Reign of the Empire- The Mask of Fear è il nuovo romanzo di Alexander Freed, autore di grande esperienza nell’ambito della galassia lontana lontana, nonchè il primo tomo di una nuova trilogia di opere che narreranno la transizione tra Repubblica e Impero Galattico nel primo anno successivo al termine delle Guerre dei Cloni.
Il progetto Reign of the Empire cerca di rinnovare, tramite la penna di tre autori diversi (dopo Freed, toccherà a Rebecca Roanhorse e Fran Wilde), il racconto del cambio di regime galattico dal punto di vista non di Jedi o Sith ma delle persone comuni e delle personalità politiche impegnate a fare i conti con l’ascesa al potere dell’ex Cancelliere supremo Palpatine. Le atmosfere del romanzo ricordano da vicino quelle della serie Andor e di certo l’associazione non è casuale. A riprova di questo collegamento concettuale, la data di uscita segue di 24 ore la pubblicazione del primo teaser trailer della seconda stagione della suddetta serie televisiva.
Dopo essersi cimentato più volte con gli eventi politico-militari della galassia nell’adattamento letterario di Rogue One, e prima ancora con Compagnia Twilight o ancora la serie Alphabet Squadron, Alexander Freed ritorna sul suo terreno di elezione imbastendo un vero e proprio thriller politico e spionistico fondato su indagini, drammi personali, ricerca del proprio ruolo nella galassia, infiltrazioni e scontri mirabolanti. In un clima turbolento, The Mask of Fear segue Mon Mothma e Bail Organa nel loro tentativo di evitare il consolidamento autoritario dell’Impero di Palpatine e riportare giustizia e democrazia nella galassia. Nel corso della vicenda appaiono anche personaggi nuovi dalla resa assolutamente convincente, oltre a un (quasi) sempreverde Saw Gerrera, ormai una presenza d’obbligo nelle storie legate ai primi passi della Ribellione.
L’opera è uscita il 25 febbraio 2025 nelle librerie stantunitensi e attualmente non si hanno notizie di una traduzione italiana. Lo stile e il lessico adottati non sono di difficile comprensione e risulteranno accessibili a chi ha una conoscenza media dell’inglese.

- Titolo originale: Star Wars: Reign of the Empire- The Mask of Fear
- Data di uscita: 25 febbraio 2025
- Autore: Alexander Freed
- Edito da: Random House Worlds
- Edizione: Copertina rigida, 496 pagine
- Prezzo: 27,48 € copertina rigida (ACQUISTA QUI)/ 14,99 € Kindle (ACQUISTA QUI)
Sinossi originale tradotta
Prima della Ribellione, regnava l’Impero.
«Nell’intento di garantire la sicurezza e una durevole stabilità, la Repubblica verrà riorganizzata, trasformandosi nel primo Impero Galattico! Per una società più salda e più sicura!»
Con un unico discorso accolto da scroscianti applausi, il Cancelliere Palpatine ha portato l’era della Repubblica al crollo. Al suo posto è sorto l’Impero Galattico. I popoli di tutta la galassia si sono rallegrati e hanno festeggiato la fine della guerra e le promesse di un nuovo domani. Ma quel domani era una menzogna. La galassia è stata stravolta dalla crudeltà e dalla paura del dominio imperiale.
Durante il primo, terrificante anno di tirannia, Mon Mothma, Saw Gerrera e Bail Organa affrontano l’oscurità incombente. Un giorno diventeranno gli artefici dell’Alleanza Ribelle. Ma prima, ciascuno di loro deve trovare uno scopo e una direzione in una galassia in cambiamento, mentre cela i propri segreti, le proprie paure e le proprie speranze per un futuro che potrebbe non arrivare mai, a meno di entrare in azione.
“There’s one thing I’d like to know,” Mon said.
“Speak.”
“Does the Emperor believe any of it?” she asked. “All the talk about peace
and order and reform—is it all just a way for him to dominate, or does he
believe even a little?”
The vizier furrowed his brow, apparently thinking this through. After a
while he smiled. “The remarkable thing,” he said, “is that I never thought to
ask.”
Cosa mi è piaciuto
Dei personaggi ottimi
Il romanzo è incentrato largamente sulle figure di Mon Mothma, che nei fatti è decisamente la protagonista principale, il senatore Bail Organa e in misura minore Saw Gerrera, il guerrigliero di Onderon a capo del movimento nascente dei Partigiani. Ciò che rimane sin da subito impressa nel lettore è la caratterizzazione di ognuno di loro, che molto probabilmente non è mai stata così complessa e articolata. Il grado di dettaglio e di minuzia raggiunto da Freed è davvero encomiabile e realmente degno di un romanzo di grande qualità, cosa the The Mask of Fear senz’altro è. Senza dubbio l’autore, che spesse volte si è concentrato su opere caratterizzate da una componente di azione molto forte, dove i personaggi erano sì funzionali ma tratteggiati quanto bastava a condurre la trama in avanti, ha fatto molti passi nella sua scrittura dall’epoca di Soli perduti.
Finalmente i due protagonisti centrali ottengono un ritratto che rende pienamente giustizia non solo della loro personalità bensì pure delle loro complessità e contraddizioni interne. La senatrice di Chandrila e il senatore di Alderaan ne emergono molto più umanizzati e credibili, personaggi degni di reggere una storia articolata sulle proprie spalle, e non soltanto come il politico di turno che sostiene il Jedi protagonista o gli eroi della trilogia originale. In The Mask of Fear infatti non troviamo nulla di tutto ciò: i Jedi sono stati sterminati e una nuova speranza è ben al di là da venire. L’avvento dell’Impero segna l’inizio dell’oscurantismo, il quale minaccia di essere molto pericoloso per la libertà nella galassia. Mothma e Organa si dimostrano da subito consapevoli di ciò, ma allo stesso tempo fanno entrambi fatica a comprendere la misura in cui i valori e le norme democratiche del passato, su cui si fondava la vita dell’ancorché imperfetta Repubblica Galattica, hanno perso la loro presa sul popolo e sui vari pianeti.
L’inconcepibilità del crollo del modus vivendi dove svolgevano la loro attività politica è ben evidente dalle iniziative prese dai due senatori, attorno alle quali ruota l’intera storia. In primo luogo Mon Mothma di Chandrila elabora il progetto di legge che denomina Atto di Rinascita Imperiale, attraverso il quale propone riforme istituzionali che riportino il potere di fatto nelle mani del Senato e facciano conservare a Palpatine la facciata del potere. A tale scopo si muove per reclutare alleati ed evitare la sorveglianza dell’intelligence imperiale. Abbiamo anche Bail Organa di Alderaan, che indaga alla ricerca di prove che scagionino i Jedi dalle accuse di alto tradimento con le quali il neoproclamato Imperatore ha giustificato l’esecuzione dell’Ordine 66, in nome di un incrollabile senso di giustizia, nobilissimo ma sempre più inutile e risibile davanti a una galassia prostrata che non vi presta attenzione. Come la sua collega e amica Mon Mothma gli grida nelle prime pagine, a nessuno interessa dei Jedi. I problemi sentiti sono ben altri.
Questo ultimo punto ci porta all’analisi dei contrasti e delle divergenze del duo senatoriale, un elemento pressoché inedito nell’universo cartaceo e non. Più volte i personaggi di Star Wars legati alla politica sono stati appiattiti ed equiparati moltissimo a livello di ideali, progetti e aspirazioni, in maniera ben poco realistica: è il caso delle opere di E.K. Johnston, dove proprio Bail e Mon parevano lo stesso personaggio. La complessificazione di The Mask of Fear è dunque tanto una sorpesa gradita quanto una boccata di aria fresca. Scendendo nel dettaglio, scopriamo che i due protagonisti non hanno la stessa idea su come reagire alla nascita dell’Impero: laddove una è tendenzialmente più realista e pragmatica, sebbene rimpianga la crisi dell’assetto repubblicano e si interroghi sul prezzo pagato per mettere fine alle Guerre dei Cloni, l’altro è coinvolto da un grande afflato di giustizia e da una convinzione forte di essere depositario del dovere di svelare la verità sulla fine dei Jedi e mettere a nudo le menzogne di Palpatine. Sulla base dei rispettivi approcci, faranno scelte e imboccheranno strade che li terranno separati per la maggior parte del libro, per poi riunirsi nell’ultima sezione.
In ultimo, Freed ha sviluppato estesamente anche i lati più intimi e privati dei suoi personaggi, esplorando il loro rapporto con i rispettivi coniugi e nel caso di Bail anche con la figlia adottiva neonata Leia. A uscirne particolarmente approfondito è il matrimonio tra Mon Mothma e Perrin, già conosciuto in Andor e mostrato qui come un personaggio meno sgradevole. Sono presenti anche momenti molto toccanti e delicati che riguardano sempre la senatrice di Chandrila e il ricordo delle sue esperienze a dir poco traumatiche durante una serie di interrogatori sostenuti nei primi giorni dell’Impero, alcune settimane prima degli eventi del romanzo. Ciò le causa incubi e paure che fanno il paio con quelle di Bail nei confronti di Leia. La senatrice aveva dunque subito violazioni corporali dall’Impero ben prima dell’attentato di Aftermath – Debito di vita. Parleremo invece subito sotto di Saw Gerrera e degli altri comprimari della trama.

Poster esclusivo del romanzo per l’edizione Barnes and Noble
Un intreccio magistrale
Il terzo personaggio principale è, come detto, Saw Gerrera, il quale tuttavia serve più come funzione narrativa per portare avanti la trama e dare un inserimento efficace ai personaggi nuovi dentro l’intreccio e collegarli agli eventi galattici. Più degli altri, Saw è al servizio della storia e dunque ora parliamo proprio di quest’ultima. La trama di The Mask of Fear procede secondo almeno tre linee narrative principali ognuna con un tono diverso, che a un certo punto cominciano a intersecarsi sempre più in vista del finale. L’abilità dimostrata dall’autore nel gestire queste variazioni è davvero apprezzabile. I fronti e le motivazioni sono molteplici e contrastanti, con una tensione che cresce sempre a dispetto del fatto che la componente di azione in senso stretto è quasi inesistente. La corsa verso il finale riserva anche colpi di scena e soprese ed è anche sostenuta da una componente di mistero e da rivelazioni progressive che riguardano sia i personaggi sia le nuove informazioni che si acquisiscono sullo stato della galassia.
Il cast principale è come detto composto da Mon Mothma, Bail Organa e Saw Gerrera, o meglio, per tramite di quest’ultimo, il cyborg separatista Soujen Vak-Nhalis. Soujen è il più impattante di un campionario di personaggi secondari molto efficaci che suscitano simpatia e interesse , soprattutto dopo che Freed dedica a diversi di loro, dei più inaspettati (spie, senatori, assistenti, attivisti politici, persone comuni eccetera), anche monologhi o momenti di scavo interiore davvero ben tratteggiati. Insomma, la storia è davvero solida e quasi granitica per quanto funziona bene, senza mai essere prevedibile poiché usa fruttuosamente i meccanismi narrativi a cui i lettori sono già abituati.
Il contesto stellopolitico della galassia
Sicuramente nello scorrere le pagine del libro si ha l’impressione di stare assistendo a un cambiamento di portata epocale, a una grande storia e a un ridisegnamento degli equilibri che coinvolge tutte le parti e gli abitanti della galassia. L’arrivo dell’Impero galattico e la sua discesa nella vita di tutti è un fatto ineluttabile e di una gravità enorme a cui la maggior parte dei partecipanti è cieca. Dentro la trama i cambiamenti si sentono ma non ne viene afferrata la profondità. Ci sono troppi elementi in gioco, troppi eventi traumatici e tragedie individuali e collettive con cui fare i conti. Il contesto galattico infatti viene restituito nella sua complessità come in poche altre opere, per di più secondo un’ottica più ampia che mai. In The Mask of Fear viene tenuto conto di tutti gli schieramenti e di ognuno di essi scopriamo diverse cose nuove, ottenendo come risultato l’impressione di una profonda e paradossale coerenza caotica nella galassia appena rimodellata. Notiamo su questo punto una certa somiglianza con Catalizzatore di James Luceno, ma qui se possibile l’accuratezza e il realismo politico e storico sono ancora più alti.
Vengono alla luce tante nuove informazioni anche sulle Guerre dei Cloni e vengono approfonditi i meccanismi politici della Confederazione dei Sistemi Indipendenti, i cui ex rappresentanti politici sono il soggetto del Giorno della Reintegrazione Separatista che ne vedrebbe l’assorbimento dentro il neonato Senato Imperiale. Allo stesso tempo sul fronte politico opposto c’è il tentativo di restringimento del potere di Palpatine dentro le vecchie maglie legislative e, fuori dalle aule e dentro il fango, i movimenti nascenti di resistenza che accolgono ex prigionieri e combattenti entrambe le parti del conflitto testé concluso. Il potere imperiale invece è ancora ben lungi dall’organizzazione capillare e draconiana che avrà al tempo di Rebels o anche già solo di Fallen Order, e tuttavia è già capace di sferrare colpi micidiali e progetti di controllo totale, mentre il suo Imperatore è sulla sommità della piramide ma rimane invisibile. Un solo nome, senza spoiler: il Piano Centenario. Tutti questi sviluppi non sono mai notizie riportate esternamente, ma vengono sempre messi a frutto per dare nuove spinte alla storia.
Cosa non mi è piaciuto
Prezzo piuttosto alto
L’edizione originale americana, pubblicata da Random House Worlds, presenta un prezzo all’acquisto di circa 27€ che, sebbene il volume sia di dimensioni abbastanza consistenti, rimane sempre un costo poco accessibile per il pubblico. Molte persone potrebbero quindi dover attendere l’edizione in copertina flessibile verso fine anno. Il prezzo è sempre in linea con i costi delle edizioni originali negli ultimi anni e infatti si tratta di una tendenza generale alquanto spiacevole, che nel nostro Paese si rispecchia nei prezzi di Panini Comics.
Il solito cyborg
Anche in The Mask of Fear l’autore decide di optare per una delle soluzioni narrative più frequenti, viste e prevedibili della narrativa dedicata a Star Wars, insieme a quella dei cloni: la creazione di un personaggio cyborg, un ibrido tra essere organico e macchina dalle capacità potenziate e spesso realizzato per essere un guerriero o un assassino letale. Nel nostro caso è la volta di Soujen Vak-Nhalis, un tempo mercenario al soldo dell’Alleanza Separatista poi convertitosi con sincerità alla causa confederata. Egli viene coinvolto in un programma di emergenza da attivare in caso di sconfitta della Confederazione dei Sistemi Indipendenti.
Soujen diventa così il membro di una cellula dormiente che dovrebbe proseguire la guerra anche dopo l’eventuale sconfitta della propria fazione tramite sabotaggi, attentati e tattiche di guerriglia e terrorismo. Per quanto il personaggio in sé funzioni molto bene e sia anche una delle voci più interessanti e originali nell’orchestra di figure che popolano il romanzo, il suo arco narrativo, origini e aspetto ricordano molto da vicino quello di tanti altri, lasciando un sapore di già visto non trascurabile. Soujen si unisce infatti a una lista davvero lunga che, tra gli altri, include il generale Grievous, il Moff Trachta, i membri delle cellule imperiali della Mano di Thrawn, il conte Vidian, il comandante Karbin, Magna Tolvan e chi più ne ha più ne metta. Si tratta ormai di un topos letterario all’interno di Star Wars e per di più nella presente opera assai riuscito, quindi non è un punto a sfavore troppo grave.
Commento finale
Possiamo affermare con fermezza che Reign of the Empire – The Mask of Fear rappresenta il ritorno del romanzo starwarsiano alla grandezza. L’autore Alexander Freed ha imbastito una storia pienamente convincente e solida, sfaccettata, realistica e approfondita. I personaggi principali, Bail Organa e Mon Mothma sono qui tratteggiati al meglio nell’universo letterario della saga nelle loro idee e personalità, ivi comprese circostanze molto intime ed emotive, e allo stesso modo i comprimari sono efficaci e capaci di catturare l’attenzione del lettore. Ci aspettiamo uno sviluppo maggiore anche di Saw Gerrera nei prossimi tomi della trilogia. Completano il quadro le atmosfere da thriller politico di qualità, dove ogni mossa ha le proprie motivazioni e conseguenze. Riguardo il mondo galattico più vasto, è ammirevole l’accuratezza e il dettaglio minuzioso nella ricostruzione del contesto postbellico e dei primi giorni dell’Impero Galattico. Insomma, The Mask of Fear è un ottimo romanzo e una lettura che dobbiamo consigliare spassionatamente, anche se al momento è disponibile solo in lingua originale. Rappresenta inoltre un inizio convincente per il progetto Reign of the Empire e ora non possiamo che attendere con appassionato interesse i romanzi successivi. E’ davvero rincuorante, dopo un certo numero di letture deludenti, grigie e scarse, avere una testimonianza che il mondo cartaceo di Star Wars è ancora capace di consegnare storie emozionanti e ben scritte agli appassionati. Una vera e propria boccata di aria fresca che lascia speranza per il futuro e un gusto buonissimo a fine lettura: questo è The Mask of Fear, se si consente a chi scrive di usare questo lessico ardito che viene da una grande soddisfazione. Consigliatissimo a tutti. Un ritorno alla grandezza, fa bene ripeterlo.
Che cosa ne pensate di The Mask of Fear e dell’avvio della nuova trilogia? Fatecelo sapere nei commenti!
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