia.
Nei Resti dell’Impero il Moff Disra, governatore della nuova capitale imperiale di Bastion, inizia a complottare con il maggiore Tierce, un tempo guardia dell’imperatore Palpatine, per sabotare le trattative. i due fanno rapire l’ufficiale inviato da Pellaeon a parlamentare con l’ammiraglio Garm Bel Iblis. Disra ingaggia poi il truffatore Flim, che opportunamente truccato diventa la copia del fu grand’ammiraglio Thrawn, iniziando a diffondere voci sul ritorno di quest’ultimo. Leia, Han e C-3PO arrivano su Bothawui per indagare sulla faccenda di Caamas, quando scoppia una rivolta popolare innescata da agenti imperiali sul posto. Han viene accusato dell’omicidio di un cittadino.
Intanto Luke e Mara Jade, riunitisi sullo Star Destroyer del contrabbandiere Booster Terrik, vengono avvicinati da un misterioso caccia stellare che invia una trasmissione in lingua sconosciuta. Tra le parole distinguono il nome Mitth’raw’nuruodo, che l’ex Braccio dell’Imperatore riconosce come il nome completo del defunto Grand Ammiraglio imperiale Thrawn.
Mara insegue il vascello e scompare nelle regioni ignote. Luke la ritrova su Nirauan dove i due scoprono una fortezza che ospita soldati Chiss e ufficiali imperiali: questa è la Mano di Thrawn. Qui scoprono le origini e il lascito del loro vecchio nemico e nella fuga si dichiarano il proprio amore. Altrove Han e Lando si infiltrano su Bastion per scoprire una copia integra del Documento di Caamas per chiarificare le responsabilità dei Bothan. Allo stesso tempo Talon Karrde cerca il suo vecchio mentore Jorj Car’das, sperando che possieda le informazioni che salverebbero la Nuova Repubblica dal collasso. Il primo gruppo ne ottiene una copia falsificata da Tierce, consegnata loro da Flim, dai due scambiato per Thrawn. In brevissimo tempo le voci del ritorno del Grand Ammiraglio scatenano il panico, finché Pellaeon scopre l’inganno di Disra e Tierce (quest’ultimo in verità solo un clone). Sventato il complotto dei tre dopo la sconfitta dei militari imperiali loro fedeli nella battaglia di Bothawui, il Capo di Stato Ponc Gavrisom per la Nuova Repubblica e l’ammiraglio Pellaeon per i Resti dell’Impero firmano un trattato di pace che pone fine alla Guerra Civile Galattica.

Cover giapponese di Spettro del Passato, realizzata da Tsuyoshi Nagano.
Cosa mi è piaciuto
Mistero
Iniziamo dalla fine e saltando subito all’eredità del Grand Ammiraglio Thrawn. Egli è ancora vivo? No, a fine lettura possiamo dirlo con certezza. Fin dall’inizio sappiamo che Flim è un truffatore mascherato da Thrawn per ottenere la fiducia degli ufficiali imperiali coinvolti e per spargere terrore. Eppure i due volumi sono pervasi da un senso di mistero strisciante, con l’ombra di Thrawn che aleggia su tutto finché il lettore pensa che egli sia sopravvissuto, che oltre a Flim il vero Grand Ammiraglio sia ancora in circolazione. Procedendo nella lettura passiamo dal saperne di più dei protagonisti (siamo certi che sia morto) a pensarla come loro, ovvero ci chiediamo se sia davvero ancora vivo. Questo è ciò che Zahn suggerisce sempre più man mano che compaiono i caccia Chiss e poi seguiamo Luke e Mara nelle loro scoperte sconvolgenti. Abbiamo la sensazione che ci sia qualcosa di molto più terribile in agguato.
Un caos di queste proporzioni ricorda a tutti le strategie geniali di Thrawn stesso, figura certamente viva nella mente degli abitanti della galassia. C’é lui dietro la crisi del Documento di Caamas? Qual è il ruolo dei caccia misteriosi che appaiono e scompaiono trasmettendo il suo nome? Disra ha creato un Thrawn posticcio, ma lavora forse per quello vero? E cosa sarà mai questa “Mano di Thrawn”? Sono tutti dubbi che affliggono personaggi e lettori in ugual misura.
La risposta giace nelle Regioni Ignote: sul pianeta Nirauan Luke e Mara scoprono una fortezza costruita sopra un paesaggio scosceso, dotata di cinque torri come una mano. Ecco la Mano di Thrawn appunto. Dopo varie peripezie i due Jedi vi trovano numerosi soldati della stessa specie di Thrawn, finora sconosciuta: sono i Chiss, e co loro si trova l’ammiraglio Voss Parck (un tempo compagno del grand’ammiraglio stesso nelle sue missioni, oltre che, sia ne Legends sia nel Canone colui che lo trovò nel suo esilio ) affiancato dal pilota imperiale poi disertore Soontir Fel, dato per morto anni prima. I due guidano un nuovo Impero costituito dal defunto Thrawn nelle Regioni Ignote, del quale Luke e Mara avranno modo di vedere una mappa poco dopo, rendendosi conto della sua vastità. Questo dominio ha l’obiettivo di proteggere la galassia da minacce indicibili che a detta di Fel risiedono nello spazio profondo, e che oggi sappiamo essere gli Yuuzhan Vong. La Mano è il centro di controllo di tutto questo, dove Chiss e imperiali operano di concerto.
Sembra inoltre che si stiano tutti preparando al ritorno di Mitth’raw’nuruodo in persona: Tutto fa parte del suo piano, inclusa la sua finta morte dieci anni prima. Fuggendo dopo aver distrutto numerosi caccia, Luke e Mara si imbattono in una camera contenente un cilindro di clonazione, un corpo blu al suo interno. Questo è il senso del ritorno di Thrawn: egli aveva preparato un suo clone per sostituirlo e terminare la conquista della galassia nel caso li fosse scomparso. Il senso di incertezza e inquietudine che soprattutto Visione del Futuro trasmette è pienamente giustificato. Thrawn in sé non c’è più, ma i suoi piani a lungo termine sono ancor in svolgimento e si prepara persino una sua “resurrezione”. Il clone viene però distrutto in uno scontro tra la coppia Jedi e i droidi a guardia del cilindro.

Mara Jade e Luke Skywalker davanti al clone di Thrawn su Nirauan. Illustrazione di Tommy Lee Edwards dal The Essential Reader’s Companion.

Il Sinistro Triumvirato, composto da (da sinistra a destra) dal Moff Disra, dal Maggiore Tierce e dal truffatore Flim. I tre rappresentano i principali antagonisti della duologia de La Mano di Thrawn. Illustrazione proveniente dal The Essential Chronology.
Un intreccio articolato
La duologia La Mano di Thrawn si caratterizza per un tessuto narrativo ancor più convincente della precedente e più celebre Trilogia di Zahn. L’autore in questa saga ordisce costruisce una trama multipolare e complessa, andando a toccare innumerevoli situazioni e coinvolgendo moltissimi personaggi. Il notevolissimo numero di pianeti citati restituisce come poche altre opere l’impressione di una galassia vera e propria, specialmente se teniamo conto di quanti filoni della storia si svolgano in contemporanea. La trama ottiene credibilità ulteriore grazie all’apparente assenza di Thrawn, che nei precedenti libri conosceva letteralmente ogni mossa dei protagonisti “buoni”. Poter vedere i personaggi muoversi senza il suo occhio onnisciente su di loro assicura un elemento di sorpresa: tendenzialmente non abbiamo una chiara idea di ciò che potrebbe succedere.
Particolarmente efficace è poi il passaggio continuo di prospettiva, per il quale un filone narrativo viene lasciato in sospeso per esplorarne uno ulteriore, quasi a ogni capitolo, una costruzione che mi ha presto ricordato l’Orlando Furioso di Ariosto. L’attrattiva di questo approccio è un grande stimolo a mantenere alta la concentrazione e a continuare la lettura per scoprire come vanno avanti gli accadimenti lasciati in sospeso precedentemente. Questo si nota soprattutto in Visione del Futuro (che a tutt’oggi detiene il record del romanzo di Star Wars più lungo mai scritto, seguito da Star by Star).
Inoltre i contesti indagati sono i più svariati: battaglie spaziali tra Repubblica e Impero, e ancora le operazioni segrete delle cellule dormienti imperiali, la ricerca di Car’das (uno dei protagonisti di Outbound Flight, sempre del medesimo autore), la tensione politico-militare con le flotte delle varie specie raccolte intorno a Bothawui, la missione su Nirauan e la svolta sentimentale finale. Una simile combinazione di fattori è un tratto tipico della scrittura di Zahn, qui portati ai livelli più alti, in una trama che è tale nel senso proprio del termine.

Uno dei caccia stellari Chiss che compaiono misteriosamente a più riprese, i Clawcraft. Fondamentali saranno nel The New Jedi Order, in quanto pilotati da Jagged Fel.
Una galassia che cambia
Collegandoci al punto precedente vediamo che Zahn ci mostra una galassia in conflitto al tempo della duologia de La Mano di Thrawn. Liberatesi dal dispotismo imperale che tutto opprimeva e controllava, le diverse specie aliene fanno affiorare tutti i propri reciproci contrasti. Dobbiamo infatti ricordare che, soprattutto fino agli anni di uscita dei due libri qua recensiti, la visione di Star Wars che i fan avevano era quella di un pugno di ribelli che lottavano contro un Impero tirannico, visione molto condivisibile e suscettibile di unificare nello scopo i popoli galattici. Il primo periodo dell’universo Legends portò avanti tutto ciò, ponendo come antagonisti Thrawn, il risorto imperatore Palpatine e i vari signori della guerra della serie X-Wing o l’ammiraglio Natasi Daala. Nella duologia La Mano di Thrawn, invece, i cospiratori imperiali scatenano il disordine della Nuova Repubblica, il quale si svolge però soprattutto tra le specie. Abbiamo così una galassia senza l’Impero e libera, ma in disordine. Zahn ci presenta un quadro molto vivido delle interazioni tra popoli alieni, dal grande potenziale narrativo.
Allo stesso tempo la Nuova Repubblica appare fragile (sebbene forse non al livello di quella canonica) e in difficoltà nel mediare i contrasti. L’indignazione per la complicità dei Bothan nel genocidio dei Caamasi (comparsi anche nella serie Knights of the Old Republic e nella duologia Dark Tide nella persona di Elegos Ak’la) scatena un’ondata di conflitto: ben consapevole degli effetti della crisi è il Bothan Borsk Fey’lya, il quale prepara sin da subito la difesa dl suo popolo. Presto ci si divide sulla responsabilità: punire le spie Bothan sopravvissute o tutta la specie per complicità con l’Impero e occultamento delle prove? La miccia della guerra civile viene disinnescata ancora una volta dall‘unione contro il comune nemico: gli Star Destroyer imperiali fedeli a Disra e Tierce.

Il Bothan Borsk Fey’lya, illustrato da Drew Sturzan per la copertina originale di Spettro del Passato, primo capitolo della duologia La Mano di Thrawn..
La resa dei personaggi
È un inossidabile Han Solo a salvare la situazione sopra Bothawui, individuando gli imperiali. Egli come gli altri eroi evolve molto: ciò si nota soprattutto per Luke e Mara, uniti come non mai durante l’indagine su Nirauan, fino a che si dichiarano i propri sentimenti (QUI trovate il Vero Matrimonio Stellare). Creano la coppia Jedi che tanta parte avrà nel successivo The New Jedi Order. Da parte sua Talon Karrde si mostra ancora una volta pieno di risorse, protagonista di una vera odissea nello spazio insieme a Shada Dukal (personaggio creato da Zahn stesso per un racconto del volume Tales from the Mos Eisley Cantina).
Sul fronte degli antagonisti, l’idea a prima vista sgangherata del triumvirato segreto di Disra, Tierce Flim viene pienamente promossa. Il gruppetto mostra una notevole abilità (per di più senza grandi forzature della narrazione) nel manipolare una galassia intera. Ricordiamo che i tre agiscono all’oscuro degli stessi vertici imperiali, finché le voci di un ritorno di Thrawn portano Pellaeon a intervenire. Gli immancabili contrasti interni dei due imperiali assetati di potere vengono spesso stemperati dal sedicente Thrawn redivivo, uomo-immagine del gruppo, dove Disra rappresenta l’autorità politica e Tierce lo stratega militare. In sintesi, tutti personaggi convincenti e coerenti per una grande storia.
Copertine italiane
Multiplayer Edizioni replica l’operazione fatta con la Trilogia di Thrawn, ovvero pubblicare la duologia de La Mano di Thrawn con copertine alternative da quelle dell’edizione statunitense disegnate da Drew Sturzan, rendendo la grafica dei libri più in linea con lo stile della casa editrice. Piuttosto felice è la scelta di rappresentare il cosmo stellato su cui sovrapporre un disegno, rispettivamente due minacciosi occhi Chiss su un cielo non a caso blu e un sole che sorge sopra il profilo di un pianeta creando anche il simbolo dei Jedi, suggerendo così anche il nuovo inizio preannunciato dal titolo. Un simile cambiamento grafico però non ha sempre effetti positivi, come nel caso di Io, Jedi.

Il Capo di Stato della Nuova Repubblica e l’Ammiraglio Gilad Pellaeon dei Resti dell’Impero sanciscono la fine definitiva della Guerra Civile Galattica. Illustrazione proveniente dal The Essential Atlas, realizzata da Chris Trevas.
Cosa non mi è piaciuto
Moltissimi refusi e un errore
Come molti altri, e ancor di più degli altri libri pubblicati da Multiplayer Edizioni, Spettro del Passato e Visione del Futuro si caratterizzano per un non trascurabile numero di refusi di stampa, inversioni di lettere, trasformazioni della coppia di lettere “rn” in “m”, e persino cambiamenti di alcuni nomi di luoghi e personaggi da un capitolo all’altro, a seconda che vi sia il refuso o meno, con la possibilità di confondere il lettore. Se un paio di errori sono perdonabili (nemmeno le pubblicazioni in lingua originale ne sono esenti), la Duologia ci mette di fronte a un conteggio di refusi fastidiosamente alto, che abbassa il giudizio sull’edizione.
Vogliamo qui segnalare in particolare un fraintendimento colossale del senso di una frase riportata negli ultimi capitoli di Visione del Futuro. Scoperta l’esistenza del clone di Thrawn nella fortezza di Nirauan, Luke e Mara vengono sorpresi dalla voce di un grande ologramma che in traduzione italiana esclama: “Chi osa disturbare il sonno di Syndic Mitth’raw’nuruodo ?”. Ebbene, la forte impressione è che la parola “Syndic” sia stata scambiata dal traduttore e dai revisori per un nome proprio di persona riferito all’ammiraglio Chiss. Ciò è falso, dal momento che il suddetto termine è un titolo riconosciuto nella società Chiss, indicante un individuo dotato di un grado elevato in campo politico. I lettori esperti ne restano pertanto molto delusi e straniati, e i meno ferrati si chiedono perché fino a quel momento si sia affermato che il nome completo del personaggio fosse solo Mitth’raw’nuruodo (chi scrive cadde egli stesso in questo fraintendimento all’epoca della prima lettura, subito dopo l’uscita).
Ciò che si ricava da questo strafalcione è l’idea che il traduttore abbia svolto un lavoro approssimativo e che non si sia informato sui significati del testo che traduceva all’interno dell’universo (più o meno) coerente di Star Wars, tantopiù che il significato di Syndic era stato esplorato in altre opere dalla fine degli Anni Novanta al 2013 (anno della pubblicazione italiana), ad esempio in Outbound Flight, uscito nel 2006 e ancor prima con Survivor’s Quest.

Luke e Mara cercano la via d’uscita dalla fortezza di Nirauan, illustrazione di Chris Trevas dal The Essential Reader’s Companion.
Assenze di alcuni personaggi
Soprattutto tenendo presente i trascorsi del Legends prima della duologia La Mano di Thrawn, potrebbe sembrare strana o spiacevole l’assenza dei membri del nascente nuovo ordine Jedi. Considerata la natura non solo corale ma persino universale di questa vicenda, stupisce che non si sia trovato posto per gli apprendisti di Luke. Nulla di grave comunque, poiché Zahn ha operato ottimamente con gli elementi presenti.
Un espediente esausto
Come è facilmente intuibile dai paragrafi precedenti, Zahn utilizza per l’ennesima volta l’espediente narrativo dei cloni, che negli Anni Novante imperversava nel Legends, dalla Trilogia dello stesso autore alla saga de Il Lato Oscuro della Forza. Se per Thrawn poteva trattarsi di una scelta lungimirante del Grand’Ammiraglio, data la sua familiarità con la clonazione del Monte Tantiss, non sembra giustificabile nel maggiore Tierce. Che la ex guardia dell’Imperatore sia soltanto un clone della stessa appare del tutto superfluo e anzi va a detrimento del libro, considerando il fatto che ci si è trovati di fronte a un altro clone pochi capitoli prima. Resisi conto di questo sfruttamento eccessivo della clonazione, gli autori legati alla saga lo eliminarono nelle opere successive, come accaduto con le altrettanto abusate superarmi imperiali (ricordiamo i Devastatori di Mondi e il Cannone Galattico, o ancora il prototipo della Morte Nera e il Disintegratore Stellare, l’Occhio di Palpatine, la Darksaber e via discorrendo).

La cover per l’edizione giapponese di Visione del Futuro, a opera di Tsuoshi Nagano.
Commento finale
La duologia La Mano di Thrawn, duologia composta dai libri Spettro del Passato e Visione del Futuro, è l’epopea che ci racconta la fine dell’annosa guerra tra Impero Galattico e Alleanza Ribelle (poi Nuova Repubblica) e insieme conclude il ciclo di opere cartacee legate alla saga pubblicate da Bantam Spectra.
L’autore Timothy Zahn consegna un’opera ancor più convincente, a giudizio di chi scrive, della sua più celebre e illustre dedicata al grand’ammiraglio Thrawn. In questa sede egli presenta una crisi galattica che coinvolge pressoché tutti i personaggi dell’Universo Espanso fino ad allora costruito, e ne espande gli orizzonti verso nuove frontiere, tramite l’introduzione dei Chiss, l’esplorazione delle Regioni Ignote e le diverse svolte riguardanti i protagonisti, una su tutte il legame nato tra Luke Skywalker e Mara Jade. Ciò senza nulla togliere all’enorme numero di dramatis personae primarie e secondarie, da Talon Karrde al maggiore Tierce, da Han e Leia a Wedge Antilles, da Flim a Ghent, da Car’das a Lando Calrissian, tutte ben caratterizzate e dotate di un ruolo più o meno visibile ma imprescindibile nello schema complessivo.
Molto convincente e appassionante, anche se impegnativo da seguire, l’intreccio quasi labirintico delle singole storie che ci portano ai quattro angoli della galassia. Vengono ripresi vecchi fili e personaggi, creando una vicenda di ampio respiro che a fine lettura dà il senso di un ciclo che si chiude e di un’armonia raggiunta, lasciando, come abitudine dei cicli narrativi Legends, uno spiraglio verso nuove avventure. La narrazione è servita con un contorno gustoso di mistero e tensione insolubili fino all’ultimo. Un vero e proprio sigillo di garanzia è la presenza incombente del grande Mitth’raw’nuruodo, tanto che ce lo figuriamo come ancora vivo.
L’edizione recensita de la duologia de La Mano di Thrawn è la traduzione italiana a opera di Multiplayer Edizioni uscita nel Belpaese nel corso del 2013. Per quanto sia buona l’impressione che lasciano i due tomi imponenti, solidamente impaginati e dalle copertine suggestive, assai sgradevoli son i numerosi refusi e alcuni errori nella traduzione che cozzano pesantemente con la lore di Star Wars.
Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti e non dimenticate di dare anche voi il vostro voto alla duologia La Mano di Thrawn nel box qui sotto! Vi ricordiamo che potete trovarci anche su Telegram con il nostro canale ufficiale, e la nostra chat!
Opere correlate:
– Outbound Flight;
– Survivor’s Quest;
– Trilogia di Thrawn;
– Thrawn;
– Thawn – Alleanze;
– Thrawn – Tradimento;
– Thrawn Ascendancy – Chaos Rising.